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MONTE RIPALDI, talora Monte Tripaldi in Val d’Ema. – È un poggio di macigno noto per le cave de’lastroni che s’impiegano quasi unicamente nel lastrico della vicina capitale. Da Monte Ripaldi ha preso anche il nome un’antica chiesa che fu monastero, poi parrocchia (S. Michele) filiale della chiesa maggiore di Firenze, nella Comunità Giurisdizione e quasi 2 miglia a levante del Galluzzo, Diocesi e Compartimento di Firenze, che è 3 miglia al suo settentrione.
Risiede sulla ripa destra dell’Ema in una propaggine di poggi, i quali stendonsi verso ostro da quello superiore di Montici, e la cui ossatura consiste specialmente di pietra forte (calcare-arenaria) disposta in strati più o meno potenti, tramezzati da quelli di bisciajo, (schisto marnoso) in giacitura inclinatissima, e molte volte quasi orizzontale.
Monte Ripaldi fino al secolo XVI fece parte del popolo di Montici, giacchè nel luogo dove fu eretta la chiesa parrocchiale fuvvi un monastero di donne, e innanzi tutto uno spedaletto sotto il titolo di S. Michele a Monte Tripaldi, nomignolo derivatogli probabilmente dall’antico possessore del poggio. Del qual ospedaletto si trova fatta menzione in una membrana del 17 febbrajo 1138 relativa all’annuo censo perpetuo di due danari di moneta lucchese che in quella età lo spedalingo di Monte Tripaldi pagava alla mensa vescovile di Firenze.
In ciò che riguarda il monastero di Monte Tripaldi se ne trova menzione in altra carta del 1282, quando era cappellano della contigua chiesa di S. Michele un prete Andrea, cui succede nel 1286 il sacerdote Cenni, che fu presente a un sinodo tenuto li 3 aprile 1286 in S. Reparata a Firenze, dal quale furono stabilite le collette del clero della diocesi fiorentina. – (LAMI. Mon. Eccl. Flor.).
La chiesa di S. Michele a Monte Ripaldi comparisce
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parrocchiale fra lo spirare del secolo XV e il sorgere del secolo XVI. Vi acquistò padronato l’illustre casa Bardi, che probabilmente la dotò e la restaurò quando il contiguo monastero fu convertito in canonica per il suo parroco.
Che costà nei contorni di Monte Ripaldi sino da principio del secolo XIV fossero aperte cave di pietra, lo danno a conoscere due istrumenti appartenuti alla badia de’Cistercensi di Settimo; con uno dei quali, rogato li 8 luglio 1324 nel Pian di Giullari, la badessa del monastero di S. Matteo in Arcetri padrona per un terzo, e le figlie del fu Fermazzi del popolo di S. Piero Scheraggio di Firenze, proprietarie per gli altri due terzi, diedero ad enfiteusi per 39 anni a Lapo di Lemano del popolo di S. Margherita a Montisci un pezzo di terra, nel quale esisteva una cava di pietre da macine, con l’onere di pagare sei staja di grano e tre capponi di canone annuo. L’altro documento del 15 febbrajo 1328 contiene una dichiarazione fatta dal sindaco della badia a Settimo, di aver comprato con i denari delle monache di S. Maria Maddalena di Firenze dell’ordine Cistercense alcuni effetti consistenti in un podere con casa colonica posto nel popolo di S. Margherita a Montisci, e più due terzi di alcune cave di pietre da macine poste nel detto popolo con altri beni ivi designati. – (ARCH DIPL. FIOR. Carte di Cestello).
Ma le cave di Monte Ripaldi, già comprese come dissi nell’antico popolo di Montici, andarono in special modo estendendosi sotto il poggio medesimo nel secolo decorso e nell’attuale, giacchè quasi tutta la pietra forte per il lastrico delle strade di Firenze si estrae nella sua faccia meridionale sotto la chiesa parrocchiale.
La parrocchia di S. Michele a Monte Ripaldi
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nel 1551 faceva 78 abitanti; nel 1745 ne aveva 102, e nel 1833 noverava 111 abitanti.

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Monte Ripaldi, Monteripaldi, Monte Tripaldi - Cave di Marmi

(S. Michele a Ripaldi)

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(S. Michele a Ripaldi)

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