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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Le Due Badie, di S. Donnino, Badia di S. Quirico a Moxi

 

(Le Badie)

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    BADIE (LE DUE) in Val di Fine altrimenti dette le BADIE di S. DONNINO di PISA, nella Comunità e parrocchia della Castellina Marittima, da cui distanno le sue vestigia circa 2 miglia toscane a libeccio nella Giurisdizione e quasi 4 miglia toscane a levante di Rosignano, Diocesi e Compartimento di Pisa.
    La storia di questi due monasteri annessi è alquanto oscura, siccome poco noto ai viaggiatori è il luogo dove si trovano tuttora gli avanzi della chiesa e dell’annesso claustro nascosti fra le macerie in una selva di lecci presso le cave di alabastro, e fra le rupi sconnesse di gabbro, dalle quali precipita il torrente
    Pescera.
    La denominazione generica delle due Badie trasse l’origine da due monasteri distinti, sebbene entrambi si dicessero situati in luogo anticamente appellato MOXI. Uno di essi portava per titolare S. Salvatore, l’altro S. Maria, S. Quirico e S. Torpè, sebbene più comunemente si dicesse di S. Quirico a Moxi o anche delle Colline.
    Della Badia di S. Quirico si trova fatta la prima menzione in una carta del 1034 riportata dagli Annalisti Camaldolensi. Spetta essa a una donazione rogata
    in loco et finibus Moxi a favore del monastero prenominato, rappresentato da Bono suo abate. Altra membrana della Primaziale di Pisa fu scritta presso la pieve di S. Giovanni di Vada, li 26 aprile 1043, a favore del monastero di S. Quirico e S. Maria a Moxi. È un’offerta di terreni posti nei confini di Val di Perga, oggi detta Valisperga, lungo il fiume Fine, a Montione e altrove. (MURAT. Ant. M. Aev.)
    Alla Badia di
    S. Salvatore a Moxi riferisce una bolla del 19
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    settembre 1106 diretta da Pasquale II a Benedetto abate della medesima. – A questo monastero fu riunito l’altro di S. Quirico distante mezzo miglio dall’altro, sotto l’ubbidienza di un solo abate, conservando al suo abate il titolo onorifico. Uno di questi fu quel Francesco da Orvieto abate di S. Quirico delle Colline, che nel 1319 leggeva Decretali nell’Università di Pisa. (FABBRONI, Hist. Accad. Pis. T. I)
    Le due Badie con il loro patrimonio vennero aggregate al priorato di S. Donnino fuori di Pisa, con bolla di Urbano VI del 1384, quando già da 60 anni addietro non vi erano più monaci che vi abitassero. (MATTH.
    Hist. eccl. pis.)
    Si dicono attualmente
    Le Badie dell’Arcidiaconato, per essere stato assegnato il suo patrimonio a questa dignità del clero di Pisa, dopo venuta a mancare la Badia di S. Donnino.
    Le Badie furono trovate rovinate affatto nella visita Diocesana del 1598. Quella di S. Salvatore conserva ancora una porzione di mura della chiesa, la quale era fabbricata di grandi pietre quadrate con la facciata spartita a pilastri e a strisce di marmo bianco e di serpentino con capitelli rozzamente scolpiti. Sopra l’architrave della porta esisteva un basso rilievo trasportato in una chiesa della Castellina Marittima. In esso è scolpito il Salvatore con i simboli dei 4 evangelisti, dov’è il nome di chi l’eseguì nel seguente verso:

    Opus quod videtis, Bonus amicus fecit.

    Il piano della diruta chiesa è coperto di macerie, tra le quali vegetano grosse piante di lecci, segno non dubbio della sua invecchiata rovina.
    A contatto della medesima, dal lato che guarda il mare incontransi i resti di un altro edifizio presso la base di una torre quadrata, avanzi che dovettero far parte del monastero e suoi annessi.
    Ciò che merita maggiore riflessione per la storia
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    dell’arte si è, che fra i vecchi materiali stati in opera in quell’edifizio, si trovano sparsi nel suolo mischi, brecce, gabbri del paese, marmi pisani, o di Campiglia, graniti, porfidi e altre pietre forestiere, senza riscontrarvi indizio alcuno di alabastri, comecché sia questo, quasi direi, il paese loro. Un tal fatto darebbe a dubitare, che a quell’età gli alabastri della Castellina non fossero conosciuti, o almeno poco apprezzati. – Avvalora il dubbio la scoperta stata fatta sulla fine del secolo ultimo decorso di un Ipogeo Etrusco presso l’antica parrocchia di S. Giovanni della Castellina posta sotto il paese, in luogo detto Spicciano. Dentro al quale Ipogeo furono ritrovate urne cinerarie di terra cotta, e alcune di esse lavorate a grafito, o dipinte, altre coperte di vernice nera, passate in Pisa presso l’Arcidiacono Venerosi Pesciolini, senza però che siasi rinvenuta in quel sepolcreto alcuna delle tante figure di alabastro, di cui sono costantemente forniti gl’Ipogei Volterrani. – Vedere CASTELLINA MARITTIMA.
Localizzazione
ID: 349
N. scheda: 4510
Volume: 1
Pagina: 203 - 204
Riferimenti:
Toponimo IGM: Le Badie
Comune: CASTELLINA MARITTIMA
Provincia: PI
Quadrante IGM: 112-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1622253, 4805864
WGS 1984: 10.51043, 43.39726
UTM (32N): 622317, 4806039
Denominazione: Le Due Badie, di S. Donnino, Badia di S. Quirico a Moxi
Popolo: S. Giovanni alla Castellina Marittima
Piviere: S. Giovanni alla Castellina Marittima
Comunità: Castellina Marittima
Giurisdizione: Rosignano
Diocesi: Pisa
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana
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