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Popolano - Lamone, Amone - Valle Superiore del Lamone

 

(Popolano)

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    POPOLANO (Populanum) nella Valle del Lamone nella Romagna granducale. – Villaggio e borgata con dogana di frontiera ed una chiesa plebana (S. Maria) nella Comunità Giurisdizione e circa un miglio a settentrione-grecale di Marradi, Diocesi di Faenza, Compartimento di Firenze.
    Il Castello con la pieve si trova sopra l’estreme pendici di un poggio denominato del
    Cavallaro, mentre la borgata e la dogana esistono in pianura sulla strada provinciale di Faenza alla sinistra del fiume Lamone presso la testata occidentale del ponte di Popolano che lo attraversava.
    Una delle più antiche rimembranze di questo paese, a me note, si è quella di un istrumento del 3 gennajo 1087 scritto in
    Abeto giudicaria faentina col quale un tal Rocco del fu Morando e Ava di lui moglie, figliola del fu Guido, donarono ai loro figli Ugone e Deudo le loro corti, castelli, case, casine e terreni che tenevano a colonia, al pari de’beni dominicali, compresi ne’contadi fiorentino, fiesolano e faentino, nei luoghi appellati Padule, Rosignana, Cariola, Pupollano, (Popolano), Rasciame e Bodronico, eccettuati quelli che il nominato Rocco aveva donato a Ugone del fu Guido suo cognato . – (LAMI Monum. Eccl. Flor. pag. 1434).
    Fu in seguito Popolano uno dei feudi de’conti Guidi di Modigliana confermato loro dagl’Imperatori Arrigo VI e Federico II. (ann. 1191 e 1220). – Prima di quel tempo gli uomini di Popolano esercitarono un atto di civile giurisdizione, che dimostra non essere stati eglino (almeno in quell’epoca) vassalli de’conti tostochè gli uomini di Popolano adunati in consiglio con provvisione del 22 gennajo 1126 deliberarono d’investire nella signoria di Popolano, previe alcune reciproche promesse, l’abate del monastero di S. Reparata nel borgo di Marradi. – (ARCH. DIPL. FIOR.,
    Carte della Badia di Ripoli).
    La chiesa plebana di
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    Popolano sorge sopra i ruderi del castellare, la di cui antica torre serve alla medesima da campanile.
    Essa era matrice di tre cure, S. Adriano, S. Rufillo a
    Gagliana e S. Maria alle Campora, l’ultima delle quali spetta allo Stato pontificio.
    La contrada di Popolano innanzi il regolamento del 4 dicembre 1774 abbracciava due comunelli del distretto di Marradi, cioè
    popolano di sopra, cui spettava il popolo della pieve, mentre quelli di S. Pietro a Valnera e di Popolano di sotto, sono compresi nella parrocchia di S. Adriano.
    La dogana di Popolano è di seconda classe, il cui doganiere soprintende anche a quella di terza classe di Marradi. – Con notificazione però del 28 giugno 1841 fu proibita la strada delle
    Campora per giungere alla dogana di Popolano, e permessa la sola provinciale Faentina.
    La parrocchia di S. Maria a Popolano nel 1833 aveva 412 abitanti.

    LAMONE già AMONE fiume (
    Amon, o Anemon di Plinio) nelle parti di Romagna. – Una delle principali fiumane che hanno origine sulla schiena dell’Appennino toscano. – Questa del Lamone ha principio da due rivi che scendono a destra ed a sinistra del giogo, presso la così detta Colla di Casaglia, per dove passa la strada provinciale di Faenza. Il ramo destro a partire dall’origine porta il nome di Lamone che conserva sino alla sua foce nel mare Adriatico. Sotto la badia di Crespino si unisce al primo, e costà perde il proprio vocabolo di Crespino il ramo che scende da ponente. Per tal guisa il Lamone arricchito di acque precipita con maraviglioso effetto balzando a scaglioni di rupe in rupe, spumanti in estate, ma che fra i diacciuoli nell’inverno scendono senza strepito dall’eminente
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    pittoresca cascata di Valbura. In tal guisa fra poggio e poggio il Lamone si avanza nella valle del suo nome, e accogliendo per via i tributi dei borri che si fluiscono verso ponente dai monti Calzolano e Pravaglio, arriva sotto il castellaccio di Biforco, dove, dopo la discesa di quasi mille braccia, la stessa fiumana s’ingrossa con il copioso tributo del torrente Campigno per attraversare rigogliosa la Terra di Marradi. – Poco al di sotto del ponte a Popolano l’alveo del fiume serve per quasi tre miglia di linea di confine fra la Romagna pontificia e la granducale, la quale ultima abbandona al ponte di Marignano.
    Non è mio scopo aggiungere, come il Lamone continui placido il cammino, lambendo per via il pomerio delle mura meridionali di Faenza dopo essersi riunita a lui la
    Samoggia ricca del Marzeno e di molti subalterni tributarii della Romagna granducale; nè dire, qualmente da Faenza dirigendosi a grecale, il Lamone arrivi alla spiaggia dell’Adriatico tra il fiume Posaro e la città di Ravenna.
    La qualità del terreno che questo fiume attraversa nel territorio granducale consiste nella massima parte in un grès siliceo micaceo argilloso alternante con uno schisto calcareo-marnoso, disposto in strati orizzontali dalla parte dell’Appennino di
    Crespino, e pressochè verticali dal lato orientale, donde scende il primo ramo del Lamone. Una simile giacitura verticale presenta la roccia medesima dall’una e dall’altra sponda del Lamone nel sobborgo meridionale di Marradi, ossia di Biforco, mentre le ripe e il letto del fiume in quell’angusto ripiano sono coperte da incrostazioni di calcarea cavernosa stalagmitica, concrezioni che non sono rare in essa valle. – Vedere MARRADI Comunità.

    VALLE SUPERIORE DEL LAMONE nella Romagna Granducale. – Mentre
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    la Valle superiore del Lamone corre nella Romagna Granducale, la Valle inferiore spetta per intiero allo Stato Pontificio. All’Articolo LAMONE furono indicate le origini di questo fiume, che al pari di molti altri ha origine sulla sinistra costa dell’Appennino, dov’è chiamato volgarmente col vocabolo generico di Fiumana. Esso prende il nome di fiume dopo che si è maritato alla Fiumana Samoggia fatta più copiosa di acque dal Marzeno, nella quale ultima fiumana influiscono davanti a Modigliana altre tre minori fiumane, le quali scendono dall’Appennino di Tredozio e di Valle.
    Incombe attualmente indicare la maggiore lunghezza di cotesta
    Valle superiore del Lamone nella Romagna Granducale, la quale, a partire dalla sua origine sul giogo, o Colla di Casaglia, fino al di là della cura di Tossino sul Marzeno, arriva a circa 17 miglia per una traversa da libeccio a settentrione grecale, mentre la larghezza maggiore di cotesto primo bacino del Lamone, calcolata dal gioco del monte di Querciolano a levante sino a quelli di Pravalico e di Gamberaldi a ponente ,aestrale può dirsi di circa 15 miglia di corda.
    In questo perimetro pertanto si comprendono approssimativamente le seguenti superficie territoriali e quella degli abitanti di alcune Comunità della Romagna toscana, come dal
    Prospetto che segue. Dal quale risulta che la Valle superiore del Lamone occupava nel Granducato una superficie di circa Quadrati 98117, pari a miglia 122 toscane, in una popolazione di 14336 abitanti pel 1833, che corrisponde a 117 per ogni miglio quadrato, e nel 1844 essendo aumentata la popolazione fino a 15997, equivale a poco più più di 156 abitanti per ogni miglio quadrato.

    PROSPETTO della SUPERFICIE QUADRATA e della POPOLAZIONE della
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    VALLE SUPERIORE DEL LAMONE spettante alla ROMAGNA GRANDUCALE e dei VALLONI SUOI TRIBUTARJ negli anni 1833 e 1844

    1. nome del Capoluogo della Comunità: Marradi
    superficie territoriale in quadrati agrari: 45325,80
    abitanti nel 1833: n° 6582
    abitanti nel 1844: n° 7164
    2. nome del Capoluogo della Comunità: MODIGLIANA, città
    superficie territoriale in quadrati agrari: 29714,07
    abitanti nel 1833: n° 4774
    abitanti nel 1844: n° 5378
    3. nome del Capoluogo della Comunità: Portico (per 1/6 circa)
    superficie territoriale in quadrati agrari: 3015,00
    abitanti nel 1833: n° 319
    abitanti nel 1844: n° 353
    4. nome del Capoluogo della Comunità: Terra del Sole (per 1/6 circa)
    superficie territoriale in quadrati agrari: 1727,11
    abitanti nel 1833: n° 540
    abitanti nel 1844: n° 597
    5. nome del Capoluogo della Comunità: Tredozio
    superficie territoriale in quadrati agrari: 18335,87
    abitanti nel 1833: n° 2123
    abitanti nel 1844: n° 2505

    - TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari: 98117,85
    - TOTALE abitanti nel 1833: n° 14338
    - TOTALE abitanti nel 1844: n° 15997

    Dal Quadro qui sopra esposto resulta che nella Valle superiore del Lamone in un superficie di quadrati 98117,85, pari a circa 122 miglia toscane, nel 1833 abitavano 14338 individui, a ragione di circa 117 e 1/2 persone per miglio quadrato, popolazione cresciuta nel 1844 di 1659 individui, vale a dire, di 14 abitanti di più per ogni miglio quadrato toscano.
Localizzazione
ID: 3394
N. scheda: 42120
Volume: 2; 4; 5
Pagina: 634 - 635; 564 - 565; 652 - 653
Riferimenti: 5910
Toponimo IGM: Popolano
Comune: MARRADI
Provincia: FI
Quadrante IGM: 099-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1711197, 4885719
WGS 1984: 11.63924, 44.09574
UTM (32N): 711260, 4885893
Denominazione: Popolano - Lamone, Amone - Valle Superiore del Lamone
Popolo: S. Maria a Popolano
Piviere: S. Maria a Popolano
Comunità: Marradi
Giurisdizione: Marradi
Diocesi: Faenza
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana (Romagna Granducale)
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