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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Raggiolo, Ragiolo, Rezzuolo - Casentino

 

(Raggiolo)

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    RAGGIOLO, RAGIOLO, talvolta REZZUOLO nel Val d’Arno casentinese. – Castello con chiesa plebana (S. Michele) capoluogo di Comunità, nella Giurisdizione di Poppi, Diocesi e Compartimento di Arezzo.
    Risiede sul fianco orientale del monte di Prato Magno nella porzione che si appellò
    Montagna fiorentina, là dove si riuniscono due sproni, lungo uno de’quali dal lato di settentrione scorrono le acque del torrente Teggina, mentre a piè dell’altro verso scirocco passa il borro di Barbatoja che sotto a Raggiolo confluisce nel primo. – L’angustia pertanto di questo profondo vallone toglie agli abitanti di Raggiolo varie ore di sole, massimamente nella stagione invernale.
    Trovasi fra il grado 29° 18’ di longitudine e il grado 43° 59’ 2" di latitudine, circa miglia toscane 5 a libeccio di Poppi, altrettante a ostro del Castel S. NiccoIò, appena due miglia toscane a ponente di Ortignano, 8 da Bibbiena nella stessa direzione, e miglia toscane 4 a maestro di Castel Focognano.
    La storia delle vicende politiche di questo castello è alquanto confusa, perchè non conosco ancora se quel nobile Goffredo d’Ildebrando, fedele dell’Imperatore Ottone I, fu, come io altrove supposi, l’autore de’conti di Caprese, di Monte d’Oglio e forse anche degli Ubertini di Arezzo. Dondechè mi limiterò a dire, che al predetto Goffredo ed ai suoi eredi quell’imperante, con privilegio dato in Ostia li 7 dicembre dell’anno 967, concedè in feudo un’estensione di paese alpestre posto fra Verghereto, Monte Feltro, la Badia Tedalda, la Massa Verona (
    Pieve S. Stefano) l’Alvernia, Corezzo, oltre alcune ville del Casentino, fra le quali la corte di Clotiniano, quella di Compito, e la villa Ragiola, ecc. comprese nel contado aretino. – (ANNALI CAMALDOLESI T. I. Appendice) – Vedere CHITIGNANO, ORNINA e POGGIO ORSONA.Comecchè innanzi di arrivare dal
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    X al XIV secolo vi sia una grande laguna da percorrere, mi contenterò per ora indicare che gli Ubertini di Chitignano dominavano anche in Raggiolo, quando nel 1325 furono spogliati dei loro castelli dal famoso vescovo aretino Guido Tarlati. È noto pure che in Raggiolo poco dopo signoreggiarono Pier Saccone con Marco suo figlio; siccome è noto che quei Pietramalesi per istrumento del 20 maggio 1347 si sottomisero con il loro castello di Raggiolo alla Repubblica Fiorentina. Fu in occasione di quell’accomandigia che s’indicarono i confini della sua giurisdizione territoriale come appresso dalla parte del Casentino serviva di limite al medesimo il territorio di Garliano e di Civitella secca, tutti nella Montagna fiorentina, e per la parte del Val d’Arno superiore, a partire dal giogo di PratoMagno, si toceave col territorio della rocca di Giogatojo e col distretto dei castelli della Trappola e di Loro.
    Ma pochi anni dopo Pier Saccone coi figli avendo abbracciato il partito dell’arcivescovo Visconti di Milano, osteggiò contro i Fiorentini. Che sebbene a tenore della pace di Sarzana del 1353 restituiti fossero ai ribelli gli antichi possessi, non lasciò per questo il di lui figlio Marco Tarlati contro i patti della pace d’inquietare i conti Guidi. di Battifolle. Dondechè il Conte Roberto figlio del Conte Simone di Poppi avendo ricevuto ingiuria di cavalcate e prede fatte nel suo contado dalle masnade di Marco signor di Raggiolo, anche egli, dopo armati i suoi fedeli, e vassalli all’entrata di aprile del 1356 se ne andò a Raggiolo che cinse d’assedio; ed ivi richiamando continui rinforzi strinse in modo gli assediati che più non si potevano difendere. Allora Marco mandò a richiedere al Comune di Firenze che a forma de’patti della pace non permettesse al conte Roberto di seguitare l’impresa. Il
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    conte si recò a Firenze per dimostrare a que’Signori che Marco era stato il promotore di guerra, ma che egli aveva ricusato di approvare e ratificare per carta la pace secondo i patti. Non ostante l’ingiuria ricevuta e la spesa fatta, il conte Roberto per ubbidire agli ordini della Signoria, lasciò l’impresa, e a dì 18 aprile dello stesso anno se ne tornò alla sua residenza in Casentino. – (MATT. VILLANI, Cronic. Lib. VI. Cap. 21.)
    Lo storico Medesimo al capitolo 61 del Libro VII aggiunge la notizia, qualmente i terrazzani del Castello di Raggiolo, dappoichè furono liberati dall’assedio del conte Roberto, obbedendo malvolentieri a Marco di Pier Saccone, sul di cui conto erasi sparsa voce che li volesse vendere al Comune di Firenze, allorchè vi mandò nuove genti a guardia della rocca, quelli del castello non le vollono ricevere, e tosto nominarono un loro sindaco incaricato di recarsi a Firenze con pieno mandato di dare il paese con tutte le sue pertinenze a quella repubblica. – Non lasciò tampoco Marco d’inviare a Firenze un rappresentante per esporre le ragioni che egli aveva sul Castello di Raggiolo, risoluto di darlo alla Repubblica Fiorentina. Ma i Signori nel 29 aprile del 1357 dopo aver ascoltato il procuratore di Marco, e appresso quello degli uomini del castello, deliberarono, che Raggiolo col suo distretto si recasse a contado, e che fosse unito agli altri paesi della Montagna fiorentina, con i quali già confinava il suo territorio, costituendolo fino d’allora in corpo di comunità, che fu poco dopo sottoposta alla potesteria di Castel S. Niccolò.
    La parrocchia di S. Michele di Raggiolo fu eretta in pieve con decreto del vescovo di Arezzo del giorno 5 aprile 1735, staccandola dalla battesimale di Socana, e riunendo la chiesa antica di S. Brigida a Raggiolo
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    all’oratorio di S. Michele a Quota, i di cui beni vennero ammensati alla nuova plebana col titolo di S. Michele a Raggiolo.
    Da questo castelletto ebbe nome ed origine don Girolamo
    Radiolense Vallombrosano, noto per dottrina oltre di essere stato accettissimo a Lorenzo de’Medici il Magnifico, essendo egli autore di varie opere e degli elogj di alcuni monaci di santa vita della sua Congregazione. – Fu pure da Raggiolo un altro religioso, fra Guido Domenicano, grammatico valente e oratore, che ottenne nel 1391 il perdono a 200 de’suoi casentinesi, i quali, all’occasione della guerra de’Fiorentini contro il conte di Virtù, si erano ribellati al governo di Firenze.

    MOVIMENTO della Popolazione del CASTELLO di RAGGIOLO a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici secolari e regolari -; numero delle famiglie 125; tatale della popolazione 546.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 80; femmine 83; adulti maschi 172, femmine 140; coniugati dei due sessi 178; ecclesiastici secolari e regolari 5; numero delle famiglie 144; tatale della popolazione 658.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 128; femmine 113; adulti maschi 74, femmine 103; coniugati dei due sessi 272; ecclesiastici secolari e regolari 6; numero delle famiglie 146; tatale della popolazione 696.
    ANNO 1840: Impuberi maschi 104; femmine 106; adulti maschi 111, femmine 117; coniugati dei due sessi 252; ecclesiastici secolari e regolari 5; numero delle famiglie 145; tatale della popolazione 695.

    Comunità di Raggiolo. – Il territorio di questa Comunità occupa una superficie di 5042 quadrati 84 dei quali spettano a corsi d’acqua e a strade. – Vi si trovavano nel 1833 numero 700 persone, in proporzione ripartitamente di 114 abitanti per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
    Confina con il territorio di quattro Comunità del Casentino; cioè
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    dal lato di scirocco con la Comunità di Ortignano e nella parte superiore per breve tragitto con quella di Castel Focognano, con la quale volta faccia da scirocco a libeccio passando sopra le scaturigini del fosso Pozzonera, che più a basso prende il vocabolo di Barbatoja, finché davanti a Raggiolo si congiunge al torrente Teggina. Salito verso le sorgenti di altro fosso, detto d’Acqua di Corbo, trova presso la sommità di Prato Magno la Comunità di Castel S. Niccolò, con la quale il territorio comunitativo di Raggiolo fronteggia, da primo dirimpetto a libeccio, poscia a ponente dopo oltrepassate le sorgenti del fosso Ceraja, ch’è la più alta origine del torrente Teggina, e di costà scende il monte per termini artificiali nella direzione di grecale lungo lo sprone de’poggi che fiancheggiano dal lato manco il valloncello Teggina fino a che voltando faccia da maestro a settentrione grecale sottentra a confine il territorio della Comunità di Poppi, col quale quasi un miglio sotto a Raggiolo scende nel torrente Teggina, e lungh’esso poco dopo ritrova nella ripa destra il territorio della Comunità di Ortignano.
    Tutte le vie che passano per questa contrada sono comunitative e pedonali. – Rispetto alla maggiore elevatezza del suo territorio puossi indicare quella sopra le sorgenti del torrente
    Teggina che trovasi da 2000 braccia a un circa più elevata del livello del mare Mediterraneo.
    Nei dintorni e al di sopra di Raggiolo il territorio è coperto quasi tutto di castagni, albero il cui frutto fornisce costante nutrimento a quel popolo in tutte le stagioni dell’anno, mentre fra gli animali di maggior prodotto contansi costà le pecore e gli animali neri. Contuttociò nelle pendici più basse e meglio esposte di cotesto territorio
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    non mancano le viti, che producono un discreto vino, il quale è grande maraviglia assaporare costà fra i dirupi settentrionali del monte di Prato Magno.
    La chiesa parrocchiale di S. Michele a Raggiolo è di libera collazione del vescovo di Arezzo.
    La Comunità ha il suo giusdicente e la cancelleria comunitativa in Poppi, dove sono pur anco l’esattore del Registro e l’ingegnere di Circondario. La conservazione delle Ipoteche ed il tribunale di Prima istanza trovansi in Arezzo.

    QUADRO della Popolazione del CASTELLO di RAGGIOLO a quattro epoche diverse.

    - nome del luogo: RAGGIOLO, titolo della chiesa: S. Michele (Pieve), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1551 n° 546, abitanti anno 1745 n° 658, abitanti anno 1833 n° 696, abitanti anno 1840 n° 695

    N. B.
    Nelle ultime due epoche, del 1833 e 1840, entravano in questa Comunità dalla parrocchia di Quota
    -
    anno 1833 abitanti n° 4
    - anno 1840 abitanti n° 6

    - Totale abitanti anno 1833: n° 700
    - Totale abitanti anno 1840: n° 701

    RAGGIOLO nel Val d'Arno casentinese. – Si aggiunga. – Nel 1833 la Comunità di Raggiolo contava con un piccolo annesso
    Abitanti 700 e nel 1845 senza l'annesso ne aveva 705.
Localizzazione
ID: 3529
N. scheda: 43740
Volume: 1; 4; 6S
Pagina: 511 - 512; 720 - 723; 56, 212 - 213
Riferimenti: 6530
Toponimo IGM: Raggiolo
Comune: ORTIGNANO RAGGIOLO
Provincia: AR
Quadrante IGM: 107-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1718600, 4839565
WGS 1984: 11.71271, 43.67848
UTM (32N): 718664, 4839739
Denominazione: Raggiolo, Ragiolo, Rezzuolo - Casentino
Popolo: S. Michele a Raggiolo
Piviere: S. Michele a Raggiolo
Comunità: Raggiolo
Giurisdizione: Poppi
Diocesi: Arezzo
Compartimento: Arezzo
Stato: Granducato di Toscana
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