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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Ripa di Corvaja

 

(Ripa)

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    RIPA. Se dovessi solamente indicare a quanti casali in Toscana fu dato il vocabolo di Ripa, io non saprei; ed anco sapendolo empire non vorrei più di una pagina di poca o punta utilità. Mi limiterò pertanto a registrare i luoghi di Ripa che ebbero, oppure che conservano una qualsiasi importanza storica, non lasciando quelli che hanno dato il vocabolo ad una popolazione.

    RIPA DI CORVAJA nel littorale di Pietrasanta. – Borgata nel popolo di Vallecchia, Comunità Giurisdizione e (ERRATA: e circa 3 miglia) e circa 2 miglia toscane a libeccio di Seravezza, Diocesi di Pisa, già di Luni Sarzana, Compartimento pisano.
    È attraversata dalla strada rotabile che staccasi dalla postale di Genova davanti alla chiesa di Querceta lungo la ripa destra del fiumicello
    Versilia, o di Seravezza, alla base orientale del monte Palatino e sotto la rupe dove fu la rocca di Corvaja.
    Innanzi l’anno 1839 il monte di Ripa non era conosciuto che per alcuni vigneti e oliveti che dalle sue pendici si estendono fino verso la marina, talchè ignoravasi l’indole delle vene metallifere che si nascondono nello steaschisto designato cent’anni indietro dal ch. Giovanni Targioni Tozzetti sotto il vocabolo di
    sasso morto, ossia refrattario. La quale roccia steaschistosa mostra una stratificazione diretta più generalmente dal Sud al Nord con una inclinazione opposta di 15 a 35 gradi.
    Il minerale insinuatosi fra cotesta roccia in forma di vene o filoncelli consiste per lo più in solfuro di mercurio (cinabro naturale).
    Dico per lo più, mentre il Prof. Antonio Targioni Tozzetti, nel 1814 invitato dai proprietarj della nuova miniera di ripa ad esaminare l’indole della roccia e le qualità de’minerali che essa racchiude, vi trovò, oltre il solfuro di mercurio una specie di quarzite in straterelli framezzati da ferro ossidato bruno, e anco da ferro carburato
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    e idrato.
    Il Sig. Girolamo Guidoni che fu il primo naturalista a visitare la miniera del cinabro di Ripa, sulla quale nel 1824 pubblicò nel Giornale agrario toscano una memoria relativa, propende a credere, che non solo il mercurio solfurato di Ripa, ma quello di Levigliani situato né molti più interni della valle di Seravazza, al pari di tutte le altre sostanze metalliche dell’Alpe Apuana, si debbano contemplare sotto l’aspetto di altrettanti depositi e non già di filoni.
    Fra le prove ivi prodotte, fuvvi quella che né tentativi fatti a Ripa nel 1841, si trovò il mercurio solfurato con molto ferro carburato e idrato in
    forma di un vero e deposito o straterello fra strato e strato, mentre a Levigliani dietro le lavorazioni di corto riprese, in cinque e più anni non furono trovati indizj che accertassero in quella località di un deposito esteso.”Sempre (parlerò con le frasi del Guidoni) vi osservammo il mercurio solfurato formare delle vene, compenetrazioni, o sublimazioni nell’interno delle rocce talcose e micacee.”
    Noi non seguiremo l’A. nelle sue idee relative a determinare le differenze che passano fra i filoni, le compenetrazioni metalliche ed i veri depositi, e lasceremo ad altri giudicare, se tali depositi poterono formarsi contemporaneamente agli strati delle rocce secondarie, e come poi essi ne seguissero tutti gli andamenti.
    Diremo bensì che la scoperta del cinabro nativo nello steachisto di Ripa risvegliò in molti la voglia d’intraprendere l’escavazione in grande al maggior segno possibile; per cui in un manifesto di associazione, pubblicato nel 1842, fu dato un prospetto degli utili annuali che potrebbero sperarsi da quella miniera. Si basa tuttociò sul prodotto ottenuto nell’ott. del 1841 dal Prof. Antonio Targioni, mediante la sublimazione al forno di libbre 244, once otto e mezzo di mercurio vivo, il che ragguaglierebbe a
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    circa 2 1/3 per cento di prodotto netto.
    Se a cotesto prodotto corrisponderà quello della terra cinabrina, l’estrazione giornaliera della quale è stata calcolata di 40,000 libbre, si avrebbero di risultato annuo circa libbre 16800 di mercurio vivo. Aspettandone l’esito chiuderemo l’articolo RIPA DI CORVAJA coll’augurare che:

    Faxint superi ut res cedat ex votis
Localizzazione
ID: 3608
N. scheda: 44680
Volume: 4
Pagina: 764, 765 - 766
Riferimenti: 18880, 53000
Toponimo IGM: Ripa
Comune: SERAVEZZA
Provincia: LU
Quadrante IGM: 104-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1597367, 4870934
WGS 1984: 10.21497, 43.98666
UTM (32N): 597431, 4871108
Denominazione: Ripa di Corvaja
Popolo: S. Stefano a Vallecchia
Piviere: S. Stefano a Vallecchia
Comunità: Seravezza
Giurisdizione: Seravezza
Diocesi: (Luni - Sarzana) Pisa
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana
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