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Porto Lungone, Porto Longone, Portolungone - Cala di Elice - Cala delle Perle - Capo Calvo - Capo della Principessa

 

(Porto Azzurro)

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    CALA DI ELICE. Nell’Isola dell’Elba presso Porto Longone.

    CAPO DELLA PRINCIPESSA, all’ingresso australe e di faccia al paese di Porto Longone nell’Isola dell’Elba.

    CALVO (CAPO). È uno dei capi dell’Isola dell’Elba dal lato meridionale presso Porto Longone.

    CAPO CALVO nell’Isola dell’Elba. È la nuda sassosa punta più meridionale dell’Isola, fra il
    Golfo della Stella e quello di Longone.

    CALA DELLE PERLE. Nell’isola dell’Elba fra i contrafforti occidentali del monte di Capoliveri all’ingresso di Porto Longone.

    PORTO LUOGONE o LONGONE nell'Isola dell'Elba. – Castello con sottoposto villaggio davanti un grandioso internante seno di mare, capoluogo di Comunità e di Giurisdizione, con chiesa arcipretura (S. Jacopo) nel governo e circa 6 miglia a scirocco di Portoferrajo, Diocesi di Massa Marittima, Compartimento di Pisa.
    Il castello è situato sopra il risalto di un promontorio all'ingresso settentrionale del lungo golfo, mentre il villaggio giace in fondo al seno rasente la spiaggia che a guisa di un cono troncato circonda cotesta rada; la quale termina a levante nel capo S. Giovanni ed a ponente nel
    Forte Focardo, che è piantato sulla punta estrema del golfo.
    Trovasi fra il grado 28° 3' 6" di longitudine e il grado 42° 46' 2" di latitudine, 5 miglia a ostro di Rio, 3 miglia a settentrione del Capo Calamita, 20 miglia a libeccio di Piombino, e 24 a ponente del Capo Troja sulla spiaggia grossetana.
    Se della maggior parte de’paesi della Toscana s'ignora l'origine, non è da dire la stessa cosa del castello di
    Lungone, sorto non prima del 1603.
    Già all’Articolo PORTOFERRAJO si annunziarono quali e quanti paesi dell'Isola dell'Elba all'anno 1290 erano costituiti in corpo di comunità, fra i quali non esisteva
    Lungone. Imperocchè questo deve i suoi incunaboli a Filippo III re di Spagna, che l'anno 1602 ordinò si edificasse sulla sommità del
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    promontorio settentrionale di cotesto seno una grandiosa e ben munita fortezza, donde dominare tanta dalla parte di terra come del mare il sottoposto seno colle sue pertinenze; e appena che restò compita l'opera, le venne dato il nome di Lungone, dalla forma assai lunga del suo porto. Che sebbene questa parte dell'Isola dell'Elba spettasse di diritto ai principi di Piombino, ciò non ostante a forma del trattato di Londra del 29 maggio 1557 rispetto alla cessione al duca Cosimo di Firenze, di Siena e del suo stato non che di Portoferrajo, Filippo II erasi riserbato i RR. presidj di Orbetello con facoltà di fortificare e munire di sue genti una o più porti anche nell'isola dell'Elba.
    Dopo quarant'anni Filippo II non senza l'istigazione di qualche invidioso della gloria del Granduca Ferdinando I per tenere in soggezione Portoferrajo, Livorno e tutto il littorale della Toscana, risolvè nel 1595 di occupare un seno nell'isola dell'Elba per farvi costruire una piazza forte che dal titolo del vicerè di Napoli si doveva appellare
    Porto Beneventano; ma ciò essendo stato, eseguito dal suo successore, si nominò la nuova piazza Porto Lungone; imperocchè quel progetto non ebbe il suo effetto che sette anni dopo, regnando in Spagna Filippo III. Fu nel dì 8 maggio del 1602, quando nel golfo di Lungone diede fondo una squadra con convoglio napoletano avendo seco tutto ciò che poteva esser necessario per la fondazione e difesa di una gran piazza, cui era stata destinata la somma di 300,000 scudi. Si crede che don Garzia di Toledo prendesse il modello della cittadella di Anversa, comecchè questa differisca per certi rapporti dal promontorio sul quale fu innalzata quella di Porto Lungone. Infatti, nel 1601 mettendo mano all'edifizio, furono aperte le fosse e gettati i fondamenti di cinque grandi
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    baluardi, riuniti fra loro da cortine coperte da mezze lune; sicchè in pochi anni la piazza di Lungone era già stata messa al coperto di qualsiasi sorpresa ostile. Inoltre vennero tracciati quattro cammini coperti, edificate per 2000 soldati caserme a prova di bomba con opportuni alloggiamenti per ufficiali, oltre le officine, arsenali, magazzini, ecc.
    Tutte coteste opere erano compite quando nel 1643 comparve alla vista di Lungone una imponente flotta francese provvista di numerosa soldatesca con l'istruzione di scacciare le truppe spagnole da tutti i RR. presidj di Toscana.
    Quell'esercito navale pertanto, nel 27 settembre di detto anno, gettò l'ancora nel golfo Madiella, o della Stella, due o tre miglia a ponente di Lungone, e costà sbarcarono 4 reggimenti di fanteria, i quali la mattina dopo si avanzarono sotto la piazza di Lungone presidiata da soli 80 soldati. Quindi montate dagli assedianti le batterie, si cominciò il fioco; ma la solidità delle mura castellane, e la controscarpa de’baluardi, i di cui cannoni s'incrociavano, potè respingere tanto flagello, sicchè le batterie nemiche in gran parte vennero smontate.
    Però non si perderono d'animo i Francesi, poichè dopo erette trincere, scavate mine, e aperta una spaziosa breccia, essi corsero all'assalto della piazza (23 ottobre 1646). Nè meno fermo e coraggioso si mostrò il presidio spagnuolo, che diede ripetute prove di valore nella difesa del baluardo assalito dai nemici. Finalmente gli assediati vedendo la costanza e furore con cui erano investiti dagli assalitori, i quali venivano rinforzati via via da nuovi soldati, disperando di essere soccorsi di genti e di provvigioni, di che sommamente penuriavano, chiesero una sospensione d'armi, e quindi nel 30 ottobre del 1646 fu conclusa a onorevoli condizioni la resa alla Francia della fortezza di Lungone. Per cotesta vittoria e per l'acquisto anteriormente fatto dai Francesi della piazza di Piombino, quel governo, retto allora
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    a nome di Luigi XIV dal cardinal Mazzarini, fece coniare una medaglia con l'iscrizione da una parte; Plumbino et Porto Longo expugnatis; e el rovescio la vittoria sopra un fascio d'armi, e sotto la data dell'anno MDCXXXXVI.
    Infatti la perdita di quest'importante porto in cui solevano spesse volte ricoverarsi le armate navali che la Spagna inviava verso il regno di Napoli, pregiudicò oltremodo alla potenza spagnola in Italia, mentre all'opposto la Francia con tale acquisto si era aperta una strada comodissima all'impresa già meditata del regno di Sicilia.
    Ciò non ostante, la corte spagnuola non perdè la speranza di presto acquistare Porto Lungone, al qual fine nella primavera del 1650 salpò da Gaeta con un convoglio con sette o ottomila uomini scortato da 25 vascelli e da sette galere.
    Giunse infatti l'armata spagnuola all'isola dell'Elba, dove sbarcò le sue truppe, parte nel golfo di Stella, e parte a Ortano, le quali di là marciarono davanti il forte di Lungone, dove si accamparono bloccando nel tempo istesso intorno l'Isola tutta.
    In questo mezzo tempo fu recuperata dagli Spagnuoli la piazza di Piombino e riposto in possesso della città e dello stato il principe Ludovisi. Quindi s'impresse l'assalto della fortezza di Lungone, che fu dato nel 15 luglio del 1650, al quale risposero bravamente gli assediati con un fuoco vivo, oltre l'orrida strage che produssero le mine incendiate dai difensori. Frattanto che si combatteva di giorno e di notte, gli uni per conquistare, gli altri per conservare la piazza di Lungone, nel consiglio di guerra tenuto dagli Spagnuoli fu deliberato un assalto generale nella più cupa notte.
    Questo ebbe luogo su tutti i punti in un tempo medesimo; ma la vigorosa difesa e il fuoco vomitato dalle mura di Lungone obbligarono il comandante dell'esercito assalitore a far battere la ritirata.
    Non erano ancora trasportati tutti i
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    feriti alle tende, che lo stesso generale ordinò all'armata i lavori sotterranei. Allora il presidio, stato decimato dai fatti precedenti, fece premurose istanze al suo comandante, affinchè entrasse in trattative co’Spagnuoli; cui tenne dietro un ammutinamento, per cui quel governatore dovè condiscendervi.
    Nella mattina pertanto del 15 luglio 1650 egli col suo stato maggiore si recò a parlamentare col generale spagnuolo, col quale le parti convennero della resa della piazza pel dì 15 agosto susseguente, qualora Lungone in quel frattempo non fosse stato provveduto di soccorsi capaci di far levare l'assedio.
    Giunto il giorno fissato, escì dal castello il presidio francese, ridotto a 700 soldati di 1500 che erano innanzi l'assedio, cui tennero dietro i carri con 300 infermi e feriti.
    A maggior precauzione e difesa dell'ingresso nel golfo di Porto Lungone allora i Spagnuoli si affrettarono a fabbricare (1657) nel promontorio opposto il
    Porto Focardo, il cui fuoco incrociare doveva perfettamente con quello della fortezza di Lungone. Ma la pace de'Pirenei nell'anno 1659, avendo appianato le differenze tra la Francia e la Spagna, fece svenire per allora ogni timore anche rispetto a Porto Lungone. Però il sospeso timore divenne aggiore nella guerra della successione, poichè nel gennajo del 1708 una squadra imperiale con milizie da sbarco comparve sulle alture di Porto Lungone bloccandolo per mare, mentre le truppe del convoglio si limitarono a investire il Forte Focardo. Sennonchè 4 mesi dopo essendo arrivati opportuni rinforzi dalla Francia e dalla Spagna, la piazza di Lungone fu messa in grado di fare una vigorosa sortita, nella quale disfece le truppe imperiali al momento che attaccavano lo stesso castello. Quindi all'alba del dì 9 maggio di quell'anno la guarnigione di Lungone fece una seconda più completa sortita che mise in precipitosa fuga il campo tedesco postato la notte precedente sotto Lungone;
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    quindi incalzando gli assedianti nell'angusta vallecola di Monferrato, potè raggiungerli e batterli verso la sommità del poggio, al luogo chiamato d'allora in poi Sassi tedeschi. In conseguenza di ciò gl'Imperiali poco dopo dovettero abbandonare l'unico refugio che era loro restato nel castello di Capoliveri. Allora il generale spagnuolo comandante di Porto Lungone non solo fece atterrare le mura di Capoliveri, ma per suo ordine furono disfatte quelle della fortezza del Giogo e di altri punti militari lungo la marina di Rio, di Campo e di Marciana, fino a che le grandi potenze belligeranti rappacificate col trattato di Utrech (1714) Porto Lungone fu ceduto alla branca spagnuola di Napoli.
    Fino all'ottobre del 1800 nulla accadde di rimarchevole rispetto a Lungone, quando si seppe l'occupazione di Livorno e del resto della Toscana compreso Piombino, fatta dalle truppe francesi, cui era preceduto di poco una convenzione fra i comandanti delle due piazze forti dell'isola dell'Elba, di Portoferrajo cioè, che tenevasi a nome del Granduca Ferdinando III, e di Lungone a nome di Ferdinando IV re delle due Sicilie, per difendere le medesime scambievolmente dagli attacchi de'Francesi.
    Tutto ciò fu reso inutile dal trattato di pace fra il primo console e il re di Napoli, segnato in Firenze lì 28 marzo 1801, a tenore del quale (Art. 4°) il re delle due Sicilie rilasciò ai Francesi Porto Lungone con tutta quella porzione dell'isola dell'Elba che spettava al Principe di Piombino.
    Ma se poco dopo la piazza in discorso fu consegnata senz'ostacolo alle truppe della Francia (26 aprile 1801), non così avvenne degli altri posti militari dell'Elba piombinese, i di cui abitanti armatisi in massa a favore degl'Inglesi si portarono sotto Lungone per stringere d'assedio il castello dalla parte di terra, nel tempo che due fregate inglesi l'assalivano dalla parte del mare, minacciando quel
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    comandante perchè l'abbandonasse. Frattanto col trattato di Amiens del 25 marzo 1802 tutta l'isola dell'Elba fu ceduta al governo francese, e 12 anni dopo all'Imperatore Napoleone, dal quale 15 mesi più tardi l'isola intiera fu riunita al Granducato di Toscana, mediante il trattato di Vienna del 9 giugno 1815. – Vedere PORTOFERRAJO.

    CENSIMENTO della Popolazione di PORTO LUNGONE nelle ultime due epoche, divisa per famiglie (1).

    ANNO 1833: Impuberi maschi 346; femmine 486; adulti maschi 127; femmine 144; coniugati dei due sessi 585; ecclesiastici dei due sessi 9; numero delle famiglie 321; totale della popolazione 691.
    ANNO 1840: Impuberi maschi 359; femmine 359; adulti maschi 143, femmine 163; coniugati dei due sessi 626; ecclesiastici dei due sessi 10; numero delle famiglie 368; totale della popolazione 1662

    (1)
    Manca la popolazione delle due prime epoche (1551 e 1745) stantechè Porto Lungone allora non apparteneva al Granducato di Toscana.

    Comunità di Porto Lungone
    . – Il territorio di questa Comunità occupa una superficie di 15200 quadrati agrarj, 343 dei quali spettano a corsi d'acqua e a pubbliche strade.
    Vi stanziavano nel 1833 abitanti 2957 sicchè repartitamente toccavano 160 persone per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
    Confina dalla parte di terra con le tre altre Comunità dell'Elba. Infatti dal lato di grecale costeggia col territorio comunitativo di Rio, a partire dallo sbocco in mare del fosso di
    Terra Nera risalendo il quale entra in un suo confluente destro chiamato del Malpasso, e di là per termini artificiali dirigendosi da scirocco a maestrale arriva sulla sommità del Monte Castello. Costassù termina la Comunità di Rio e sottentra a confine il territorio di quella di Portoferrajo. Con la quale quest'ultimo, piegando da grecale a ponente, passa per il così detto Pian di Mondino e per la
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    Crocetta, donde poscia si dirige verso libeccio per l'Aja Rossa dove trova la strada rotabile che dalla spiaggia di S. Giovanni guida a Porto Lungone. Trapassata cotesta via piega da libeccio a maestrale per arrivare sul Monte Orello, e poscia sul Colle del Mulino a vento, fino a che ritorna nella direzione di ponente per giungere al termine di Barbatoja, al di là del quale viene a confine il territorio della Comunità di Marciana. Con questo l'altro di Lungone fronteggia dirimpetto a ponente-maestrale dirigendosi per termini artificiali alla volta di ostro-libeccio onde arrivare sulla spiaggia del mare che trova fra le sorgenti del fosso Sagagnana e la punta occidentale del Capo Fonza.
    Dal lato poi della spiaggia spetta alla Comunità di Lungone tutto il tratto della costa, lungo la qual costiera dalla foce del fosso di
    Terra Nera fino passato il Capo d'Arco, Capo della Principessa e Capo S. Giovanni al di là de’quali il territorio della Comunità di Porto Lungone s'interna nel golfo omonimo, quindi trapassa il Capo Calamita e il monte di Capoliveri, poscia passando il golfo della Madiella o della Stella lambisce della lingua di terra che lo separa dal golfo d'Acona.
    Mancano in questa come nelle tra altre Comunità dell'isola dell'Elba copiosi corsi d'acqua, ma non vi mancano seni palustri. Tali sono quelli del golfo di Lungone e al golfo di Acona, avvegnachè alla base di coteste cale, o per cagione del ritiramento della spiaggia o per insufficienza di popolazione che ne prenda cura, le acque salse del mare si mescolano a quelle dolci di terra con grave danno nella calda stagione dell'economia umana.
    Due eremi di gran concorso per
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    gli Elbani sono situati in cotesta Comunità, cioè l'Eremo di Acona sul poggio dirimpetto al golfo omonimo, e l'Eremo di Monserrato sulla pendice meridionale di Monte Castello, appena un miglio e mezzo a maestrale della fortezza di Lungone.
    Rispetto alla qualità delle rocce che cuoprono il suolo di questa porzione dell'Elba, richiamerò il lettore all'
    Articolo ISOLA DELL'ELBA, cui debbo aggiungere qualmente il professor Paolo Savi che fino dal 1832 incominciò una sua carta geologica dell'isola medesima, presentò cotesta nell’anno 1841 alla sezione di geologia, mineralogia e geografia al terzo Congresso degli scienziati italiani, con lo spaccato longitudinale dell'Isola, a partire da Capo d'Arco fino alla Costa delle Mortine. Fu in quell'occasione che il Prof. Savi, esponendo in succinto e verbalmente i fatti più importanti concernenti la costituzione geologica di cotest'isola, diceva : 1 che la roccia da lui chiamata verrucano forma la costa orientale dell'Elba incominciando dalle Fornacelle fino a tutto il Monte Calamita; 2° che al Monte Arco il verrucano alterna con grossi banchi di calcare saccaroide e di calcischisto; 3° che la fortezza e la marina di Lungone, il Capo S. Giovanni e le sue adiacenze a tramontana verso Monferrato, e dal lato di ponente fino quasi all'Acquabuona, trovasi sopra un terreno talmente metamorfosato, che quantunque distinguesi di origine nettuniana, pure si rende difficile determinare, se esso primitiva,ente appartenesse alla formazione del macigno o piuttosto a quella del verrucano; 4 ° quanto al calcare giurassico, che non è ben caratterizzato nell'Elba, sospettava l'Autore potersi riferire quelle masse al rauchalk, o calcare cavernoso che si addossa al
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    verrucano presso Rio al di là delle quali masse a ponente di Monte Fico e Monte Arco compariscono fra l'Acqua buona e il Golfo Stella masse calcaree a luoghi cavernose e altrove saline; 5° che la formazione cretacea, soggiungeva il Prof. Savi, è sviluppata più di ogni altra in cotest'isola, essendo essa rappresentata come nel vicino continente dall'alberese e dal macigno, la quali due rocce costituiscono la corteccia de’monti non solo della parte orientale dell'Elba, ma ancora della sua parte centrale, andando nella direzione da settentrione a ostro tra Portoferrajo e Capo di Fonza, e percorrendo da levante a ponente dal Monte Orello a S. Ilario. Dentro cotesto spazio, se si eccettua Monte Orello, ch'è coperto dal calcare-alberese, predomina l'arenaria-macigno.
    Ricordava poi lo stesso Savi che tre qualità di rocce ignee s'incontrano nell'isola dell'Elba, vale a dire le serpentinose, le granitiche, e le ferree. Le prime diceva egli si possono dividere in tre serie quasi parallele da settentrione a ostro; la più settentrionale di tutte della Valle di S. Martino fino a Lungone; la seconda dalle Grotte e da Portoferrajo al Capo Stellai, e la terza dal Bagno di Marciana fino alla Marina di Campo e Ripa Nera.
    Rispetto ai
    graniti lo stesso Prof. Savi li segnalò nell'Elba disposti in una direzione da ponente a levante, incominciando dalla montagna di Capanne, ch'è a ponente, e di là continuando in grosse dighe granitiche che attraversano i monti dei macigno della parte media, le quali dighe di granito terminano presso al Monte Calamita
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    , e al capo S. Giovanni presso la spiaggia orientale di Lungone a guisa di grosso cunei o filoni.
    In quanto alla terza classe di rocce ignee, a parere di quel dotto geologo, sarebbero esse prodotte dalle injezioni del
    ferro, che abbondando nella parte orientale dell'Elba, dove il ferro oligisto diramasi in grossissimi filoni, che si attraversano fra loro in forma di una rete, dal complesso de’quali, secondo lui, risultano le miniere di Rio, quelle del Capo di Pero, ecc. – Cotesti filoni alterarono specialmente e plutonizzarono le rocce calcaree e arenarie, non solo presso la Torre di Rio, ma alla Terra Nera e al Monte Calamita. Delle quali informazioni il Prof. Savi concludeva : che sovente le injezioni di ferro convertono il calcareo compatto in marmo salino, ed in rauchalk o calcarea cavernosa; e che talvolta si trasformano nella roccia Ilvaite o Lievrite, tali altre fiate in alcune specie di wake, in anfiboli, in asbesto ed in talco; comecchè in altre circostanze le masse stratiformi di arenaria-steaschistosa (verrucano) siano attraversate da grossi filoni di ferro oligisto; i quali nello schisto superiore si dividono in infinite vene come alla Cavetta del Capo di Pero, mentre in altre località, per esempio al capo Calamita ed al Capo S. Giovanni, gli strati di macigno metamorfosati injettati furono dai filoni granitici, che in quest'ultima località si trovano disposti a guisa di una rete. Il qual fenomeno è ripetuto nel poggio galestrino dell’Enfola sulla marina di Portoferrajo, al golfo di Procchio, come pure alla punta serpentinosa e
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    di gabbro rosso nel piccolo promontorio dell'Olmo alla marina di Marciana; e dalla parte orientale dell'isola fra la marina di Campo e S. Pietro, dove una massa ofiolitica è compenetrata da filoni e vene di granito. – Vedere ATTI DELLA TERZA RIUNIONE DEGLI SCIENZIATI ITALIANI.
    Lo scandaglio pesca da 54 a 60 piedi dirimpetto alla fortezza e sull'ingresso del golfo di Lungone, mentre pesca 30 a 40 piedi davanti al villaggio di Lungone.
    Per ciò che spetta alle produzioni di suolo non starò a ripetere quanto dissi all'Articolo ISOLA DELL'ELBA e PORTOFERRAJO; solamente aggiungerò che nel territorio di Porto Lungone, come quello i di cui poggi sono esposti ai venti affricani, fioriscono comunemente le
    Agave americane, vi prosperano le Palme dattilifere, e molte altre piante de'paesi meridionali, ed è costà dove si raccolgono le primizie tanto degli orti come de’campi in erbaggi e in frutti saporitissimi, fra i quali i fichi che si condizionano in maniera particolare, e le uve che forniscono il vino più squisito e più pregiato di tutta l'isola, prodotto il più ragguardevole di quei possidenti terrieri.
    Abbonda il paese in pescagione e in caccia, ma scarseggia come il restante dell'isola in animali domestici e di granaglie, che conviene trarre dal continente. All'incontro molti sono gl'insetti e i rettili che infestano specialmente la parte del suolo lasciato a sodaglia.
    La Comunità di Porto Lungone mantiene un medico e un maestro di scuola, mentre un medico-chirurgo e un altro maestro di scuola risiedono in Capoliveri.
    La cancelleria comunitativa, l'ingegnere di Circondario, il ricevitore dell'ufizio del Registro, il conservatore dell'Ipoteche ed il tribunale di Prima istanza si trovano in Portoferrajo. – Risiede però in Porto Lungone un sottotenente del porto che fa le funzioni di deputato della sanità.

    QUADRO della popolazione della Comunità di PORTO LUNGONE
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    nelle ultime due epoche del 1833 e 1840.

    - nome del luogo: Capoliveri, titolo della chiesa: Annunziazione di Maria (Pieve), diocesi cui appartiene: Massa Marittima, abitanti anno 1833 n° 1266, abitanti anno 1840 n° 1196
    - nome del luogo: PORTO LUNGONE, titolo della chiesa: S. Giacomo Apostolo (Pieve), diocesi cui appartiene: Massa Marittima, abitanti anno 1833 n° 1691, abitanti anno 1840 n° 1662
    - Totale abitanti anno 1833 n° 2957
    - Totale abitanti anno 1840 n° 2858

    PORTOLUNGONE nell'Isola dell'Elba. – Nel 1833 la Comunità di Porto Lungone contava 2808
    Abitanti e nel 1845 ne aveva 3300, cioè:

    Capoliveri,
    Abitanti N° 1518
    PORTO LONGONE,
    Abitanti N° 1782

    TOTALE
    Abitanti N° 3300
Localizzazione
ID: 3411
N. scheda: 42300
Volume: 1; 4; 6S
Pagina: 397, 457, 458; 606 - 608; 203
Riferimenti:
Toponimo IGM: Porto Azzurro
Comune: PORTO AZZURRO
Provincia: LI
Quadrante IGM: 126-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1614763, 4735627
WGS 1984: 10.40345, 42.76615
UTM (32N): 614826, 4735801
Denominazione: Porto Lungone, Porto Longone, Portolungone - Cala di Elice - Cala delle Perle - Capo Calvo - Capo della Principessa
Popolo: S. Jacopo a Porto Longone
Piviere: S. Jacopo a Porto Longone
Comunità: Porto Longone
Giurisdizione: Porto Longone
Diocesi: Massa Marittima
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana (Isola d'Elba)
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