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Rocca S. Casciano, S. Casciano in Pennino, in Appennino - Via Regia Forlivese

 

(Rocca S. Casciano)

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    ROCCA, e ROCCHETTA. – Non vi è quasi castello in Toscana che non rammenti la sua rocca o rocchetta, cassero o girone; ma più limitato è il novero di quelli che hanno dato il vocabolo a qualche paese, popolazione o contrada.

    ROCCA S. CASCIANO, già
    S. Casciano in Pennino o Appennino, nella Valle del Montone in Romagna. – Terra illustre, Capoluogo di Comunità e di Giurisdizione, con Tribunale di prima istanza, pieve arcipretura (Santa Maria, già S. Cassiano) nella Diocesi di Bertinoro, Compartimento di Firenze.
    Risiede in valle alla confluenza del torrente Ridazzo che scende nel Montone alla sua destra e del fosso S. Antonio che vi scola dal lato opposto. È attraversata dalla nuova strada regia Forlivese, a 360 braccia sopra il livello del mare, fra il grado 29° 30’ 2” di longitudine ed il 44° 4’ di latitudine, circa 11 miglia toscane a scirocco di Modigliana, 15 a levante di Marradi , 10 a grecale di Terra dei Sole, 15 miglia toscane pure a grecale di Forlì, 7 a maestro di Galeata, e intorno a 18 miglia nella stessa direzione da Baglio in Romagna.
    Piuttosto che perdermi in vaghe congetture per assegnare alla Rocca S. Casciano un’origine remotissima, come fora quella di chi vorrebbe farne una immaginaria città etrusca, o gallica, col nome di
    Sassatica o Sassantina. (Vedere ABAZIA DI GALEATA e SASSETO); debbo qui limitarmi a dire che questa Terra, già borgo di cui conserva tuttora la figura, ebbe nome e principio dal titolare della sua chiesa plebana (S. Cassiano in Appennino), la quale sino dal 1084 fu data in padronato al Monastero di S. Benedetto in Alpe da due coniugi, Alberto e Ligarda, per atto pubblico del 25 novembre scritto juxta basilicam S. Cassiani,
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    quae vocatur in Apennino una cum suis justis et certis in terra finibus. – (ARCH. DEL CAPITOLO DI S. LORENZO A FIRENZE, e ANNAL. CAMALD. T. III. Append.)
    La stessa donazione fa confermata dal Pontefice Calisto II mediante bolla del 12 aprile 1124 diretta a don Teodorico abate del Monastero di S. Benedetto nell’
    Alpe di Biforco.
    Chi fossero poi i due coniugi che donarono nel 1084 il padronato della pieve di S. Cassiano nell’Appennino non mi è riescito di decifrare, siccome ignoro la famiglia degli eredi di quel conte Alberto, o Alberico, contro i quali nel giorno 25 Maggio del 1232 fu pronunziato giudizio tale che favorì il Monastero di S. Benedetto in Alpe, e ciò per il caso che un figlio di Ruggiero da Presenzano si era fatto eleggere arbitrariamente in arciprete della pieve di
    S. Casciano in Apennino. – (ivi).
    Da quel documento pertanto si scuopre che la chiesa plebana della Rocca S. Casciano sino dal secolo XIII era decorata dei titolo di parrocchia arcipretura.
    Il suo Locale situato in un angolo della Terra fu ridotto per poco tempo a campo santo, mentre la rocca, della quale restano in piedi due torri con i loro bastioni, trovasi poco lungi di là sopra un risalto di poggio nella ripa sinistra del fiume Montone.
    Comunque sia la cosa, noti è improbabile che i più antichi padroni della pieve di
    S. Cassiano in Pennino fossero stati gli autori dei signori da Calboli, i quali di buon ora ebbero dominio nella Rocca S. Casciano, come anco ne’castelletti del suo distretto.
    Quali e quante fossero nel secolo XIV coteste ville o castelli, lo dichiara l’istrumento del 4 aprile 1381, col quale il conte Francesco di Paoluccio da Calboli fu ricevuto per dieci anni in accomandigia dalla
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    Repubblica Fiorentina con tutte le fortezze, ville e territorj di sua giurisdizione in Romagna, cioè, la Rocca S. Casciano, la villa di Lacuna, Monte Cerro, Monte Bello, Orsavola, S. Donnino (in Soglio), Particeto , Munsignano, Monte Maggiore, S. Casciano in Pennino, Pietra d’Appio, Calboli, Salto e Fiumana sul Rabbi, luoghi in gran parte compresi nella Comunità della Rocca S. Casciano e tutti nella Diocesi di Bertinoro.
    Dei quali luoghi tutti l’anno dopo il conte Francesco da Calboli, in vigore dell’ultimo testamento (7 agosto 1382) instituì suo erede universale la Repubblica Fiorentina, alla quale consecutivamente gli abitanti de’comuni predetti giurarono obbedienza, fra i quali quelli della Rocca che ottennero per capitolazione alcuni privilegj, stati loro per lungo tempo prorogati in vista della fedeltà da essi mostrata verso quella repubblica.
    Per tal mezzo può dirsi che il territorio della Rocca S. Casciano fosse tra i primi paesi della Romagna a passare sotto il governo della Repubblica Fiorentina, la quale avendo acquistato così un dominio più diretto sopra cotesta contrada, non omise mezzi onde felicitare quei popoli con l’efficace ajuto del commercio sostenuto da una prudente legislazione atta a stabilirvi una norma di vivere civile ed economico. Per effetto di chè la Signoria deputò al governo della Rocca S. Casciano un potestà ed un castellano nel tempo stesso che mediante un trattato di commercio nel 1390 procurava agli abitanti della Rocca una libera comunicazione e franchigia di merci con i paesi dominati dai figli di Guido da Polenta signori di Ravenna, da Astorgio Manfredi signor di Faenza e (
    ERRATA: dai Malatesta) dagli Ordelaffi signori di Forlì.
    E perché sopra uno de’luoghi da Francesco da Calboli lasciati alla Repubblica ci pretendeva ragione un ultimo fiato de’nobili di Monte Cerro, anche costui venne a Firenze a farne la renunzia alla Signoria.
    Rispetto ai
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    diritti dei conti Guidi, a quelli degli Ubaldini di Apeggio e di altri signorotti di Bertinoro sopra i paesi alla Rocca limitrofi, furono essi acquistati dal Comune di Firenze per i consueti mezzi di accomandigia perpetua, mezzi che vennero poco a poco a consolidarsi con il dominio su coteste parti della Romagna, sia mediante compre, ovvero per atti di permute ecc.
    Le ragioni poi (
    ERRATA: dei signori Malatesta) de'signori Ordelaffi di Forlì, e Manfredi di Faenza si risolverono in favore della repubblica fiorentina talvolta per ribellione dei loro sudditi, tale altra per la soccombenza dei padroni, o vogliasi dire per diritto di guerra. Di chè somministrano altrettante prove gli Articoli DOVADOLA, GALEATA, PORTICO, PREMILCORE, TREDOZIO ecc., ai quali per minorare la noja si rinvia il lettore.
    Dondechè dal 1382 in poi il governo di Firenze inviò alla Rocca un castellano ed un giusdicente, siccome risulta dalle provvisioni della Signoria e dagli statuti fiorentini compilati nel 1415. Nei quali alla rubrica 57 del Libro V trattato IV, si ordina che il potestà de’Comuni di Salto, Monte Cerro, Calboli, S. Casciano in Pennino, Scannelli, Bufolano, Ferracciano, Orsavola, Monte Maggiore, Munsignano, Particeto, S. Donnino, la Rocca S. Casciano, Laguna, Monte Bello e Villa de’Rocchi, debba tenere la sua residenza continua nella Rocca S. Casciano con due notaci ecc. Gli stessi ordini furono dati per il capitano della Rocca e loro respettiva provvisione. Ma i paesi della Romagna fiorentina nel 142:, vennero orribilmente tartassati dall’oste milanese, allorchè i nemici della Repubblica dopo la giornata ali Zagonara, s’innoltrarono nella Valle del Montone dove riesci loro d’impadronirsi della Rocca S. Casciano. La qual cosa non essendo succeduta senza tristizia di coloro che n’aveano la cura, la Repubblica Fiorentina ne diede bando della testa a Piero Gianni, che v’era allora podestà, e condannò come ribelle Niccolò
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    di Dello che v’era castellano. – (AMMIR. Stor. Fior. Lib. XIX.)
    Da quel tempo in poi le storie civili non rammentano vicende di rimarco rispetto a cotesto paese, che si tenne costantemente fedele al governo di Firenze.
    La vecchia pieve della Rocca fu disfatta nel 1784 quando già era in costruzione la nuova che innalzavasi dai fondamenti nel 1776 per le cure dei pievano Antonio Tassinari nel luogo dov’era situato l’oratorio di S. Maria delle Lacrime; ma per la morte di quell’arciprete la fabbrica essendo rimasta sospesa, il Granduca Leopoldo I nel suo passaggio dalla Rocca ordinò che il sacro edifizio fosse terminato a spese della Corona; il che venne in breve tempo tra il 1782 e il 1784 eseguito sotto la direzione di Carlo Setticelli di Firenze, cioè due anni dopo che con rescritto sovrano fu approvata la demolizione della vecchia chiesa plebana previa la traslocazione della medesima e delle sue onorificenze nella nuova. Questa, che è ad una sola navata, fu aperta nel 19 novembre del 1784, e consacrata nel 3 maggio 1787 da Francesco Maria Colombani vescovo di Bertinoro.
    Fra gli oggetti di belle arti vi è da contemplare in detta pieve un quadro rappresentante la deposizione dalla Croce di Giovanni Stradano, e nell’oratorio della Compagnia del Suffragio posto nella piazza è da vedersi una dipintura del Rosselli.
    Un convento de’Francescani Riformati fu eretto nella Rocca sulla fine del secolo XVII per le premure di Mons. Vincenzo Cavalli, vescovo di Bertinoro, che ebbe pure il lodevole progetto d’introdurre fra quei claustrali un lettore in scienze onde istruire gratis i giovinetti esciti dalle scuole di belle lettere; progetto che fu ben accolto non solo dalla Comunità della Rocca S. Casciano, ma da quelle limitrofe di Dovadola, di Portico e di Premilcore, le quali si accordarono a tal effetto di fornire a titolo
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    di elemosina scudi 35 per anno a quel convento. I frati sussistono tuttora; vi manca però il lettore.
    Esisteva nella Terra stessa anche un monastero di donne sotto la regola di S. Domenico, con chiesa intitolala a S. Maria degli Angeli, che serviva eziandio di educatorio alle fanciulle il qual asceterio venne soppresso l’anno 1809 dal transitorio governo francese.
    La Rocca conta fra gli uomini distinti un celebre giureconsulto in Guid’Angelo Poggi nativo di questa Terra.

    MOVIMENTO della Popolazione della TERRA della ROCCA SAN CASCIANO a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 137; tatale della popolazione 771.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 90; femmine 90; adulti maschi 105, femmine 167; coniugati dei due sessi 244; ecclesiastici dei due sessi 69; numero delle famiglie 143; tatale della popolazione 745.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 249; femmine 208; adulti maschi 210, femmine 175; coniugati dei due sessi 568; ecclesiastici dei due sessi 27; numero delle famiglie 309; tatale della popolazione 1437.
    ANNO 1840: Impuberi maschi 213; femmine 199; adulti maschi 283, femmine 248; coniugati dei due sessi 654; ecclesiastici dei due sessi 29; numero delle famiglie 350; tatale della popolazione 1626.

    Comunità della Rocca S. Casciano. – Il territorio di questa Comunità occupa una superficie di 15701 quadrati, dei quali 466 quadrati sono presi da corsi d’acque e da pubbliche strade.
    Nel 1833 abitavano familiarmente in cotesto territorio 2552 persone, a proporzione di 134 individui per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
    Confina con sei Comunità del Granducato e con una dello stato Pontificio. – Con quest’ultima la Comunità di Bertinoro fronteggia dirimpetto a levante mediante termini artificiali fino alla
    Magione di Calboli dove sottentra la Comunità granducale di Dovadola, con la
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    quale il territorio della Rocca segue sui monti una linea irregolare, da primo di fronte a settentrione , poscia dirimpetto a maestro, e quindi a grecale , nella quale ultima direzione attraversa il fiume Montone e la strada regia Forlivese per salire dirimpetto sui poggio di Villa Renosa, dietro alla di cui chiesa parrocchiale trova il Rio detto della Villa. Mediante cotesto territorio le due Comunità corrono nella direzione di maestro fino alla confluenza dei fosso Figadello. A questo sbocco sottentra dirimpetto a ponente la Comunità di Modigliana, con la quale l’altra della Rocca rimonta il fosso Figadello, e quindi per termini artificiali lungo la costa de’monti s’incammina incontro alla strada rotabile di Modigliana. Con la qual via il territorio comunitativo della Rocca da settentrione dirigendosi a ostro perviene sulla cima del Monte Bello, dove lascia fuori la detta strada, e voltando faccia da ponente a mezzodì entra nel fosso di Predo e di là rimonta quello di Corradello, mercè cui i due territorj si accompagnano fino alla sommità del monte della Macine. Costassù cessa la Comunità di Modigliana e viene a confine l’altra di Tredozio, con la quale la nostra fronteggia per termini artificiali dirimpetto a libeccio e poscia di fronte a ponente salendo il poggio situato a ponente della Rocca, donde poi arrivano nel torrente Traborro, che insieme rimontano dirimpetto a settentrione per sino alle sue sorgenti che trovano sul crine del poggio. Costì il territorio della Comunità della Rocca voltando la fronte a maestro e poi a ponente trova sul Monte Bevaro la Comunità di Portico, con la quale scende nel fiume Montone che attraversano per risalire l’opposta pendice de’poggi sulla di cui cima sottentra di fronte a scirocco la Comunità
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    di Premilcore, e con quest’ultima la nostra mediante il fosso appellato del Rio scende nel fiume Rabi. Ivi cessa la Comunità di Premilcore, e viene a confine dal lato di levante, quella di Galeata, con la quale l’altra percorre per due miglia toscane l’alveo del Rabbi finchè lasciato il fiume a sinistra cavalca i poggi che nell’opposta pendice acquapendono nel Montone; di là dal quale le due Comunità s’incamminano per termini artificiali verso la sommità del Monte Colombo che fiancheggia a sinistra il vallone di Calboli; finalmente i due territorj della Rocca SanCasciano e di Galeata dirigendosi a settentrione grecale arrivano per termini artificiali sulla sommità del poggio alla Magione di Calboli dove ritorna a confine lo Stato Pontificio.
    Fra i corsi d’acqua, il maggiore è quello del fiume Montone che attraversa da ostro settentrione il territorio e passa in mezzo alla Roc-ca S. Casciano, presso dove confluiscono a destra il torrente
    Ridazzo che viene da Calboli ed a sinistra il fosso di S. Antonio che un ponte cavalca alla fine del borgo di sotto.
    Anche il fiume o fiumana dei Rabi lambisce dal lato di scirocco il territorio comunitativo della Rocca S. Casciano.
    Una nuova strada regia, la Forlivese, la quale passa dentro il paese della Rocca San. Casciano va ivi adornandosi di un nuovo borgo quasi parallelo all’antico della Rocca S. Casciano.
    Inoltre di quà si stacca un’altra strada provinciale, la
    Traversa di Romagna, che guida per Galeata e S. Sofia a Bagno.
    Le vecchie strade erano tutte mulattiere, e malagevoli, sebbene dalla strada antica del Montone passasse il Pontefice Martino V col suo seguito reduce dal concilio di Costanza.
    Lungo il borgo nuovo della Rocca è stato eretto un teatro con annesso casino ad uso di stanze civiche col disegno e direzione dell’ingegnere di Circondario
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    signor France-sco Violani Traversari di Portico.
    Quattro montuosità in questa Comunità furono segnalate dall’astronomo Pad. Giovanni Inghirami , cioè , dalla parte di levante del capoluogo,
    Monte Colombo, che si alza sopra il mare braccia 1222,3; dalla parte di maestro, Monte della Chioda, la cui cima trovasi a braccia 1201,2; dalla parte di grecale, Monte Grosso, che trovasi braccia 1153,5; e verso scirocco, Monte Forcella , che è braccia 1123,1 sopra il livello del mare.
    Rispetto alla struttura fisica de’monti, quelli lungo la strada regia Forlivese nulla presentano di singolare oltre quanto fu avvertito all’Articolo PORTICO
    Comunità, trovandosi dosi tutti coperti da un terreno di deposito stratificato, nè saprei indicare se vi siano eccezioni dalla parte orientale nei monti Colombo e Grosso dovendo rimontare il fosso di Calboli, dove non fui, e dove è desiderabile che qualche cultore delle scienze naturali faccia parziali escursioni.
    All’Articolo ROMAGNA GRANDUCALI feci menzione delle rovine costà accadute nella primavera del 1661 per causa de’violenti terremoti che ripetuti per circa 40 giorni rovinarono molti paesi di cotesta provincia, fra i quali il vecchio caseggiato della Rocca S. Casciano. Un testimone contemporaneo asseriva che d’allora in poi fu esteso il fabbricato lungo il fiume Montone nel paese nuovo, giacché innanzi era tutto agglomerato intorno alla rocca, oggi detta il
    Castellaccio.
    Trovandosi la Terra della Rocca S. Casciano in favorevole posizione di rapporti commerciali per essere il paese più centrale della Romagna granducale, ha migliorato d’assai la sua sorte mediante l’apertura della muova strada regia Forlivese, di cui ne fu ordinata l’esecuzione dalla munificenza del Granduca LEOPOLDO II con R. motuproprio del 5 ottobre 1832, e terminata nel 1837. –
    Vedere ALPE (S. BENEDETTO IN).
    Era appena compita cotesta opera che un movimento inaspettato decise le
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    Comunità limitrofe a far tracciare altri tronchi di strade rotabili, come quelli per Modigliana, per Galeata, per Premilcore, e Tredozio, specialmente dopo che con motuproprio dei 7 ottobre 1837 lo stesso Granduca ordinò che nella Terra della Rocca S. Casciano si stabilisse un Tribunale collegiale di Prima istanza ed un Regio Commissariato tale da comprendere sotto la nuova giurisdizione oltre la valle centrale del Montone quattro altre valli laterali superiori della Romagna, due delle quali a levante; cioè del Savio e del Bidente, e due a ponente, del Lamone e del Senio.
    In conseguenza di tali e di altre sovrane beneficenze la Terra della Rocca S. Casciano aumentò di risorse e di popolazione, si accrebbe di un bel borgo fiancheggiato da fabbriche pubbliche e private, ricevé nuovo impulso nell’industria e nel commercio, e furono più frequentati e più copiosi i suoi mercati. I quali ultimi hanno luogo tre volte per settimana; nel lunedì e venerdì per il traffico de ‘cereali derivanti dallo Stato Pontificio, e nel mercoledì per lo smercio dei prodotti provinciali, facendo capo in cotesta Terra i popoli delle Comunità circonvicine.
    La Comunità della Rocca mantiene due medici, un chirurgo e due maestri di scuola.
    Trovasi nella Rocca, oltre il tribunale di Prima istanza ed un Regio commissario, anche il vicario Regio un ufizio dell’esazione del Registro, un ingegnere di Circondario, un ispettore delle dogane di frontiera ed una cancelleria comunitativa che abbraccia le Comunità della Rocca, di Dovadola, Terra del Sole, di Portico e di Premilcore.
    Vi è inoltre un ufizio postale per la distribuzione delle lettere di tutto il Commissariato. – La conservazione delle Ipoteche stà in Modigliana.

    QUADRO della Popolazione del della COMUNITA’ di ROCCA SAN CASCIANO a quattro epoche diverse.

    - nome del luogo: Calbola, titolo della chiesa: S.
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    Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Bertinoro, abitanti anno 1551 n° 172, abitanti anno 1745 n° 172, abitanti anno 1833 n° 245, abitanti anno 1840 n° 251
    - nome del luogo: Calboli (*), titolo della chiesa: S. Michele (Pieve), diocesi cui appartiene: Bertinoro, abitanti anno 1551 n° 299, abitanti anno 1745 n° 125, abitanti anno 1833 n° 146, abitanti anno 1840 n° 173
    - nome del luogo: Limisano (*), titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Bertinoro, abitanti anno 1551 n° 54, abitanti anno 1745 n° 89, abitanti anno 1833 n° 120, abitanti anno 1840 n° 119
    - nome del luogo: Monte Bevaro, titolo della chiesa: S. Giovanni Battista (Rettoria), diocesi cui appartiene: Bertinoro, abitanti anno 1551 n° 67, abitanti anno 1745 n° 105, abitanti anno 1833 n° 125, abitanti anno 1840 n° 147
    - nome del luogo: Monte Vecchio, titolo della chiesa: S. Stefano (Rettoria), diocesi cui appartiene: Bertinoro, abitanti anno 1551 n° 553, abitanti anno 1745 n° 110, abitanti anno 1833 n° 146, abitanti anno 1840 n° 148
    - nome del luogo: Ontaneta in Monte Vecchio, titolo della chiesa: S. Jacopo (Rettoria), diocesi cui appartiene: Bertinoro, abitanti anno 1551 n° 122, abitanti anno 1745 n° 117, abitanti anno 1833 n° 110, abitanti anno 1840 n° 129
    - nome del luogo: ROCCA SAN CASCIANO con i suoi annessi, titolo della chiesa: S. Maria già S. Casciano (Pieve arcipretura), diocesi cui appartiene: Bertinoro, abitanti anno 1551 n° 925, abitanti anno 1745 n° 745, abitanti anno 1833 n° 1437, abitanti anno 1840 n° 1626
    - nome del luogo: Villa Arenosa in Villa de’Rocchi (*), titolo della chiesa: S. Mercuriale (Rettoria), diocesi cui appartiene: Bertinoro, abitanti anno 1551 n° 90, abitanti anno 1745 n° 50, abitanti anno 1833 n° 86, abitanti anno 1840 n° 98
    - Totale abitanti anno 1551: n° 2283
    - Totale abitanti anno 1745: n° 1513

    Annessi
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    provenienti nelle ultime due epoche dalle Comunità limitrofe del Granducato, o dello Stato Pontificio
    - anno 1833 abitanti n° 197
    - anno 1840 abitanti n° 290

    - Totale abitanti anno 1833: n° 2606
    - Totale abitanti anno 1840: n° 2911

    N. B.
    Le parrocchie qui sopra contrassegnate con l’asterisco (*) nelle ultime due epoche mandavano fuori di questa Comunità
    - anno 1833 abitanti n° 54
    - anno 1840 abitanti n° 59

    RESTANO

    - anno 1833 abitanti n° 2552
    - anno 1840 abitanti n° 2852

    ROCCA S. CASCIANO in Romagna.– Nel 1845 la parrocchia della Rocca S. Casciano aveva nella Comunità omonima 1688 Abitanti ed una frazione di 5 soli individui entrava in quella di Dovadola.
    Dove si parla de'Signori di Forti dicasi degli
    Ordelaffi, ed in fine si dia oltre la popolazione del 1833 di cotesta Comunità, la quale ascendeva a 2552 Abitanti quella del 1845 che ammontava con gli annessi a 3027 persone, cioè :

    Calcola
    , Abitanti N° 263
    Calcoli (
    porzione), Abitanti N° 221
    Limisano (
    porzione), Abitanti N° 104
    Montebevaro
    , Abitanti N° 168
    Montevecchio
    , Abitanti N° 158
    Ontaneta
    , Abitanti N° 122
    Rocca S. Cascìano (
    porzione) , Abitanti N° 1688
    Villa Renosa (
    porzione) , Abitanti N° 88

    Annessi

    Avello; dalla Comunità di Dovadola, Abitanti N° 56
    Castello;
    dalla Comunità di Tredozio, Abitanti N° 21
    Sarturano;
    dalla Comunità di Tredozio, Abitanti N° 51
    Rio di Carapi;
    dalla Comunità di Premilcore, Abitanti N° 14
    Senzano;
    dalla Comunità di Modigliana, Abitanti N° 5
    Soglio;
    dalla Comunità di Galeata, Abitanti N° 68
    TOTALE
    Abitanti N.° 3027

    VIA REGIA FORLIVESE. – Cotesta Via, aperta fra il 1832 ed il 1834, staccasi dalla
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    Regia postale Aretina passato il Ponte a Sieve, la cui fiumana rimonta sino a Dicomano, di dove s’incammina verso la montagna di S. Godenzo per quindi varcare quell’Appennino noto sotto il vocabolo di Alpe di S. Benedetto, e di là scendere nella Valle del Montone per innoltrarsi lungo il fiume omonimo per Portico, Rocca S. Casciano, Dovadola, Castro Caro e Terra del Sole di là dalla quale trova lo Stato Pontificio.
    Questa strada fu resa di agevole salita e ben carrozzabile ad onta che fosse da superare costà uno de’ varchi più alti dell’Appennino toscano, quale si è quello dell’Alpe di S. Benedetto, varco che il Padr. Gen. Inghirami segnalò a braccia 1675 sopra il livello del mare, comecchè sia braccia 108 più depresso di quello della
    Cisa sulla Via provinciale di Val di Magra, il qual giogo è 1783 braccia superiore al mare Mediterraneo.
Localizzazione
ID: 3645
N. scheda: 45110
Volume: 4; 5; 6S
Pagina: 790 - 794; 726; 217
Riferimenti:
Toponimo IGM: Rocca S. Casciano
Comune: ROCCA SAN CASCIANO
Provincia: FC
Quadrante IGM: 099-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1727717, 4882288
WGS 1984: 11.8439, 44.05994
UTM (32N): 727780, 4882463
Denominazione: Rocca S. Casciano, S. Casciano in Pennino, in Appennino - Via Regia Forlivese
Popolo: S. Maria a Rocca S. Casciano
Piviere: S. Maria a Rocca S. Casciano
Comunità: Rocca S. Casciano
Giurisdizione: Rocca S. Casciano
Diocesi: Bertinoro
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana (Romagna Granducale)
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