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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Rosignano, Rasignano

 

(Rosignano Marittimo)

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    ROSIGNANO, già RASIGNANO (Rasinim nwn) in Val di Fine. – Terra cospicua con sovrastante castellare, capoluogo di Comunità residenza di un Vicario regio, di un Cancelliere comunitativo e di un Ingegnere di Circondario, la di cui chiesa plebana (S. Giovanni) spetta attualmente alla Diocesi di Livorno, già a quella di Pisa Compartimento medesimo
    Risiede sul vertice di un poggio omoni che ha dal lato di ponente
    e di ostro la veduta del mare; a levante la Via Emilia di Scauro ed il corso inferiore del fiume Cecina e del fiumicello Fine, a settentrione la continuazione dei Monti Livornesi, dei quali questo di Rosignano è il più meridionale, che si alza sopra il livello del mare Mediterraneo circa braccia 300, e braccia 278 misurato dal P. Inghirami dalla sponda del terrazzo di casa Bombardieri nella Terra di Rosignano.
    Trovasi fra il grado 28° 8’ di longitudine ed il grado 43° 28’ 6"
    di latitudine, 16 miglia a ostro scirocco di Livorno, 22 miglia a ostro di Pisa e circa 30 miglia a ponente di Volterra.
    Comecchè sulle pendici meridionali del poggio di Rosignano nel luogo detto la
    Villana abbia io sospettato che esistesse un di la villa di Albino Cecina descritta nel suo Itinerario da Rutilio Numaziano e da noi indicata all'Articolo ALBINO CECINA (VILLA DI), con tuttociò la più antica rimembranza superstite di questo paese di Rasiniano, ora Rosignano, credo sia quella indicata in un istrumento del 27 maggio, anno 762, col quale Peredeo vescovo di Lucca fece divisione di beni con un di lui nipote, fra i quali si notano decampi che quella illustre famiglia Longobarda possedeva nel
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    distretto di Rasignano presso il fiume Fine.
    Che nei predetti beni vi fosse compreso un cafaggio lo dichiarò Peredeo medesimo nel suo testamento del 17 marzo 778, col quale donò allo stesso nipote Sunderado tutto ciò che quel vescovo aveva per parte sua ereditato dai proprj genitori, cioè, de cafagio nostro a flavio qui vocatur Finem. – (Memor. Lucch. Vol. IV. P. I.)
    Anche
    l'Arch. Arciv. Pis. conserva una pergamena scritta nel luglio del 783, nella quale si fa menzione di una corte posseduta in Rasiniano nell'atto che un tale Perprando la donava ad una sua figlia maritata, di nome Ololia, eccettuando dalla donazione un palazzo di campagna (Sala) posto nel monte di Rasiniano in mezzo ad una vigna ed oliveto, e ad eccezione di due cafaggi che lo stesso Perprando possedeva nel luogo appellato Sughera ed in Foriniciano nel distretto di Rasiniano (cioè Rosignano), come pure esclusa una vigna posta presso la chiesa intitolata a S. Giovanni. – (MURAT. Ant. M. Aevi T. III.)
    All'Articolo. CAMAJANO, oggi detto CASTEL NUOVO DELLA MISERICORDIA , dissi, che una chiesa di S. Giovanni, ora la Pieve vecchia di Castelnuovo preindicato, compresa nel distretto di Rosignano trovasi dalla parte settentrionale de’monti fra Castelnuovo del la Misericordia ed il Villaggio di Gabbro, mentre il luogo della Suvera, o Sugliera, del distretto medesimo fu segnalato in altra membrana dell'Arch. Arciv. Pis. del 7 dicembre, anno 938. – (MATTHAEI, Hist. Eccl. Pis, T. I. Append.)
    Inoltre la Badia di S. Salvadore a
    Moxi, riunita
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    poi alle Due Badie della Castellina, possedeva una corte nel territorio di Rosignano, confermatale dal Pontefice Pasquale II con bolla del 19 settembre 1106.
    Così pure fino dal mille possedevano beni nel territorio di Rosignano il monastero di S. Felice di Vada, i conti della Gherardesca e gli arcivescovi di Pisa. –
    Vedere CASTIGLIONCELLO DI ROSIONANO, GUARDISTALLO, E VADA.
    Rispetto al Monastero di Vada havvi un atto del 5 settembre del 1080, col quale Ubaldo del fu Lamberto, stando in Rosignano presso la pieve di S. Giovanni, rifiutò in mano di Pietro abbaio del Monastero di S. Felice di Vada un pezzo di terra vignata con casa posta nel castello stesso di Rosignano. Né la sola chiesa plebana di S. Giovanni prendeva allora il titolo da cotesto paese, ma ancora una cappella dedicata a S. Lorenzo, la quale sebbene designata col vocabolo di
    Col Mezzano fu nel distretto di Rosignano dato ora a Riparbella. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte della Primaziale del 13 giugno 1048, e 15 maggio 1053.) – Vedere COLLE MEZZANO
    Dissi che intorno al mille compariscono signori di Rosignano gli arcivescovi di Pisa. Ma che un tal dominio provenisse nella mensa pisana per causa di donazioni ad essa fatte, quindi dal March. Gottifredo e dalla contessa Beatrice confermiate, lo dà a congetturare un’istrumento del 9 novembre 1126 (
    stile pisano) pubblicato dal Muratori; nel quale si rammentano terreni e case poste nel castel di Rosignano che il Vescovo Buggeri I aveva concesso tempo addietro ad enfiteusi a diversi signori pisani. La qual donazione ivi si dichiara confermata dal marchese Gottifredo e dalla contessa Beatrice, per cui quei fittuarj pagar dovevano un annuo censo al messo del marchese di Toscana. Tale dubbio trovasi anche
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    schiarito da un diploma spedito da Norimberga lì 19 luglio 1138, col quale l’Imperatore Corrado II concedè a Balduino arcivescovo di Pisa per se e per tutti i suoi successori , fra gli altri diritti sovrani, il placito e il fodro di Vada e di Rasignano con tutte le terre, case e beni esistenti nelle suddette due curie, le quali si dicevano di pertinenza della Marca (di Toscana). – (ARCH. DELLE RIFORMAG. DI FIRENZE.)
    Oltre cotesto importantissimo documento le carte dell'
    Arch. Arciv. Pis. ne offrono uno del 4 gennajo 1166 relativo ad un lodo dato in quel giorno per terminare la lite che verteva tra i consoli ed il popolo di Colle (presso Castelnuovo della Misericordia) e l'Arciv. di Pisa rappresentato da Ildebrando Visconti da una parte, ed i consoli e popolo di Rosignano dati altra parte, rispetto ai confini territoriali di entrambi i castelli; per cui gli arbitri in quella sentenza disegnarono i limiti respettivi fra i predetti distretti. – Arroge a ciò un placito dato in Pisa nel palazzo imperiale lì 31 agosto del 1067 (stile comune) dal March. Gottifredo di sopra nominato, col quale ad istanza di Guido vescovo di Pisa fu giudicato doversi restituire alla mensa pisana due parti della metà del castello e poggio di Colle, al pari che della sua corte e chiesa ivi esistente sotto il titolo de’SS. Stefano e Donato, oltre due porzioni della torre ch'era edificata dal lato occidentale di quel castello; le quali cose tutte (dice il placito) erano state donate alla mensa pisana dal fu Ildebrando figlio della b. m. di Alcherio ecc. – (Arch. cit.)
    Infatti la chiesa di
    S. Stefano di Colle trovasi registrata fra quelle della diocesi pisana nel catalogo
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    del 1372 (stile pisano) sotto il pievanato di Rosignano (ora pieve di S. Stefano a Castelnuovo della Misericordia.)
    Contuttociò gli uomini del castello di Rosignano al pari di quelli di Vada dipendevano nel politico dal governo della Repubblica di Pisa, di chè fanno fede molti fatti; fra i quali mi limiterò a indicare lo statuto del Comune pisano dei 1285, appellato comunemente del conte Ugolino, ed in special modo alla rubrica 111 del libro IV intitolata:
    De Ponte faciendo super Goram. A tenore della quale il potestà e capitano del popolo pisano dovevano far eseguire dagli uomini di Vada e di Rosignano, ed a loro spese, dentro un mese un panticello di legno sopra la gora del mulino di Vada, col riattare tutti i fossi o scoli d'acqua tra Rosignano e Vada. – Inoltre dovevano obbligare le Comunità, frontiste a far restaurare la strada che da Rosignano sboccava sulla via della selce delle Pojane (Emilia) et hoc cogemus fieri facere (dice la rubrica) per capitaneos dictorum locorum si factum non est.
    A proposito di cotesta gora e del mulino edificato nel territorio comunitativo di Rosignano citerò un altro documento dell’Arch Arciv. Pis. del 1 luglio 1206, mercé del quale l’abbate dei monastero di S. Felice d Vada si obbligò pagare un annuo censo d 24 soldi agli arcivescovi di Pisa per conto della gora e delle acque del fiume Fine, a partire dal capo del bosco del Comune di Rosegnano e dell’Arcivescovo pisano; (il qua bosco incominciava dalla spiaggia del mar, fino al poggio), oltre il diritto di poter deviare in quel tragitto le acque dal fiume e condurle per gora al mulino, o
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    mulini che detto abbate od i suoi successori avessero voluto sù di essa edificare. – (loc. cit. e MATTHAEI, Hist. Eccl. Pis. T. I. Append.)
    Era stato probabilmente dall'abate di Vada quel mulino fatto costruire presso il ponte di Fine, quello stesso nell'anno 1221 fu venduto per metà da Rustico abate del monastero di S. Felice, previo il consenso de consoli di Vada, e di un altro solo monaco che allora vi abitava. – (ARCH. DIPL. FIOR.
    Carte del monastero di S. Paolo all'Orto di Pisa.)
    A meglio convincere chiunque della sudditanza del popolo di Rosignano alla repubblica pisana e non ai suoi arcivescovi lo dichiarava il lodo dei 1282, e il nuovo appello del 1285 presentato da Ruggieri I arcivescovo di Pisa, col quale reclamò dal governo pisano la giurisdizione temporale che la sua mensa arcivescovile pretendeva di avere sopra vari paesi e ville delle Collina superiori pisane; nel quale appello non venne compreso né il popolo di Rosignano, né quello di Vada, ne alcun altro casale del loro distretto. –
    Vedere RIPARBELLA.
    Del resto il popolo di Rosignano trovasi quasi costantemente unito alla madre patria, dalla quale per inganno o per forza fu talvolta distaccato; sia quando per pochi mesi nel 1345 se ne allontanò per malizia di un conte di Montescudajo vicario della Repubblica nella Maremma pisana, sia quando nel 1431 fu tolto dalle armi del Piccinino ai Fiorentini che tornarono a impadronirsene (gennajo del 1431) allorquando il fortilizio ossia cassero di Rosignano si vuole che fosse per loro ordine smantellato.
    Nel secolo medesimo però i Rosignanesi diedero prove di loro fedeltà e valore, tostochè un'armata navale genovese, nell'ottobre del 1484, avendo sbarcatole sue truppe alla spiaggia di Vada, dopo essersi queste impadronite del paese, si diressero sopra Rosignano, nella qual circostanza gli
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    assalitori furono coraggiosamente dai terrazzani ributtati , avendo quell'oste per vendetta posto il fuoco ad una parte del borgo.
    Che se i Rosignanesi all'arrivo di Carlo VIII in Pisa (anno 1484) seguitarono le parti di questa città, essi furono altresì de’primi a sottomettersi di nuovo alla Repubblica Fiorentina, della quale seguitarono la sorte anche durante il governo Mediceo, quando l'aria infida e le grandi boscaglie di Rosignano furono cagione della malattia e della morte di due figli del Granduca Cosimo I. –
    Vedere ROSIGNANO, Comunità.
    In quanto al politico Rosignano continuò a dipendere dal capitano o giusdicente di Lari; e ci richiamano appunto all'anno 1433, all'epoca cioè in cui Bonaccorso di Luca Pitti era capitano di Lari per conto della Signoria di Firenze, quando furono lavorati i parapetti di marmo posti alle cisterne a Rosignano ed a Lari con le armi della Repubblica e della famiglia Pitti tuttora nelle due Terre esistenti.
    Però nel 1606 Rosignano dal Granduca Ferdinando I fu riunito al governo di Livorno, fino a che con motuproprio dei 24 dicembre 1832 il Granduca Leopoldo II deliberò che in Rosignano risedesse un vicario regio, il quale ne’rapporti di polizia e per l’esecuzione immobiliare fosse sottoposto al governo ed al tribunale collegiale di Livorno.
    L’antica chiesa plebana resta circa mezzo miglio distante dal paese di Rosignano alla metà della salita verso libeccio. (
    Si aggiunga) La qual pieve fu soppressa nel 1788 e ridotta ad uso di cimitero. – Il Targioni nei suoi Viaggi (T. IV. pag. 430) riportò due iscrizioni, che una del 1163 quando fu incominciata, l'altra del 1444 quando fu rifatta o restaurata la pieve di Vada, la quale fino dai tempi di Cosimo I non figurava più che come parte della parrocchia di Rosignano. – Vedere VADA.

    MOVIMENTO della Popolazione della PARROCCHIA di
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    ROSIGNANO e VADA a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 133; tatale della popolazione 516.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 51; femmine 52; adulti maschi 72, femmine 128; coniugati dei due sessi 234; ecclesiastici dei due sessi 7; numero delle famiglie 203; tatale della popolazione 544.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 470; femmine 384; adulti maschi 507, femmine 345; coniugati dei due sessi 889; ecclesiastici dei due sessi 10; numero delle famiglie 489; tatale della popolazione 2605.
    ANNO 1840 (1): Impuberi maschi 517; femmine 395; adulti maschi 476, femmine 455; coniugati dei due sessi 1110; ecclesiastici dei due sessi 6; numero delle famiglie 546; tatale della popolazione 2959.

    (1) N. B.
    La popolazione effettiva della parrocchia di Rosignano nell’anno 1840 ascendeva a 2993, ma 34 abitanti entravano nel territorio della Castellina Marittima.

    Comunità di Rosignano. –
    Il territorio di questa Comunità abbraccia una superficie di 30781 quadrati, dei quali 933 sono presi da corsi d'acqua e da strade. – Nel 1833 vi abitavano stabilmente 3928 persone, a proporzione di circa 106 individui per ogni migilio quadrato di suolo imponibile.
    Dalla parte di terraferma confina con cinque Comunità, mentre di fronte a libeccio fra il fido del mare. Quest’ultimo ne lani-bisce il suo territorio fra la foce dei fosso
    Tripesco vecchio presso il Capo Cavallo e la foce del torrente Chioma, che scende in mare dai Monti Livornesi. Rispetto alla terraferma la Comunità di Rosignano dirimpetto a maestrale fronteggia con quella di Livorno, mediante il corso dei torrente Chioma, salendo di conserva sui Monti Livornesi sino a che nel fosso Rigugliano che viene da levante sottentra la Comunità di Colle
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    Salvetti, con il di cui territorio si accompagna la nostra lungo i bordi di Stregonia, Sanguigna e Rapajola, pei quali scendono entrambe in Val di Fine presso la strada Emilia che trovano al ponte della Piastraja e di là arrivano sul torrente Salvajano.
    Costi viene a confine il territorio della Comunità di S. Luce, con cui quello di Rosignano mediante il Salvajano, poscia il fiume Fine, dirigesi prima a grecale, quindi a libeccio e finalmente a ostro, fino a che per la strada vecchia Maremmana s'incammina nel fosso Canale. A cotesto punto sottentra la Comunità della Castellina Marittima, con la quale l’altra di Rosignano si accompagna mediante il corso del fosso predetto sino al fiume Fine, presso cui ritrova la Pia Emilia, o regia Maremmana, che i territori delle due Comunità attraversano sul ponte del torrente Marmolajo, e di lì, inoltrandosi verso ostro trovano l'osteria del Malandrone presso il fosso di Ricavo che oltrepassano per arrivare sul ponte del Tripesco.
    A cotesto punto il territorio comunitativo di Rosignano lascia a levente quello della Castellina Marittima e la via Emilia piegando a libeccio, e mediante il corso del Tripesco trova dirimpetto a scirocco il territorio della Comunità di Riparbella con cui si accompagna sino al mare Mediterraneo.
    Non vi sono grandi prominenze montuose essendo quella del mulino a vento sopra Rosignano una delle più elevate, sebbene oltrepassi di poco le 300 braccia di altezza sopra il livello del sottoposto mare.
    Fra le strade rotabili che attraversano il territorio di questa Comunità vi è la R. Maremmana, o Via Emilia che corre lungo il suo confine orientale, oltre la nuova provinciale littoranea che da Livorno lungo il mare rasenta la base occidentale
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    de’Monti Livornesi passando per Castiglioncello e per Vada, di dove si dirige al ponte della Cecina sulla strada R. Maremmana.
    Sono pure rotabili i tronchi di strade comunitative che staccansi da Rosignano, o per scendere verso grecale all'osteria di
    Acquabuona nella via R. Maremmana, o per dirigersi dall'opposta pendice del poggio a Vada, al Fitto di Cecina,o alla Torre di Castiglioncello. – Un altro tronco di strada rotabile parte dalla R. Maremmana per salire a Castelnuovo della Misericordia.
    In grazia di cotesti mezzi che facilitano il trasporto dei prodotti di suolo la Terra di Rosignano migliorò considerabilmente la sua sorte, siccome lo dimostra l'aumento vistosissimo della sua popolazione, il miglioramento del suo fabbricato, e la comoda accessibilità al capoluogo.
    Fra i corsi più copiosi d'acqua che rasentano o che passano per il territorio comunitativo di Rosignano contansi, a maestrale il torrente
    Chioma, ed a ostro il fiumicello Fine.
    Presso il Ponte della Fine lungo la via Emilia si scuoprirono nei secoli scorsi de’ruderi di vecchie fabbriche, talchè non è improbabile che costà presso fra il Malandrone e il ponte predetto esistesse l’antica pieve di S. Maria a Fine, poi monastero, che in tempi meno antichi fai riunito alle Due Badie sotto la Castellina Marittima. – Vedere
    MALANDRONE, e BADIE (LE DUE).
    All’Articolo AD FINES citai cotesta località come una delle mansioni state lungo la via Emilia di Scauro, il cui nome derivò indubitatamente, dirò col Targioni, dal fosso o fiume del confine che fui costà fra le colonie
    di Pisa e di Volterra, tanto più che è noto essere appartenuto il porto di Vada a Volterra donde prese il distintivo di Vada Volaterrana. – Vedere FINE e VIA EMILIA DI SCAURO.
    Lo stesso titolo
    Ad Fines
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    o ad Casas Cesarianas fu dato ad altra mansione sull’antica via Cassia posta nel Vai d'Arno superiore presso il confine della colonia Aretina con la Fiesolana, cioè nel territorio di Castelfranco di sopra, come fu accennato all’Articolo CERTIGNANO, cui devesi aggiungere l'omessa popolazione di quella parrocchia, la quale all’anno 1833 ascendeva a 122 abitanti.
    Sulla destra della Via Emilia fra il torrente
    Tripesco, l'osteria del Malandrone, la Castellina e Rosignano trovasi il Col Mezzano di sopra rammentato, e la di cui distrutta chiesa di S. Lorenzo era compresa nell'antico pievanato di Vada.
    Rispetto alla struttura fisica il territorio comunitativo di Rosignano appartiene a tre serie distintissime di terreno; poiché la parte montuosa è formata da rocce stratiformi di calcare, di schisto marnoso e di arenaria mascherate verso la sommità del poggio di Rosignano, e specialmente sotto il mulino a vento e la villa Mastiani di S. Martino da un tufo conchigliare bianco ceciato facile a lavorarsi per stipiti e scalini. – Dal lato però settentrionale del territorio avviandosi verso le sorgenti del torrente
    Chioma vedesi il terreno stratiforme compatto più o meno plutonizzato e metamorfosato in gabbro verde e rosso galestrino, cui dalla parte orientale scendendo in Val di Fine succedono le rocce marnose terziarie ricche di conchiglie univalvi e bivalvi calcinate, mentre dirimpetto a scirocco fra il fiumicello Fine ed il torrente Tripesco il suolo della pianura che dirigesi verso il littorale è profondamente coperto da terreno di recente alluvione, o da tomboli arenosi sparsi di piccoli ristagni palustri, i quali vanno a poco a poco colmandosi, mediante regolari bonificamenti che si ottengono dai due corsi di acque testé accennati. Mercé tali opere le condizioni atmosferiche di Rosignano, e se si vuole anche della sua pianura, sono migliorate
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    assai dacchè per le cure del defunto arcivescovo di Pisa Franceschi, che imprese a migliorare la vasta tenuta di Vada della mensa pisana ed il pestifero padule di quel paese, che calcolato cent’anni fa da Giovanni Targioni Tozzetti aveva da tre miglia di superficie, mentre ora è ridotto ad una striscia lungo il mare fra Vada e la bocca del Tripesco, che può dirsi quattro quinti minore di quella di un secolo indietro.
    La Terra di Rosignano da pochi anni in quà, sia in grazia delle molte strade rotabili che vi conducono dalle due regia e provinciale sopra nominate, sia mercé gl'incoraggiamenti forniti dalla libera commerciabilità de’prodotti del suolo, sia dell'esempio dato dai grandi possidenti di quel suolo, Rosignano in pochi anni ha cambiato aspetto nel materiale, nel fisico, e nell'economico; stantechè la generazione attuale ha veduto ricoprirsi di viti, di olivi e di gelsi i colli testè occupati da boschi immensi di quasi niun frutto, in mezzo ad un suolo Balestrino, o fra sterili e pietrosi gabbreti; ha veduto cambiare aspetto e ridurre a coltura una pianura ingombra di paduli, di cannucce, di macchia bassa e di sterpeti, che peggioravano le condizioni dell'aria, ridotta a cultura, ha veduto dirigere meglio i corsi di acque di botri tortuosi; e cotesta metamorfosi è accaduta nel periodo di mezzo scia colo dopo chè ai boschi cedui e di alto fusto furono in gran parte sostituiti campi di sementa o colline sparse di olivi e di viti alle bestie
    braide quelle domesticate, a steliri sterpeti pingui praterie che vanno aumentando a proporzione che crescono le mandrie delle pecore e delle bestie cavalline bovine.
    Della coltivazione attuale di Rosignano fece menzione anche il Giornale agrario toscano dell’anno 1832, dove fu pubblicata a pagina 559 una lettera dell’agente della tenuta di Rosignano del
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    conte Mastiani, nella quale non senza enfasi fu scritto, che la generazione attuale ha avuto il vantaggio di veder cangiare sotto i suoi occhi il territorio di Rosignano in quello di una campagna ridente, molto sana ed in gran parte ricoperta di viti e di olivi, e queste ultime piante distribuite in maniera che quell'agente non temè di asserire essere cotali coltivazioni nel territorio di Rosignano meglio disposte (se non meglio mantenute) di quelle del territorio fiorentino, comecchè rispetto alla manutensione degli olivi quella del territorio di Rosignano sia più confacente dell'altra praticata nelle Colline superiori pisane.
    Alla marina di CASTIGLIONCELLO Di ROSIGNANO si pratica con profitto la pesca de’muggini all'epoca del loro passaggio, la qual pesca suol recare non tenue profitto questa Comunità.
    Rispetto poi alle condizioni atmosferiche la Terra di Rosignano ingrazia dell'aumentate coltivazioni, delle boscaglie tagliate delle ristrette padulitie di Vada, sono di gran lunga in questo secolo migliorate in confronto dei tempi trascorsi quando non si capitava a Rosignano per altra causa fuori di quella di andare a caccia di cinghiali, di lepri, di folaghe, di germani e di altri animali salvatici terrestri o palustri.
    È noto abbastanza il fatto accaduto nell'ottobre del 1562 a due fratelli figli di Cosimo I, quando lo stesso Granduca con la sua famiglia si recò a Rosignano, dove quel sovrano aveva acquistato grandi possessioni in luoghi assai opportuni per simili caccie, ma in un periodo terribile, alloraquando cioè infierivano in tutta Italia febbri epidemiche violente e mortali.
    Da coteste febbri furono attaccati in Rosignano i figli di Cosimo I, fra i quali il cardinal Giovanni dové il primo restarne vittima, comecchè sulla di lui morte s’immaginassero cause recondite e piuttosto favolose. Tale si è quella di essere stato trucidato da uno de’suoi fratelli (Garzia) nel tempo della caccia, fratricidio creduto da alcuni, e da
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    altri abbrutito da tale appendice dice che fece di Cosimo I un sicario del proprio figliuolo Don Garzia morto in Pisa dopo 22 giorni ch'era mancato il fratello, e della stessa febbre epidemica che aveva trascinato alla tomba il cardinale Giovanni. – (Vedere GALLUZZI, Istor. del Granducato di Toscana all'anno 1562.)
    Anche all'età nostra la popolazione di Rosignano fu decimata dal
    colera asiatico, mentre nel 1835 cotesta malattia imperversava con tanto danno nella popolosa Livorno. Ciò non ostante recherà forse ad alcuno sorpresa di trovare cinque anni dopo, cioè nel 1840, la popolazione di Rosignano aumentata di 354 abitanti a confronto di quella del 1833. – Vedere il MOVIMENTO della sua Popolazione a quattro epoche diverse qui sopra riportato.
    La Comunità di Rosignano con il regolamento governativo del 17 giugno 1776, relativo alla sua organizzazione economica, fu ridotta a due soli popoli, quello cioè di Rosignsno e l'altro di Castelnuovo della Misericordia.
    Essa mantiene due medici, un chirurgo ed un maestro di scuola.
    Non vi sono mercati settimanali, bensì vi si tiene una fiera di molto concorso nel giorno i 1 settembre.
    Risiede in Rosignano un Vicario regio che ha la giurisdizione civile e criminale sopra le Comunità di Rosignano, Riparbella, Castellina Marittima e Orciano, mentre ha la sola criminale sopra la potesteria di Guardistallo.
    Abitano pure in Rosignano i viceconsoli di Francia e di Sardegna destinati pel sottostante porto o scalo di Vada. – Inoltre vi risiedono un ingegnere di Circondario ed un cancelliere Comunitativo, il di cui archivio serve a batte le Comunità dello stesso vicariato, comprese anco le Comunità di Guardistallo e di Montescudajo.
    La conservazione delle Ipoteche, l’uffizio di esazione del Registro ed il tribunale di Prima istanza sono in Livorno.

    QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di ROSIGNANO a quattro epoche diverse.
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    - nome del luogo: Castelnuovo della Misericordia, titolo della chiesa: S. Stefano (Pieve), diocesi cui appartiene: Livorno (già di Pisa), abitanti anno 1551 n° 148, abitanti anno 1745 n° 348, abitanti anno 1833 n° 1323, abitanti anno 1840 n° 1367
    - nome del luogo: ROSIGNANO (a), titolo della chiesa: SS. Giovanni Battista e Ilario (Pieve), diocesi cui appartiene: Livorno (già di Pisa), abitanti anno 1551 n° 516, abitanti anno 1745 n° 544, abitanti anno 1833 n° 2605, abitanti anno 1840 n° 2993
    - Totale abitanti anno 1551: n° 6064
    - Totale abitanti anno 1745: n° 852
    - Totale abitanti anno 1833: n° 3928
    - Totale abitanti anno 1840: n° 4360

    Annessi del 1840 dal popolo di Gabbro della Comunità di Livorno
    - abitanti n° 75

    - Totale abitanti anno 1840: n° 4435

    (a)
    Nel 1840 entravano da questa per la Comunità della Castellina
    - abitanti n° 34

    RESTANO
    - anno 1840 abitanti n° 4401

    ROSIGNANO nella Val di Fine presso il mare. – Alla pag. 875, dove si parla dell’ antica chiesa plebana circa mezzo miglio toscano distante da Rosignano, si aggiunga, ch’essa fu soppressa nel 1788 e convertita in seguito ad uso di pubblico Cimitero. La nuova pieve è stata di corto riedificata assai grandiosa ed in un punto il più elevato di cotesta Terra. Risiede iu Rosignano un vicario regio che esercita in giurisdizione criminale anche sopra la potesteria di Bibbona. La parrocchia plebana di Rosignano nel 1845 aveva nella Comunità omonima Abitanti 3544 ed una frazione di 51 individui entrava nella Comunità della Castellina Marittima. – TOTALE
    Abitanti. 3595.
    Nel 1833 la Comunità di Rosignano contava 3928 Abitanti e nel 1845, ne aveva, compreso un solo annesso, 5027, cioè:

    Castelnuovo della Misericordia,
    Abitanti N.° 1408
    ROSIGNANO (porzione),
    Abitanti N.° 3544

    Annessi

    Gabbro; dalla Comunità di Colle Solvetti, Abitanti N.°
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    TOTALE Abitanti N.° 5027
Localizzazione
ID: 3695
N. scheda: 45650
Volume: 4; 6S
Pagina: 823 - 829; 219
Riferimenti: 52450
Toponimo IGM: Rosignano Marittimo
Comune: ROSIGNANO MARITTIMO
Provincia: LI
Quadrante IGM: 112-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1619425, 4806931
WGS 1984: 10.47575, 43.40732
UTM (32N): 619489, 4807106
Denominazione: Rosignano, Rasignano
Popolo: S. Giovanni a Rosignano (con annesso SS. Giovanni e Paolo a Vada)
Piviere: S. Giovanni a Rosignano (con annesso SS. Giovanni e Paolo a Vada)
Comunità: Rosignano
Giurisdizione: Rosignano
Diocesi: (Pisa) Livorno
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana
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