REPETTI ON-LINE

Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

cerca... .

Monte Rufoli, Monteruffoli - Cave di Marmi

 

(Fattoria di Monterufoli)

  •   pag. 1 di 3
    MONTE RUFOLI, o MONTERUFFOLI (Mons Rufoli) in Val di Cecina. Villa signorile, già castello sopra un monte omonimo, la cui cappella (S. Andrea) fu annessa al popolo della pieve de’SS. Simone e Giuda a Libbiano, Comunità Giurisdizione e circa 7 miglia a libeccio delle Pomarance, Diocesi di Volterra, Compartimento di Pisa.
    È un risalto di monte un poco più elevato di quello suo vicino, denominato
    Monte Rufolino, entrambi costituenti parte dei poggi di gabbro che da Libbiano si avanzano nella direzione di ostro sopra Serazzano, e che separano le acque fluenti verso levante nella vallecola della Trossa, da quelle che per via del torrente Ritasso scendono dall’opposto fianco verso settentrione nel valloncello della Sterza di Cecina. Sulla faccia occidentale di questi poggi risiede la villa signorile di Monte Rufoli di casa Maffei, presso la quale era una torre, di cui sussistono ancora pochi fondamenti sulla cima di orrido monte in mezzo a vaste boscaglie di lecci.
    Era questo uno de’castelli dipendenti sino dal secolo XII dai vescovi di Volterra, a partire dal potente vescovo Ildebrando Pannocchieschi, il di cui successore Pagano, pur esso de’Pannocchieschi, ottenne nel 1225 dall’Imperatore Federigo II tal privilegio, col quale fu concesso a quel prelato ed ai suoi successori fra le altre giurisdizioni e diritti la metà de’placiti o bandi, e dei dazi che fossero toccati al Comune di Monte Rufoli. – (GIACHI,
    Ricerche Istor. di Volterra).
    Poco dopo però s’incontrano tra le pergamene della Comunità di Volterra alcuni atti di sottomissione fatti a quel Comune nel 1230 e 1254 dagli uomini del Castello di Monte Rufoli, il cui territorio fu poi allirato all’estimo Volterrano del 1288 per l’annua prediale di lire 2150.
    Così dopo la cacciata del duca d’Atene
  •    pag. 2 di 3
    da Firenze, quando per lettere del primo agosto 1343 il governo provvisorio di questa città avvisò i magistrati di Volterra che la loro città era restituita alla sua piena libertà con facoltà di riprendere possesso delle terre castella, e fortilizi compresi nell’antico distretto volterrano, anco il castello di Monte Rufoli era tra quelli, poichè i suoi abitanti poco dopo mediante un sindaco prestarono giuramento di obbedienza a Volterra. Se non che 20 anni dopo l’Imperatore Carlo V avendo accordato al Vescovo Filippo Belforti un privilegio più ampio di quello che Arrigo VI aveva concesso al vescovo Ildebrando Pannocchieschi, se quel privilegio non portò seco novità nel governo di Volterra, di cui Filippo Belforti era alla testa, ve la portarono peraltro poco dopo i suoi nipoti, per opera dei quali fu occupato il fortilizio di Monte Rufoli. Questo però fu ripreso nel 1368 a nome del Comune di Volterra dalle sue milizie quando lo guardavano i fuorusciti seguaci di Bocchino Belforti. In conseguenza di chè alla rubrica 156 del libro I nel nuovo statuto volterrano del 1411, dove si tratta degli ufiziali del contado di Volterra, si ordina che uno di essi debba inviarsi a far ragione agli uomini dal castello di Monte Rufoli.
    Nei secoli più vicini al nostro questo castello rimase deserto al pari di molt’altri delle volterrane, massetane e grossetane maremme, sicchè sotto nome di bandita la sua corte e parrocchia fu riunita al comunello e popolo di Libbiano, sebbene quest’ultimo Castello si trovi circa tre miglia distante di là.
    Quindi la bandita di Monte Rufoli, coperta di folte boscaglie di lecci, dove rimasero ad abitarci liberamente fieri cignali, e altri quadrupedi salvatici anzichè gli uomini, fu acquistata in compra dalla famiglia Maffei patrizia volterrana.
    La singolarità per altro di Monte Rufoli consiste nell’indole del suolo sparso di calcedonie traslucide tramezzo
  •   pag. 3 di 3
    a filoni iniettati, o fra strati di calcare compatto e di schisto marnoso convertito in galestro, oppure in filoni penetrati fra i spacchi formati nelle subiacenti masse serpentinose, filoni che sono ripieni di botriti, ossia di geodi calcedoniose, le quali variano fra loro sia in direzione, sia in potenza, come anche in colore. Nessuno di cotesti filoni calcedoniosi è totalmente pieno e compatto; anzi poche sono le porzioni dei medesimi scevre di cavernosità o screpolature, in cui non sieno masse botritiche, ventri gemmati, o geodi tappezzate di variatissime e isolate cristallizzazione di quarzo ialino, e tal altre volte dal calcedonio paonazzognolo contornate e rivestite.
    Non di rado avviene d’incontrare costà simili geodi ripiene in gran parte di acqua, nella guisa medesima che accade un tal fenomeno dentro alcune masse marmoree dei monti di Carrara, dove esistono delle geodi tappezzate di cristallo di monte (quarzo ialino limpidissimo) e in gran parte ripiene di acqua. – Vedi l’
    Articolo CARRARA.
    I calcedonii di Monte Rufoli sono resi celebri dacchè sotto il Granduca Ferdinando I, sulla fine del secolo XVI, furono aperti li scavi per servirsi dei calcedonii di Monte Rufoli nei lavori delle pietre dure nelle Regie officine a tal uopo erette in Firenze, ed ivi conosciuti sotto nome di
    Calcedoni di Volterra. – (TARGIONI-TOZZETTI, Viaggi T. III).
Localizzazione
ID: 3155
N. scheda: 34460
Volume: 3
Pagina: 517
Riferimenti: 53410
Toponimo IGM: Fattoria di Monterufoli
Comune: POMARANCE
Provincia: PI
Quadrante IGM: 119-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1644333, 4789798
WGS 1984: 10.77873, 43.24874
UTM (32N): 644396, 4789973
Denominazione: Monte Rufoli, Monteruffoli - Cave di Marmi
Popolo: (S. Andrea a Monteruffoli) SS. Simone e Giuda a Libbiano
Piviere: (S. Martino a Lustignano) SS. Simone e Giuda a Libbiano
Comunità: Pomarance
Giurisdizione: Pomarance
Diocesi: Volterra
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana
  trova nel testo
 
  scarica scheda
  aggiungi note