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Monte Voltrajo, Monte Voterajo

 

(Monte Voltrajo)

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    MONTE VOLTRAJO, o VOTERAJO (Mons Vultrajus) in Val d’Era. – Castello forte, attualmente ridotto in macerie con sottostante villa signorile di casa Sermoli, dove fu un’antica pieve prepositura, da lunga mano riunita a quella di Pignano, nella Comunità Giurisdizione Diocesi e circa miglia toscane 3 a levante di Volterra, Compartimento di Firenze.
    È un monticello della figura di un cono troncato, la cui cupola è cospersa di rocce serpentinose emerse dimezzo a un terreno marnoso terziario, alla base del quale scorrono in due rami divise le sorgenti dell’
    Era, mentre passa al suo levante la strada provinciale volterrana che per la sinuosa cresta dei poggi di Roncolla e di Spicchiajola scende dalle pendici della stessa città.
    La memoria più antica superstite di questo luogo si legge in un placito tenuto presso Monte Voltrajo nella casa di Pietro vescovo di Volterra li 12 giugno dell’anno 967 dal Marchese Oberto conte del Palazzo alla presenza dell’Imperatore Ottone I, di molti vescovi, giudici e magnati.
    Coteste semplici indicazioni danno bastantemente a conoscere, che i vescovi volterrani sino d’allora tenevano in Monte Voltrajo tale abitazione da potervi accogliere l’Imperatore con una numerosa corte. Infatti lo stesso vescovo nel 1 gingno 971 fece una permuta di beni posti nella corte di Monte Voltrajo. – Può dare qualche idea della ricchezza di cotesto Vescovo Pietro una donazione vistosa di effetti di sua proprietà fatta ai canonici della sua cattedrale mediante istrumento rogato nel palazzo vescovile di Volterra li 23 ottobre dell’anno 974, col quale aggiunse al patrimonio di quel numeroso e troppo povero capitolo i beni della chiesa di S. Giorgio posta sulla Cecina presso le Moje Regie, e quattro poderi in Casa Nuova presso Ischeto, ora villa Inghirami, non molto lungi dalle Moje Nuove, con altri terreni situati in luogo appellato Sorripule. – (MURAT. Ant.
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    M. Aevi T. I.)
    Provano sempre meglio l’antica signoria esercitata dai vescovi volterrani sopra il Castello di Monte Voltrajo molte membrane di quegli archivj vescovile e comunitativo, tra le quali citerò due diplomi del re Arrigo VI (anno 1186) e dell’Imperatore Federigo II (anno 1225), relativi alle concessioni accordate a quei prelati per la giurisdizione temporale sopra varii luoghi della loro diocesi, fra i quali il castello di Monte Voltrajo con le sue pertinenze. Mancato però il potente Vescovo Idelbrando Pannocchieschi, i Volterrani cominciarono a muovere lite Pagano di lui successore per cagione specialmente del Castello di Monte Voltrajo. Ad oggetto di calmare tali vertenze s’intromisero nel 1213, come mediatori, i consoli di quest’ultimo Castello; ma perchè i Volterrani ricusarono di starsene a un lodo pronunziato dagli arbitri nel maggio del 1214, il Pontefice Innocenzo III e in seguito Onorio III suo successore interposero, sebbene senza effetto, la loro autorità con minaccia della scomunica, per indurre il potestà ed i reggitori del Comune di Volterra a desistere da ogni ostilità contro i diritti baronali del loro vescovo Pagano Pannocchieschi.
    Frattanto i Volterrani andavano acquistando dai terzi possessori case e piazze in Monte Voltrajo. Tale fu la compra fatta sotto di 14 agosto dell’Anno 1217 da Ricovero del fu Guillicione de’signori del Castello di Negra e dalla sua moglie e figli per lire 120 moneta di Volterra, consistente in case situate nella rocca di Monte Voltrajo. Tale fu l’acquisto fatto nel 15 novembre 1233 a nome del Comune da Corsino Gangalandi potestà di Volterra, mediante il prezzo di mille lire pagate a Burbone Corso del fu Aberto per la metà di una casa e d’una piaggia con muri nel cassero di Monte Voltrajo, più l’ottava parte di una torre posta in detto castello col dominio, signoria, uso e giurisdizioni, che il suddetto venditore
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    diceva di avere sopra il cassero di Monte Voltrajo. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte della Comunità di Volterra). – Con due rogiti del 26 e 31 gennajo 1235 altri individui venderono al Comune di Volterra la loro porzione indivisa della torre e case situate nel castello di Monte Voltrajo con la respettiva giurisdizione e signoria che loro apparteneva nel cassero e borgo di Monte Voltrajo, a condizione peraltro che il Comune di Volterra per 20 anni non imponesse alcuna sorta di dazio a quelli abitanti. (loc. cit.)
    Fu cotesta una delle cagioni per cui nel 1235 ripullularono le discordie fra il Vescovo Pagano e i Sangimignanesi da una parte e il Comune di Volterra dall’altra, le quali cagionarono strazi ed incendi sino a che fu fatto compromesso dalle parti belligeranti in Rolando Rosso podestà dei Fiorentini, e poi in Rubaconte da Mandello di lui successore. Quest’ultimo nel (
    ERRATA: luglio del 1230) maggio del 1236 pronunziò un lodo, col quale fra le altre cose si dichiarava, che il Castello di Monte Voltrajo, allora custodito dalle milizie del Comune di Volterra, non apparteneva a questa città; e vi si aggiungeva la ragione, che ai Sangimignanesi piaceva che Monte Voltrajo fosse libero e indipendente. Appena conclusa la pace, Donato Ubertini podestà di Volterra, con atto (ERRATA: del 16 settembre 1236) del 16 settembre 1237, giurò a nome suo e della città di lasciar tornare libero in Volterra il vescoro Pagano con la sua famiglia. – (AMMIR. nei Vesc. di Volterra.)
    Infatti il Comune di Monte Voltrajo dopo detta pace si governò indipendente dal vescovo e dalla città di Volterra sotto la protezione dell’imperatore Federigo II, al quale i suoi abitanti si erano soggettati liberamente, consegnando alla curia imperiale la rocca e il loro castello. Ciò
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    apparisce da un privilegio del 15 maggio 1246 concesso all’università di Monte Voltrajo da Federigo d’Antiochia vicario generale in Toscana per l’Imperatre Federigo II; mercè cui vennero assoluti per tre anni gli uomini del Comune di Monte Voltrajo dalle servitù e obblighi dovuti alla corte imperiale, onde sgravarli dai debiti contratti per causa delle guerre passate; e nel tempo stesso confermò ad essi il privilegio relativo alla nomina degli ufficiali e alla loro mercede, riservando a se stesso o al suo vicario l’elezione del podestà.
    Non per questo il Comune di Volterra perdè di mira la riunione di questo forte castello cotanto vicino alla città; fino a che ottenutone dai Volterrani il possesso; per atto pubblico del 3 maggio 1252, nel tempo che era potestà il C. Alberto di Tedice de’conti di Segalari, furono ascritti alla loro cittadinanza gli abitanti di Monte Voltrajo e quel territorio incorporato al contado di Volterra. Tale avvenimento riescì contanto accetto al Comune che la sua memoria fu scolpita in una lapida di marmo sulla facciata di S. Giovanni di Volterra, nella quale si aggiunse, che all’epoca medesima fu riedificata la chiesa a la torre di Monte Voltrajo.
    Ciononostante dieci anni dopo la rocca di Monte Voltrajo fu presa e custodita dalle masnade del vescovo Alberto di Volterra, tostochè esse trovandosi assediate dall’oste speditavi da Volterra, nel dì 12 luglio 1262 per atto firmato presso la porta della rocca medesima, quei masnadieri dichiararono di non poterla ulteriormente difendere, sicchè la riconsegnarono insieme col Castello di Monte Voltrajo nelle mani del potestà di Volterra, salvo, dice il documento, il pregiudizio del vescovo eletto D. Alberto – (GIACHI
    Ricerche Storiche ecc.– TARGIONI, Viaggi T. III pag. 128).
    Già armonizza con quanto fu scritto dal Cecina nelle sue notizie istoriche della città di Volterra quando dice che
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    al vescovo Ranieri essendo succeduto Alberto, i Volterrani fecero molto guasto alla sua rocca, e ad altre fortificazioni situate in Monte Voltrajo, onde essi nel 1262 dovettero pagare al vescovo predetto la somma di 3000 lire pel rifacimento de’danni, e forse anche per la restituzione della rocca e per la impedita giurisdizione in questo suo distretto.
    Infatti nella descrizione della
    Lira, ossia della prediale imposta nel 1288 alle castella e terre del contado volterrano, a tenore degli antichi statuti di quella città, non fu registrata quella di Monte Voltrajo.
    Nel 1343 per altro il suddetto castello dipendeva dalla Comunità di Volterra che lo pose sotto la custodia della potente famiglia de’Belforti. Infatti nel 1361 teneva la rocca stessa Francesco che fu fratello di Bocchino Belforti, tiranno di Volterra, espulso nell’anno stesso dalla città, mentre i Fiorentini d’accordo col nuovo governo di Volterra simpossessarono di Monte Voltrajo, la cui rocca nel 26 febbrajo del 1362 (
    stile comune) fu consegnata dal castellano Ranieri del fu Giotto Santoni di Firenze al suo successore Ridolfo d’Jacopo Ridolfi cittadino fiorentino.
    Nel principio però del secolo XV Monte Voltrajo si trova nella lista de’castelli, nei quali a tenore delli statuti volterrani del 1411 il Comune di Volterra inviava un giusdicente civile sotto gli ordini del suo potestà.
    Nel 1427 una fazione tumultuante di Volterrani s’impadronì della rocca di Monte Voltrajo, che poi nel 17 agosto del 1432 fu riconsegnata per trattato alle guardie fiorentine. – (AMMIR.
    Istor. Fior. Lib. XIX. CECINA Op. cit.)
    Già da gran tempo la rocca di Monte Voltrajo è disfatta, restandovi appena alcuni avanzi delle sue mura castellane. Anche la chiesa plebana alla cui riedificazione sembra che appelli l’iscrizione in marmo del 1252 non esisteva più all’epoca del sinodo volterrano fatto nel novembre del 1356 sotto il Vescovo Filippo
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    Belforti; e in luogo di essa si nomina la pieve di Pignano. – Della prima però è fatta menzione in contratto del 1211, cui intervenne il proposto con due canonici della pieve di M. Voltrajo, e in una bolla del 5 marzo 1229 del Pontefice Gregorio IX. – (GIACHI op. cit.)

    MONTE VOLTRAJO. – Si aggiunga. – Nel 1047 li 13 marzo fu vogato nel Castello di Monte Voltrajo, territorio volterrano, un atto col quale due coniugi rivenderono per soldi cento d’argento a uno de’Porcaresi la porzione che avevano comprato due anni innanzi del poggio e castello di S. Giusto a Porcari con la sua chiesa di S. Andrea, ecc. – (ARCH. DIPL. FIOR.
    Carte del Monastero di S. Pietro a Luco).
    Molto più tardi, nel 1421, era parroco commendatario della chiesa di S. Maria alla Rocca di Monte Voltrajo il il prete Matteo di Giovanni di Francesco Buccelli canonico di Firenze, e preposto della cattedrale di Volterra. – (SALVINI,
    De’Canonici della Metropol. Fior.)
Localizzazione
ID: 3179
N. scheda: 34690
Volume: 3; 6S
Pagina: 558 - 560; 163
Riferimenti: 40370
Toponimo IGM: Monte Voltrajo
Comune: VOLTERRA
Provincia: PI
Quadrante IGM: 112-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1654297, 4807172
WGS 1984: 10.9063, 43.40312
UTM (32N): 654361, 4807346
Denominazione: Monte Voltrajo, Monte Voterajo
Popolo: (Monte Voltrajo annesso a) S. Bartolommeo a Pignano
Piviere: (Monte Voltrajo annesso a) S. Bartolommeo a Pignano
Comunità: Volterra
Giurisdizione: Volterra
Diocesi: Volterra
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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