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Badia di Vigesimo (S. Maria)

 

(Badia)

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    BADIA DI VIGESIMO (S. Maria). In Val di Sieve nella Comunità e Giurisdizione di Barberino di Mugello, da cui è appena mezzo miglio a ponente Diocesi e Compartimento di Firenze.
    Ebbe nome di
    Vigesimo probabilmente dalla ventesima pietra miliare lungo l’antica strada municipale che da Firenze si dirige nell’Appennino di Vernio e dello Stale, traversando per Val di Marina il giogo delle Croci a Combiate fra Monte Murello e la Calvana.
    Fu un priorato dei Vallombrosani soggetto alla Badia di Passignano insieme con l’ospedale di
    Combiate, o alle Croci. Devono entrambi la loro origine ai Cattani di Combiate, ossia di Barberino, i quali nel 1120 venderono e rinunsiarono il giuspadronato della chiesa di S. Maria in Vigesimo e dello spedale di Combiate all’abate e monaci di Passignano.
    Il più antico atto di giuspadronato comparisce in una membrana Passignanese del mese di marzo 1074, quando Guido del fu Manfredo da Barberino e Rodolfo di lui figlio promisero a Leto abate di Passignano di non recare molestia ai possessi spettanti alla chiesa di
    S. Maria in Vigesimo, in luogo detto Valle, nel piviere di S. Gavino in Mugello; per la quale promessa i Cattani riceverono in ricompensa una veste di volpe. – Altri Longobardi di Cambiate, Uberto e Teuderico figli di Ugo, stando in Vigesimo nel maggio dell’anno 1078, offrirono delle terre poste in Selvapiana allo spedale d’Affrico situate nelle appartenenze del castello di Combiate, stato da essi rinunziato al monastero di Passignano per servizio dei poveri e dei pellegrini.
    Nel 1110 (ai 30 marzo) altra donazione per la chiesa di S. Maria a Vigesimo fece all’abate Ugo di Passignano un Alberto di
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    Pagano da S. Andrea a Vigesimo, e nel 1115 (di febbrajo) il prete Azzo rinunziò al monastero di Passignano per la chiesa di S. Maria suddetta tutte le case, terre e vigne che possedeva nelle corti di Barberino e nel vico di Vigesimo. –
    Non ostante tante elargità, vendite e rinunzie, i Cattani di Combiate, e di Barberino, con l’estesa loro consorteria degli Ubaldini, Cavalcanti, ec; dopochè ritenevano il dominio diretto dei fondi donati, si ripigliavano bene spesso ad ogni elezione di abate, o per altri motivi, quei diritti e offerte che essi avevano fatto ai luoghi pii. – Il qual vero emerge luminoso dalla storia dei monasteri. Una meno dubbia prova di ciò trovasi in una membrana superstite dell’archivio Passignanese, attualmente nel R. diplomatico di Firenze.
    È un atto di vendita e rinunzia fatto nel 1170, da messere Turpino e messere Ugo figli di Uberto
    Alpigiano da Combiate e da molti altri consorti e nobili di contado, i quali per cento lire di denari vecchi lucchesi venderono a Ugo abate di passignano, che acquistava in nome del suo monastero, lo spedale di Combiate, quello di Pian Alberti, ora di S. Giovanni in Val d’Arno, la canonica e chiesa di S. Maria a Vigesimo, quella di S. Bartolomeo a Scampata di Figline, e in generale tutti gli altri luoghi pii di loro padronato posti nelle Diocesi di Firenze e di Fiesole, con la promessa di non vendere nè alienare, o in alcun modo obbligare o rinunziare ad altri i diritti stessi che essi dichiaravano di avere sul monastero di Passignano.
    Simili fatti desunti da documenti sincroni, mentre distruggono la supposta fondazione e successiva donazione della chiesa e monastero di Vigesimo fatta, nel 1120, dal vescovo di Fiesole a favore di
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    Ambrogio abate di Passignano, e riportata dal Brocchi nella Descrizione del Mugello, giovano altronde a tenerci in guardia da certe Ricordanze scritte di buona fede da qualche parroco e registrate nei vecchi libri parrocchiali.
    Al priorato di S. Maria di Vigesimo riferisce un breve spedito nel 1170 da Giulio vescovo di Firenze ai tre priori di Vigesimo, di Figline, e di Alfiano, con il qualenotifica loro la facoltà accordatagli dal pontefice Alessandro III di ricevere all’unità della fede i scismatici, (vale a dire i seguaci dell’imperatore Federigo I, ossiano i Ghibellini); e la risoluzione da esso fatta di rinunziare alla chiesa il monastero di Passignano mediante l’avere ristabilito al suo governo l’abate Ugo. Quindi invitava i nominati priori a mandare a Firenze quello di Vigesimo, quando avessero ragioni da opporre all’elezione del vecchio abate di Passignano.
    Ecco un altro documento confacente a dimostrare, che il vescovo Giulio era tornato nella sua sede almeno due anni innanzi di quello che riferì il Cerracchini nella cronologia dei Vescovi e Arcivescovi di Firenze. – Il priorato di S. Maria a Vigesimo trovasi nominato in una bolla da Alessandro III diretta nell’ottobre del 1177 a Ugo priore della medesima e ai monaci suoi confratelli. – Il monastero di Vigesimo non fu mai Abazia, per quanto esso ne porti il titolo in grazia dell’Abate di Passignano, cui il priorato di Vigesimo si mantenne soggetto sino alla sua soppressione (anno 1810). – Dopo tale epoca la chiesa parrocchiale di S. Maria a Vigesimo fu amministrata da un curato congruato, quindi dichiarata priora secolare dall’Arcivescovo di Firenze, con decreto del 21 febbrajo 1821, poco innanzi che venisse assegnata alla nuova pieve di S. Silvestro a Barberino.
    La chiesa di Vigesimo fu riedificata e abbellita nel secolo XVIII, ed era il suo altare maggiore decorato di una bellissima tavola
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    attribuita a Domenico Ghirlandajo. – Vedere BARBERINO di MUGELLO,e VIGESIMO.
    La prioria abbaziale di Vigesimo ha una popolazione di 224 abitanti.
Localizzazione
ID: 347
N. scheda: 4480
Volume: 1
Pagina: 201-202
Riferimenti:
Toponimo IGM: Badia
Comune: BARBERINO DI MUGELLO
Provincia: FI
Quadrante IGM: 098-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1679038, 4874682
WGS 1984: 11.23408, 44.00502
UTM (32N): 679101, 4874856
Denominazione: Badia di Vigesimo (S. Maria)
Popolo: S. Maria di Vigesimo
Piviere: (S. Gavino Adimari) S. Silvestro a Barberino di Mugello
Comunità: Barberino di Mugello
Giurisdizione: Barberino di Mugello
Diocesi: Firenze
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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