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Bagni di Lucca - Acque minerali

 

(Bagni di Lucca)

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    BAGNI DI LUCCA (Balnea Corsenae et Villae). In Val di Lima, due a tre miglia lungi della confluenza di questo fiume nel Sechio, Capoluogo di Comunità nel piviere di Controne, Giurisdizione e 4 miglia toscane a greco dal Borgo a Mozzano, Diocesi e Ducato di Lucca, che è 14 in 15 miglia toscane a grecale.
    Quel trasporto che sentono gli oltramontani e gli oltramarini per il
    bel cielo d’Italia pare che nasca, se non traveggo, non tanto dalla sorpresa che in loro risveglia l’aspetto di una serena e brillante atmosfera, il respirare di un’aura soave, l’apparire e il tramontare del sole in mezzo a un rubicondo e irradiato orizzonte, quanto ad accrescere in essi tanta maraviglia concorre eziandio la dolcezza del clima, la copia e squisitezza dei nostri frutti, e quelle ridenti pittoriche variate scene che offrono più che altrove le campagne italiane.
    I contorni dei Bagni di Lucca possono senza fallo annoverarsi fra le seducenti prospettive che in molte vallate s’incontrano della bellissima Toscana.
    Alla favorevole situazione topografica dei Bagni di Lucca, in un’aria elastica e pura accrescono pregio le eleganti fabbriche ivi sparse, la diligente cultura che a guisa di un anfiteatro si mostra nelle adiacenti colline, la caduta delle acque che scendono dai torrenti nella Lima e la fama delle efficacissime terme, di cui il luogo dalla natura fu arricchito.
    Sono tre o quattro villaggi, un prossimo all’altro, tutti vaghi, tutti comodi, tutti pregevoli e accreditati per qualche scaturigine minerale.
    All’insieme di queste ville e sorgenti termali è stato dato il nome generico di Bagno, nel modo stesso che sotto un egual titolo fu compresa tutta la Comunità già conosciuta nella storia della Repubblica di Lucca, come
    Vicaria di Val di Lima.
    Il primo a incontrarsi, partendo da Lucca, è il villaggio del
    Ponte a
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    Serraglio, borgo situato in parte alla sinistra del fiume Lima, e porzione alla sua destra sulle due testate di un bel ponte di materiale da cui ebbe nome. (Vedere PONT’a SERRAGLIO) Questo borgo deve la sua maggiore fortuna a una nuova fonte termale usata nel secolo XVI da un pistojese per nome Bernabò; il quale essendo attaccato da pertinace malattia cutanea, dopo aver sperimentato senza profitto gli altri bagni, risanò coll’usare per immersione la sorgente vicina al Ponte a Serraglio, dove fu poi costruito il bagno denominato tuttora di Bernabò. A brevissima distanze da queste terme sono altri due stabilimenti, cioè le Docce basse, e i Bagni caldi. Quelli detti alla Villa si trovano un mezzo miglio discosti sulle falde orientali della stessa collina, la quale appartiene ad una propagine del monte di Prato Fiorito formato di macigno schistoso.
    La più antica terma, quella che diede il nome ai bagni di Lucca, è il
    Bagno Caldo, più noto col nome di Corsena dalla chiesa e villaggio omonimo (Vedere CORSENA) Cominciò la celebrità di questo bagno sino dal secolo XII, ed è opinione che la contessa Matilde costruisse sul Serchio, presso al borgo, il ponte chiamato della Maddalena, onde agevolare agli abitanti della Garfagnana il viaggio di Lucca e l’accesso ai Bagni; comecchè sia più sicuro fatto, che lo stesso ponte fosse innalzato per ordine di Castruccio, siccome due altri furono costruiti sul fiume Lima nel 1317, nell’anno appunto che quel famoso capitano e signore dei Lucchesi faceva uso del Bagno di Corsena. (ZACCAR. Anecd. Pistor.) – La più remota menzione che mi è accaduto d’incontrare sull’uso del Bagno di Corsena la trovo nella Cronaca pisana di Guidone
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    da Corvaja, dove si legge che, nel dì 25 marzo 1284, Bonifazio di Massa Lunense andando o stando al Bagno di Corsena cadde col cavallo per via, della quale caduta dopo otto giorni morì. (MURAT. R. 1. Script. T. XXI) Da questo fatto si rileva non solamente l’antica celebrità delle Terme lucchesi, ma ancora l’uso di aprire la bagnatura nel mese di marzo, nel modo stesso che costumavasi per i Bagni di Monte Pisano a forma dell’Editto Pretorio. (Vedere BAGNI a S. GIULIANO) Forse l’apertura era stabilita a un giorno fisso, siccome lo dà a credere la gara con cui i concorrenti si disputavano il posto per entrare nel bagno di Corsena il primo venerdì di marzo, giorno in cui taluni credettero che quelle acque operassero prodigi.
    È il Bagno di
    Corsena uno stabilimento termale alimentato da 4 sorgenti, una delle quali, il Doccione, è la più abbondante e la più calda di tutte; poiché la sua temperatura ascende a 43 gradi del termometro Réaumuriano.
    La sorgente del
    Doccione provvede di una grossa polla le così dette Docce alte, le Docce temperate e i bagnetti. Tanto questi che le Docce temperate sono modificate da altre vene meno calde, le quali tutte insieme si distinguono col nomedi Acqua di S. Lucia. Alle scaturigini del Doccione stabilironsi i Bagni a Vapore, ossia stufe, sino dal più remoto uso dei bagni di Corsena. Abbandonate le stufe vennero esse ripristinate in miglior guisa, e rimesse in credito alla nostra età per le cure del chiarissimo professor Franceschi direttore attuale, e autore ben noto dell’Igèa de’Bagni lucchesi.
    Questo bagno vaporoso, di cui non si conosce forse in
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    Italia né il più utile né il più completo, trovasi modellato esteriormente alla foggia del Calidario delle antiche Terme, fornito anch’esso del suo Tepidario, costruito internamente in guisa che senza molestia può tutto il corpo ricevere il vapore dell’acqua termale ad eccezione della testa, mentre il polmone respira l’aria libera dell’atmosfera mercè di un ingegnoso meccanismo.
    Nei contorni del Bagno Caldo sono stati recentemente costruiti vari pubblici edifizi, un ospedale, e un nuovo tempio elegantissimo, con varie abitazioni a maggiore agiatezza dei concorrenti.
    Il secondo stabilimento quello delle
    Docce basse, appartiene al bagno denominato una volta Bagno rosso, dove undici sorgenti versano le loro benefiche acque, fra le quali sono divenute famose e reputatissime le Docce trastulline, quelle della disperata, e la Doccia rossa. In piccola distanza dal Bagno Rosso trovasi quello di S. Giovanni, le cui sorgenti sono meno mineralizzate, e credute più utili ai deboli e ai fanciulli.
    Il locale delle
    Docce basse è fornito di bagni a comune, oltre i bagnetti privati, mentre a pochi passi di là è stata eretta di nuovo la fabbrica del Casino. I Bagni alla Villa, costituenti il terzo stabilimento termale, non cedono ai già descritti per la celebrità loro, come ancora per la magnificenza delle abitazioni che gli fanno corona. L’amenità della loro posizione alla base orientale di una collinetta, nel cui opposto fianco si trovano le terme già descitte, di fronte alla valle superiore della Lima, colpì talmente il Falloppio, mentre vi era a curarsi da una pertinace sordità, che ad un paradiso terrestre piuttosto che a una deliziosa villa vorrebbe questa località assomigliare. Con lode superiore agli altri bagni quelli della Villa furono costantemente nominati da molti scrittori delle medesime
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    Terme, fra i quali Michele Bendinelli insigne medico Lucchese, che nel 1483 appositamente consacrò un suo trattato << De Blaneo Villae Lucensi >> primachè il suo concittadino dottor Franciotti, nel 1552 pubblicasse un’altra simile produzione De Balneo Villensi.
    Le acque termali della Villa sono adoprate in bevanda anche in lontani paesi; esse hanno una temperatura quasi costante di calore di gradi 31 Réaumur. – Il fabbricato è stato ampliato, il numero delle docce e dei bagnetti accresciuto e reso più utile nel secolo che corre. Presso a queste Terme e lungo la strada rotabile sulla destra riva della Lima trovasi il teatro, e qua fu innalzato dalle ultime Sovrane di Lucca un palazzo principesco, poco lungi dal borgo dove risiedono le autorità civili, e amministrative nella stagione della bagnatura.
    Non vi è, direi quasi, autore che abbia trattato delle Terme, il quale non parli specialmente di queste lucchesi. Tali sono Gentili da Fuligno, Ugolino da Monte Catino, Michele Savonarola, Mengo Blanchello, Falloppio, Andrea Bacci, e moltissimi altri valenti scrittori, oltre i medici lucchesi, fra i quali meritano distinzione
    , il Trattato de’Bagni di Lucca pubblicato nel 1792 dal dottor Moscheni e l’Igèa dei Bagni e più particolarmente di quelli di Lucca, dell’attuale direttore dei medesimi professor Franceschi. – A questi due autori devesi altresì le analisi chimiche delle stesse acque, le quali però non sempre trovansi conformi fra loro sulla qualità e quantità dei principii.
    Stando alle analisi più recenti, e alle osservazioni fatte dal professor Franceschi risulta, che la temperatura delle varie sorgenti dei bagni sopraindicati presentano tre gradi diversi e sempre costanti di calore. Quelle del
    Bagno caldo ascendono a 43 gradi del termometro R.; alcune sorgenti delle docce basse conservano 35 gradi; altre 27 gradi e quelle
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    della Villa gradi 31 di calore.
    Niuna di queste acque, per asserto dell’autore testè nominato, sviluppa alcun gas alla sorgente, e l’atmosfera che riempie gli spechi diversi, da dove esse scaturiscono, è affatto inodora. Non vi trovò egli per conseguenza alcun indizio di gas acido carbonico né di gas idrogene solforato libero, siccome opinò il Moscheni.
    L’esame del deposito salino prodotto dalle acque delle Docce basse diede un leggerissmo indizio dell’esistenza di qualche atomo di ferro; il qual minerale fu però riscontrato dal celebre Davy nella materia giallo-rossastra che accompagna le acque termali dei Bagni caldi, sostanza che fu trovata dall’insigne chimico inglese composta di silice e di perossido di ferro. Gli altri corpi mineralizzanti delle acque termali lucchesi sono carbonati, solfati e muriati a diversa base, siccome apparisce dai risultamenti analitici, da noi accennati all’articolo ACQUE MINERALI.
    Le terme lucchesi sono state riconosciute di costante efficacia nelle febbri lente, e nelle ostinate intermittenti a qualunque siasi tipo appartenessero. Tale prerogativa è stata a preferenza accordata alle acque della Villa usate in bevanda. Ai quali salutari effetti deve altresì contribuire non poco la qualità del clima, e il passaggio del malato da un paese palustre e di aria grossolana a una posizione felice come quella dei Bagni di Lucca.
    Si lodano pure i medesimi nelle malattie nervose, alle quali giovano specialmente i bagni tepidi delle
    Docce basse, purchè tali affezioni morbose ripetino la loro causa da aumentata mobilità del sistema; mentre la Doccia calda trovasi utile nell’opposta situazione, cioè nello stato di spossamento e di debolezza, come sono le paralisi. – Anche nelle ostruzioni del basso ventre producono un efficace profitto le Docce calde applicate alla parte, e unitavi la bibita dell’acqua medesima. Celebratissima è la bevanda dell’acqua della Villa per la prerogativa di cacciar le
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    renelle, e d’impedire conseguentemente l’accrescimento de’calcoli. Finalmente per tralasciare di altri buoni effetti, sono le Terme lucchesi da gran tempo reputatissime a vincere varie affezioni di utero, e ad acquistare forse anche quella fecondità, che il celebre poeta Monti figurò assisa sul margine di questi Bagni, i quali tardos ad venerem excitant, siccome prima del Monti lasciò scritto un fisico lucchese. – Vedere ACQUE MINERALI.
    Comunità de’Bagni di Lucca. – La comunità de’Bagni di Lucca, che quasi intieramente corrisponde all’antica Vicarìa di Val di Lima, occupa una superficie territoriale che ha circa 30 miglia di perimetro con una popolazione di 8056 abitanti. Essa è per la maggior parte posta in monte, coperta delle rocce stratiformi che propagansi dalla catena dell’Appennino fra l’Alpe di Barga e la così detta Alpicella al giogo delle Tre Potenze, nella faccia meridionale del Monte Rondinaja. – Confina con sei Comunità, cinque delle quali situate in Toscana; tre di esse appartengono al Ducato di Lucca, due al Gran Ducato, mentre la sesta, posta sul rovescio dell’Appennino, fa parte della Lombardia modenese nella provincia del Frignano. – La Comunità de’Bagni confina col territorio di quest’ultima dal lato di settentrione, mediante la Foce al Giogo presso al varco della nuova strada Regia che sormonta l’Appennino fra il Lago Santo, prima sorgente del fiume Scultenna, e il Lago Nero, dove nasce il fiume Sestajone. Di là volgendo a maestro trova lungo il torrente Fegana la Comunità lucchese di Coreglia, la quale abbandona dopo due miglia di tragitto insieme con il torrente piegando a ostro rasente le pendici del monte Fegatesi, sino che trova il rio Camajone, lungo il quale cammina di conserva con la Comunità del Borgo a Mozzano; passa alla sinistra
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    della Lima, dove rimonta con essa il fosso di Pizzorna dalla sua foce sino alla sorgente. Di là dirigesi a levante per la schiena del poggio di Battifolle avendo a contatto da questo lato la Comunità di Villa Basilica. Dal vertice di Battifolle volgendosi a greco incontra la Comunità Granducale di Piteglio, con la quale attraversa di nuovo il fiume Lima sopra il castello di Lucchio, e rimonta alla sorgente del rio di Caprìana sul poggio di monte Carisi. Di là proseguendo pel giogo dell’Appennino al piano degli Ontani va al Lago Nero, avendo sempre a contatto il territorio dell’altra Comunità Granducale di Cutigliano, sino che all’Alpicella delle Tre Potenze sulla via Bibolca incontra di nuovo lo stato Modenese di Fiumalbo.
    La nominata
    Alpicella delle Tre Potenze anche nel secolo XIII costituiva uno dei termini di confine fra il Pistojese, il Modenese e Lucchese territorio politico ed ecclesiastico, siccome apparisce dal nome dato al poggio stesso, e meglio ancora da un atto pubblico del 1222, relativo alla confinazione delle tre diocesi: “videlicet a nuda Alpe eundo superius strata usque ad ALPESELAM, et inde ad VIAM BIBULCAM, etc.” (PACCHI MEMORIE della GARFAGNANA, pag. 26)– Vedere ALPE di S. PELLEGRINO e BARGA.
    Se io non m’inganno, fu questa una delle Comunità dello Stato di Lucca, la quale ha potuto conservare quasi illesi i suoi confini, dopo la pace del 1442 conclusa fra i Lucchesi e i Fiorentini, mercè cui questi ultimi dovettero restituire alla Repubblica di Lucca, fra i castelli occupati in Val di Lima nelle precedenti ostilità,
    Benabbio, Corsena, Controne e altri minori ville della stessa Vicarìa.
    Il suo territorio è attraversato da levante a ponente e quindi a libeccio, dal fiume Lima, costeggiato a maestro dal torrente
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    Fegana, dal rio Camajone, e a ponente dal fosso di Pizzorna.
    La prominenza più elevata dei monti dentro questa Comunità è quella delle
    Tre Potenze a levante del Monte Rondinaja che si alza 3325 braccia sopra il livello del mare. Seguono appresso le cime di Prato fiorito e Monte Fegatesi che formano due sproni meridionali dello stesso Monte Rondinaja.
    Una magnifica strada Provinciale rotabile attraversa la Comunità lungo il fiume Lima sino al confine Granducale, mentre varie Comunitative guidano ai diversi castelli e villaggi della Comunità medesima.
    L’indole del terreno che costituisce l’esterna ossatura de’monti che diramansi in Val di Lima, appartiene nella massima parte a un’arenaria calcare disposta in strati variamente inclinati, e alternanti con l’argilla schistosa (
    bisciajo). La quale arenaria nel poggio dove scaturiscono le polle termali, fra il torrente Camajone e il fiume Lima, vedesi attraversata da larghe fenditure ripiene di candido spato calcare cristallino, e tramezzata da più sottili straterelli di terra ocracea, nel modo che più apertamente apparisce fra il Bagno caldo, e il Bagno Bernabò. I prodotti principali del suolo della Comunità de’Bagni derivano dalle selve dei castagni, sia pel frutto, che è il pane giornaliero degl’abitanti, quanto per il legname da ardere e da lavoro. Ne’luoghi meglio esposti signoreggia la vite e l’ulivo fra campicelli e piccoli ripiani di sementa. In quanto ai pascoli ed erbe medicinali è famoso il monte di Prato fiorito; ma il bestiame lanuto emigra di qua nella fredda stagione con una porzione di abitanti per andare in Maremma, di dove pingui ritornano gli armenti e col frutto delle loro fatiche i lavoranti. – Una però delle risorse di cui partecipano poveri e ricchi è quella che produce la numerosa concorrenza dei bagnanti alle Terme nei mesi estivi.
    Non dirò delle altre industrie locali, di
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    edifizi a acqua per cartiere, mulini, gualchiere, tintorìe e altre manifatture, delle quali mi è ignoto il numero e i resultamenti.
    Lo stesso si dica degli stabilimenti d’istruzione elementare, e degli altri istituti di pubblica beneficenza. Pere quelli riguardanti l’amministrazione e cura dei Bagni vi provvede una Deputazione del Governo, con un medico, un chirurgo, un farmacista e diversi altri impiegati.
    La Comunità dei Bagni di Lucca ha la Cancelleria, il Tribunale civile e l’Ufizio del Registro al Borgo a Mozzano, i Tribunali superiori e il Conservatore delle Ipoteche sono in Lucca.
    Fra gli uomini illustri è noto nella storia del medio Evo quel Pagano da
    Corsena fedele e seguace della contessa Matilde, e Luparo Lupari poeta di qualche grido nel secolo XIV, il quale ebbe Signoria in Benabbio, Casole dì Val di Lima, e Vico Pancellorum, innanzi che esso con l’illustre sua famiglia andasse a stabilirsi in Bologna. (MEMOR. LUCCH. T.IX).

    STATO della Popolazione della Comunità de'BAGNI DI LUCCA nell'anno 1832

    - nome del luogo: BAGNO (Capoluogo), titolo della chiesa parrocchiale: S. Pietro, abitanti n° 780
    - nome del luogo: Benabbio, titolo della chiesa parrocchiale: S. Maria Assunta (Rettoria),
    abitanti n° 930
    - nome del luogo: Brandeglio, titolo della chiesa parrocchiale: S. Maria Assunta (Rettoria),
    abitanti n° 362
    - nome del luogo: Casabasciana, titolo della chiesa parrocchiale: SS. Quirico e Giuditta (Pieve),
    abitanti n° 574
    - nome del luogo: Casole di Val di Lima, titolo della chiesa parrocchiale: SS. Andrea e Donato (Rettoria),
    abitanti n° 194
    - nome del luogo: Cocciglia, titolo della chiesa parrocchiale: S. Michele (Rettoria),
    abitanti n° 78
    - nome del luogo: Controne (S. Cassiano di), titolo della chiesa parrocchiale: S. Cassiano (Rettoria),
    abitanti n° 774
    - nome del luogo: Controne (S. Gemignano di),
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    titolo della chiesa parrocchiale: S. Gemignano (Rettoria), abitanti n° 332
    - nome del luogo: Controne (Pieve di), titolo della chiesa parrocchiale: S. Giovanni e S. Giulia (Vicar. prep.),
    abitanti n° 677
    - nome del luogo: Crasciana, titolo della chiesa parrocchiale: S. Jacopo (Vicar prep.),
    abitanti n° 488
    - nome del luogo: Limano, titolo della chiesa parrocchiale: S. Martino (Rettoria),
    abitanti n° 550
    - nome del luogo: Lucchio, titolo della chiesa parrocchiale: S. Pietro (Rettoria),
    abitanti n° 349
    - nome del luogo: Lugliano e Bugnano, titolo della chiesa parrocchiale: S. Maria e S. Donato (Rettoria),
    abitanti n° 410
    - nome del luogo: Montefegatesi, titolo della chiesa parrocchiale: S. Frediano (Rettoria),
    abitanti n° 580
    - nome del luogo: Ponte a Serraglio, titolo della chiesa parrocchiale: SS. Crocifisso (Rettoria),
    abitanti n° 300
    - nome del luogo: Palleggio, titolo della chiesa parrocchiale: S. Maria Assunta (Rettoria),
    abitanti n° 154
    - nome del luogo: Vico Pancellorum, titolo della chiesa parrocchiale: S. Paolo (pieve),
    abitanti n° 524
    - Totale: abitanti n° 8056
    BAGNI DI LUCCA (
    Balnea Corsenae et Villae). In Val di Lima, due a tre miglia lungi della confluenza di questo fiume nel Sechio, Capoluogo di Comunità nel piviere di Controne, Giurisdizione e 4 miglia toscane a greco dal Borgo a Mozzano, Diocesi e Ducato di Lucca, che è 14 in 15 miglia toscane a grecale.
    Quel trasporto che sentono gli oltramontani e gli oltramarini per il
    bel cielo d’Italia pare che nasca, se non traveggo, non tanto dalla sorpresa che in loro risveglia l’aspetto di una serena e brillante atmosfera, il respirare di un’aura soave, l’apparire e il tramontare del sole in mezzo a un rubicondo e irradiato orizzonte, quanto ad accrescere in essi tanta maraviglia concorre eziandio la dolcezza del clima,
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    la copia e squisitezza dei nostri frutti, e quelle ridenti pittoriche variate scene che offrono più che altrove le campagne italiane.
    I contorni dei Bagni di Lucca possono senza fallo annoverarsi fra le seducenti prospettive che in molte vallate s’incontrano della bellissima Toscana.
    Alla favorevole situazione topografica dei Bagni di Lucca, in un’aria elastica e pura accrescono pregio le eleganti fabbriche ivi sparse, la diligente cultura che a guisa di un anfiteatro si mostra nelle adiacenti colline, la caduta delle acque che scendono dai torrenti nella Lima e la fama delle efficacissime terme, di cui il luogo dalla natura fu arricchito.
    Sono tre o quattro villaggi, un prossimo all’altro, tutti vaghi, tutti comodi, tutti pregevoli e accreditati per qualche scaturigine minerale.
    All’insieme di queste ville e sorgenti termali è stato dato il nome generico di Bagno, nel modo stesso che sotto un egual titolo fu compresa tutta la Comunità già conosciuta nella storia della Repubblica di Lucca, come
    Vicaria di Val di Lima.
    Il primo a incontrarsi, partendo da Lucca, è il villaggio del
    Ponte a Serraglio, borgo situato in parte alla sinistra del fiume Lima, e porzione alla sua destra sulle due testate di un bel ponte di materiale da cui ebbe nome. (Vedere PONT’a SERRAGLIO) Questo borgo deve la sua maggiore fortuna a una nuova fonte termale usata nel secolo XVI da un pistojese per nome Bernabò; il quale essendo attaccato da pertinace malattia cutanea, dopo aver sperimentato senza profitto gli altri bagni, risanò coll’usare per immersione la sorgente vicina al Ponte a Serraglio, dove fu poi costruito il bagno denominato tuttora di Bernabò. A brevissima distanze da queste terme sono altri due stabilimenti, cioè le Docce basse, e i Bagni caldi. Quelli detti alla Villa
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    si trovano un mezzo miglio discosti sulle falde orientali della stessa collina, la quale appartiene ad una propagine del monte di Prato Fiorito formato di macigno schistoso.
    La più antica terma, quella che diede il nome ai bagni di Lucca, è il
    Bagno Caldo, più noto col nome di Corsena dalla chiesa e villaggio omonimo (Vedere CORSENA) Cominciò la celebrità di questo bagno sino dal secolo XII, ed è opinione che la contessa Matilde costruisse sul Serchio, presso al borgo, il ponte chiamato della Maddalena, onde agevolare agli abitanti della Garfagnana il viaggio di Lucca e l’accesso ai Bagni; comecchè sia più sicuro fatto, che lo stesso ponte fosse innalzato per ordine di Castruccio, siccome due altri furono costruiti sul fiume Lima nel 1317, nell’anno appunto che quel famoso capitano e signore dei Lucchesi faceva uso del Bagno di Corsena. (ZACCAR. Anecd. Pistor.) – La più remota menzione che mi è accaduto d’incontrare sull’uso del Bagno di Corsena la trovo nella Cronaca pisana di Guidone da Corvaja, dove si legge che, nel dì 25 marzo 1284, Bonifazio di Massa Lunense andando o stando al Bagno di Corsena cadde col cavallo per via, della quale caduta dopo otto giorni morì. (MURAT. R. 1. Script. T. XXI) Da questo fatto si rileva non solamente l’antica celebrità delle Terme lucchesi, ma ancora l’uso di aprire la bagnatura nel mese di marzo, nel modo stesso che costumavasi per i Bagni di Monte Pisano a forma dell’Editto Pretorio. (Vedere BAGNI a S. GIULIANO) Forse l’apertura era stabilita a un giorno fisso, siccome lo dà a credere la gara con cui i concorrenti si disputavano il posto per entrare nel bagno di Corsena il primo venerdì di marzo, giorno
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    in cui taluni credettero che quelle acque operassero prodigi.
    È il Bagno di
    Corsena uno stabilimento termale alimentato da 4 sorgenti, una delle quali, il Doccione, è la più abbondante e la più calda di tutte; poiché la sua temperatura ascende a 43 gradi del termometro Réaumuriano.
    La sorgente del
    Doccione provvede di una grossa polla le così dette Docce alte, le Docce temperate e i bagnetti. Tanto questi che le Docce temperate sono modificate da altre vene meno calde, le quali tutte insieme si distinguono col nomedi Acqua di S. Lucia. Alle scaturigini del Doccione stabilironsi i Bagni a Vapore, ossia stufe, sino dal più remoto uso dei bagni di Corsena. Abbandonate le stufe vennero esse ripristinate in miglior guisa, e rimesse in credito alla nostra età per le cure del chiarissimo professor Franceschi direttore attuale, e autore ben noto dell’Igèa de’Bagni lucchesi.
    Questo bagno vaporoso, di cui non si conosce forse in Italia né il più utile né il più completo, trovasi modellato esteriormente alla foggia del
    Calidario delle antiche Terme, fornito anch’esso del suo Tepidario, costruito internamente in guisa che senza molestia può tutto il corpo ricevere il vapore dell’acqua termale ad eccezione della testa, mentre il polmone respira l’aria libera dell’atmosfera mercè di un ingegnoso meccanismo.
    Nei contorni del Bagno Caldo sono stati recentemente costruiti vari pubblici edifizi, un ospedale, e un nuovo tempio elegantissimo, con varie abitazioni a maggiore agiatezza dei concorrenti.
    Il secondo stabilimento quello delle
    Docce basse, appartiene al bagno denominato una volta Bagno rosso, dove undici sorgenti versano le loro benefiche acque, fra le quali sono divenute famose e reputatissime le Docce trastulline,
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    quelle della disperata, e la Doccia rossa. In piccola distanza dal Bagno Rosso trovasi quello di S. Giovanni, le cui sorgenti sono meno mineralizzate, e credute più utili ai deboli e ai fanciulli.
    Il locale delle
    Docce basse è fornito di bagni a comune, oltre i bagnetti privati, mentre a pochi passi di là è stata eretta di nuovo la fabbrica del Casino. I Bagni alla Villa, costituenti il terzo stabilimento termale, non cedono ai già descritti per la celebrità loro, come ancora per la magnificenza delle abitazioni che gli fanno corona. L’amenità della loro posizione alla base orientale di una collinetta, nel cui opposto fianco si trovano le terme già descitte, di fronte alla valle superiore della Lima, colpì talmente il Falloppio, mentre vi era a curarsi da una pertinace sordità, che ad un paradiso terrestre piuttosto che a una deliziosa villa vorrebbe questa località assomigliare. Con lode superiore agli altri bagni quelli della Villa furono costantemente nominati da molti scrittori delle medesime Terme, fra i quali Michele Bendinelli insigne medico Lucchese, che nel 1483 appositamente consacrò un suo trattato << De Blaneo Villae Lucensi >> primachè il suo concittadino dottor Franciotti, nel 1552 pubblicasse un’altra simile produzione De Balneo Villensi.
    Le acque termali della Villa sono adoprate in bevanda anche in lontani paesi; esse hanno una temperatura quasi costante di calore di gradi 31 Réaumur. – Il fabbricato è stato ampliato, il numero delle docce e dei bagnetti accresciuto e reso più utile nel secolo che corre. Presso a queste Terme e lungo la strada rotabile sulla destra riva della Lima trovasi il teatro, e qua fu innalzato dalle ultime Sovrane di Lucca un palazzo principesco, poco lungi dal borgo dove risiedono le autorità
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    civili, e amministrative nella stagione della bagnatura.
    Non vi è, direi quasi, autore che abbia trattato delle Terme, il quale non parli specialmente di queste lucchesi. Tali sono Gentili da Fuligno, Ugolino da Monte Catino, Michele Savonarola, Mengo Blanchello, Falloppio, Andrea Bacci, e moltissimi altri valenti scrittori, oltre i medici lucchesi, fra i quali meritano distinzione
    , il Trattato de’Bagni di Lucca pubblicato nel 1792 dal dottor Moscheni e l’Igèa dei Bagni e più particolarmente di quelli di Lucca, dell’attuale direttore dei medesimi professor Franceschi. – A questi due autori devesi altresì le analisi chimiche delle stesse acque, le quali però non sempre trovansi conformi fra loro sulla qualità e quantità dei principii.
    Stando alle analisi più recenti, e alle osservazioni fatte dal professor Franceschi risulta, che la temperatura delle varie sorgenti dei bagni sopraindicati presentano tre gradi diversi e sempre costanti di calore. Quelle del
    Bagno caldo ascendono a 43 gradi del termometro R.; alcune sorgenti delle docce basse conservano 35 gradi; altre 27 gradi e quelle della Villa gradi 31 di calore.
    Niuna di queste acque, per asserto dell’autore testè nominato, sviluppa alcun gas alla sorgente, e l’atmosfera che riempie gli spechi diversi, da dove esse scaturiscono, è affatto inodora. Non vi trovò egli per conseguenza alcun indizio di gas acido carbonico né di gas idrogene solforato libero, siccome opinò il Moscheni.
    L’esame del deposito salino prodotto dalle acque delle Docce basse diede un leggerissmo indizio dell’esistenza di qualche atomo di ferro; il qual minerale fu però riscontrato dal celebre Davy nella materia giallo-rossastra che accompagna le acque termali dei Bagni caldi, sostanza che fu trovata dall’insigne chimico inglese composta di silice e di perossido di ferro. Gli altri corpi mineralizzanti delle acque termali lucchesi sono carbonati, solfati e muriati a diversa base,
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    siccome apparisce dai risultamenti analitici, da noi accennati all’articolo ACQUE MINERALI.
    Le terme lucchesi sono state riconosciute di costante efficacia nelle febbri lente, e nelle ostinate intermittenti a qualunque siasi tipo appartenessero. Tale prerogativa è stata a preferenza accordata alle acque della Villa usate in bevanda. Ai quali salutari effetti deve altresì contribuire non poco la qualità del clima, e il passaggio del malato da un paese palustre e di aria grossolana a una posizione felice come quella dei Bagni di Lucca.
    Si lodano pure i medesimi nelle malattie nervose, alle quali giovano specialmente i bagni tepidi delle
    Docce basse, purchè tali affezioni morbose ripetino la loro causa da aumentata mobilità del sistema; mentre la Doccia calda trovasi utile nell’opposta situazione, cioè nello stato di spossamento e di debolezza, come sono le paralisi. – Anche nelle ostruzioni del basso ventre producono un efficace profitto le Docce calde applicate alla parte, e unitavi la bibita dell’acqua medesima. Celebratissima è la bevanda dell’acqua della Villa per la prerogativa di cacciar le renelle, e d’impedire conseguentemente l’accrescimento de’calcoli. Finalmente per tralasciare di altri buoni effetti, sono le Terme lucchesi da gran tempo reputatissime a vincere varie affezioni di utero, e ad acquistare forse anche quella fecondità, che il celebre poeta Monti figurò assisa sul margine di questi Bagni, i quali tardos ad venerem excitant, siccome prima del Monti lasciò scritto un fisico lucchese. – Vedere ACQUE MINERALI.
    Comunità de’Bagni di Lucca. – La comunità de’Bagni di Lucca, che quasi intieramente corrisponde all’antica Vicarìa di Val di Lima, occupa una superficie territoriale che ha circa 30 miglia di perimetro con una popolazione di 8056 abitanti. Essa è per la maggior parte posta in monte, coperta delle rocce stratiformi che propagansi dalla catena dell’Appennino
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    fra l’Alpe di Barga e la così detta Alpicella al giogo delle Tre Potenze, nella faccia meridionale del Monte Rondinaja. – Confina con sei Comunità, cinque delle quali situate in Toscana; tre di esse appartengono al Ducato di Lucca, due al Gran Ducato, mentre la sesta, posta sul rovescio dell’Appennino, fa parte della Lombardia modenese nella provincia del Frignano. – La Comunità de’Bagni confina col territorio di quest’ultima dal lato di settentrione, mediante la Foce al Giogo presso al varco della nuova strada Regia che sormonta l’Appennino fra il Lago Santo, prima sorgente del fiume Scultenna, e il Lago Nero, dove nasce il fiume Sestajone. Di là volgendo a maestro trova lungo il torrente Fegana la Comunità lucchese di Coreglia, la quale abbandona dopo due miglia di tragitto insieme con il torrente piegando a ostro rasente le pendici del monte Fegatesi, sino che trova il rio Camajone, lungo il quale cammina di conserva con la Comunità del Borgo a Mozzano; passa alla sinistra della Lima, dove rimonta con essa il fosso di Pizzorna dalla sua foce sino alla sorgente. Di là dirigesi a levante per la schiena del poggio di Battifolle avendo a contatto da questo lato la Comunità di Villa Basilica. Dal vertice di Battifolle volgendosi a greco incontra la Comunità Granducale di Piteglio, con la quale attraversa di nuovo il fiume Lima sopra il castello di Lucchio, e rimonta alla sorgente del rio di Caprìana sul poggio di monte Carisi. Di là proseguendo pel giogo dell’Appennino al piano degli Ontani va al Lago Nero, avendo sempre a contatto il territorio dell’altra Comunità Granducale di Cutigliano, sino che all’Alpicella delle Tre Potenze sulla via Bibolca incontra di nuovo lo stato Modenese
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    di Fiumalbo.
    La nominata
    Alpicella delle Tre Potenze anche nel secolo XIII costituiva uno dei termini di confine fra il Pistojese, il Modenese e Lucchese territorio politico ed ecclesiastico, siccome apparisce dal nome dato al poggio stesso, e meglio ancora da un atto pubblico del 1222, relativo alla confinazione delle tre diocesi: “videlicet a nuda Alpe eundo superius strata usque ad ALPESELAM, et inde ad VIAM BIBULCAM, etc.” (PACCHI MEMORIE della GARFAGNANA, pag. 26)– Vedere ALPE di S. PELLEGRINO e BARGA.
    Se io non m’inganno, fu questa una delle Comunità dello Stato di Lucca, la quale ha potuto conservare quasi illesi i suoi confini, dopo la pace del 1442 conclusa fra i Lucchesi e i Fiorentini, mercè cui questi ultimi dovettero restituire alla Repubblica di Lucca, fra i castelli occupati in Val di Lima nelle precedenti ostilità,
    Benabbio, Corsena, Controne e altri minori ville della stessa Vicarìa.
    Il suo territorio è attraversato da levante a ponente e quindi a libeccio, dal fiume Lima, costeggiato a maestro dal torrente Fegana, dal rio Camajone, e a ponente dal fosso di Pizzorna.
    La prominenza più elevata dei monti dentro questa Comunità è quella delle
    Tre Potenze a levante del Monte Rondinaja che si alza 3325 braccia sopra il livello del mare. Seguono appresso le cime di Prato fiorito e Monte Fegatesi che formano due sproni meridionali dello stesso Monte Rondinaja.
    Una magnifica strada Provinciale rotabile attraversa la Comunità lungo il fiume Lima sino al confine Granducale, mentre varie Comunitative guidano ai diversi castelli e villaggi della Comunità medesima.
    L’indole del terreno che costituisce l’esterna ossatura de’monti che diramansi in Val di Lima, appartiene nella massima parte a un’arenaria calcare disposta in strati variamente inclinati, e alternanti con l’argilla schistosa (
    bisciajo). La quale arenaria nel poggio
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    dove scaturiscono le polle termali, fra il torrente Camajone e il fiume Lima, vedesi attraversata da larghe fenditure ripiene di candido spato calcare cristallino, e tramezzata da più sottili straterelli di terra ocracea, nel modo che più apertamente apparisce fra il Bagno caldo, e il Bagno Bernabò. I prodotti principali del suolo della Comunità de’Bagni derivano dalle selve dei castagni, sia pel frutto, che è il pane giornaliero degl’abitanti, quanto per il legname da ardere e da lavoro. Ne’luoghi meglio esposti signoreggia la vite e l’ulivo fra campicelli e piccoli ripiani di sementa. In quanto ai pascoli ed erbe medicinali è famoso il monte di Prato fiorito; ma il bestiame lanuto emigra di qua nella fredda stagione con una porzione di abitanti per andare in Maremma, di dove pingui ritornano gli armenti e col frutto delle loro fatiche i lavoranti. – Una però delle risorse di cui partecipano poveri e ricchi è quella che produce la numerosa concorrenza dei bagnanti alle Terme nei mesi estivi.
    Non dirò delle altre industrie locali, di edifizi a acqua per cartiere, mulini, gualchiere, tintorìe e altre manifatture, delle quali mi è ignoto il numero e i resultamenti.
    Lo stesso si dica degli stabilimenti d’istruzione elementare, e degli altri istituti di pubblica beneficenza. Pere quelli riguardanti l’amministrazione e cura dei Bagni vi provvede una Deputazione del Governo, con un medico, un chirurgo, un farmacista e diversi altri impiegati.
    La Comunità dei Bagni di Lucca ha la Cancelleria, il Tribunale civile e l’Ufizio del Registro al Borgo a Mozzano, i Tribunali superiori e il Conservatore delle Ipoteche sono in Lucca.
    Fra gli uomini illustri è noto nella storia del medio Evo quel Pagano da
    Corsena fedele e seguace della contessa Matilde, e Luparo Lupari poeta di qualche grido nel secolo XIV, il
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    quale ebbe Signoria in Benabbio, Casole dì Val di Lima, e Vico Pancellorum, innanzi che esso con l’illustre sua famiglia andasse a stabilirsi in Bologna. (MEMOR. LUCCH. T.IX).

    STATO della Popolazione della Comunità de'BAGNI DI LUCCA nell'anno 1832

    - nome del luogo: BAGNO (Capoluogo), titolo della chiesa parrocchiale: S. Pietro, abitanti n° 780
    - nome del luogo: Benabbio, titolo della chiesa parrocchiale: S. Maria Assunta (Rettoria),
    abitanti n° 930
    - nome del luogo: Brandeglio, titolo della chiesa parrocchiale: S. Maria Assunta (Rettoria),
    abitanti n° 362
    - nome del luogo: Casabasciana, titolo della chiesa parrocchiale: SS. Quirico e Giuditta (Pieve),
    abitanti n° 574
    - nome del luogo: Casole di Val di Lima, titolo della chiesa parrocchiale: SS. Andrea e Donato (Rettoria),
    abitanti n° 194
    - nome del luogo: Cocciglia, titolo della chiesa parrocchiale: S. Michele (Rettoria),
    abitanti n° 78
    - nome del luogo: Controne (S. Cassiano di), titolo della chiesa parrocchiale: S. Cassiano (Rettoria),
    abitanti n° 774
    - nome del luogo: Controne (S. Gemignano di), titolo della chiesa parrocchiale: S. Gemignano (Rettoria),
    abitanti n° 332
    - nome del luogo: Controne (Pieve di), titolo della chiesa parrocchiale: S. Giovanni e S. Giulia (Vicar. prep.),
    abitanti n° 677
    - nome del luogo: Crasciana, titolo della chiesa parrocchiale: S. Jacopo (Vicar prep.),
    abitanti n° 488
    - nome del luogo: Limano, titolo della chiesa parrocchiale: S. Martino (Rettoria),
    abitanti n° 550
    - nome del luogo: Lucchio, titolo della chiesa parrocchiale: S. Pietro (Rettoria),
    abitanti n° 349
    - nome del luogo: Lugliano e Bugnano, titolo della chiesa parrocchiale: S. Maria e S. Donato (Rettoria),
    abitanti n° 410
    - nome del luogo: Montefegatesi, titolo della chiesa parrocchiale: S. Frediano (Rettoria),
    abitanti n° 580
    - nome del luogo: Ponte a
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    Serraglio, titolo della chiesa parrocchiale: SS. Crocifisso (Rettoria), abitanti n° 300
    - nome del luogo: Palleggio, titolo della chiesa parrocchiale: S. Maria Assunta (Rettoria),
    abitanti n° 154
    - nome del luogo: Vico Pancellorum, titolo della chiesa parrocchiale: S. Paolo (pieve),
    abitanti n° 524
    - Totale: abitanti n° 8056
Localizzazione
ID: 361
N. scheda: 4650
Volume: 1
Pagina: 208 - 209, 213 - 217
Riferimenti: 4850, 18650
Toponimo IGM: Bagni di Lucca
Comune: BAGNI DI LUCCA
Provincia: LU
Quadrante IGM: 097-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1626690, 4874169
WGS 1984: 10.58128, 44.01131
UTM (32N): 626754, 4874344
Denominazione: Bagni di Lucca - Acque minerali
Popolo: S. Pietro al Bagno a Corsena, alla Villa del Bagno
Piviere: S. Giovanni Battista e S. Giulia a Controni, a Controne
Comunità: Bagni di Lucca
Giurisdizione: Borgo a Mozzano
Diocesi: Lucca
Compartimento: x
Stato: Ducato di Lucca
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