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Rapolano - Badia di Rapolano - Bagni di Rapolano - Via, Strada Traversa del Sentino - Acque minerali

 

(Rapolano Terme - Pieve Vecchia (a O))

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    RAPOLANO nella Valle dell’Ombrone sanese. – Castello capoluogo di Comunità, con antichissima pieve (S. Vittorio in S. Maria Assunta) nella Giurisdizione di Asciano, Diocesi di Arezzo, Compartimento di Siena.
    Risiede sulla strada provinciale traversa del Sentino sopra una collina marnosa sparsa di banchi estesissimi di calcare concrezionato, ad una elevatezza di circa 720 braccia fiorentine fra il grado 29° 15’ 8" di longitudine ed il grado 43° 17’ 7" di latitudine, 5 in 6 miglia toscane a settentrione-grecale di Asciano, 6 in 7 miglia toscane a scirocco di Castelnuovo della Berardenga e 17 miglia toscane a levante- scirocco di Siena.
    Fu Rapolano signoria de’conti di origine salica della Berardenga e della Scialenga, volgarmente conosciuti sotto il vocabolo di
    Cacciaconti, e Cacciaguerra.
    Però nella storia politica cotesto paese di Rapolano incomincia a comparire verso il 1175 quando alcuni suoi signori posero cotesto paese col suo distretto ed abitanti sotto l’accomandigia del Comune di Siena.
    Gl’istorici fiorentini poi ci avvisano che nel 1208 un esercito del loro Comune capitanato da Gualfredotto di Milano, allora potestà di Firenze, essendo tornato a far oste contro i Sanesi, dopo aver disfatto il castel di Rigomagno sui poggi di Val di Chiana penetrò fino a Rapolano, menandone gran preda e molti prigioni.
    Anche nel 1253, dissero gli autori medesimi, che il castel di Rapolano e molte altre fortezze e ville de’Sanesi furono assalite, prese ed arse dai Fiorentini
    . – (RICORD. MALESPINI, Istor. fior. Cap. 101 e 153, e G. VILLANI, Cronica Lib. V. Cap. 34 e Lib. VI. Cap. 55).
    Fra le membrane degli Agostiniani di Siena, ora nell’Arch. Dipl. Fior. esiste una bolla del Pontefice Urbano IV del 2 luglio 1262 spedita da Viterbo al pievano della pieve di Rapolano, ad oggetto d’indurre il potestà,
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    capitano, consoli e Comune di Siena a revocare un ordine bandito contro l’abate e monaci di S. Maria a Monte Follonica dell’ordine di S. Benedetto, col quale invitavano gli uomini di Monte Follonica ad emanciparsi dalla soggezione spirituale e temporale verso detti monaci e abate, e dalla responsione dei diritti loro appartenenti. – Vedere MONTE FOLLONICA.
    Andrea Dei nella sua Cronica racconta sotto l’anno 1266, che l’oste sanese occupò Grosseto e Rapolano, e lo storico Malavolti aggiunge il motivo, perchè quei popoli si erano dati ai Guelfi e ribellati dal Comune di Siena allora seguace del Ghibellinismo. Ciò trovasi pure confermato da una deliberazione presa in quell’anno dalla Signoria di Siena, colla quale fu risoluto di eleggere quattro deputati per ogni
    Terzo della Città (di Siena) onde sollecitare la spedizione dell’esercito contro i ribelli della Repubblica, i quali avevano occupato anco il Castello di Rapolano. – (ARCHIVIO DIPLOMATICO SAN. Consigl. del Popolo).
    Lo stesso Malevolti aggiunse, che i Sanesi nel 1306 sospettando che i Ghibellini di Arezzo, i quali facevano allora scorrerie nel contado sanese, non tentassero di occupare il castello di Rapolano, i Signori Nove per non tenervi guardie fecero disfargli le mura in più luoghi, come avevano fatto eseguire altre volte, acciocchè pigliando Rapolano non vi si fossero potuti fortificare. – Ciò avvenne qualche anno dopo che il Comune di Siena aveva venduto il provento de’Bagni di Rapolano (anno 1301), mentre nel 1339 la Signoria col consiglio detto della Campana della città di Siena deliberò che si allacciassero le acque chiamate di Castiglione per condurle ai Bagni di Rapolano.
    Gli ultimi avvenimenti fatali a questo paese furono quelli stessi che nel 1554 spensero la libertà sanese, allorchè un distaccamento Austro-Ispano-Mediceo nel 30 maggio del 1554 saccheggiò ed abbruciò Armajolo, e poscia
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    corse a devastare il Castello di Rapolano abbattendone le mura, delle quali attualmente resta in piede una piccola porzione con due porte castellane.
    Caduta poco dopo la città di Siena, gli abitanti di Rapolano si dovettero anch’essi sottomettere ai vincitori per atto solenne de’24 settembre 1554.
    L’antica chiesa matrice di S. Vittorio ha tre navate, la quale al pari di tutte l’altre pievi antiche è fuori del paese a piè di una collina. Cotesto tempio esisteva fino dal secolo VIII, trovandolo rammentato senza indicazione di località nella gran controversia de’vescovi di Siena contro quelli di Arezzo. – La pieve di Rapolano fu eretta in arcipretura con decreto vescovile degli 8 luglio 1752 e sotto dì 3 aprile del 1776 traslatata da quella antica di S. Vittorio nella chiesa attuale di S. Maria Assunta, già badia dei Monaci Olivetani, che fu restaurata e abbellita nell’anno 1830.
    La potesteria di Rapolano conta quasi sei secoli di fondazione. Essa fu eretta in vicariato nell’anno 1413.
    Esisteva in Rapolano uno spedaletto rammentato negli statuti di Siena del 1284 e 1349. Ma la maggior notorietà di questo paese si deve alle sue acque termali, le quali erano in credito fino almeno dal secolo XIII. –
    Vedere l’Articolo seguente Comunità di Rapolano.
    Rapolano ha un piccolo teatro. II suo pretorio è rimasto vuoto del potestà dopo la legge del 2 agosto 1838 che riunì le sue attribuzioni al vicario regio di Asciano.

    MOVIMENTO della Popolazione della TERRA di RAPOLANO a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1640: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici secolari e regolari -; numero delle famiglie 75; tatale della popolazione 500.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 163; femmine 146; adulti maschi 114, femmine 119; coniugati dei due sessi 290; ecclesiastici secolari e regolari 12;
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    numero delle famiglie 166; tatale della popolazione 844.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 173; femmine 212; adulti maschi 165, femmine 169; coniugati dei due sessi 467; ecclesiastici secolari e regolari 9; numero delle famiglie 229; tatale della popolazione 1195.
    ANNO 1840: Impuberi maschi 193; femmine 213; adulti maschi 171, femmine 180; coniugati dei due sessi 480; ecclesiastici secolari e regolari 5; numero delle famiglie 247; tatale della popolazione 1242.

    Comunità di Rapolano. – Il territorio di questa Comunità occupa una superficie di 23.039 quadrati dei quali 1.018 spettano a corsi d’acqua ed a pubbliche strade. – Vi si trovano nel 1833 abitanti 3.330, a proporzione di 121 persone per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
    Confina con sei Comunità; dalla parte volta a ponente e a ostro fronteggia col territorio di Asciano; verso ponente mediante il fiume Ombrone, a partire dalla confluenza del borro del Bagnaccio fino a quella del fosso di
    S. Romano, dove lascia il fiume, e voltando faccia a libeccio rimonta per corto tragitto il detto fosso di S. Romano per varcare la collina e andare incontro al borro di Monte Caci. Con questo scendendo verso ostro arriva al confluente di Poggio Groppoli, mercè cui si dirige a scirocco sulla strada provinciale del Sentino fra Asciano e Rapolano. Costì il territorio di Rapolano ritorna nella direzione di ostro fino al bivio della strada rotabile di Modanella, passato il qual punto trova la via pedonale del Molinello che percorre fino alla confluenza dei borri del Bestino nell’Adogia, coll’ultimo de’quali si dirige a levante finchè per la via d’Acquaviva incamminasi a ostro scirocco per entrare nella strada detta Lauretana, con la quale prende di nuovo la direzione di levante e
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    poi di scirocco; quindi attraversando l’altra via provinciale delle Folci, sale a ponente del poggio di S. Gimignanello, dove forma un angolo acutissimo per seguitare da ostro a grecale l’andamento della stessa strada Lauretana, ed è sul crine del poggio dove trova le prime sorgenti del borro dell’Infernaccio. A cotesto punto cessa il territorio di Asciano e sottentra dirimpetto a levante quello di Asinalunga col quale il nostro scende nella valle mediante il borro dell’Infernaccio fino alla strada delle Folci, che per breve tratto percorre nella direzione di levante. Giunto però allo sportello dello scolo di Montauto, taglia la strada suddetta e poco dopo quella delle Vallesi per quindi dirigersi per termini artificiali lungo il crine dei poggi fino al borro del Romito, in cui entrano i due territorj per incamminarsi sulla fiumana Foenna che trovano a levante dirimpetto a Modanella. Costì i territorj delle due Comunità s’incamminano con la Foenna verso settentrione fino al ponte sul quale passa la strada rotabile di Lucignano. Ivi viene a confine dirimpetto a grecale il territorio comunitativo di Lucignano, mediante il corso della stessa Foenna, a partire dal ponte predetto sino allo sbocco nella Foenna del borro delle Serralesi, dove sottentra dirimpetto sempre a levante la Comunità del Monte S. Savino che fronteggia con la nostra fino alla confluenza del borro Oppiaccio. A questo punto il territorio della Comunità di Rapolano lascia fuori la fiumana Foenna per arrivare nella stessa direzione mediante termini artificiali sulla strada regia della Val di Biena cha trova sul monte di Palazzuolo. Costì sottentra a confine per breve tragitto la Comunità del Bucine, e quindi dirimpetto a maestro l’altra di Castelnuovo della
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    Berardenga, da primo per termini artificiali, poscia per mezzo del borro del Bagnaccio, col quale ritorna sul fiume Ombrone dove dirimpetto a ponente ritrova il territorio della Comunità di Asciano.
    La superficie territoriale della Comunità di Rapolano nelle mappe catastali è stata repartita in venti sezioni; 1. di Marrocco, 2. di Radi- Castelli, 3. di Monte Maggiori; 4. di Monte Lucio; 5. di Monterozzi, 6. della Montagna, 7. di Modanella, 8. di S. Gimignanello; 9. delle Cetine; 10. della Violante; 11. delle Serre; 12. del Treno ; 13. di Rapolano; 14. di Armajolo; 15. delle Case; 16. di Cetinaja; 17. del Poggio S. Cecilia; 18. del Romitorio; 19. del Sarri; 20. del Piano del Sentino.
    Fra le strade regie che passano o che rasentano questa Comunità, a settentrione vi è quella della Val di Biena e a ostro la Lauretana, mentre attraversa il capoluogo la provinciale del
    Sentino, o antica Lauretana delle Folci.
    Fra le strade comunitative rotabili se ne contano tre: quella che staccasi dalla provinciale deI Sentino per salire sul Poggio S. Cecilia e al Villaggio di Modanella; la seconda strada è tracciala fra le Serre ed Asciano, ed una terza da Asciano a Rapolano, oltre altri tronchi più brevi di vie comunali.
    Rispetto alla struttura fisica del suo territorio, essa può distinguersi in due qualità, in rocce secondarie di arenaria, o di calcario compatto, che costituiscono non solo il fianco occidentale del monte di Palazzuolo, ma le diramazioni de’poggi che stendonsi verso levante dal Chianti per separare la Valle dell’Ombrone da quella della Chiana, mentre le altre rocce si riducono a crete marnose terziarie che cuoprono i colli del territorio centrale di Rapolano mascherate da banchi di travertino e di ghiaja collegata da un glutine calcareo siliceo. Cotesta formazione recente è talmente
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    abbondante costà, che ad essa debbonsi quegl’immensi depositi di travertino bianco, i quali ricuoprono il territorio di Rapolano fra il borro di Chiasella, ch’è a grecale di Armajolo, fino a piè dei poggi orientali dell’istessa Comunità.
    Tanta massa di calcare concrezionato ha la sua origine dalle copiose acque termali di Armajolo e dei contorni di Rapolano, le quali abbandonando per
    via una porzione del gas acido carbonico che tiene in dissoluzione gran copia di calce, obbligano il sotto carbonato a depositarvisi, infiltrandosi nel subiacente terreno in forma di concrezione insolubile.
    All’Articolo ACQUE MINERALI inclusi queste di Rapolano nella sesta serie di quel Prospetto, cioè nelle
    Acque minerali che sorgono dai terreni di sedimento superiore, o medio fra le concrezioni tartarose (Volume I pag. 49); e ciò in vista che le minerali di Rapolano scaturiscono da immensi banchi di travertino, cui soggiace la marna conchigliare cerulea del Brocchi.
    Varj chimici e naturalisti hanno pubblicato in più tempi l’analisi di coteste acque; tali sono, il Dottor Mesny, il Professor Domenico Battini, il chimico Hoefer, il naturalista Giorgio Santi, il Professor Giuseppe Giulj e più di recente il Professor Antonio Targioni Tozzetti. Io mi limiterò a indicare i resultamenti di quest’ultimo, come quelli dedotti da analisi chimiche eseguite con precisione e secondo i metodi pin confa enti ai progressi della scienza. Tali mi sembrano quelle dallo stesso Professore nel 1835 pubblicate sulle
    Acque solfuree termali di Rapolano; e le altre del 1840 sui Nuovi Bagni minerali di S. Maria delle Nevi a Rapolano, e delle loro Acque acidula e sulfurea, siccome è sperabile che in breve pubblicherà le analisi delle Acque termali di Armajolo.
    In quanto alla corografia ed alla geognosia del suolo di Rapolano lo stesso autore nel primo opuscolo
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    del 1835 informava, che «la collinetta di travertino, su cui risiede la Terra di Rapolano, è appoggiata e forma continuazione della pendice occidentale di quella catena di monti detti di Rapolano, la quale si estende da Palazzuolo fino a Montalceto nella direzione di settentrione a ostro, separando la Val di Chiana dalla Valle dell’Ombrone superiore; della quale ultima valle fa parte il bacino di Rapolano. In esso bacino le incrostazioni travertinose si estendono lateralmente alla Terra medesima, sebbene con qualche interruzione ed irregolarità fino alla ripa sinistra dell’Ombrone; e sono esse talmente abbondanti da ricuoprire una gran parte del terreno marnoso terziario, costà comunemente appellato delle Crete sanesi (Marna conchigliare subappenninica del Brocchi.) »
    « In molti luoghi egli osservò, che quel travertino forma tanti estesi crostoni o panconi orizzontali, ricoperti poi da terreno argilloso e coltivato; lo che più specialmente avviene dal lato di settentrione di Rapolano. – Vide ancora che dalla parte di libeccio dello stesso capoluogo le masse calcaree incrostanti erano più gibbose e più irregolari, stantechè in quella parte il suolo declina con maggiore ripidezza verso l’Ombrone.»
    «Alla base meridionale della Terra di Rapolano lo scosceso ed eroso terreno al di sotto della collina di travertino, sopra il quale sono edificate le case, lascia scorgere alcune vaste masse di calcario stratiforme ossia alberese, appartenente all’ossatura della catena de’sovrastanti monti che separano le due valli, e la cui roccia alternante con l’arenaria si estende fino costà. A cotesto terreno secondario trovasi addossato e da questa parte limitato il deposito della marna argillosa conchiglifera lasciatovi dal mare; il quale deposito costituisce i vasti terreni delle Crete nella provincia superiore senese.»
    «Quindi (soggiunge il Targioni) sopra questa marna riposa all’intorno di Rapolano la vasta incrostazione di travertino, lasciatovi dalle acque minerali, che in più luoghi,
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    in più tempi, e per considerabile spazio di secoli pullularono in quelle adiacenze.»
    «Alla distanza di poco meno che un miglio da Rapolano, scendendo nella direzione di libeccio si trovano le sorgenti termali sulfuree, le quali propriamente sono conosciute col nome di
    Bagni di Rapolano. Dall’opposta parte, circa un miglio a settentrione di cotesta Terra, scaturisce l’altra sorgente minerale, nota comunemente sotto il vocabolo di Bagno d’Armajolo o di Colle.»
    Quest’ultima sorgente prossima ad un piccolo torrente è quella che fu scoperta nel 1776, o piuttosto indicata come medicinale dal dottor Mesny che in quell’anno pubblicò una sua analisi chimica nelle Novelle letterarie di Firenze, comecchè avanti la comparsa degli scritti del Mesny la stessa acqua termale fosse stata rammentata dal Cavalier Pecci nella sua Opera MS. Sullo stato antico e moderno di Siena. P. I pag. 223, ma non come usata in medicina.
    Di quest’acqua minerale di
    Armajolo e di Colle, oltre il Mesny ne trattarono in seguito il Professor Batini nelle sue Ricerche intorno alle acque minerali epatiche ecc. il Santi ne’suoi Viaggi T. III., ed il Professor Giulj nel Volume terzo della sua Storia naturale delle Acque Minerali di Toscana. II quale Professore sanese in quella sua opera annunziò un’altra sorgente termale solfurea detta delle Rombole dal nome di un vicino podere. Essa scaturisce a piè delle colline delle Serre, a non molta distanza dall’Ombrone, circondata da alte rupi di creta, comparsa di corto, forse dopo la rovina della crosta del travertino che la nascondeva.
    Volgendosi di là a settentrione dopo un altro miglio toscano si trovano i Bagni di Rapolano alla base di una collina. Al nord della quale vi è una specie di cratere dell’estensione di circa mille braccia quadrate, dal di cui
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    fondo vien fuori sempre ed in varj punti dell’acqua termale in piccola quantità accompagnata da correnti inesauste di gas acido carbonico e di altri gas irrespirabili.
    Lo stesso Professor Giulj indicando la natura del terreno e dei minerali che s’incontrano nei poggi fra Palazzuolo e le Serre, fa sapere che nella parte inferiore del monte stesso dalla parte volta verso Rapolano si trova del rame nativo unito all’antimonio, che l’A. indica
    disposto a strati alternanti con il carbonato verde e bleù di rame, e di cui si servono i fabbricanti di figuline per dare alle terre una vernice verde.
    Ma tornando agli esami già fatti o per farsi delle acque termali in discorso, il Professor Antonio Targioni Tozzetti, che ci promette di dare quanto prima alla luce i resultamenti delle sue ricerche analitiche sui Bagni termali di Armajolo, frattanto in anticipazione ne fa sapere che quell’acqua di Armajolo ha una grande analogia con l’acqua di Rapolano ed è da riferirsi sicuramente al gruppo medesimo, contenendo essa molta calce tenutavi sciolta da gran copia d’acido carbonico, per cui si preferisce all’altra in bevanda.
    Rispetto ai
    Bagni termali solfurei propriamente detti di Rapolano ecco le resultanze dell’analisi chimica eseguita nel 1834 dal Professor sulIodato, e da esso lui pubblicate in Firenze nel 1835.
    Proporzione dei gas sciolti nell’acqua minerale di Rapolano, alla temperatura di zero ed alla pressione atmosferica di 28 pollici, in una libbra d'acqua pari a
    6912 grani.

    Aria atmosferica in peso, Gr. 0,481,825
    Aria atmosferica in volume, Poll. cub. 0,918

    Gas idrogene solfato in peso, Gr. 1,843,003
    Gas idrogene solfato in volume, Poll. cub. 2,982

    Gas acido carbonico in peso, Gr. 6,059,812
    Gas acido carbonico in volume, Poll. cub. 7,580

    Proporzione delle sostanze saline
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    disciolte e che mineralizzano quell’acqua termale, per ogni libbra come sopra.
    Carbonati di calce, Grani 23,339
    Carbonati di magnesia, Grani 0,709
    Solfati di Calce, Grani 2,723
    Solfati di Soda, Grani 2,538
    Solfati di Magnesia, Grani 2,660
    Cloruri di Sodio, Grani 0,327
    Cloruri di Magnesio, Grani 0,236
    Cloruri di Calcio, Grani 0,097
    Silice, Grani 0,206
    Materia resinosa estrattiva, Grani 0,165
    Somma Grani 33,000
    Rispetto alle nuove sorgenti dell’acqua termale sulfurea
    di S. Maria delle Nevi a Rapolano, queste sparirono poco dopo di esser state messe in opera. – Non così la sorgente acidula fredda poco distante dall’altra perduta, né molto lungi dai Bagni di Rapolano per il lato di settentrione, la quale a seconda dell’analisi chimica istituita sul luogo dal Professor Antonio Targioni Tozzetti, per ogni libbra del peso di 6912 grani di acqua, contiene le sostanze seguenti:
    Gas acido carbonico, Grani 15,5092
    Gas atmosferico, Grani 0,4613
    Carbonato di calce , Grani 21,1500
    Carbonato di magnesia , Grani 0,6000
    Solfato di calce, Grani 2,4819
    Solfato di magnesia, Grani 0,6000
    Solfato di soda, Grani 2,3058
    Cloruro di sodio, Grani 0,2874
    Cloruro di magnesio, Grani 0,2085
    Cloruro di calcio, Grani 0,0915
    Silice, Grani 0,1875
    Materia resinosa estrattiva, Grani 0,1125
    Perdita, Grani 0,1500
    Somma Grani 44,1459

    In quanto alle acque minerali di Armajolo, costituenti i veri Bagni sulfurei di Rapolano attenderemo, lo ripeto, l’analisi e respettiva descrizione che sta per pubblicare il prenominato autore.
    Rapporto alle produzioni di suolo di questa Comunità, lo stesso autore fino dal 1835 annunziò, che la campagna all’intorno di Rapolano non è dispregevole, mentre abbonda dei principali prodotti, ed in modo speciale degli ulivi, i quali vi prosperano assai bene da dare buon profitto a quegli agricoltori che da varj anni ne promossero la coltivazione. Quindi in nota al
    libro Sulle acque sulfuree termali di Rapolano aggiunge, che in tutto quel ripiano molto esteso, e che
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    rimane a settentrione di Rapolano, gli ulivi hanno le loro barbe al di sotto del crostone o pancone di travertino, riposante, come si disse, sulle marne conchigliari, sebbene lo stesso travertino sia ricoperto da uno strato di terra vegetativa, sul quale si semina il grano o si piantano le viti ed altri vegetabili non arborei. Cotesta giacitura fa sì che gli ulivi mantengonsi freschi e vegeti sempre, e che non soffrono mai per la siccità dell’estate. »– Vedere ASCIANO Comunità.
    L’aria nel paese, soggiunge il Professor Targioni, per quanto sia poco rinfrescata in estate, ed eziandio sottoposta alle variazioni meteoriche nelle altre stagioni, pur tuttavia si può dir sana; sennonchè, come avvertì il Pecci, nell’inverno essa riesce un poco umida. – Nella campagna più bassa verso i Bagni, e nel piano lungo l’Ombrone, l’aria è meno buona che altrove, perlochè non conviene restarvi esposti senza i debiti riguardi, tanto di prima mattinata che al calor del sole nell’estate e nell’autunno. Quindi quelli che vanno a farvi i bagni solfurei è bene che restino ad abitare dentro Rapolano dov’è facile il trovare i necessarj comodi per la vita.
    Le acque potabili del paese sono cariche di carbonati e di solfati calcarei, che in parte abbandonano col riposo, ed in maggior copia ancora tosto che si fanno bollire.
    La Comunità di Rapolano all’epoca del regolamento del 2 giugno 1777 era composta di 4 comunità e di 5 comunelli. Spettano alle prime
    Rapolano, le Serre, Armajolo e Poggio S. Cecilia; appartengono ai secondi S. Gimignanello, Modanella, Lati- Castelli, Campiglia d’Ombrone, e Castiglion Barotti.
    La sua potesteria a tenore della legge del 2 gennaio 1774 relativa all’organizzazione de’tribunali di giustizia nella Provincia superiore dello Stato di Siena, fin d’allora abbracciava tutte le predette 4 comunità con
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    cinque comunelli aggregati. Cotesta potesteria con la legge del 2 agosto 1838 fu soppressa.
    A proposito del pretorio di Rapolano il Gaye nel suo Carteggio inedito di artisti riporta una lettera di un pittore sanese incaricato da quella repubblica sul finire del secolo XV a dipingere l’arme del Comune di Siena (il Leone con la Balzana) nei pretorj dello Stato, informando quella Signoria che si trovava a dipingere nel pretorio di Rapolano, il di cui giusdicente non voleva pagarlo della sua opera.
    In Armajolo, una delle quattro antiche comunità di Rapolano, ebbe i natali nel secolo XVII un dotto prelato, Giulio Mattei, che morì vescovo di Bitonto nel 1611.
    La Comunità di Rapolano mantiene un medico- chirurgo ed un maestro di scuola.
    Non vi sono mercati settimanali, bensì si tengono nel capoluogo due fiere annuali, la prima delle quali cade nel dì 16 luglio, e la seconda nel 14 settembre. – Le attribuzioni del potestà di Rapolano attualmente sono assegnate al vicario regio di Asciano, dove risiedono il cancelliere comunitativo e l’ingegnere di Circondario. – L’uffizio dell’esazione del Registro, quello della conservazione dell’Ipoteche ed il tribunale di Prima istanza sono in Siena.

    QUADRO della Popolazione del della COMUNITA’ di RAPOLANO a quattro epoche diverse.

    - nome del luogo: Armajolo, titolo della chiesa: S. Giovanni Evangelista (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1640 n° 246, abitanti anno 1745 n° 314, abitanti anno 1833 n° 368, abitanti anno 1840 n° 369
    - nome del luogo: Modanella, titolo della chiesa: S. Giovanni (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1640 n° 88, abitanti anno 1745 n° 114, abitanti anno 1833 n° 170, abitanti anno 1840 n° 170
    - nome del luogo: Poggio S. Cecilia, titolo della chiesa: S. Maria in Ferrata (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1640 n° 213, abitanti anno 1745
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    n° 283, abitanti anno 1833 n° 315, abitanti anno 1840 n° 315
    - nome del luogo: RAPOLANO (1), titolo della chiesa: S. Vittorio in S. Maria Assunta (Pieve Arcipretura), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1640 n° 500, abitanti anno 1745 n° 844, abitanti anno 1833 n° 1273, abitanti anno 1840 n° 1354
    - nome del luogo: San Gemignanello, titolo della chiesa: SS. Fabiano e Sebastiano (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1640 n° 140, abitanti anno 1745 n° 228, abitanti anno 1833 n° 198, abitanti anno 1840 n° 201
    - nome del luogo: Serre di Rapolano, titolo della chiesa: S. Lorenzo (Pieve), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1640 n° 665, abitanti anno 1745 n° 383, abitanti anno 1833 n° 676, abitanti anno 1840 n° 637
    - nome del luogo: Serre di Rapolano con Lati Castelli, Campigliola e Castiglion Barotti, titolo della chiesa: S. Andrea (Rettoria), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1640 n° 125, abitanti anno 1745 n° 218, abitanti anno 1833 n° 330, abitanti anno 1840 n° 313

    - Totale abitanti anno 1640: n° 1977
    - Totale abitanti anno 1745: n° 2384
    - Totale abitanti anno 1833: n° 3330
    - Totale abitanti anno 1840: n° 3359

    N. B. (1)
    La parrocchia di Rapolano nell’ultima epoca mandava nella vicina Comunità di Asciano
    -
    anno 1840 abitanti n° 112

    RESTANO
    - anno 1840 abitanti n° 3247

    All’incontro entravano in questa delle Comunità limitrofe di Asciano e Lucignano, e segnatamente dei popoli di Calcione, di Montalceto e di Montecalvoli nell’ultima epoca
    -
    anno 1840 abitanti n° 88

    - TOTALE abitanti anno 1840: n° 3335

    RAPOLANO nella Valle dell'Ombrone sanese. – Infine si aggiunga. – Gli Abitanti della parrocchia di Rapolano nel 1815 si suddividevano in due Comunità: la frazione maggiore di 1309 individui era compresa nella Comunità, omonima, ed una porzione
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    di 72 persone entrava nella Comunità limitrofa di Asciano. – Totale Abitanti N.° 1381.
    Nel 1833 la Comunità di Rapolano noverava 3390 Abitanti e nel 1845 ne aveva 3519, come appresso:

    Armajolo
    , Abitanti N.° 386
    S. Gemignanello,
    Abitanti N.° 207
    Modanella,
    Abitanti N.° 179
    Poggio S. Cecilia,
    Abitanti N.° 328
    Rapolano (
    porzione), Abitanti N.° 1309
    Serre (S. Andrea alle),
    Abitanti N.° 336
    Idem (S. Lorenzo alle),
    Abitanti N.° 699

    Annessi

    Montalceto; dalla Comunità di Asciano, Abitanti N.° 53
    Montecalvoli;
    dalla Comunità di Asciano, Abitanti N.°16
    Gargonza;
    dalla Comunità del Monte S. Savino, Abitanti N.° 6

    TOTALE
    Abitanti N° 351

    VIA, o STRADA TRAVERSA DEL SENTINO. – E’ un breve tratto di strada che staccasi presso Rapolano da quella delle Vallesi per dirigersi nella strada precedente, nella quale entra sopra la Terra di Asciano dopo circa miglia 1 e 1/2 di traversa.

    La VIA TRAVERSA DEL SENTINO. – E’ un breve tratto che unisce le due precedenti, passando per
    S. Gemignanello.
Localizzazione
ID: 3538
N. scheda: 43840
Volume: 4; 5; 6S
Pagina: 724 - 731; 733; 213, 273
Riferimenti: 3220, 4850
Toponimo IGM: Rapolano Terme - Pieve Vecchia (a O)
Comune: RAPOLANO TERME
Provincia: SI
Quadrante IGM: 121-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1711232, 4796014
WGS 1984: 11.6045, 43.28888
UTM (32N): 711295, 4796189
Denominazione: Rapolano - Badia di Rapolano - Bagni di Rapolano - Via, Strada Traversa del Sentino - Acque minerali
Popolo: S. Vittorio in S. Maria Assunta a Rapolano
Piviere: S. Vittorio in S. Maria Assunta a Rapolano
Comunità: Rapolano
Giurisdizione: Asciano
Diocesi: Arezzo
Compartimento: Siena
Stato: Granducato di Toscana
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