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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Quona, Cona, Cuona (e Torre a Cona, a Poni)

 

(Quona - S. Martino a Quona (a SO))

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    QUONA, CONA, e TORRE a CONA, o a PONI nel Val d’Arno sopra a Firenze. Tre luoghi diversi portano il nome più o meno alterato di Quona, o Cuona, dei quali uno solo ha dato il titolo a due popoli attualmente riuniti (S. Martino e S. Giusto a Quona, o Cuona) nel piviere di Remole, Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane tre a maestro del Pontassieve, Diocesi e Compartimento di Firenze.
    In questo luogo di
    Quona o Cuona fu un castello di magnati diverso dal Quona di Pitiana e dal Quona della Torre a Ponia, o Poni. Questo di Remole era situato nel risalto di uno de’poggi che diramansi da Montefiesole fino al Pontassieve e che dividono le acque scorrenti dal lato di ponente direttamente in Arno da quelle che dalla parte orientale influiscono in Sieve.
    Di cotesto castello di
    Quona diede notizia Messere Lapo da Castiglionchio quando in una sua epistola scriveva al figlio, che costà era stato un castello, che chiamossi Cuonna, e che ancora così si chiama il poggio presso la città di Firenze a dieci miglia, castello che fu fortissimo di sito, di mura e di rocca inanzi che venisse disfatto del tutto per il Comune di Firenze.
    Agl’
    Articoli FILICAJA in Val di Sieve, e PONTASSIEVE si disse, che i signori da Quona fino dai primi secoli dopo il mille possedevano costà verso il Pontassieve, oltre la torre dei Filicaja, anco il padronato della chiesa di S. Michele, e che alcuni di quei nobili intorno al 1220 rinunziarono a Giovanni da Velletri vescovo di Firenze insieme con i beni
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    spettanti a quella chiesa, fra i quali vi furono effetti fra il poggio di Filicaja ed il castellare di Quona. Dalla quale ultima espressione di castellare il Borghini dedusse che il castel di Quona fosse, come scrisse messer Lapo, da molto innanzi disfatto.
    All’incontro riferiscono ad altro luogo di
    Cuona o Conia posto sotto la Vallombrosa molti documenti di quella insigne badia, ora nell’Archivio Diplomatico di Firenze.
    Uno de’quali, rogato il 28 dicembre 1135 nel castello di
    Conia, tratta della cessione per lire 13 di denari lucchesi a favore della chiesa e monastero di Vallombrosa che fece Ildebrando del fu Guinisello e Adelina del fu Albertino di Guglielmino sua consorte di tutti i beni che quei coniugi possedevano dal monte di Magnale a Ristonchi e di là estendendosi fin’a S. Ellero ed a Pelago.
    Ma cotesto Ildebrando non fu il solo tra i figliuoli di Guinizello, tostoché due altri se ne affacciano in altro istrumento del marzo 1142 scritto nel mercatale di S. Ellero, nel quale trattasi della rinunzia che fecero a favore del Monastero di Vallombrosa i due fratelli Rodolfuccio ed Azzolino del fu Guinizzello di tutti i diritti e delle decime dovute loro da un tal Riguccio di Cognano.
    La cessione pertanto d’Ildebrando fu rinnovata da Alberto suo figlio e da Castoria di lui moglie a favore del monastero di Vallombrosa, per la quale il sindaco di quell’abate pagò al cessionario cento soldi d’argento; e ciò mediante istrumento rogato a
    Cuona lì 27 luglio del 1189, cui si sottoscrissero diversi testimoni, fra i quali un Renuccino da Cuona.
    Finalmente in altro documento fatto in
    Volognano lì 6 giugno 1226 si rammentano due figli
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    del nominato Alberto da Cuona, cioè, Ruggiero e Filippo. A uno dei quali, cioè a Ruggiero del fu Alberto, appella altro documento del 18 agosto 1226 scritto presso il Monastero di Vallombrosa, nel tempo che quel magnate gli donava un pezzo di terra con bosco posto nella curia di Rignano. (loc. cit.).
    Questo è quel
    Ruggieri di Alberto da Cuona, del quale abbiamo scoperto l’avo Ildebrando nella carta del 27 luglio 1189, e il bisavo Guinizello nell’altra del 28 dicembre 1135, tutti stati signori di uno dei castelli di Cuona o Conia, posto nei contorni del monte di Vallombrosa.
    Era cotesto quel messer
    Ruggieri da Cuona che alla fine del secolo XII abitando nelle sue case in Firenze presso il ponte a Rubaconte, diede il nome ad una porta del secondo cerchio, appellata di messer Ruggieri da Cuona. Vedere FIRENZE, Cerchi diversi della città.
    Si è detto che nel documento del 1189 era sottoscritto fra i testimoni un
    Renuccino da Cuona, il quale assistè al contratto di cessione fatta al Monastero di Vallombrosa da messer Alberto padre di Ruggieri da Cuona.
    Dove poi fosse cotesto secondo luogo di
    Cuona o Conia lo dichiarano due altri istrumenti pure del Monastero di Vallombrosa; il primo de’quali del 21 ottobre 1395 tratta della vendita fatta a quella badia di un podere con casa posta nella villa Donnini, luogo detto a Conia, istrumento che fu rogato nella villa Donnini, popolo di Pitiana, Lega di Cascia del Val d’Arno di sopra, mentre l’altro documento fu scritto lì 4 marzo 1405
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    pur esso nella villa Donnini popolo di S. Stefano a Pitiana della Lega di Cascia. Vedere DONNINI.
    Sicché a questo Casale di
    Conia, borghetto esistente tuttora sotto Donnini nel popolo di Fontisterni, si adattano i confini indicati dall’Ajazzi a pag. 47 dei Ricordi storici Rinuccini, dove si dice, che cotesto Castello di Cuona (Conia) era alle radici del monte di Vallombrosa, il quale alla distanza di due in tre miglia avea Ristonchi a grecale e Altomena più vicino a settentrione, S. Ellero a ponente e Rignano a ostro libeccio. Di questo borgo o castelletto furono padroni gli ascendenti di Ruggiero da cuona, mentre al Renuccino da Cuona, testimone con altri signori al contratto del 27 luglio 1189, dové appartenere un altro castello omonimo che sarebbe il terzo de’sopra nominati.
    Cotesto terzo
    Cuona, di cui, secondo il nostro Ajazzi, fu possessore il Renuccino predetto, corrisponderebbe per avventura a quel castello innalzato, non so quando, sul dorso del monte di S. Donato in Collina, che suol appellarsi Torre a Cona, e più comunemente a Poni, nel popolo di S. Stefano alle Corti, piviere di Miransù, Comunità e circa miglia toscane tre a ponente di Rignano, diocesi di Fiesole, Compartimento di Firenze.
    All’
    Articolo CORTI (S. STEFANO ALLE) dissi, che probabilmente a questo luogo di Quona fu dato anche il titolo di Corti dalle torri e castellucci che i nobili da Quona possedevano costà sul varco del monte, pel quale passa l’antica strada regia Aretina e dove l’illustre prosapia de’Marchesi Rinuccini conserva in mezzo a vaste possessioni di case e terreni una grandiosa villa denominata la Torre a Ponia
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    o a Poni, invece di Cuona.
    Infatti il compilatore de’
    Ricordi storici Rinuccini descrivendo cotesto resedio lo dice coronato di merli con 4 fortini nelle cantonate, sopra due de’quali furonvi de’mulini a vento, oltre un gran torrione separato, pel quale si ha accesso alla villa. Cotesto torrione ha i lati di braccia 14 a 16, sopra 40 di altezza, la cui sommità è coronata da merli e da sportici di solidissima struttura, il tutto lavorato in pietra arenaria squadrata.
    A questo Castello di Conia o
    Ponia ne richiamano alcuni atti per intiero riportati o citati ne’Ricordi storici Rinuccini; nel primo de’quali, dell’anno 1072, comparisce un Guido da Cona in qualità di testimone ad una protesta fatta dagli uomini di Cintoja contro quelli di Celle presso Montescalari.
    In altra carta del 1095 appartenuta alla badia di Coltibuono è rammentato un
    Ridolfino figlio di Guido da Pogne, cioè, da Conia, i di cui figli sono ricordati in un atto pubblico del 1117 proveniente della badia di Vallombrosa.
    La qual ultima
    Conia de’Rinuccini non ha a che fare né con la Quona di Remole, di cui furono signori i nobili da Castellonchio e da Volognano, né con la Conia di Pitiana appartenuta ad altra diramazione di quella prosapia.
    Che quest’ultima stirpe fosse consorte de’signori da
    Quona di Remole detti anche da Volognano e da Castellonchio lo dichiara l’istrumento del 6 giugno 1225 di sopra citato, quando cioè i fratelli Ruggieri e Filippo figli del fu Alberto da Cuona, risiedendo in Volognano, alienavano per lire venti alla badia di Vallombrosa un pezzo di terra posto nel
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    popolo di S. Stefano, in luogo detto Cognano, piviere di S. Leolino a Rignano.
    Lascio ai genealogisti la cura di rintracciare i discendenti di Filippo d’Alberto da Cuona, limitandomi solo ad accennare, che dal di lui fratello messer Ruggieri nacque un altro messer Alberto, il quale nel 12 gennajo 1249, stando in Poggibonsi fece quietanza al Comune di Monte Castelli di lire 25 per resto di suo salario di nove mesi che era stato rettore, ossia giusdicente di quel paese.
    È quello stesso Alberto del fu Ruggieri da Cuona, il quale essendo creditore di Ranieri vescovo di Volterra, ricorse davanti al potestà di Firenze per esser pagato. (ARCH. DIPL. FIOR. Carte della Com. di Volterra. AMMIR. ne’Vescovi di Volterra).
    Dal Castello di Quona sopra Remole venne la famiglia da Castiglionchio, ora Ricasoli Zanchini, della quale scrissero Lapo da Castiglionchio nelle sue lettere al figlio Bernardo e poi il suo editore Lorenzo
    Meus.
    Infatti la parrocchia di S. Martino a
    Quona è di padronato della casa Ricasoli Zanchini succeduta ai nobili da Quona e da Castiglionchio. Essa nel 1833 contava 434 abitanti.

    QUONA , o CUONA nel Val d’Arno sopra Firenze. – Dove si parla (Vol. IV. pag. 703) di un
    Guido da Cuona rammentato in un istrumento del 1072 pubblicato ne’Ricordi storici Rinuccini, aggiungerei , qualmente sembra che fosse quel Guido da Cuona, il quale assistè la contessa Beatricei n varj placiti, uno dei quali del 25 febbrajo 1072 tenuto in Firenze a favore delle monache di S. Felicita dal Ponte Vecchio. – (MURAT. Anit. Med. Aevi Dissert. VI.)
    Finalmente ivi si corregga la data di un istrumento che fu dei 6 giugno
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    1226, e non del 1225.
Localizzazione
ID: 3514
N. scheda: 43570
Volume: 4; 6S
Pagina: 702 - 704; 210
Riferimenti:
Toponimo IGM: Quona - S. Martino a Quona (a SO)
Comune: PONTASSIEVE
Provincia: FI
Quadrante IGM: 106-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1695494, 4852118
WGS 1984: 11.4309, 43.79785
UTM (32N): 695558, 4852293
Denominazione: Quona, Cona, Cuona (e Torre a Cona, a Poni)
Popolo: S. Martino e S. Giusto a Quona
Piviere: S. Giovanni Battista a Remole
Comunità: Pontassieve
Giurisdizione: Pontassieve
Diocesi: Firenze
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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