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Pian di Scò (S. Maria)

 

(Pian di Scò)

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    PIAN DI SCO’ nel Val d’Arno superiore. – Due luoghi nella stessa Valle portavano il nomignolo di Pian di Scò, quello cioè, fra Pian tra vigne e Pian di Cascia che dà sempre il titolo a due chiese parrocchiali, alla Pieve a Scò, e a S. Miniato a Scò, e ad una comunità nella diocesi fiesolana; l'altro che era nel Pian di Laterina diede il vocabolo ad una villa o forse anche all'antica pieve di S. Ippolito a Campavane nella diocesi aretina.

    PIAN DI SCO’ nel Val d’Arno superiore. – Questo piano in monte diede il nomignolo a due chiese parrocchiali, all'antica chiesa battesimale sotto l'invocazione di S. Maria, alla prioria di S. Miniato a Scò, e ad una Comunità senza Vill. omonimo, nella Giurisdizione di Terranuova, Diocesi di Fiesole, Compartimento di Arezzo.
    La chiesa plebana risiede in una piaggia vestita di bellissime piante d'olivi tra campi ben coltivati in mezzo a ben tenuti vigneti sulla sinistra del torrente
    Desco Simontano fra Reggello e Castel Franco di sopra, lungo la strada comunitativa rotabile che da Faella porta a Cascia, nel grado 29° 12' 3” longitudine e 43° 41' 2" latitudine, 3 miglia toscane a ostro di Reggello, 2 e 1/2 a settentrione del CastelFranco di sopra, 4 a levante-grecale di Figline, e altrettante miglia toscane a ponente del giogo di Prato Magno.
    La vicinanza del torrente Resco ha dato occasione ad alcuni di congetturare che la pieve del Pian di Scò nella sua origine dovesse chiamarsi pieve a Resco, e che più tardi le venisse tolta la prima sillaba siccome fu scritto nei ricordi di quella chiesa plebana da mano ignota nel seguente distico:

    Prima, aevo primo, decessit sillaba Resco;
    Sco, resonat fluvio proxima planities.

    Ma a cotesta fola risponderà il Pian
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    di Scò presso Laterina come quello che é assai lungi dai due torrenti Resco.
    È noto soltanto che tanto nel Pian di Scò di Laterina, come in quello presso pian di Cascia nei primi tre secoli dopo il mille dominarono le potenti famiglie de, Pazzi e degli Ubertini del Val d’Arno; lo che fu avvisato agli articoli Gastra (S. Barolommeo a), Monte Marciano ecc.
    Dell’antichità della pieve di Scò potrebbe anche far testimonianza un vetusto capitello sopra l'ultima colonna della navata di mezzo in
    cornu evangelii.
    Ad ogni modo di questa chiesa battesimale s'ignora l'epoca della fondazione, sebbene sia rammentata in due istrumenti relativi all'eremo di S. Bartolommeo a Gastra sotto gli anni 1008 e 1014 citati all'Articolo GASTRA e MONTACUTOLO DI GASTRA.
    Nè la pieve di S. Maria a Scò fu come alcuni supposero di collazione della S. Sede, ma sivvero i Pontefici Pasquale II, (nell'anno 1103) Innocenzo II (nel 1134) e Anastasio IV (nel 1153) con altrettante bolle confermarono ai vescovi di Fiesole la giurisdizione e giuspadronato della Pieve di S. Maria a Scò, cioè,
    plebem S. Mariae sitam in Scò cum curte.
    Che questa pieve avesse canonici, ossia cappellani al pari di tutte le altre pievi antiche lo dimostra una carta del 1099 nella quale sono rammentati alcuni canonici addetti alla battesimale di Scò.
    Ma cotesti canonici non erano niente più che cappellani eletti dal pieveno per servizio della sua chiesa, siccome fra gli altri lo dichiara un rogito del 10 giug. anno 1400, in cui si fa parola dell'elezione fatta dal sacerdote don Michele del fu Donato pievano di Sco nelle persone di due chierici della sua chiesa in canonici di detta pieve; la quale elezione fu fatta alla presenza di altri canonici della stessa pieve di S. Maria a Scò.
    Anche dalla vita diocesana fatta nel
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    1466 da Mons. Leonardo Saluta li Vesc. di Fiesole apparisce che nella pieve di Scò erano tre canonici, ossiano cappellani di quel pievano Marco di Benedetto.
    Il territorio antico, ossia il piviere di S. Maria a Scò abbracciava, oltre l'attuale distretto comunitativo del Pian di Scò, quello di Castel Franco di sopra, siccome apparice dal registro delle chiese che nel 1299 dalla stessa pieve dipendevano; cioè, 1. S. Maria a
    Faella, (Prioria); 2. S. Michele a Faella (detto di sopra, esistente); 3. Badia di S. Salvatore a Soffena (soppressa) 4. S. Andrea a Pulicciano (esistente); 5. S. Miniato a Scò (idem); 6. S. Donato a Monzano (idem); 7. S. Bartolommeo a Gastra (eremo soppresso); 8. S Donato a Certignano (esistente); 9. S. Tommaso a Soffena (ora pieve di Castelfranco); 10. S. Matteo a Gaspri (esistente); 11. S. Gaudenzio (soppressa); 12. S. Michele detto di sotto, (esistente); 13. S. Stefano di Simonte (distrutto); 14. S. Jacopo di Monte Carelli (esistente),
    Nel 1809 il territorio di
    Pian di Scò fu eretto in Comunità separata da quella di Castel Franco di sopra senza che possa dire di avere un capoluogo, mentre fu fatta casa comunitativa una piccola abitazione nella villa di S. Miniato a Scò.
    Vedasi per la sua popolazione la Tavoletta del Censimento in calce al seguente articolo.
    Comunità del Pian di Scò. – Il territorio di questa Comunità nel 1833 occupava una superficie di 5628 quadr, dei quali 130 spettavano a corsi d'acqua e a strade. – Vi si trovava allora una popolazione di 2720 abitanti a ragione di circa 405 individui per ogni miglio qudro di suolo imponibile.
    La figura iconografica del territorio comunitativo del
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    Pian di Scò e molto bislunga e irregolare, angustissima verso la sommità, e strozzata più che altrove verso il centro, cioè nei contorni della sua pieve. La lunghezza maggiore di questo territorio è nella direzione da grecale a libeccio e confina nei due più lunghi lati e nella punta superiore presso la cima del monte di Prato Magno con le Comunità di Castelfranco di sopra e di Reggello, mentre la sua base, che arriva sino alla via provinciale Valdarnese delta degli Urbini, fronteggia per circa un miglio fra i torrenti Resco e Faella con la Comunità di Figline. Dal lato volto a libeccio serve per lungo tratto di confine alla Comunità di Pian di Scò e a quella di Reggello il Resco che insieme rimontano sino alla confluenza de’due torrenti appellati Resco simontano e Resco cascese. Da quel punto in su per breve tragitto i territori delle due Comunità hanno per confine il Resco simontano che abbandonano sopra la Pieve a Sco per an dare incontro al borro Rifontolano. Con quest’ultimo il territorio di Pian di Scò dirimpetto a maestrale trapassa la strada della Canuova e quindi entra nella strada Casentinese, con la quale le due Comunità salgono sul monte di Prato Magno presto il Montagutolo di Gastra. Costà voltando faccia da maestrale a scirocco viene a confine la Comunità di Castel Franco di sopra e con essa l'altra scende il monte da primo mediante il botro Borronaccio, mercé cui poco dopo piegando ad arco entra nel Resco simontano, finchè sulla strada che da Gastra scende a Pulicciano lascia fuori il Resco suddetto e camminando per la stessa via passa dalla villa di Mandri, resentando il borro del Giuncajo e poi quello delle Corberesi, fino a che entra
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    nel torrente Faella per arrivare con lui alla strada provinciale Valdarnese o degli Urbini, dove cessa la Comunità di Castel Franco di sopra e sottentra quella di Figline.
    Fra le strade rotabili oltre la provinciale Valdarnese o degli Urbini, che serve di confine verso libeccio a questa Comunità, vi e quella che staccasi dalla suddetta via per condurre a Faella e di la per la Pieve a Scò porta a Reggello.
    Non vi sono fiumi che rasentino o che attraversino il territorio di questa Comunità, solamente il torrento Resco cascese dal lato occidentale, e il torrente di Faella dalla parte di scirocco percorrono i lembi interiori del suo territorio mentre
    il Resco simontano lo attraversa quasi nel mezzo in direzione da grecale a libeccio.
    Profittando della discesa di quest'ultimo torrente gli abitanti hanno incanalato una parte delle sue acque, le quali dopo aver rinfrescato il giardino nella pieve ed una grandiosa peschiera per il vivajo de'pesci che vi suol mantenere il pievano, corrono a mettere in moto le macini di circa 10 edifizi da mulini e frantoj disposti per la piaggia del Pian di Scò lungo la strada che conduce a Monte Carelli, fino alla precipitosa cascata fatta dal Resco simontano sopra quel vallone nelle vicinanze della chiesa di Monte Carelli, dove non è molto tempo per avvallamento del terreno precipitò nel baratro uno di quegli edifizj.
    Alla confluenza de'due Reschi esiste un borghetto di poche case di pigionali chiamato Vaggio nel popolo di S. Miniato a Scò.
    In quanto alla qualità del terreno, esso distinguesi per la maggior parte in secondario inferiore (grés antico o macigno) in schisto marnoso ed in calcare compatto, cui si appoggia una qualità di terreno terziario, che si accosta alla marna cerulea, o mattajone, chiamato nel Val d’Arno sabbione; il quale sabbione serve costantemente di base ad
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    una specie di tufo di acqua dolce color castagnuolo, di grana grossa, comunemente appellato sansino. In quest'ultima qualità di terreno che posa sopra banchi di ciottoli e di ghiaje appenniniche e che cessa a 250 piedi sopra il livello dell'Arno, trovansi sepolti quei carcami di grandi mammiferi di specie perdute, che resero cotesta contrada segnalata nella storia della natura. Quindi è che il terreno, in cui s'incontrano le ossa fossili de'mastodonti, degl'ippopotami, degli elefanti europei trovasi più che altrove ed è situato nella porzione australe della Comunità di Pian di Scó, e specialmente nel distretto della parrocchia di Faella. – Vedere CASTEL FRANCO DI SOPRA Comunità, e FAELLA.
    Non meno famigerato è il Pian di Scò ed il contiguo Pian di Cascia rispetto alle sue colture, essendo che costà veggonsi i lavoratori di terra con vera soddisfazione praticare la più accurata coltivazione tanto di pianura, quanto di collina, costì dove la vite e l'ulivo danno prodotti copiosi e squisiti sia per la scelta de'vitigni e delle piantonaje, come anche per l'attenzione che vi si adopra a custodire, potare e alimentare quelle piante preziose. E vaglia il vero ad onore dei contadini del Pian di Scò, l'autore di quest'opera fu sorpreso nel sentire e nel vedere con quale impegno, con quale intelligenza e con quale emulazione i villici di Pian di Scò lavorino, mantengano e rendano fruttiferi i poderi ad essi tenuti a mezzeria.
    La Comunità di Pian di Scò ha un maestro di scuola per lascito testamentario di benemerita donna. Non vi si praticano mercati settimanali, ne fiere annuali. – La sua cancelleria comunitativa e l'ingegnere di Circondario sono in San Giovanni. Il potestà e in Terranuova, l'ufizio d'esazione del Registro è in Montevarchi, la conservazione delle Ipoteche e il tribunale di Prima istanza in Arezzo.

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    CENSIMENTO della Popolazione della Comunità di PIAN DI SCO’ a tre epoche diverse.

    ANNO 1818
    - nome del luogo e titolo della chiesa: Faella, S. Maria*
    Impuberi maschi 79; femmine 88; adulti maschi 164; femmine 148; coniugati dei due sessi 186; ecclesiastici 3; numero delle famiglie 95; totale degli abitanti 668.
    - nome del luogo e titolo della chiesa: Menzano, S. Donato
    Impuberi maschi 44; femmine 38; adulti maschi 21; femmine 37; coniugati dei due sessi 134; ecclesiastici 2; numero delle famiglie 57; totale degli abitanti 276.
    - nome del luogo e titolo della chiesa: Monte Carelli, S. Jacopo*
    Impuberi maschi 38; femmine 34; adulti maschi 55; femmine 55; coniugati dei due sessi 79; ecclesiastici 2; numero delle famiglie 41; totale degli abitanti 263.
    - nome del luogo e titolo della chiesa: Scò (S. Maria a), Pieve*
    Impuberi maschi 101; femmine 120; adulti maschi 140; femmine 137; coniugati dei due sessi 219; ecclesiastici 6; numero delle famiglie 143; totale degli abitanti 720.
    - nome del luogo e titolo della chiesa: Scò (S. Miniato a)
    Impuberi maschi 38; femmine 38; adulti maschi 128; femmine 120; coniugati dei due sessi 94; ecclesiastici 6; numero delle famiglie 56; totale degli abitanti 424.
    - TOTALE anno 1818
    Impuberi maschi 300; femmine 318; adulti maschi 508; femmine 497; coniugati dei due sessi 709; ecclesiastici 19; numero delle famiglie 392; totale degli abitanti 2351.

    ANNO 1833
    - nome del luogo e titolo della chiesa: Faella, S. Maria*
    Impuberi maschi 148; femmine 111; adulti maschi 166; femmine 135; coniugati dei due sessi 242; ecclesiastici 2; numero delle famiglie 126; totale degli abitanti 804.
    - nome del luogo e titolo della chiesa: Menzano, S. Donato
    Impuberi maschi 71; femmine 63; adulti maschi 32; femmine 24; coniugati dei due sessi 124; ecclesiastici 2; numero delle famiglie 56; totale degli abitanti 316.
    - nome del luogo e titolo della chiesa: Monte Carelli, S. Jacopo*
    Impuberi maschi 39; femmine 38;
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    adulti maschi 51; femmine 44; coniugati dei due sessi 90; ecclesiastici 1; numero delle famiglie 46; totale degli abitanti 263.
    - nome del luogo e titolo della chiesa: Scò (S. Maria a), Pieve*
    Impuberi maschi 126; femmine 89; adulti maschi 97; femmine 97; coniugati dei due sessi 269; ecclesiastici 4; numero delle famiglie 134; totale degli abitanti 683.
    - nome del luogo e titolo della chiesa: Scò (S. Miniato a)
    Impuberi maschi 71; femmine 57; adulti maschi 53; femmine 60; coniugati dei due sessi 124; ecclesiastici 4; numero delle famiglie 64; totale degli abitanti 369.
    - TOTALE anno 1833
    Impuberi maschi 455; femmine 358; adulti maschi 399; femmine 360; coniugati dei due sessi 849; ecclesiastici 13; numero delle famiglie 426; totale degli abitanti 2434.

    ANNO 1840
    - nome del luogo e titolo della chiesa: Faella, S. Maria*
    Impuberi maschi 130; femmine 108; adulti maschi 179; femmine 142; coniugati dei due sessi 250; ecclesiastici 4; numero delle famiglie 128; totale degli abitanti 813.
    - nome del luogo e titolo della chiesa: Menzano, S. Donato
    Impuberi maschi 57; femmine 64; adulti maschi 34; femmine 42; coniugati dei due sessi 124; ecclesiastici 2; numero delle famiglie 60; totale degli abitanti 323.
    - nome del luogo e titolo della chiesa: Monte Carelli, S. Jacopo*
    Impuberi maschi 42; femmine 42; adulti maschi 68; femmine 39; coniugati dei due sessi 100; ecclesiastici 3; numero delle famiglie 46; totale degli abitanti 294.
    - nome del luogo e titolo della chiesa: Scò (S. Maria a), Pieve*
    Impuberi maschi 115; femmine 103; adulti maschi 121; femmine 103; coniugati dei due sessi 296; ecclesiastici 2; numero delle famiglie 139; totale degli abitanti 740.
    - nome del luogo e titolo della chiesa: Scò (S. Miniato a)
    Impuberi maschi 65; femmine 46; adulti maschi 69; femmine 58; coniugati dei due sessi 136; ecclesiastici 3; numero delle famiglie 61; totale degli abitanti 377.
    - TOTALE anno 1840
    Impuberi maschi 409; femmine 363;
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    adulti maschi 471; femmine 384; coniugati dei due sessi 906; ecclesiastici 14; numero delle famiglie 434; totale degli abitanti 2547.

    N.B.
    I popoli contrassegnati con l’asterisco * mandavano negli anni qui notati una frazione della loro popolazione nelle Comunità limitrofe, la qual frazione non è stata compresa nel calcolodi sopra indicato.

    - nome della parrocchia: Faella, S. Maria
    Comunità donde entra: Castelfranco
    Popolazione anno 1818: n° 73, popolazione anno 1833: n° 79, popolazione anno 1840: n° 71
    - nome della parrocchia: Faella, S. Maria
    Comunità donde entra: Figline
    Popolazione anno 1818: n° -, popolazione anno 1833: n° 34, popolazione anno 1840: n° 39
    - nome della parrocchia: Monte Carelli, S. Jacopo
    Comunità donde entra: Castelfranco
    Popolazione anno 1818: n° -, popolazione anno 1833: n° 35, popolazione anno 1840: n° 37
    - nome della parrocchia: Scò (Pieve di S. Maria a)
    Comunità donde entra: Reggello
    Popolazione anno 1818: n° 108, popolazione anno 1833: n° 170, popolazione anno 1840: n° 191
    - Totale abitanti anno 1818: n° 181
    - Totale abitanti anno 1833: n° 318
    - Totale abitanti anno 1840: n° 338

    PIAN DI SCO’ nel Val d’Arno superiore. – Nel 1833 la COMUNITÀ DI PIAN DI SCÒ noverava 2434 abitanti; e nel 1845 ne aveva 2683, come appresso:

    Faella (
    porzione), Abitanti N.° 842
    Menzano,
    Abitanti N.° 346
    Montecarelli (
    porzione), Abitanti N.° 277
    Scò (S. Maria Pieve) (
    porzione), Abitanti N.° 870
    Scò (S.Miniato),
    Abitanti N.° 348
    TOTALE
    Abitanti N.° 2683

    SCÒ (PIAN DI) nel Val d'Arno superiore. – Nel 1845 la Pieve di S. Maria
    a Scò contava 870 individui nella Comunità principale del Pian di Scò,e mandava una frazione di 171 Abitanti nella Comunità di Reggello, ed altra frazione di 8 persone in quella di Castel Franco di Sopra. – TOTALE Abitanti 1049.

    Nel 1833 la Comunità di
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    Pian di Scò contava 2434 Abitanti e nel 1845 ne aveva 2683, cioè:

    Faella (
    porzione) Abitanti N° 842
    Menzano,
    Abitanti N° 346
    Montccarelli (
    porzione), Abitanti N° 277
    Scò (Pieve di S. Maria a) (
    porzione), Abitanti N° 870
    Scò (S. Miniato a),
    Abitanti N° 348
    TOTALE
    Abitanti N.° 2683
Localizzazione
ID: 3189
N. scheda: 39590
Volume: 4; 6S
Pagina: 177 - 180; 181, 230
Riferimenti: 39591, 9870
Toponimo IGM: Pian di Scò
Comune: PIAN DI SCO
Provincia: AR
Quadrante IGM: 114-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1705606, 4835472
WGS 1984: 11.55011, 43.64538
UTM (32N): 705669, 4835647
Denominazione: Pian di Scò (S. Maria)
Popolo: S. Maria a Pian di Scò
Piviere: S. Maria a Pian di Scò
Comunità: Pian di Scò
Giurisdizione: Terranuova
Diocesi: Fiesole
Compartimento: Arezzo
Stato: Granducato di Toscana
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