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Piteccio

 

(Piteccio - Poggio (a N))

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    PITECCIO (Piticcium) nella Valle dell’Ombrone pistojese. – Castello con chiesa battesimale (S. Maria) già compresa nel piviere di Satornana, nella Comunità della Porta al Borgo, Giurisdizione Diocesi e circa 4 miglia toscane a settentrione di Pistoja, Compartimento di Firenze.
    Siede sul risalto di una collina bagnata a ponente dal fiume Ombrone lungo l’antica
    strada Francesca che varca l’Appennino sopra lo Spedaletto in alpi per condurre a Bologna.
    Sebbene alcuni opinassero che costà accadesse la disfatta dell’esercito di Catilina, le memorie più vetuste di Piteccio non s’incontrano se non che fra le membrane dei luoghi pii di Pistoja pervenute e conservate attualmente nell’
    Archivio Diplomatico Fiorentino.
    La prima che ne parli è dell’anno 1086, 27 maggio, di già rammentata all’Articolo MOMMÈ (SAN), nella quale si tratta di una permuta di beni della mensa vescovile di Pistoja situati nella villa di Paterno, in S. Mommè, ed in Piteccio, luoghi tutto lungo la via Francesca. Anco in un istrumento del febbrajo dell’anno 1111 appartenuto all’Opera di S. Giacomo, scritto nel vico di Ripalta, si nomina il Castello di Piteccio. Della stessa provenienza è un’altra carta del 10 gennajo 1202, rogata in Pistoja, colla quale due fratelli fanno una permuta col rettore dello spedale di S. Bartolommeo del Prato del Vescovo (ora lo Spedaletto in Alpi) di alcuni effetti ch'essi possedevano fra Piomballa e Collina fino al castello di Piteccio.
    Importantissimo però è un rogito scritto in Pistoja il primo di giugno del 1202, nel quartiere di Porta S. Andrea, perché ci scuopre un pittore pistoiese che aveva lo stesso nome di un celebre pittore pisano suo coetaneo. Voglio dire di Giurata figlio di Guidoccio, il quale con quell’istrumento rogato dal notaro Guido in Pistoja nel quartiere di Porta S. Andrea fece acquisto
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    per lire otto, soldi dieci e denari sei di un pezzo di terra da Struffaldo del fu Strabiletto. Ed è quello stesso Giunta del fu Guidoccio che nel maggio dei 1212 stando in Pistoja nel quartiere di Porta S. Andrea, mediante rogito del notaro Alberto, acquistò per lire tre altro appezzamento di terra posto a Caviana nel territorio di Piteccio, mentre nel giorno appresso per contratto scritto nel vico Caviana dal notare Bonagiunta comprò per 40 soldi pisani un terzo pezzo di terra ortiva situato pure in Caviana. Finalmente un quarto istrumento rogato dallo stesso notaro Bonagiunta in Caviana lì 22 dicembre 1216 ci scuopre Giunta del fu Guidoccio ammogliato con donna Mingarda figlia del fu Carandino nell’atto che i due coniugi si fecero conversi dello spedale di S. Bartolommeo del Prato del Vescovo allora quando offrivano a don Andrea del fu Ubertino rettore di quello spedale le proprie persone con tutti i loro beni, eccettuate alcune terre che riserbavano per i figli nascituri, e per i figli di Briketano fratello dei suddetto Giunta. – (ARCH. DIPL. FIOR., Carte dell'Opera di S. Jacopo.)
    Anco fra le carte de’Monaci Olivetani di Pistoja attualmente nell'Arch. Dipl. Fior. avvene una del 22 settembre 1213 rogata in Caviana da Bonagiunta, colla quale Espettato figlio di Guido vendé a Giunta di Guidoccio per il prezzo di lire 100 pisane un appezzamento di terra campiva posto nel piano di Vico.
    Dondechè cotesto Giunta abbandonato il pennello per lo scapolare trovasi fatto converso dello spedale del Prato del Vescovo nel 1219, dove nel 3 giugno per rogito scritto dal solito Bonagiunta acquista in nome di detto spedale per lire sei e soldi due pisani una casa con le sue pertinenze posta in Caviana. Inoltre nel 1223 cotesto Giunta, era divenuto rettore dello spedale medesimo, quando in Pistoja nel
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    28 gennajo di quell'anno a nome del suo spedale egli permutava due pezzi di terra posti gel piano di Campiglio in canubio di un altro appezzamento di terreno situato nel vico di Caviana.
    Continuava lo stesso Giunta’di Guidoccio ad essere rettore dello spedale del Prato del Vescovo quando per rogito fatto da Attavante notaro in Pistoja sotto dì 25 agosto 1226 comprò da Atto del fu Maino da Piteccio per il prezzo di soldi cento pisani un pezzo di terra posto nel piano di Seccheto nelle pertinenze dl Piteccio. – (
    loc. cit. Carte dell'Opera di S. Jacopo di Pistoja.)
    Più importante ancora è un altro documento rogato in Pistoja dal notaro Attavante nel 31 maggio 1242, col quale Giunta del fu Guidoccio da Piteccio alienò ad Ammannato converso dello spedale del Prato del Vescovo un pezzo di terra posto in Caviana presso S. Felice d'Ombrone mediante la valuta di lire 3 e soldi 5 di moneta pisana. – Dai quali documenti apparisce che il pittore Giunta Pistojese si trovava in Piteccio, o in Pistoja, o allo spedaletto in Alpi, quando il Giunta Pisano dipingeva valorosamente in varie città e luoghi della Toscana. Di più il Giunta di Piteccio comparisce vivo e verde nel 31 maggio del 1242 nel tempo che il Giunta Pisano non era più tra i viventi.
    – Vedere l’Articolo Pisa, Volume IV. pag. 359 e FABBIANA Volume II pagina 81.
    Intorno a quest’ultima età Guidaloste Vergiolesi vescovo di Pistoja investì i parenti suoi di molti feudi spettanti alla mensa vescovile, fra i quali fuvvi Piteccio e la Sambuca.
    Dopo di ciò il Castello di Piteccio cominciò a figurare nella storia politica, massimamente dopo vinta Pistoja dai Fiorentini e Lucchesi, quando nel 1306 Piteccio fu destinato asilo ai Pistojesi di parte Bianca che costa ricoveraronsi armati per capitolazione,
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    talchè questo castello fu per la fazione Bianca de’Pistojesi quello che più tardi divenne Montalcino per i repubblicani di Siena.
    Fu ancora Piteccio uno dei castelli occupati nel 1352 e conservato dalle truppe dell’Arcivescovo Visconti di Milano fino alla pace di Sarzana del 1353. –
    Vedere PISTOJA.
    Fra i signori Vergiolesi che dominarono in questo castello contasi quel Lippo, o Filippo padre della bella Selvaggia, che ne 1309 vendé al Comune di Pistoja il castello di Piteccio con l'altro della Sambuca.
    Dopo la morte di Castruccio, ritornata nel 1330 Pistoja col suo contado sotto la potestà de’Fiorentini furono riformati gli statuti di quel Comune, una delle qual rubriche (la 25.ma) ci avvisa che Piteccio allora aveva il suo rettore civile ossia potestà.
    Il popolo e comunello di Piteccio comprendeva nel suo distretto, come le comprende tuttora, le ville di Paterno, dei Castagno, di Caviana, di Fabiana e di Seccheto. Esso confina a settentrione con il popolo di S. Mommè, a levante con quello di S. Lorenzo a Uzzo a ostro con S. Felice d'Ombrone, e a ponente con il popolo della pieve di Satornana.
    Sul declinare dei secolo XVIII la parrocchia di S. Maria a Piteccio fu smembrata dall'antico piviere di Satornana, ed eretta in chiesa plebana; inoltre il suo parroco attualmente è uno dei 15 vicarii foranei che comprende le pievi di Piteccio, di Cireglio di Satornana e di S. Mommè colle cure di Arcigliano, di Campiglio, di Piazza, di S. Maria delle Grazie di Satornana, di S. Romano in Val di Bure, di S. Felice sull’Ombrone e di Sarripoli.
    II popolo di S. Maria a Piteccio nel 1833 contava 1605 abitanti
Localizzazione
ID: 3286
N. scheda: 40740
Volume: 4
Pagina: 464 - 466
Riferimenti:
Toponimo IGM: Piteccio - Poggio (a N)
Comune: PISTOIA
Provincia: PT
Quadrante IGM: 097-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1651907, 4874358
WGS 1984: 10.89576, 44.00822
UTM (32N): 651970, 4874532
Denominazione: Piteccio
Popolo: S. Maria a Piteccio
Piviere: (S. Giovanni Battista a Saturnana) S. Maria a Piteccio
Comunità: Porta al Borgo
Giurisdizione: Pistoja
Diocesi: Pistoja
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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