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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Pontormo, Pontorme (S. Michele) - Ormiclo, Ormicello - Orme (e Ormicello)

 

(Pontorme - Torrente Orme)

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    ORME, e ORMICELLO torrente nel Val d’ Arno superiore. – Due torrenti, uno tributario dell'altro, entrambi i quali diedero il vocabolo a un castello, ora borgo di Pontorme, forse il vico perduto di Ormicello (Ormiclum) e ad una chiesa parrocchiale (S. Maria d'Oltrorme).
    Nasce l’
    Orme nel fianco occidentale dei colli cretosi che da Montespertoli stendonsi per la pieve di Celiaula verso la strada R. Livornese, mentre l’Ormicello scaturisce dietro la collina di Gricciano e quella di Granajolo per vuotarsi nell'Orme fra il poggio di Monterappoli e la villa del Cotone, donde questo s'inoltra da ostro a settentrione attraversando la strada R. Livornese sotto il ponte che diede il nome al vicino borgo, già Castello di Pontorme, e che si trova appena un miglio distante dallo sbocco del torrente nel fiume maggiore della Toscana, nel quale l’Orme si vuota presso la chiesa della Tinaja dopo un corto cammino di circa 9 miglia toscane.

    ORMICLO, o ORMICELLO. – Vico perduto, se non è quel castello che poi prese il nome dal ponte dell'Orme, vico nel quale furono dati due placiti da Gunterio misso e vice-cancelliere dell’Impero, regnando Arrigo II imperatore, e III re di quel nome. Il primo de’quali placiti a favore della badia di Sestinga in Maremma fu segnato nel 14 giugno del 1055 in Comitatu florentino, prope fluvium Arni, in loco qui vocatur Ormicio, e l'altro in favore della badia di S. Salvi posta nel suburbio orientale di Firenze, dato in Ormiclo nel giorno dopo, cioè nel 15 giugno del 1055. – (MURAT. Ant. M. Aevi. – LAMI, Mon. Eccl. Fior.)

    PONTORMO nel Val d'Arno inferiore. Si aggiunga quanto appresso: Non era ancora stato
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    cacciato da Firenze il Duca di Atene quando il consiglio de’63 del Comune di Pontormo assieme ai suoi consoli per deliberazione del 26 agosto presa nella loggia di quel Comune, nominò due sindaci per recarsi a Firenze e giurare in nome di detta Città davanti quei Priori fedeltà nelle mani del potestà con la promessa di dire la Repubblica Fiorentina (Arch. Dipl. Fior. dell'Arte della Lana).

    PONTORMO, PONTORME (
    Pons Ormis). – Borgo già Castello in mezzo al quale passa la strada postale Livornese. Esso da il nomignolo a due chiese parr. (S. Michele dentro Pontorno, e S. Martino fuori ) nel piviere Comunità Giurisdizione e meno di un migl. a lev. di Empoli, Diocesi e Coinp. di Firenze.
    Risiede in pianura presso la testata destra del ponte che sulla strada regia cavalca il torr. Orme, dal quale ebbe nome il paese, poco innanzi d'influire nell'Arno.
    La memoria più antica di questo luogo la dà, ch'io sappia, un istnimcnto spettante alla fondazione della badia di S. Savino presso Pisa, quando fra i beni che i suoi nobili fondatori sotto di 30 aprile dell'anno 780 alla badia predetta assegnarono, vi compresero una loro corte con le sue pertinenze situata in Pontorme.
    Nel 1120 cotesto paese era munito di mura castellane ed in stato di difendersi, se è vero che fosse assediato dalle genti del March. Corrado allora governatore imperiale in Toscana. – (FIORENTINI,
    Memor. della C. Matilda).
    Ebbero quindi signoria in Pontormo i conti di Capraja consorti de’conti Alberti di Mangona, dai quali probabilmente derivava quel conte Guelfo di Pontorme che ncll' anno 1256 fu curatore di donna Fiandina figlia del fu conte Uguceione della Gherardesca, rammentata in un isirumento pisano riportato dall'Ab. Gamurrini.
    Contuttociò gli uomini di Pontormo prima dell'anno 1182 si erano posti sotto l’accomandigia
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    della Rep. Fior., siccome apparisce dalla dichiarazione fatta in detto anno dagli Empolesi di recare a Firenze per la festa di S. Giovanni un cero più grosso di quello che recavano i Pontormesi, e ciò nel tempo che questi ultimi erano vassalli del conte Guido Borgognone e del conte Rodolfo di Capraja.
    Inoltre de'conti di Pontormo si ha ricordo negli atti delle Riformagioni di Firenze all'anno 1343, quando quei governo, dopo la cucciala del duca d’Atene, fece registrare fra i popolani molti nobili di contado e tra essi il conte di Certaldo e quel di Pontormo coi loro figli e nipoti. Finalmente nel 1390 i capitani della compagnia di S. Michele in Orto, come eredi del conte Anselmo di Pontormo, donarono al Mon. di Santa Croce nel Val-d'Arno inferiore un podere posto nel territorio di Marti. – (LAMI,
    Odepor.)
    Che ai diritti de'conti di Capraja in Pontormo sottentrassero, almeno in parte, i conti Alberti si arguisce dal giuspadronato che questi ebbero sulla chiesa parrocchiale di S. Martino a Pontormo, e dall'assegno fatto nel 1392 dal cavalier Antonio di Niccolo degli Alberti al monastero del Paradiso nel Pian di Ripoli di vari beni situati a Fihbiana, a Montelupo, a Empoli e a Pontormo. – Ved. CAPRAJA e FIBBIANA.
    Il Castello di Pontormo dopo aver sofferto nel 1120, come dissi, una visita militare dalle truppe condotte dal March. Corrado, fu assalito e messo a ruba nel 1315 da altre soldatesche reduci dalla giornata di Montecatini.
    Né meno dannoso ai Pantormesi fu l'altra visita ostile fatta dalle genti di Castruccio dopo la vittoria dell'Altopascio (settembre 1325).
    Anche 8 anni dopo Pontormo fa soggetto ad una quarta disavventura del cielo, quando l'alluvione dell'Arno del 1333 danneggiò a segno le sue mura castellane, che la Signoria di Firenze con provvisione del 1336 dovè dar ordine che si restaurassero.
    Nella
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    torre che fu un tempo sulla ripa destra dell’Orme, davanti al ponte del borgo di Pontormo esisteva la campana del Comune fusa nell'anno 1278 con i versi seguenti :

    …………. Sum
    Nola Comunis Ponturmi condita muris,
    Consultum rite, dum pulsor, mando, veni.
    BONAGUIDA de Florentia cum Rico fecit
    Anno MCCLXXVIII.

    La stessa campana nel 1786 fu trasportata nel campanile della vicina parrocchia di S. Michele innanzi che fosse riedificata.
    Fia inoltre da avvertire che se la Terra d'Empoli nella festività del
    Corpus Domini
    suol dare al popolo il divertimento di un' asino che fa volare dal campauile della collegiata ; anche il vicino borgo di Pontormo nella domenica successiva, dopo le sacre funzioni, soleva far lo stesso con il volo di un becco dui campanile della sua chiesa.
    All’Articolo EMPOLI rammentai il sigillo della Lega d'Empoli, illustrato dal Manni nel Vol. X de’Sigilli antichi, in cui trovasi per divisa d'Empoli la facciata della sua antica pieve, per quella di Montrappoli un monticello con alcuni grappoli e pampini di vite, e per l’insegna di Pontormo un loggiato con torre a guisa di campanile. Tale infatti era l'arme di questa comunità prima che la piena dell' Arno 1333 facesse rovinare quel loggiato, nella qual circostanza caddero, in gran parte almeno, anco le mura castellane di Pontormo.
    Posteriore pertanto alla detta epoca dev'essere l'altro sigillo del Comune di Pontormo, illustrato nel Vol. VI dell’opera testé indicata, quando cioè i Pontormesi invece dei loggiato presero per divisa il ponte che intorno a quell’età fu ricostruito sul torr. Orme, tanto più che una divisa cosifatta a similitudine di quella del sigillo del Comune di Signa adattavasi maggiormente alla denominazione del paese di Pontormo.
    Sennonché qnest'ultimo sigillo rappresenta sulla testata occidentale del ponte d’ Orme un arco e per aria la figura alata dell'arcangelo S. Michele, titolare della parrocchia di
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    Pontormo, la qual figura tiene colla destra l’asta avente sopra un giglio e l'arme de'capitani di Parte Guelfa ai piedi.
    Ciò che più notabile è che cotesto ponte del sigillo di Pontormo aveva due archi, mentre quello disfatto nel secolo attuale per riedificarsi più largo e meno a schiena d’asino, era ad un solo arco. Era stato fatto nel 1700, siccome lo dichiarava l’iscrizione ivi apposta ne termini che appresso:
    PONTEM HUNC COENOSO OBLUCTANTIUM UNDARUM PROFLUVIO PENE SEPULTCM AD PRISTINUM EXUNDANTIUM AQUARUM DEFLUVIUMCERTALDI VICARIUS, NEC NON OMNES ADIACENTIUM FLUMINI BONORUM DOMINI PROPRIISSUMPTIBUS CONCORDI DISCORDIA EREXERUNT STRUCTURAM OPERIS SIBI VENDICAT. UT ARCHITE JOANNUZIUS JOANNOZZI.
    UT ASSISTENS PETRUS NERI. UT FABER CEMENTARIUS AUGUSTINUS LANDINI. OCTAVO KALENDAS SEPTEMBRIS. ANNO JUB. MDCC.
    Fra le provvisioni della Rep. Fior. relative a Pontonno ne citerò due del 1365, una delle quali ordinava di fortificare il borgo di Pontormo, coll’altra lo destinò residenza di un potestà. – (MANNI,
    Sigilli Vol. VI, sigillo XI.)
    La chiesa di S. Michele in Pontormo possiede alcune tavole di buon pennello, taluna delle quali si suppongono dipinte nel secolo XVI da Jacopo Carrucci, conosciuto dalla patria per il
    Pontormo.
    La chiesa medesima fu per qualche tempo soggetta ai Frati Umiliati che abitarono nella contigua canonica; ma il loro ordine essendo stato soppresso nel 1571 dal Pont. Pio V, cotesta chiesa con la canonica e tutti i suoi beni fu data in commenda all’ordine militare di S. Stefano Papa c Martire. Dondechè il Granduca Cosimo I come Gran maestro dell'Ordine stesso la conferì in benefizio perpetuo alla nobil famiglia Cova di Brescia, dalla quale attualmente è ritornata al Gran maestro il Granduca di Toscana.
    Peraltro la chiesa di S. Michele di Pontormo innanzi era di collazionc de'capitani di S. Michele in Orto, la di cui divisa esiste tuttora nella facciata della chiesa. L'altra cura di S.
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    Martino a Pontormo è da lunga mano di collazione della nobil famiglia Frescobaldi di Firenze, la quale in molti luoghi sottentrò nei diritti de'conti di Capraja e di Pontormo.
    Molti sono gli uomini illustri nativi di questo paese ; fra quali contasi il dotto car-dinal Laborante che fiorì nel secolo XII, e di cui sebbene non si conosca il casato, si sa peraltro a confessione sua, eh'egli era nativo di Pontormo. Oriundo se non nativo dello stesso borgo fu un altro cardinale, Fr. Luca Mazzuoli de’Frati Umiliati, cui tien dietro il celebre pittore Jacopo da Pontormo.
    Anche il celebre professore dell' Università pisana Alessandro Marchetti nel secolo XVI vide la luce del giorno in Pontormo, come si disse all’Articolo EMPOLI.
    La prioria di S. Michele in Pontormo ha il fonte battesimale quantunque la parrocchia sia compresa nel piviere della propositura di Empoli.
    La parrocchia di S. Michele dentro Pontormo nel 1833 contava 750 abitanti
    La parrocchia di S. Martino fuori di Pontormo all’anno medesimo noverava 319 abitanti.





Localizzazione
ID: 3386
N. scheda: 42030
Volume: 3; 4; 6S
Pagina: 688; 541 - 543; 199
Riferimenti: 34220, 42031, 42031
Toponimo IGM: Pontorme - Torrente Orme
Comune: EMPOLI
Provincia: FI
Quadrante IGM: 106-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1658221, 4842889
WGS 1984: 10.96515, 43.72372
UTM (32N): 658284, 4843064
Denominazione: Pontormo, Pontorme (S. Michele) - Ormiclo, Ormicello - Orme (e Ormicello)
Popolo: S. Michele dentro Pontorme
Piviere: S. Andrea a Empoli
Comunità: Empoli
Giurisdizione: Empoli
Diocesi: Firenze
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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