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e Storico della Toscana

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Marina di Rio - Capo di Pero - Capo, Punta del Fico Marina di Rio - Cala Mandriolo - Capo Castello - Capo della Vita - Punta del Castelluccio - Acque minerali

 

(Rio Marina)

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    CAPO DI PERO nell’sola dell’Elba. È posto sull’angolo dell’isola che volta da levante a grecale dirimpetto all’isolotto di Palmajola, all’ingresso orientale del canale di Piombino, 3 miglia toscane a settentrione di Rio.

    CAPO, o PUNTA DEL FICO nell’Isola dell’Elba. Punta che sporge in mare dal lato orientale dell’Isola, allo sbocco del fosso di
    Acquaviva fra la spiaggia di Rio e Capo d’Arco.

    CALA MANDRIOLO. Nella punta settentrionale dell’Isola dell’Elba.

    CAPO DELLA VITA. È L’estrema punta settentrionale la più sporgente di tutte quelle dell’isola di Elba all’ingresso settentrionale del canale di Piombino.

    CASTELLUCCIO (PUNTA DEL) nell’Isola dell'Elba.
    Piccola prominenza che sporge in mare dal lato di grecale nell’Isola dell'Elba lungo il canale di Piombino, fra Capo del Pero e Capo Castello.

    CAPO CASTELLO nell’Isola dell’Elba. È il capo più prossimo al continente presso l’isolotto dei
    Topi, di faccia a Piombino, che non è distante più che sei miglia. Si trovano costà alcune vestigie di antichi edifizi, i quali uniti al nome che conserva il luogo fanno credere che a Capo Castello fosse uno scalo frequentato e munito dagli Elbani.

    RIO nell’isola d'Elba. – Due villaggi, uno de’quali in poggio, detto
    Rio Alto con chiesa plebana prepositura (SS. Jacopo e Quirico) l'altro alla Marina, detto Marina di Rio, con cappella attualmente parrocchia (SS. Rocco e Marco) capoluogo di Comunità nella Giurisdizione di Marciana, Governo di Portoferrajo, Diocesi di Massa Marittima, Compartimento di Pisa.
    Diocesi
    Marina di Rio, il paese fabbricato intorno alla spiaggia sulla cui punta meridionale esiste una Torre di difesa; appellasi poi Rio Alto il Villaggio superiore, fra il grado 28° 6’ di longitudine e 42° 49’ di latitudine, 5 miglia toscane a settentrione del Porto Lungone, 7 a levante di Portoferrajo, e 13
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    in 14 miglia toscane dalla Marina di Marciana nella stessa direzione.
    Se questo paese deve ripetere, come sembra, la sua etimologia da qualche
    rio, bisogna dire che un piccolo fonte abbia dato vita ad una numerosa popolazione, cresciuta non per le acque marziali del suo rio, ma per le inesauribili miniere del suo monte.
    Il ruscello di Rio trae la sua sorgente in una situazione deliziosa un poco al di sotto di
    Rio Alto. Quelle fresche e limpide acque scaturiscono da sei piccole aperture, che nella loro caduta mettono in moto diverse macine da mulino, e dopo un miglio di cammino si perdono nel gran bacino del mare.
    Sotto lo stesso vocabolo di Rio trovo rammentato cotesto Comune nel secolo XIII dalle carte dell'archivio arcivescovile di Pisa, fra le quali avvi un atto pubblico del 12 maggio 1290 citato all'Articolo PORTOFERRAJO. – Da quello stesso documento pertanto apparisce che il paese di Rio costituiva fino d'allora una Comunità insieme con il popolo di
    Grassola, villaggio distrutto fra Rio Alto e il monte S. Caterina.
    Nel 1553 quest'ultimo paese fu ridotto in cenere dai pirati Turchi che sbarcarono alla Marina di Rio facendo schiavi tutti quelli che trovarono lungo la costa dell'Isola dell'Elba, meno che a Portoferrajo, paese stato già munito da Cosimo I di ottime fortificazioni.
    – Vedere PORTOFERRAJO.
    Rio con tutto il restante dell'Isola dell'Elba fu per qualche secolo soggetto al Comune di Pisa, dal quale nel 1399 passò nella casa Appiani con il restante dell'Isola medesima, con quelle della Pianosa, di Montecristo ed altri scogli compresi nello stato di Piombino, allorché cotesto paese fu ceduto a Jacopo Appiani, suoi eredi e successori, cui gli abitanti di Rio seguitarono ad ubbidire fino alle vicende politiche accadute nel principio del secolo attuale, che
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    terminarono col trattato di Vienna del 9 giugno 1815, quando Rio con il restante dell'Isola dell'Elba toccò al Granduca di Toscana. – Vedere PORTOFERRAJO.
    Nel 1840 fu eretta in parrocchia la cappella de’SS. Rocco e Marco alla Marina di Rio, la quale fino allora era stata cappellania sotto la pieve de’SS. Jacopo e Quirico a Rio Alto, che nel 1833 contava 3557 abitanti.
    Rispetto al
    Movimento della popolazione di Rio dopo riunita al Granducato veggasi la Tavoletta in fine dell’Articolo Comunità.
    Comunità di Rio. – Il territorio di questa Comunità occupa una superficie di 10383 quadrati agrarj, dei quali 358 spettano a corsi d’acqua e strade. – Nel 1833 vi abitavano familiarmente 3557 individui, a proporzione di 283 persone per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
    Confina con due comunità dell’Isola, e pel restante con il mare; poiché a partire dal lato di ostro ha di fronte il territorio comunitativo di Porto Lungone, col quale rimonta, da primo il fosso di
    Terra Nera, poi quello del Malpasso finché per termini artificiali si dirige verso maestrale sulla cresta de’poggi al così detto Monte Castello.
    Costì cessa la Comunità di Porto Lungone e sottentra quella di Porto Ferrajo, con il territorio della quale l’altra di Rio scende a grecale del
    Monte Volterrajo nella Valle appellata ai Mulini, e di là oltrepassando il poggio del Lecceto nella direzione di maestrale arriva alla spiaggia di Bagnaja sull’ingresso orientale del seno di Porto Ferrajo. A cotesto punto sottentra a confine il lido del mare, col quale il territorio di Rio gira intorno alla prominenza più settentrionale dell’Isola d’Elba, che trova al Capo della Vita, dove voltando direzione da settentrione a levante passa fra l’isolotto
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    de’Topi e il Capo Castello finché al Capo del Pero cambiando il cammino da levante a ostro rasenta la marina di Rio, e di là s’inoltra fino al borro di Terra Nera che trova presso il Capo d’Arco sul confine settentrionale della Comunità di Porto Lungone.
    Non vi sono da indicare dentro il territorio di cotesta Comunità grandi montuosità, la maggiore delle quali potrebb’esser quella di
    Monte Giove.
    Brevissimi sono e piccoli i corsi d’acqua che da tre lati scorrono nel sottoposto mare.
    Ma il territorio di Rio è soprattutto importante per la ricchezza delle sue inesauribili miniere di ferro.
    Ho già detto all’
    Articolo PORTO LUNGONE, Comunità, che il Prof. Paolo Savi nel settembre del 1841 presentò il congresso degli scienziati in Firenze il disegni di una sua carta geologica dell’Isola dell’Elba incominciata sul posto fino dall’anno 1832, e che si spera di vederla quanto prima alla luce, accompagnata dalla scientifica descrizione sulla geognostica e situazione di cotest’Isola. Frattanto rinvierò il mio lettore alla pag. 609 di questo volume ed al Vol. II pag. 588 e 589 per non ripetere ciò che ivi fu indicato rispetto alle rocce ignee emerse nella parte orientale dell’Isola d’Elba e sui grossissimi filoni del ferro oligisto che, attraversando le rocce arenarie steaschistose e calcaree, convertirono le une in masse ofiolitiche, le altre in marno salino e in calcare cavernoso. È parere del naturalista pisano che dai grossi filoni in mille maniere diramati fra quelle masse ofiolitiche sia derivata la miniera di Rio e quella della Cavetta del Capo di Pero, mentre i filoni iniettati fra il calcare cavernoso ed il salino avrebbero prodotto
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    le rupi marmoree presso la Torre della Marina di Rio, in guisa che dalla loro combinazione col ferro ne risultarono le rocce dell’Ilvaite, degli Amfiboli, dell’Asbesto e del Talco. E sarebbe, secondo lui, una conseguenza dell’azione plutoniana se quelle rocce, penetrate dai filoni metallici e rammollite, permisero ai minerali che vi si insinuarono di riunirsi in forme geometriche, in masse isolate, ed anche in sfere concentriche, come, accadde, per es., alla Cava del Piombo nei monti di Campiglia.
    In quell’istessa occasione il Prof. Savi annunziò d’aver trovato a
    Rio oltre il ferro oligisto anche quello ossidulato, avvertendo che il primo esiste quasi sempre in mezzo all’arenaria steaschistosa, ossia al Verrucano, mentre il ferro ossidulato incontrasi quasi costantemente fra la roccia calcare.
    Anche una sorgente d’acqua che scaturisce costà è stata mineralizzata dal ferro e da altre sostanze saline. – Il primo fu il dott. Buzzegoli di Firenze che nel 1762 diede alla luce un piccolo trattatello storico fisico medico con l’analisi dell’acqua ferraginosa di Rio. Più accurate e più consentanee ai progressi della scienza riescirono le analisi istituite nel 1828 dal chimico portoferrajese giovanni battista Pandolfini Barberi che ne pubblicò i suoi resultamenti alquanto diversi da quelli ottenuti sei anni dopo da altri due chimici, N. Magnani e G. Begni, siccome apparisce da un opuscolo stampato nel 1834 corredato di alcune note al precedente analizzatore poco favorevoli e cortesi.
    L’acqua marziale del Rio contiene sopra ogn’altro del sal comune, (idroclorato di soda) del solfato di ferro e di quello di allumina; conserva la sua trasparenza, ed ha un sapore aspro e molto stittico.
    Si spedisce nel continente ed è accreditatissima come attonante. – Di suo però e di profitto assai maggiore sono le miniere del ferro che dai contorni di
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    Rio giornalmente trasportasi alla Marina di Rio dove il minerale suol caricarsi in un modo singolare e sollecito sopra appositi legni onde portarlo alla spiaggia di Follonica, a quella di Cecina ed altrove per ridurre la vena in ferraccio ai respettivi forni fusorj.
    Tutto il monte fra
    Rio Alto e la Marina è un intiera miniera, talchè si può dire di questa quanto il vecchio Plinio diceva di quella inesauribile nella Cantabria dove tutto un monte vedesi formato di minerale di ferro. E’costà, diceva mons. Thiebeaut, è costà dove la natura riunì il metallo veramente utile, quello che sostiene l’agricoltura, che fa prosperare le arti, e che si associa agli usi più comuni della vita. Il monte della miniera di Rio conta circa tre miglia di circonferenza, ed è superato dagli altri monti dell’Isola che gli fanno spalliera mediante un piccolo valloncello non molto profondo sparso di varj arboscelli e di olivi salvatici.
    L’escavazione del minerale sebbene si faccia attualmente a cava aperta, nei tempi addietro praticavasi eziandio per galleria. – Una di queste fu ritrovata nel mese di maggio del 1833, nella circostanza di dover fare delle escavazioni nel quinto piano della miniera medesima, poco sotto al luogo appellato il
    Sanguinaccio. Costà fu scoperto una specie di bottino tortuoso e saliente per il cammino di un cento di braccia che si diramava in varj tronchi della lunghezza di circa 20 braccia toscane di altezza non minore di tre braccia e di circa due di larghezza.
    Che questa galleria fosse stata aperta per estrarne il minerale non ne lasciaron dubbio la sua forma ed i gran masi di ferro olgisto sporgenti dalle sue pareti; e più che ogn’altra cosa lo manifestò un pezzo di ferro lavorato della lunghezza di mezzo braccio, largo un quarto, della
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    grossezza di circa due pollici, che dové servire ad uso di sostegno ai così detti zepponi impiegati nei tempi addietro in cotesta escavazione. Vi furono trovati eziandio diversi rottami di terraglie comuni e di fabbrica non molto vetusta.
    All’Articolo ISOLA DELL’ELBA Vol. II pag. 590 e 91 rammentati come la Repubblica di Pisa nel 1309 per ricuperare dai Genovesi l’Isola dell’Elba impose ai suoi sudditi un balzello di 56000 fiorini d’oro, obbligando i mercanti ed i cittadini più facoltosi a ricevere in cambio altrettanta vena di ferro della miniera di Rio al prezzo di fiorini 60 per ogni
    Centenaro; peso di convenzione conservato tuttora in quell’amministrazione, e che corrisponde a libbre 33,333 per ogni Centenaro.
    Risiede in Rio un Reale ispettore della miniera che corrisponde col direttore a Follonica. Il giusdicente di Rio sta in Marciana.
    L’uffizio di Sanità è a Porto Lungone. – Tutti gli altri uffizj civili politici e militari sono in Portoferrajo.

    Prodotto medio attuale della Miniera di Rio, luoghi dove suole trasportarsi, e persone impiegate all’escavazione ed al trasporto.

    PRODOTTO ANNUALE DELL’ESCAVAZIONE DELLA VENA (1). Centenarj N°. 2160

    LUOGHI DOVE SI TARSPORTA A FONDRERE

    A Follonica e al Fitto di Cecina, per conto della R.Ammin., Centenarj 1110
    Al Forno Vivarelli sulla
    Pescia Romana, Centenarj 240
    A Napoli,
    Centenarj 180
    A Roma,
    Centenarj 170
    Nel Genovesato,
    Centenarj 430
    In Corsica (2),
    Centenarj 34
    TOTALE,
    Centenarj 2154

    PERSONE IMPIEGATE ALL’ESCAVAZIONE ED AL TRASPORTO.

    Travagliatori impiegati giornalmente alla Miniera di Rio, N° 170
    Somaraj al trasporto del minerale alla Marina di Rio, 60
    Impiegati e stipendiati in guardie, fabbri, falegnami, sorveglianti ec, 40
    TOTALE N° 270

    BASTIMENTI DESTINATI AL TARSPORTO DEL SUDDETTO MINERALE,
    circa N° 70

    (1)
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    All’Articolo ISOLA DELL’ELBA Vol. II. Pag. 589 fu calcolato il prodotto annuale dell’escavazione della Vena di rio 53 milioni di libbre, corrispondente a 1590 Centenarj; vale a dire, che dal 1836 al 1842 l’annua estrazione della Vena di rio è aumentata di 570 Centenarj, pari a 19 miliioni di libbre comuni.
    (2) Sebbene la partita del minerale che si trasporta alla Corsica figuri qui sopra con piccola cifra, essa sarà per accrescersi notabilmente negli anni successivi mercè di una convenzione stabilita con una società che va preparando grandi forni fusorj in quell’Isola ricca di acque e di combustibile.

    MOVIMENTO della Popolazione di RIO ALTO e RIO BASSO a tre epoche diverse, dopo riunita tutta l’Isola al Granducato.

    ANNO 1818: Impuberi maschi 552; femmine 483; adulti maschi 267, femmine 244; coniugati dei due sessi 1103; ecclesiastici secolari e regolari 20; numero delle famiglie 597; tatale della popolazione 1669.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 584; femmine 527; adulti maschi 537, femmine 453; coniugati dei due sessi 1426; ecclesiastici secolari e regolari 30; numero delle famiglie 759; tatale della popolazione 3557.
    ANNO 1840: Impuberi maschi 635; femmine 554; adulti maschi 573, femmine 507; coniugati dei due sessi 1327; ecclesiastici secolari e regolari 28; numero delle famiglie 832; tatale della popolazione 3802.
Localizzazione
ID: 3598
N. scheda: 44522
Volume: 1; 4
Pagina: 457, 458, 585; 760 - 763
Riferimenti: 4850, 44521
Toponimo IGM: Rio Marina
Comune: RIO MARINA
Provincia: LI
Quadrante IGM: 126-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1616713, 4741364
WGS 1984: 10.42847, 42.81751
UTM (32N): 616777, 4741539
Denominazione: Marina di Rio - Capo di Pero - Capo, Punta del Fico Marina di Rio - Cala Mandriolo - Capo Castello - Capo della Vita - Punta del Castelluccio - Acque minerali
Popolo: SS. Rocco e Marco alla Marina di Rio
Piviere: SS. Jacopo e S. Quirico a Rio
Comunità: Rio
Giurisdizione: Marciana
Diocesi: Massa Marittima
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana (Isola d'Elba)
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