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Ponti di Stagno - Fossa Chiara, Antifosso d'Arnaccio - Arnaccio, Rio Arnonico, di Pozzale - Fosso de'Navicelli, Canale Naviglio, Canale de'Navicelli

 

(Stagno - Fossa Chiara - Emissario di Bientina - Fosso dei Navicelli (a NE))

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    PONTI DI STAGNO nel littorale di Livorno. – Sono sette ponti sulla strada regia postale da Pisa a Livorno nel popolo di S. Lucia, lontani fra le due e le tre migl. a ostro di Livorno, nella Comunità Giurisdizione e Diocesi medesima, Compartimento di Pisa.
    Sotto cotesti ponti passano tutte le acque di scolo della campagna meridionale pisana che sboccano nell'antico bacino del Porto Pisano ora denominato la paduletta e di là in mare per la foce di
    Calambrone.
    Il primo ponte, a partire da Livorno venendo a Pisa, è d' un solo arco, appellato
    delle Cataste o dell'Acqua Salsa, perché ivi fa capo un fosso di tal nome. Vi sbocca pure la strada provinciale delle Colmate, ossia la Traversa Livornese, che da Ponsacco dirigesi per Cenaja e Vicarello nella via regia Maremmana e di là in quella postale Livornese che trova a piè di cotesto ponte. – II secondo, che appellasi ponte della Torretta, è di un solo arco e cavalca un fosso attualmente abbandonato. – II terzo è il ponte della Tura a due archi, sotto al quale passano le acque della fiumana omonima. – Il quarto di un solo arco attraversa l'Antifosso dove fa capo la strada del Zannone, la quale guida alle Fornacette nella regia postale Livornese; e costì presso esisteva l'antico spedale di S. Leonardo di Stagno. – Il quinto a tre archi è il ponte del Fosso Reale, e della Fossa nuova, da cui è poco discosto il cosìddetto palazzo di Stagno , e la caserma de’Cacciatori con osteria. – II sesto ponte a un solo arco è detto di Arnaccio, o di Fossa Chiara,
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    alla cui testata settentrionale sbocca la strada di Arnaccio, la quale guida parimente sulla postale Livornese alle Fornacette per un tragitto di circa due miglia più breve dell’altra del Zannone, nell'inverno però imprdticabile. – Finalmente il settimo ed ultimo ponte ha un arco di maggior luce, ed appellasi de'Navicelli, perché attraversa il fosso naviglio che comunica fra Pisa e Livorno.
    La frequenza e vicinanza di colesti sette Ponti ed il nome di
    Stagno indicano abbastanza lo stato palustre della contrada per quanto non sia questa da, confondersi, come taluno ha supposto con 1'antica mansione delle PISCINE sulla via di EmilioScauro – Ved. PISCINE (ad Piscinas) in Val di Fine.
    Cotesto basso fondo, presso il quale una volta s'internava il seno di Porto Pisaao, andò di mano a mano ostruendosi mercé le colmate che da più secoli dai molti coni d'acque di già indicati vi si depositano.
    Cotesto Stagno è rammentato in un privilegio del 1084, col quale l’imperatore Arrigo IV concesse alla mensa arcivescovile di Pisa il diritto della pesca là dove si faceva anco la caccia delle lontre. Quindi è che coloro, i quali volevano pescare o cacciare nello
    Stagno di Livorno, dovevano pagare un censo alla Primaziale di Pisa, censo che le fu confermato dal Pontefice Anastasio IV con bolla del 26 sett. 1153. – (ARCH. ARCIV. DI PISA).
    Ad oggetto di attraversare le acque che occupavano quei bassi fondi furono sempre costà necessarj de' ponti, uno de’quali, se non più d’uno, doveva esservi fin da quando fu aperta la via vicinale che da Pisa conduceva al Porto Pisano. Sembra che il ponte di
    Stagno più antico ed il principale fra tutti fosse il quarto, denominato dell’Antifosso o del Zannone, ma che
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    rovinò non saprei peraltro se accadesse ciò per la prima volta nella piena del 1167. Siccome però trattavasi di un passo di grande importanza, ed il più diretto fra Pisa e Livorno, convenne risol-versi a rifabbricarlo di nuovo.
    Sì volle far concorrere alla spesa lo spedale di S. Leonardo di Stagno, molto più che Villano arcivescovo di Pisa sino dal 23 novembre 1155 aveva donato a quell'ospizio una quantità di terreno dell’estensione di 290 pertiche, posto al
    capo del Tombolo vicino allo Stagno ed alla chiesa ivi fabbricata sotto il titolo di S. Leonardo. Il qual terreno da una parte confinava col mare, da un'altra parte con lo Stagno, dal terzo lato con la via trasversale e carrareccia, la quale dal mare arrivava alle capanne di Foscoli dove abitavano i pescatori, e dal quarto lato sino allo Stagno e alla capanna del pescatore dell’arcivescovo di Pisa. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte del Mon. di S. Lorenzo alla Rivolta di Pisa). – Ved. BIBBONA, LIMONE, e MONASTERO di Livorno.
    La ricostruzione però di cotesto ponte fu opera lunghissima se non più volte rifatta, stantechè pel suo compimento non meno di sei Pontefici con lettere encicliche eccitarono i fedeli della Toscana, del Genovesato e delle isole del Mediterraneo a concorrere all’opera con le loro elemosine.
    Comunque sia, il nuovo ponte di
    Stagno nel 1250 era aperto ai viandanti, siccome apparisce da un rogito rogato in Porto Pisano li 21 aprile di detto anno, in una casa posta vicino al ponte per andare a Livorno (loc. cit.) – Anch’esso per altro fu rovesciato dalla piena straordinaria del 1333, per cui poco dopo venne costruito un'altro di legname che nel maggio del 1364 fu tagliato da un esercito fiorentino
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    inseguito dai Pisani, in una giornata poco ad esso favorevole.
    Ignorasi quando e da chi quel ponte fosse di nuovo rifatto, oppure se si ricorresse a qualche altro compenso per varcare quei fossi; certo è che nel 1496 un ponte vi mancava, mentre in detto anno ve ne piantarono uno i Pisani, che poi nel 1530 fu ricostruito sopra una maggiore estensione per decreto de’Nove Conservatori del dominio fiorentino, in guisa che i suoi archi attraversavano quattro alvei o fossi di scolo in un angusto spazio di territorio.
    Presso a questo luogo fino dal quinto secolo esisteva quel bosco cui sembra appellare volesse Rutilio Numaziano allorché dal paese triturrito di Porto Pisano egli recossi a caccia di animali salvatici.
    Infatti al Lib. IV de’statuti pisani dell'anno 1286, nella rubrica intitolata
    De Bosco Stagni, il potestà e capitano del popolo di Pisa dovevano promettere di far tagliare e ripulire quelle boscaglie sino ad una certa distanza dalla strada maestra, a partire dalla chiesa di S. Pietro in Gradi fino a quella di S. Leonardo di Stagno giovandosi dell’opera degli agenti di detto spedale per estirpare i pruni ed altri arboscelli salvatici che ricoprivano quel bosco di lecci affinchè non vi si potessero nascondere i malfattori. L'antica chiesa di S. Leonardo di Stagno, esistita, come dissi, fra il 4.° e il 5.° ponte, nel eccolo XVIII fu sotto il titolo della SS. Annunziata, rifatta, o restaurata dai cacciatori di Livorno affinchè vi fosse celebrata la messa ne'giorni festivi. Allora apparteneva alla casa Salviati, ma il cardinal Gregario di quella famiglia cambiò la chiesa e le terre annesse con altre della mensa arcivescovile di Pisa sitante nella tenuta di Migliarino che gli cede l’arcivescovo Franceschi, il quale estese la coltivazione della tenuta del Tombolo sboscando quelle malsane e mal sicure campagne, e riducendo la
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    chiesa di Stagno ad uso di una stalla di animali per servizio delle nuove coltivazioni. Sui ruderi poi dell'ospedale di S. Leonardo fu fabbricata una casa colonica dirimpetto alla stalla anzidetta. – Ved. LIMONE e PORTO PISANO.

    PONTI DI STAGNO. – Dove dice: La ricostruzione però di cotesto ponte fu opera lunghissima se non più volte rifatto, si aggiunga: siccome rifatto lo fa credere una membrana del 6 novembre 1179, allorchè Villano Arcivescovo di Pisa donò allo Spedale di Stagno una parte di quello dove esisteva una cala ed il ponte della lunghezza di pertiche 63. – (ARCH. DIPL. FIOR.
    Carte del Monastero di S. Lorenzo alla Rivolta.)
    Che però cotesto Ponte di Stagno anco dopo la seconda caduta di Pisa in potere dei Fiorentini, fosse di legno, lo fece credere Messer Luigi Guicciardini nel suo MS. inedito citato all’
    Articolo PISA di questo Supplemento.

    ARNACCIO, RIO ARNONICO e DI POZZALE.
    Rivus Rinonicus. Gran fosso o canale attualmente divenuto inutile, già destinato a riparare la pianura fra Pisa e Livorno dalle alluvioni dell’Arno, di cui riceveva una porzione fra le Fornacette e la Madonna dell’Acqua, dirigendosi per il palude di Stagno alla Bocca di Calambrone. Scavato e munito di torri dai Pisani, nel 1176, servì un tempo a riparare quelle campagne dalle scorrerie del nemico, sebbene altri diano a questo gran fosso un’origine più antica, col supporlo uno dei tre rami, nei quali l’Arno secondo Strabone si suddivideva prima di giungere a Pisa. – Vedere Arno.
    Che l’Arno in tempi remotissimi possa avere avuto nella pianura pisana una direzione, se non totale, almeno parziale e diversa da quella che egli tiene da molti secoli fino a oggidì, è un tal vero che, senza contare le ipotesi di Cluverio, di Sanson, di Muratori,
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    fu a parer mio sino all’evidenza dimostrato da Giovanni Targioni Tozzetti. Il quale, avendo esaminato la faceia dei luoghi, la struttura e la pendenza naturale del suolo, vide l’ostacolo che l’Arno incontrava dal lato del Monte Pisano mercè le sue propagini che ne intralciano il corso e lo trattengono, mentre che libero passo gli si presenterebbe e un maggior declive, se impedito non fosse dai dispendiosi perpetui ripari che l’arte gli oppone, e un vigile magistrato (l’ufizio de’fossi) a tali cure destinato provvede. – Vedere PISA.
    Presso alle Fornacette esiste tuttora il ponte, o
    Regolatore, composto di 31 archi, lungo 200 passi e largo passi 5, la di cui larghezza cresce però del doppio ne’3 archi centrali forniti di pilastri con rinforzo di sproni.
    È ignoto l’anno di tale edifizio, fatto ad oggetto che non venisse impedito il passo per la strada Regia pisana nel tempo che costumavasi di rompere il vicino argine del
    Trabocco per deviare una porzione delle acque dell’Arno nell’Arnaccio.
    Il matematico Pietro Ferroni, in una sua relazione del 1773 sopra la pianura meridionale pisana, fondato sulle espressioni di un antico statuto della Repubblica pisana dell’anno 1161, si mostrò propenso a credere che fino al secolo XII il Comune di Pisa conservasse ad arte costà un diversivo alle grandi escrescenze dell’Arno, ad oggetto di liberare quella città dalle inondazioni, e di colmare nel tempo stesso la bassa pianura. Forse in questo
    diversivo l’Arno si gettò nella piena del 1167, quando rovinò il ponte che cavalcava il fosso di Arnaccio allo Stagno di Calambrone; nel modo che nell’alluvione del 1333 il fiume stesso erasi introdotto, per asserto di G. Villani, nel Fosso Rinonico.
    Cosimo degli Albizzi altro valente matematico del secolo XVI ne informa che, ancora ai tempi suoi mantenevasi
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    in attività il canale di diversione per Arnaccio, il quale in epoche posteriori fu allineato e ridotto in forma regolare.
    Il celebre Viviani, in una sua relazione de’12 aprile 1684 al Gran Duca Cosimo III, da quel grand’uomo ch’egli era, disse di doversi tralasciare l’uso del Trabocco, come quello che reputava tanto inutile alla città di Pisa, quanto dannoso alla pianura del suo Val d’Arno (
    Raccolta degli autori sul moto delle acque T. I)
    Non ostante ciò
    Arnaccio, come fosso di diversione è stato mantenuto in pratica fino al 1761, quando per l’ultima volta fu rotto il Trabocco alle Fornacette per ordine di Lorenzo Guazzesi provveditore dell’Ufizio de’fossi di Pisa.
    L’alveo che formava il
    Fosso di Diversione fu posteriormente alienato e colamto, e in luogo di esso si osservano oggi ubertose coltivazioni, le quali si vanno ogni giorno più migliorando, mentre lungo il fosso Chiaro, nell’argine di Arnaccio, si è tracciata una via rotabile fra le Fornacette e i ponti di Stagno per Livorno, nota sotto il nome di Via di Arnaccio. La quale strada è più corta di circa due miglia di quella dello Zannone o del Fosso Reale, ma impraticabile nell’inverno dalle vetture.

    ARNACCIO – Si aggiunga la notizia dataci di corto da due istrumenti del 30 luglio e del 21 ottobre 991, nei quali si fa menzione del luogo e
    fondo di Rinocchi (Rio Nonichi). – MEMORIE LUCCHESI Volume V. P. III. – Vedere RINONICHI.

    FOSSA, DOGAJA, FOSSATO ec. Sinonimi tutti di un qualche scolo perenne o temporario di acque incassato nella bassa pianura. Tra le varie
    fosse o dogaje noterò le seguenti come i più distinte nella storia idrografica della Toscana.

    FOSSA CHIARA in Val di Tora. –È un canale che raccoglie
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    un gran corpo d'acqua della pianura situata fra l'Arno e le colline inferiori pisane. – Questa fossa, che può dirsi una continuazione dell'antico Arnaccio, parte dalle Fornacette parallela al Rio del Pozzale, sino a che passa sotto uno de’Ponti di Stagno per unirsi allo scolo di tutti gli altri corsi d'acqua di quella pianura, e quindi perdersi in mare per la foce di Calambrone.

    FOSSO detto ANTIFOSSO D'ARNACCIO. Il largo alveo dell'Arnaccio, già canal di diversione di una parte dell'Arno, abbandonato nel 1761, trovasi attualmente ripieno e colmato in guisa che lungh'esso è stata tracciata la strada rotabile di
    Arnaccio, la quale in linea retta dalle Fornacette conduce pei Ponti di Stagno a Livorno, ed è più corta di quella del Zannone di circa due miglia. – Ad oggetto pertanto di raccogliere le acque che spagliavano nella pianura, furono aperti due Fossi, che corrono paralleli al colmato alveo di Arnaccio; il fosso sinistro si chiama Rio del Pozzale, il destro Antifosso d'Arnaccio, o piuttosto Fossa Chiara.

    FOSSO DE'NAVICELLI da Pisa a Livorno. È un canale naviglio aperto dal Granduca Ferdinando I sulla ripa sinistra dell'Arno presso Porta a mare di Pisa. È mantenuto dalle acque di detto fiume, raccolte per mezzo di un caterattone quando Arno è basso. Condotto che è vicino a S. Pietro in Grado corre parallelo alla strada Regia livornese persino ai Ponti di Stagno, e di là s'innoltra in Livorno per poi sboccare per il fosso della Fortezza vecchia nella Darsena.

    CANALE NAVIGLIO, o DE' NAVICELLI tra Pisa e Livorno. –
    Vedere FOSSO DE' NAVICELLI, e PISA, cui si può aggiungere, che la fabbrica sfata eretta presso il Sostegno fuori della Porta a Mare di
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    Pisa fu innalzata nel 1363 per tenere al coperto i navigli, dal Granduca Ferdinando I autore di quel Canale, mentre l'altra denominata il Sostegno per il passaggio de' navicelli dall'Arno al Canale, è opera del Granduca Leopoldo I fatta nel 1787.
Localizzazione
ID: 3380
N. scheda: 41970
Volume: 1; 2; 4; 6S
Pagina: 136; 336, 339, 340; 539 - 540; 14, 46, 198
Riferimenti: 22550
Toponimo IGM: Stagno - Fossa Chiara - Emissario di Bientina - Fosso dei Navicelli (a NE)
Comune: PISA
Provincia: PI
Quadrante IGM: 111-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1609206, 4828351
WGS 1984: 10.35388, 43.6017
UTM (32N): 609270, 4828526
Denominazione: Ponti di Stagno - Fossa Chiara, Antifosso d'Arnaccio - Arnaccio, Rio Arnonico, di Pozzale - Fosso de'Navicelli, Canale Naviglio, Canale de'Navicelli
Popolo: (S. Leonardo di Stagno) SS. Matteo e Lucia a Livorno
Piviere:
Comunità: Livorno
Giurisdizione: Livorno
Diocesi: Livorno
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana
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