Repetti on-line

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REMOLE nel Val d’Arno sopra Firenze. – Contrada dove fu un castelletto presso un’antica chiesa plebana (S. Giovan Battista) tuttora esistente nella Comunità Giurisdizione e tre miglia toscane a ponente del Pontassive, Diocesi e Compartimento di Firenze.
La pieve di Remole esiste assai presso la strada postale Aretina davanti la settima pietra miliare, a partire da Firenze, e poco lungi dalla riva destra dell’Arno.
Mentre il Castello di Remole con le sue pertinenze nel 1191 si confermava dall’Imperatore Arrigo VI alla badessa e monache di S. Ellero, nell'anno stesso quell’imperante concedeva il padronato della pieve di S. Giovanni di Remole con la sua corte a Guido Guerra conte Palatino di Toscana, ai di cui figli e nipoti nel 1220 e 1247 con altri privilegi la confermò l’Imperatore Federigo II. Maraviglierà alcuno a sentire che accadeva ciò nel tempo in cui i vescovi fiorentini si qualificavano tamquam domini et patroni della pieve di Remole, e che nominavano e davano liberamente il possesso ai rettori della stessa pieve, della quale gli arcivescovi della Metropolitana si mantengono tuttora patroni. – (LAMI, Mon. Eccl. Flor.)
Da tuttociò si potrà decidere quanto sia da prestar fede alle parole di messere Lapo da Castiglionchio, il quale in una sua lettera scriveva al figliuolo, qualmente i suoi maggiori da Cuona erano patroni della pieve a Remole, che a’tempi suoi erasi perduta senza saperne il modo e la cagione.
Fatto è che dal castello di Remole prendeva il vocabolo la chiesa di S. Maria, diversa di situazione e di titolo dalla sua battesimale di S. Giovanni Battista , mentre il castello era situato sulla ripa sinistra dell’Arno in luogo detto tuttora
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Remoluzzo.
Nel 25 gennaio dell’anno 1187 nella pieve a Remole fu rogato un istrumento, col quale due coniugi concederono a terza persona varj pezzi di terra posti nel distretto della cappella curata di S. Donato a Torri e di S. Pietro a Quintole nel pievanato di Remole, in luoghi appellati, alle Querci de’Rossi, a Rigagni, nel Cafaggio, in Taccemole, a Montemaggio e in altri vocaboli, tutti nel distretto di Quintole.
Vasta ed a tre navate è la chiesa di questa pieve, stata rimodernata nel 1784 dal suo pievano che la rivestì di molti stucchi.
Tanto la pieve, come la vicina villa Gondi di Remole nella piena dell’Arno accaduta lì 3 novembre del 1740 restarono per qualche tempo isolate mediante una porzione di quelle acque che presero la via del borro di Remole, quando rovinò la strada regia lungo la ripa destra del fiume.
II piviere di Remole abbracciava 12 parrocchie ridotte attualmente a sei; cioe, 1. S. Giovanni Battista a Remole, Pieve; 2. S. Michele al Pontassieve (eretta nel 1826 in Propositura); 3. S. Martino a Cuona, o a Quona (esistente); 4. S. Giusto a Quona (annessa alla precedente); 5. S. Donato a Torri (esistente); 6. S. Maria al Castel di Remole, poi al Remoluzzo (annessa alla seguente); 7. S. Michele a Compiobbi (esistente ed assegnata nel 1799 al piviere dl Villamagna); 8. S. Eugenio
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al Piano di Rosano; già a Pulliano (raccomandata al parroco dell’antecedente); 9. S. Martino a Terenzano (esistente); 10. S. Maria a Pontanico (idem); 11. S. Pietro a Quintole (idem); 12. S. Jacopo al Girone (oratorio annesso).
Le colline a settentrione grecale della strada regia postale tra la pieve di Doccia, Quona e Remole vanno adorne di deliziose ville signorili e di ben collivati poderi. – Vedere PONTASSIEVE Comunità.
La parrocchia della pieve di S. Giovanni Battista a Remole nel 1833 contava 766 abitanti.

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Remole

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