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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Roselle

 

(Rovine di Roselle)

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    ROSELLE sopra Grosseto nella Valle inferiore dell’Ombrone sanese. Una delle primarie città etrusche, della quale non resta in piedi che una parte delle sue mura ciclopiche, di un anfiteatro e di poche altre macerie coperte da spinose marruche.
    Risiede sopra un colle che si avanza a ostro di quello di Batignano lungo la ripa destra dell’Ombrone fra la parrocchia di Batignano e quella d’Istia nella Conmunità Giurisdizione Diocesi e Compartimento di Grosseto.
    Trovasi fra il grado 28° 49’ 11” di longitudine ed il grado 42° 50’ di latitudine, circa 4 miglia a settentrione grecale di Grosseto, un miglio nella stessa direzione dal poggio di Moscona, 3 miglia a ostro di Batignano, ed altrettante a maestrale del fiume Ombrone che fa seno sopra il Castello d'Istia là dove confluisce il borro delle
    Conce che scende dal poggio di Roselle, la qual città era appena 10 miglia lontana dalla spiaggia del mare Toscano.
    Lo scheletro dell'antica
    Roselle, che fu una delle 12 Lucomonie, o capi d'origine dell'Etruria, aveva un giro di 10000 piedi, pari a pertiche francesi 1666 e 2/3 circa miglia 1 e 1/2 toscane. – Le sue mura furono costruite di masse considerabili di travertino spianate e commesse senza cemento, della grossezza di braccia 4 alla base, e di braccia 3 e 1/2 in cima.
    Questa città dell'Etruria media, che comprendeva nella politica sua giurisdizione la maggior parte dell'attuale Maremma grossetana; questa città, che per la sua forte situazione sopra uno sprone di monte come anco per il popolo da cui era abitata, seppe farsi dai nemici rispettare, tostochè nel quinto secolo di Roma ebbe ardire di opporsi a coloro che divennero padroni dell'Orbe allora conosciuto; questa città che divenuta romana colonia fu segnalata dagli scrittori del secolo di Augusto per il generoso soccorso ai Romani fornito nella seconda
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    guerra Punica; questa città che dominava sopra una vasta ed ubertosa contrada, a cavaliere di una pianura circondante uno stagno marino con isolotto delizioso; questa città da otto à dieci secoli a questa parte è ridotta una macia di sassi e di spine dove non vivono più che rettili ed altri animali immondi.
    II primo a misurare il giro delle mura etrusche di
    Roselle, ed a pubblicare la pianta della stessa deserta città fu il P. Ximenes nel suo Esame dell’Esame di un libro sopra la Maremma senese, il quale vi aggiunse il perimetro e la forma del suo anfiteatro romano fra quelle rovine scoperto nell'aprile del 1774, e tutto verificato nel 1809 sulla faccia del luogo dal ch. cav. Mirali.
    Per quanto poco o nulla di
    Roselle abbiano lasciato scritto i Romani, il monumento delle sue mura etrusche, l'ambito non piccolo di cotesta città, ed il suo anfiteatro basterebbero per se soli a convincere i censori più austeri dell'antico lustro di Roselle, durevole non solamente sotto il regno Etrusco, ma ancora sotto la Repubblica Romana; e dirò di più sotto il dominio de’Barbari calati posteriormente in Italia.
    Una prova indubitata della sua continua esistenza e considerazione come città capo di provincia fu data dall'Ughelli e dal P. Ximenes nella cronologia dei vescovi di
    Roselle, i quali dal secolo quinto almeno fino all'anno 1138 continuarono a risedere in Roselle, di dove per bolla del Pontefice Innocenzo II la sua residenza fu trasferita nella Terra sottostante, poi città di Grosseto.
    Fra le memorie confacenti a provare che l'etrusca
    Roselle nei secoli VIII, IX e X era abitata eziandio nella stagione estiva, citerò quelle che forniscono gli Arch .Arciv. Lucch. e Dipl. Fior.
    Avvegnachè dai
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    documenti lucchesi del secolo VIII si scuopre che in Roselle tenevano casa di fattoria i vescovi di Lucca, che alla casa medesima si recavano i censi ed i livelli annui soliti pagarsi dai fittuarj dei beni immobili che quella mensa possedeva nella Maremma rosellana.
    Tale è fra gli altri un livello di beni posti nella Maremma di Sovana fatto dagli agenti del vescovo di Lucca sotto dì 10 diocembre del 762, e rinnovato sotto lì 16 giugno del 777
    , posti nel vico di Lasciano contado di Sovana, per cui obbligaronsi i fittuarj di portare ogn’anno fino a Roselle dov’era una delle fattorie di quei vescovi il censo convenuto. – (Memor. Lucch. Vol. IV. P. I.)
    Anche più importanti sono i documenti dell'
    Arch. Dipl. Fior. spettanti al secolo IX provenienti dalle membrane della Badia del Montamiata, poichè il primo di essi dell’anno 868 è un contratto fatto in Rocche fra il conte Winighisi di Siena e quattro figli del fu Petrone di Chiusi relativamente ad una perorata di beni, cui non solo si trovavano presenti undici testimoni, ma anche il Gastaldo della città di Roselle ed uno Scabino, ossia giudice municipale, tutti firmati a quel contratto. Peccato che in quell’istrumento importantissimo il mese ed il giorno del contratto siano corrosi in guisa da non leggersi. Si leggono bensì il giorno, il mese e l’anno, che fu il 14 settembre dell’893, indizione XI, in un diploma dato in Roselle dall'imperatore Guido l'anno IV del suo impero, quando egli ad istanza di Alberico e di Liottardo suoi fedeli confermò all’abbate Pietro ed ai suoi monaci della Badia di S. Salvadore sul Montamiata tutti i feudi, giurisdizioni e decime delle Celle e Corti,
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    state già concesse alla Badia predetta dall'Imperatore Lodovico suo antecessore, a condizione di erogarne i frutti in benefizin dello spedale del monastero ed in elemosine ai poveri. Di più concedè a quei claustrali il privilegio di un mercato sobbutino, o annuale a condizione che il retratto da esigersi in detto mercato fosse consumato nel vestiario de’monaci e in quello de’pellegrini: e tuttociò sotto la pena di lire 30 d'argento e di lire 5 di oro obrizo per chi avesse ardito contradire a quel privilegio.
    Rispetto ai documenti del secolo X potrei dire che da questa etrusca città presero il titolo di conti gli Aldobrandeschi di Sovana, giacché nel 25 luglio del 998 un conte Rodolfo di
    Roselle nato dal C. Ildebrando, marito della contessa Gisla e padre di un altro conte Ildebrandino di Roselle, assistè all’atto di donazione fatta dal March. Uga alla sua badia di Poggibonsi. Potrei rammentare uni istrumento di permuta di beni fatta nel 1007 fra Benedetto vescovo di Volterra e la contessa Gisla restata vedova dì Rodolfo conte di Roselle, presente il figlio e Mondualdo C. Ildebrandino. Finalmente potrei giovarmi di una pergamena scritta nel 22 novembre dell'anno mille, nella quale si tratta dell'offerta fatta in Roselle di vari beni posti verso il fiume Paglia da un conte Bernardo figlio di un altro conte Bernardo a favore della Badia Amiatina, se non avessi ragioni da dubitare che quella pergamena fosse scritta nel territorio rosellane piuttosto che nella città stessa di Roselle.
    Fu rogato bensì in Roselle nel 6 aprile dell'anno 1015 un istrumento di alienazione di varj beni a favore di otto personaggi ivi presenti ed accettanti. – (loc. cit.)
    Ora riepilogando concluderò, che se nel secolo IX troviamo un
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    conte di Siena in Roselle con gastaldi, scabini e notari del paese; se nel secolo stesso vi capitò l’Imperatore Guido e vi passò con la sua corte ai 14 di settembre, in un mese che divenne pericolosissimo e forse il peggiore per l'aria maremmana; se troviamo nei secoli X e XI in Roselle stabilito oltre la residenza vescovile un governo civile e genti che vi concorrevano; se a tali osservazioni si vorranno aggiungere altre già indicate all’Articolo Grosseto, o che lo saranno in appresso all'Articolo Sovana, fia giuoco forza concludere, che l'aria delle Maremme fosse in quei tempi fra il luglio e il settembre meno pericolosa, o almeno che non imperversasse tanto, come dopo il secolo XIII per cause tuttora ignote è accaduto.
    Infatti se Grosseto invece di
    Roselle divenne sede vescovile nel 1138, né la pianura grossetana esser doveva allora, come la è stata in seguito, infida nell'estate; né Roselle ebbe a perdere la sua cattedrale e la residenza del suo clero per cagione della malaria, sibbene per la poca sicurezza che vi era rimasta allorquando cotesta città per asserto del Pontefice Innocenzo III, era frequentemente infestata da masnade di ladroni. – (Bolla del Pontefice Innocenzo Il presso l'UGUELLI Ital. Sacr. in Episc. Grosseto). – Vedere l'Articolo Grosseto Vol.II pag. 525 e segg.
    Contuttociò
    Roselle continuava anche nel secolo XIII avanzato ad essere il castello dei suoi vescovi, i quali vi possedevano l'antico episcopio ed erano patroni di uni chiesa parrocchiale sotto il titolo di S. Lucia. – Il Cav. Giov. Antonio Pecci, patrizio sanese e culto illustratore delle cose patrie, nel 1759 pubblicò nelle Novelle Letterarie di Firenze un articolo relativo alle memorie di Roselle, nel quale si
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    riporta il sunto di un mandato di procura sotto dì 27 agosto del 1287, mercé del quale atto fu nominato dagli uomini del castello di Roselle, col consenso di Fr. Bartolommeo vescovo Grossetano e Signore del castello di Roselle, in sindaco un Guiduccino Pazzetti (forse Pizzetti) onde per conto dei Rosellani promettere davanti ai Signori ed al Podestà di Siena: che gli abitanti di Roselle avrebbero dato libera entrata ed esciti con alloggio nel loro castello alle milizie sanesi, escluso da quell’onere il palazzo che vi teneva il loro Vescovo, ecc. – Le dette convenzioni furono stabilite in Siena nel 3 1 agosto del 1287, mutue il mandato di procura sottoscritto dai consiglieri rosellani fu deliberato quattro giorni prima, come dalla data seguente: Actum Rosellis in palatio Episcopi Grossetani coram presbitero Blasio rectore ecclesiae S. Luciae eiusdem castri. – (ARCH. DIPL. SAN. Kaleffo dell'Assunta. N.° 977, e 978.).
    All’anno pertanto 1287 esisteva sempre in
    Roselle quella chiesa di S. Lucia rammentata nella bolla spedita nel 1188 dal Pontefice Clemente III a Gualfredo vescovo di Grosseto, cui confermò fra le altre cose anco il castello di Roselle con il suo distretto e tutto ciò che a buon diritto gli apparteneva nella Canonica di Roselle.
    A proposito della rammentata Canonica gioverà qui aggiungere a schiarimento di quanto si disse all’Articolo Grosseto (Vol. II. pag. 551) essere vecchia tradizione che quando il vescovo e capitolo di Roselle e la sede vescovile erano in questa città, la cattedrale di S. Lorenzo esistesse fuori delle sue mura nel poggio della Canonica, tantopiù che non mancano esempi di antiche cattedrali fabbricate fuori
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    delle città, come fu avvisato agli Articolo AREZZO, CHIUSI E FIESOLE.
Localizzazione
ID: 3691
N. scheda: 45610
Volume: 4
Pagina: 820 - 822
Riferimenti: 35380
Toponimo IGM: Rovine di Roselle
Comune: GROSSETO
Provincia: GR
Quadrante IGM: 128-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1676521, 4744045
WGS 1984: 11.16048, 42.83017
UTM (32N): 676584, 4744219
Denominazione: Roselle
Popolo: S. Martino a Batignano - S. Salvatore d'Ischia, a Istia d'Ombrone
Piviere: S. Martino a Batignano - S. Salvatore d'Ischia, a Istia d'Ombrone
Comunità: Grosseto
Giurisdizione: Grosseto
Diocesi: Grosseto
Compartimento: Grosseto
Stato: Granducato di Toscana
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