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Piteglio

 

(Piteglio)

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    PITEGLIO (Pitellium) in Val di Lima – Castello capoluogo di Comunità con chiesa plebana (S. Maria Assunta) nella Giurisdizione di S. Marcello, Diocesi di Pistoja, Compartimento di Firenze.
    Risiede il Castello sul vertice di un poggio il cui fabbricato gira intorno ai superiori ruderi della torre, mentre alla sua base occidentale scorre il torrente Liesina; e dal lato opposto il Torbecchia di Piteglio, entrambi tributarli alla sinistra del fiume Lima. Trovasi nel grado 28° 25’4” longitudine e 44° 2’ latitudine, circa 18 miglia toscane a maestrale di Pistoja altrettante a settettentrione di Pescia, tre miglia toscane a ostro libeccio della Terra di S. Marcello e dite miglia a ostro scirocco del Castello di Pupiglio.
    Gli abitanti di Piteglio innanzi che si costituissero in Comune libero, furono vassalli dei conti Guidi di Modigliana, i quali dinasti intorno al mille possedevano molti castelli e chiese ne’monti di sopra e di sotto a Pistoja. Infatti Piteglio al pari di Pupiglio trovasi confermato a quei conti palatini con diplomi imperiali, nel 1191 da Arrigo VI, nel 1220 e 1247 da Federigo II.
    Nei secoli posteriori Piteglio al pari di Pupiglio figurò come parte integrante del distretto politico e civile di Pistoja, avvegnachè l’antico spedale di Croce Brandelliana compreso nel popolo di Piteglio era sotto la protezione dei consoli e potestà di Pistoja, i quali a tenore della rubrica 69 degli statuti di quel Comune, riformati nel 1182, promettevano con giuramento difendere quello spedale con tutti i beni. –
    Vedere CROCE BRANDELLIANA
    Infatti nell’anno 1330 Piteglio aveva il suo potestà che estendeva la giurisdizione civile anco sul territorio di Pupiglio, siccome apparisce dalla rubrica 25 delli statuti del Comune di Pistoja in quell’anno rinnovati.
    All’occasione però delle tragiche scene delle fazioni Paciantica e Cancelleria, Piteglio si ribellò alla madre patria (anno 1368).
    Sedata cotesta rivolta ne sopravvenne
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    una di maggior conseguenza nel principio del secolo susseguente per opera di Riccardo Cancellieri che tirò al suo partito molti popoli della montagna pistojese, fra i quali anche gli abitanti di Piteglio, il cui castello non poté resistere nel 1403 alle forze inviatevi contro dai Fiorentini e Pistojesi. Uno però dei capitoli della sua resa fu di conservare le torri o rocche di Piteglio, Calmecca e Sambuca, sicchè non si dovessero disfare del tutto, né in parte.
    Infatti il fortilizio di Piteglio era in buon essere nel principio del 1500 quando la parte Cancelliera si portò ai danni della montagna con circa 500 fazionarj a piedi e cento a cavallo, i quali si accamparono intorno alla Pieve vecchia di Piteglio, che è forse un quarto di miglio distante dal castello, sebbene dopo due giorni temendo di essere assaliti dagli abitanti di S. Marcello seguaci della fazione Panciatica, le masnade de’ Cancellieri si ritirarono di là. – (FIORAVANTI, Memor. Istor. di Pistoja Cap. 28.)
    Corse però poco tempo dacché i Panciatichi, protetti Clemente VII per essere del partito pallesco si vendicarono portando l’esterminio sulla fazione nemica e sui castelli della montagna stati fedeli ai Cancellieri; e ciò nel tempo appunto che Firenze era assediata dall’esercito imperiale papalino. Ma perché i castelli di Piteglio, di Pupiglio e di Mammiana si voltarono a parte Panciatica, altro danno non soffrirono, eccetto, che di esser privati di molti abitatoli discacciati dalle loro case perché di fazione Cancelliera. – (Oper. cit.)
    Innanzi però che Firenze restasse sottomessa alle truppe cesareo pontificie, Pistoja col suo distretto si diede ai Medici, e Piteglio con tutti i castelli della montagna ricevé una guarnigione a nome del nuovo principe. Dopo di che non sembra che accadessero più sollevazioni o differenze politiche, meno quelle insorte rispetto a confini territoriali con la vicina Repubblica di
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    Lucca, a ripianare le quali il duca Cosimo nel 1538 efficacemente si adoprò.
    Poco sopra ho rammentata la chiesa della Pieve vecchia di Piteglio, la quale esiste tuttora a un quarto di miglio sotto il castello nella via che conduce a S. Marcello e dove attualmente attesta la nuova da Pescia per le Ferriere di Mammiano sulla Lima.
    È una fabbrica di costruzione forse del secolo XII poiché la pieve di Piteglio è rammentata anche nella bolla del pontefice Onorio III spedita lì 7 luglio dell'anno 1218.
    La pieve vecchia era dedicata alla SS. Annunziata, cui è pure intitolato il vicino oratorio de’Migliorini. Essa attualmente ha per suffraganee la parrocchiale di S. Basilio a Prunetta, siccome ebbe anco la cappella della Croce Brandelliana, del cui fabbricato restano in piedi poche vestigia sulla cima del monte fra Calamecca e Piteglio. Il quale ospedale, rammentato, come, dissi negli statuti pistojesi del 1182 divenne padronato de’ cavalieri Templari, che furono i possessori della mansione di Prunetta e della casa e chiesa di S. Giovanni del Tempio esistenti in Pistoja innanzi che l'uno e l'altra passassero nei cavalieri di Malta. –
    Vedere PRUNETTA.

    CENSIMENTO della Popolazione del CASTELLO DI PITEGLIO a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1640: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 96; tatale della popolazione 484.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 67; femmine 56; adulti maschi 103, femmine 128; coniugati dei due sessi 69; ecclesiastici dei due sessi 6; numero delle famiglie 85; tatale della popolazione 429.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 150; femmine 112; adulti maschi 82, femmine 270; coniugati dei due sessi 258; ecclesiastici dei due sessi 4; numero delle famiglie 130; tatale della popolazione 736.
    ANNO 1840: Impuberi maschi 134; femmine 154; adulti maschi 95, femmine
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    104; coniugati dei due sessi 232; ecclesiastici dei due sessi 2; numero delle famiglie 2678; tatale della popolazione 721.

    Comunità di Piteglio. – Questa Comunità occupa una superficie territoriale di 14385 quadrati 275 dei quali spettano a corsi d'acqua e a strade. – Nel 1833 vi abitavano 3136 individui, a ragione di 178 persone per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
    La Comunità di Piteglio confina da tre lati con i territorj di cinque Comunità del Granducato, mentre dal lato di ponente si tocca per un lungo tragitto con lo Stato di Lucca per mezzo di 110 termini artificiali e per un breve tratto mediante il fiume Lima.
    Dirimpetto a libeccio ha di fronte la Comunità di Vellario, da primo per confini artificiali, poi per la strada di Sorana e il fosso del Confne, col quale scende nel fiume Pescia, dove sottentra Comunità di Magliana, insieme alla quale quella di Piteglio rimonta il fiume stesso nella diramazione di scirocco fino al fosso del Velano suo tributario destro; quindi i due territorj salgono i poggi a destra della Pescia di Calamecca finché entrati nella Pesciola l'abbandonano sulla fossa della Cappanella. Di costà piegando direzione da scirocco a grecale percorrono la forra predetta, poi quella di Montalto, quindi il rio Liesina mercé cui arrivano al mulino dello spedale dove sbocca la forra di Momigno. Costà voltando faccia da levante a ostro entra in quest' ultima forra che percorre nella direzione di levante sino alla forra dei Terminaccio dove cessa la Comunità di Magliana. Ivi sottentra dirimpetto a levante quella di Porta al Borgo, da prima mediante la strada di Monte Bersano, quindi piegando a settentrione la Comunità di Piteglio entra nella forra della Macchia, finché rivoltando faccia a levante per il fosso di Prunetta percorre il crine dell'Appennino sopra Piastrajo.
    Al termine artificiale il
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    territorio di Piteglio volta faccia a grecale dirimpetto alla Comunità di S. Marcello con la quale sale nella direzione di maestrale lungo il poggio Salajolo, poi mediante il rio Pagiano finché entra nella forra delle Tre fontane che percorre per breve tragitto nella direzione di ostro e che poi lascia a levante per correre verso il botro del Confine e con esso entrare nella Lima. Cotesto fiume serve di limite alle due Comunità rimontando il suo corso di faccia a levante sino al confluente destro, il Torbida Staggianese,nel quale entrando le due Comunità passano insieme sul ponte che cavalca il detto torrente lungo la strada Regia Modanese, e quindi rimontando il poggio dirimpetto a grecale, attraversano la strada comunale detta dell'Ago, finché al termine triplice cessa la Comunità di S. Marcello e viene a confine quella di Cutigliano. Con la nostra quest'ultima costeggia da primo di fronte a libeccio per li via delle Prato, poi dirimpetto a ostro mediante il fosso di Fontana fredda finche al fosso Crociato cessa il territorio della Comunità di Cutigliano ed entra dirimpetto a ponente quello dello Stato di Lucca, col quale la Comunità di Piteglio fronteggia per circa 7 miglia di rimpetto a ponente per termini artificiali e per _ miglia di faccia a libeccio mediante il fiume Lima.
    Fra le montuosità più eminenti di questo territorio il P. Inghirami segnalò quella del poggio di Pupiglio, la cui sommità sopra la torre fu riscontrata di braccia 1404 più elevata del livello del mare Mediterraneo.
    Questo territorio è quasi tutto montuoso ed era senza strade rotabili, meno un breve tratto della strada, regia modanese che dal ponte della Lima rasenta le cartiere Cini fino al ponticello sulla Torbida Staggianese innanzi che fosse aperta la nuova strada da Pescia per le Ferriere di Mammiano.
    Fra i maggiori corsi d'acqua
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    havvi il fiume Lima che divide in due porzioni il territorio di cotesta Comunità, quella a destra spettante a Pupiglio, l'altra più estesa a sinistra dello stesso fiume che comprende i popoli di Piteglio, di Celamecca, Lanciole e Crespole posti sul pendio meridionale dei Monti versanti sulla Pescia oltre una parte degli uomini di Prunetta che abitano i fianchi del monte acquapendente nella Lima.
    Le produzioni maggiori di cotesto territorio consistono in castagni, in carbone, in pascoli naturali, patate, granaglie e in bestiami.
    Nel territorio comunitativo di Piteglio però esiste una manifattura magnifica nelle vaste cartiere edificate dai signori Cini di S. Marcello sulla ripa destra della Lima passato il ponte Ximenes. E’un'opera colossale innalzata dal coraggio e intelligenza di pochi individui appartenenti alla stessa famiglia.
    Nel febbrajo del 1822 Giovanni e Cosimo Cini gettarono le fondamenta della parte centrale, ed al settembre dell’anno stesso vi lavoravano già quattro tini. Nel medesimo tempo fu costruito di materiale la gora, o canale che porta l’acqua per la forza motrice, e fu notato come lavoro ardito e solido. Nel 1823 vennero aggiunte le due aie ai due lati della stessa fabbrica, e nel 1824 vi si attivarono due altri tini. Nel 1831 vi fu aggiunto un altro tino, ed un cilindro per tritare stracci, il primo in questo genere stato introdotto in Toscana.
    Nel 1836 si poneva mano alla costruzione d' un nuovo stabilimento per collocarvi una macchina da far carta senza fine ed in una quantità straordinaria, ma la grossa piena del fiume Lima, accaduta nell’ottobre di quell'anno, interrò o distrusse quelle opere edificatorie. Lo che costrinse a variar progetto e portare il nuovo stabilimento in un punto più elevato, sempre però allato dell'antico. Alla sua costruzione, ed a quella di un nuovo canale più lungo e più grande dell'altro, si lavorò indefessamente nel 1837
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    e 1838. Nel novembre di questo secondo anno la macchina inglese alimentata da otto cilindri mettevasi in azione con ottimo resultato; ed era dessa la prima introdotta in Toscana. Quindi si mise in esecuzione il progetto di montare un'altra macchina con dodici cilindri, ed erigevasi in questi ultimi due anni un'altra fabbrica per lo stesso scopo, la quale è stata completata e messa in attività nell'aprile di quest'anno 1842. Cotesta seconda macchina, costruite al pari dell'altra in Londra,è nel momento presente una delle più perfette che esistano, ed unita all'altra ed ai sette tini forma, per quanto sappiamo, la più importante manifattura di carta in Italia.
    Nel centro dello stabilimento sorge una nuova cappella ufiziata da un cappellano addetto alla medesima.
    Gli operai che lavorano stabilmente alla cartiera predetta sono circa 60 uomini, quali guadagnano dai 2 ai 5 paoli al giorno, con 25 ragazzi e numero 80 donne che hanno dalle 4 grazie fino ad una lira il giorno. Inoltre non poche altre persone vi sono impiegate per lavori straordinari. –
    Vedere SAN MARCELLO.
    II cappellano addetto allo stabilimento tiene una scuola elementare per i fanciulli ed una specie di sala d'asilo è aperta per bambini anche di tenerissima età, e le madri ve li tengono in tutte le ore del lavoro.
    Vi si opera in tutto il giro dell'anno, poiché la Lima dà sempre acqua sufficiente. Si consumano circa due milioni di libbre di stracci, e si producono da 150000 a 180000 risme di carta all'anno, il di cui valore può ascendere dalle 800000 alle 900000 lire.
    La Comunità mantiene un medico condotto ed un maestro di scuola.
    II Vicario regio, il Cancelliere comunicativo, e l'Ingegnere di Circondario sono in San Marcello, il Conservatore delle Ipoteche, ed il Tribunale di Prima Istanza sono in Pistoja.

    QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di PITEGLIO
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    a quattro epoche diverse.

    - nome del luogo: Calamecca, titolo della chiesa: S. Miniato (Rettoria), abitanti anno 1551 n° 389, abitanti anno 1745 n° 228, abitanti anno 1833 n° 456, abitanti anno 1839 n° 450
    - nome del luogo: Crespole, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Rettoria), abitanti anno 1551 n° 288, abitanti anno 1745 n° 224, abitanti anno 1833 n° 350, abitanti anno 1839 n° 378
    - nome del luogo: Lanciole, titolo della chiesa: S. Bartolommeo (Rettoria), abitanti anno 1551 n° 146, abitanti anno 1745 n° 162, abitanti anno 1833 n° 212, abitanti anno 1839 n° 204
    - nome del luogo: Piteglio, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Pieve), abitanti anno 1551 n° 484, abitanti anno 1745 n° 429, abitanti anno 1833 n° 736, abitanti anno 1839 n° 721
    - nome del luogo: Prunetta (*), titolo della chiesa: S. Basilio (Cura), abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 368, abitanti anno 1839 n° 372
    - nome del luogo: Pupiglio, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Pieve), abitanti anno 1551 n° 1854, abitanti anno 1745 n° 729, abitanti anno 1833 n° 1014, abitanti anno 1839 n° 1030

    - TOTALE abitanti anno 1551 n° 3161
    - TOTALE abitanti anno 1745 n° 1772
    - TOTALE abitanti anno 1833 n° 3136
    - TOTALE abitanti anno 1840 n° 3195

    N. B.
    Dalla parrocchia di Prunetta contrassegnata con l’asterisco (*) entravano nella Comunità di Porta al Borgo nel 1833 e nel 1840 circa la metà degli abitanti.

    PITEGLIO in Val di Lima.–In fine alla Comunità si aggiunga.– Spetta alla Comunità di Piteglio tra conservatorio dedicato ai SS. Domenico e Francesco esistente in Piteglio. Vedere PITEGLIO.
    Nel 1833 la COMUNITA’ DI PITEGLIO, non contando una frazione che nel detto anno mandava fuori,noverava 3130 individui, e nel
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    1845, detratta quella frazione, aveva 2999 Abitanti, come appresso:

    Calaraecca,
    Abitanti N. ° 421
    Crespole,
    Abitanti N. ° 366
    Lanciole,
    Abitanti N. ° 214
    Piteglio,
    Abitanti N. ° 716
    Poneta (
    porzione) , Abitanti N. ° 157
    PUPIGLIO,
    Abitanti N. ° 1125

    TOTALE Abitanti N. ° 2999
Localizzazione
ID: 3287
N. scheda: 40750
Volume: 4; 6S
Pagina: 466 - 469; 192
Riferimenti:
Toponimo IGM: Piteglio
Comune: PITEGLIO
Provincia: PT
Quadrante IGM: 097-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1641511, 4876517
WGS 1984: 10.76672, 44.02973
UTM (32N): 641575, 4876692
Denominazione: Piteglio
Popolo: S. Maria Assunta a Piteglio
Piviere: S. Maria Assunta a Piteglio
Comunità: Piteglio
Giurisdizione: S. Marcello
Diocesi: Pistoja
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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