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e Storico della Toscana

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S. Maria a Pietra Fitta di Stia - Badiola di Pietrafitta

 

(Badiola)

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    PIETRA FITTA, ossia PIETRAFITTA (Petra Ficta, Petraficta). – Questo nome generico, divenuto specifico in molti luoghi della Toscana, derivò probabilmente da un qualche cippo miliare, o da altra pietra stata ivi un lungo tempo per segnalare i termini di un territorio comunitativo, di un contado, di una diocesi e cose simili. – Tale può dirsi essere il nome di Pietra fitta sul Mugnone presso il Ponte alla Badia, derivato forse dalla prima pietra da Firenze sulla strada maestra del Mugello; la qual Pietra fitta è rammentata nei diplomi imperiali e nelle bolle pontificie concesse ai vescovi di Fiesole. Tale fu la Pietrafitta d'Empoli posta al luogo di un qualche cippo miliare fra Pontormo ed Empoli piuttosto che sul confine diocesano o municipale. Al qual caso potrebbe addirsi piuttosto la Pietra fitta della Castellina nel Chianti, come luogo di confine fra l’antico contado fiorentino e quello di Siena, o piuttosto come termine comunale. Sotto il medesimo rapporto di termine comunale sarebbe da dubitare essere state la Pietrafitta di Stia, la Pietrafitta di San Gimignano, la Pietrafitta di Galeata in Romagna e molti altri luoghi di minor entità.

    PIETRA FITTA (S. MARIA A) DI STIA nel Val d'Arno casentinese – È una chiesuola denominata la
    Badiola di Pietrafitta nel popolo di S. Jacopo alla Villa, piviere attualmente di Stia, già di Romèna, Comunità e circa 3 miglia toscane a ponente-libeccio di Stia, Giurisdizione di Pratovecchio, Diocesi di Fiesole, Compartimento di Arezzo.
    Risiede in monte alla sinistra della strada provinciale casentinese, la quale scendendo dalla Consuma a Stia rasenta la Badiola di Pietrafitta, dove fu un casale ch'ebbe nome
    Pratiglione. Ciò apparisce prima di tutto da un istrumento scritto di aprile
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    del 1054 nella casa del pievano di Stia del Casentino, col quale il conte Guido del fu Conte Alberto de'Conti Guidi offrì alla chiesa di S. Maria in Apuniano il giuspadronato di quella di S. Egidio a Gaviserra con alcune terre poste infra Casale Pratilione, ubi dicitur Petraficta, et in pertinentia de plebe S. Petri sita Romena. – (CAMICI de’Marchesi di Toscana).
    Quindi nell'agosto del 1099 i Conti Alberti e Ugo figli del prenominato Conte Guido donarono al Monastero di S. Michele di Poppiena, cui il vescovo di Fiesole nel settembre successivo confermò la chiesa di S. Maria di Pietrafitta.
    Importanti più di tutti sono due istrumenti del marzo 1180, e febbrajo 1190 citati dagli Annalisti Camaldolensi, come provenienti dal Monastero degli Angeli di Firenze, ed i cui spogli esistono anche fra le carte del Monastero di S. Michele in Borgo di Pisa. Avveganachè da quelli si viene a scuoprire per avventura la bella contessa Gualdrada figlia di Bellincion Berti, che fu sposa di un Conte Guido de'conti di Poppi. Trattasi in quello del 1180 di una donazione fatta dal Conte Guido Palatino di Toscana, e dalla contessa Gualdrada sua moglie alla chiesa di S. Maria di
    Pietra Fitta nelle mani del rettore della medesima di tutto ciò che eglino possedevano nel distretto di Pratiglione e in Val di Faeta. Col secondo istrumeuto del febbrajo 1190 li stessi due coniugi conte Guido e contessa Gualdrada rinunziano alla chiesa di S. Maria a Pietrafitta quanto teneva di loro proprietà un tale Ubertino di Mariano nel distretto di Pratiglione.
    Rispetto alla qual contessa Gualdrada è da avvertire che, essendo essa maritata fino dal 1180 al Conte Guido, non poteva esser più fanciulla quando passò da Firenze (anno 1206) l’Imperatore
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    Ottone IV, cui Bellincion Berti de’Ravignani padre di lei faceva quell’invereconda promessa che racconta il Malespini, ripetuta da Giovanni Villani e da cento altri istorici posteriori, dicendo, che quel conte Guido Palatino fu fatto signore del Casentino da Ottone IV, e che poi egli tolse per moglie la contessa Gualdrada. Il qual conte Guido senıbra quello stesso personaggio che ebbe da altra donna, che fu sorella del Conte Pietro Traversari di Ravenna, cinque figli maschi che sono distintamente rammentati in un privilegio concesso loro nel 1220 dall'Imperatore Federigo II, come pure quando il loro zio Conte Pietro Traversari rinunziò a favore dei nipoti medesimi alcune castella e giurisdizioni situate nei distretti di Dovadola e della Rocca S. Casciano. – Vedere DOVADOLA e MODIGLIANA.
    Uno de'figli del suddetto Conte Guido Palatino di Toscana era quel Conte Teudegrimo, il quale, nel 3 settembre 1228 trovandosi nel Castello di Poppi, donò alla chiesa di S. Maria di
    Pietra Fitta due pezzi di terra con 12 alberi di olivi posti alla Rufina, a condizione che i rettori di detta chiesa tenessero accesa una lampada all'altare ivi eretto in onore di Maria Vergine.
    In quello stesso anno 1228, sotto dì 26 agosto, il Pontefice Gregorio IX con suo breve spedito da Perugia accordava alcune indulgenze a coloro che nei giorni di festività di Nostra Donna avessero visitato la miracolosa immagine di S. Maria nella suddetta chiesa di Pietrafitta.
    Con atto del di 11 luglio 1236 Guido priore dell’eremo di Camaldoli eletto in arbitro dalle parti lodò, che i rettori della chiesa di S. Maria di
    Pietra Fitta dovessero eleggersi unicamente fra i monaci Camaldolensi della badia di Poppiena. – (ANNAL. CAMALD.)
    Nipote del prenominato Conte Guido Palatino era quel famoso Conte Guido Guerra del fu Conte Marcovaldo e della Contessa Beatrice de'conti di
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    Capraja, il quale per istrumento rogato li 15 febbrajo del 1254 nella casa della chiesa di S. Bartolommeo a Sovigliana nel Val d'Arno inferiore assegnò al priore di Camaldoli la chiesa di S. Maria di Pietra Fitta, a condizione d’istruirvi un piccolo monastero di eremiti Camaldolensi, riservandosi egli il padronato della chiesa – (ARCH. DIPL. FIOR., Carte del Mon. di S. Mich. in Borgo di Pisa.)
    Il priorato di S. Maria di Pietra Fitta essendo stato sottoposto all'abate della badia di Poppiena ebbe e conserva il titolo di
    Badiola anche dopo che nel 1505 il Maggiore di Camaldoli unì quel priorato al Monastero de'Camaldolensi di S. Benedetto fuori della mura di Firenze, che poi nel 1529 all'occasione dell'assedio di detta città fu incorporato a quello di S. Maria degli Angeli dentro Firenze.
Localizzazione
ID: 3237
N. scheda: 40070
Volume: 4
Pagina: 210 - 211
Riferimenti: 66220
Toponimo IGM: Badiola
Comune: PRATOVECCHIO
Provincia: AR
Quadrante IGM: 107-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1712705, 4852201
WGS 1984: 11.64466, 43.79385
UTM (32N): 712769, 4852376
Denominazione: S. Maria a Pietra Fitta di Stia - Badiola di Pietrafitta
Popolo: S. Jacopo alla Villa
Piviere: (S. Pietro a Romena) S. Maria Assunta a Stia
Comunità: Stia
Giurisdizione: Pratovecchio
Diocesi: Fiesole
Compartimento: Arezzo
Stato: Granducato di Toscana
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