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RIGO MAGNO, o RIGOMAGNO nella Val di Chiana. – Castello con chiesa plebana, (S. Marcellino) nella Comunità Giurisdizione e circa 5 e miglia toscane a settentrione grecale di Asinalunga, Diocesi e Compartimento di Arezzo.
Risiede sulla cresta di un poggio bagnato alla sua base australe e occidentale dalla fiumana Foenna, a piè del quale passa la strada provinciale de’Vallesi che da Siena guida per il più corto cammino rotabile alla strada regia postale sotto Cortona; mentre dal lato di levante il poggio di Rigo Magno si unisce ai monti di Lucignano.
Un’antichissima chiesa di Rigo Magno era dedicata a S. Maria, S. Martino e S. Gilio. Essa fu di giuspadronato de’conti Della Scialenga, ai quali apparteneva quel Conte Ranieri del Conte Walfredo di Asciano, che nel settembre dell’anno 1036, stando in Arezzo, con la sua consorte Ermengarda figlia del fu Conte Alberto donò al capitolo della cattedrale aretina il padronato della chiesa di S. Martino, S. Niccolò e S. Gilio, situata nel castel di Rigomagno, contado aretino. La qual donazione quattr’anni dopo (luglio del 1040) fu confermata allo stesso capitolo dal primo donatore coll'aggiunta di altri beni; e finalmente nel luglio del 1053 dalla contessa Ermengarda quando era rimasta vedova del Conte Ranieri prenominato.
Se poi il detto conte Ranieri della Scialenga fosse fratello del conte Pepone signore di Sarteano si vedrà all’Articolo Sarteano.
Che il luogo dove fu la chiesa del SS. Martino, Niccolò e Gilio, o Egidio fosse in Rigomagno, o nella
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sottoposta borgata della Castellina lascio agli antiquarj la cura di rintracciarlo. – Vedere RIPE della Val di Chiana.
Certo è che Rigomagno aveva già forma di castello quando nel 1208 fu preso e disfatto dai Fiorentini, dopo aver essi ricominciato la guerra contro i Sanesi. Due anni appresso il Comune di Siena avendo comprato dai conti della Scialenga e di Sarteano le loro porzioni di castelli e territorj che tenevano in cotesta contrada, il governo di quella Repubblica provvide per rifare le mura del castelletto di Rigomagno. Ma questo essendo stato un'altra volta assalito dall’oste fiorentina, ricevé nuovo guasto. Finalmente Rigomagno nel 1280 avendo servito di refugio ai fuorusciti sanesi di parte ghibellina, nel tempo che il governo aveva abbracciato il partito contrario, fu per ordine della Repubblica in gran parte diroccato per modochè esso nel 1234, e quindi nel 1291, dovè tornarsi a rifabbricare. – (TOMMASI, Stor. Sanese P. II. Lib. 7.)
Rigomagno nel 1554 fu occupato dall’esercito austro-ispano-mediceo, che poco dopo insieme con Siena e tutto il suo territorio fu consegnato a Cosimo I, che lo unì alla sua corona, finché nel 1616 Rigomagno con diploma del 2 giugno fu concesso dal Granduca. Cosirno II a Sinolfo di Flamminio Ottieri nobile sanese con titolo di marchesato per se e suoi discendenti maschi. Essendo mancato Sinolfo senza figli mediante rescritto granducale del 13 settembre 1618 ne fu investito Bartolommeo di Attilio Ottieri ad eguali
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condizioni. La stessa investitura fu rinnovata con approvazione del Granduca Cosimo III del 26 agosto 1664 nella persona di Lottieri figlio di Bartommeo Ottieri, nei di cui discendenti per successive rinnovazioni sussiste il marchesato fino all’estinzione di quella linea Ottieri accaduta nel 1789. Allora il Castello di Rigomagno ritornò alla Corona che lo assegnò col suo distretto alla Comunità di Asinalunga, la quale vi mantiene un medico chirurgo.
Nella sottostante borgata de’Vallesi si pratica ogn'anno nel 23 maggio una fiera.
La parrocchia di S. Marcellino a Rigomagno nel 1640 aveva 437 abitanti; nel 1745 ne contava 455, e nel 1833 noverava 754 anime.

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Rigo Magno, Rigomagno

(Rigomagno)

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