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S. Casciano, Sancasciano dei Bagni

 

(S. Casciano dei Bagni)

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    SAN CASCIANO, o SANCASCIANO DE’BAGNI (ad Balnea Clusina) nella Val di Paglia. – Castello, ora ridotto ad una piccola Terra con chiesa collegiata arcipretura (S. Leonardo, già S. Cassiano ad Balnea) capoluogo di Comunità, nel Vicariato regio di Radicofani, Diocesi di Chiusi, Compartimento di Siena.
    Risiede intorno alla corona di alto poggio, il quale sporge sopra i vicini dalla diramazione meridionale del nannte di Cetona, circa braccia 1040 sopra il livello del mare, al cui scirocco-levante scorre il torrente
    Elvella, fra il grado 29° 32’ longitudine ed il grado 42° 52’ 5’’ 1atitudine sul confine meridionale del Granducato; 5 in 6 miglia toscane a scirocco di Radicofani; 10 miglia toscane a settentrione della città di Acquapendente e 12 a libeccio di Città della Pieve, entrambe comprese nello Stato Pontificio, 9 miglia a ostro di Cetona e circa 13 nella stessa direzione dalla città di Chiusi.
    All’
    Articolo BAGNI DI S. CASCIANO fu detto che l’origine di questo castello è cotanto remota quanto la celebrità de suoi Bagni appellati Chiusini e rammentati da Orazio; i quali nel medio evo presero il qualificato di Bagni Orvietani dalla città, da cui il paese ed i suoi feudatarj dipendevano; fino a che i medesimi acquistarono il titolo di Terme Cassianensi dalla sua chiesa di S. Cassiano che diede il nome anche al castello.
    Però la pieve di cotesti Bagni innanzi il secolo XI non era dedicata a S. Cassiano, sibbene a S. Giovanni ed a S. Maria detta al
    Bagno, chiesa rammentata da 4 membrane, scritte nel 20 febbrajo del 1014, nel marzo del 1020, nel maggio del 1067, e nel gennajo del 1075, tutte provenienti dalla Badia Amiatina nell’Archivio Diplomatico Fiorentino.
    La prima volta che trovo nominata
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    la cbiesa di S. Cassiano de’Bagni mi sembra essere quella di un istrumento scritto nel novembre 1080 della Badia testè rammentata, ora nell’Archivio Diplomatico Fiorentino.
    Checchè ne sia il Castello di San Casciano de'Bagni sino dal secolo XIII era soggetto ai Visconti di Campiglia d'Orcia, siccome apparisce da un atto pubblico del 3 agosto 1262 citato all’Articolo CAMPIGLIA D’ORCIA.
    Lo dichiara anche meglio una transazione del 18 luglio 1272 fatta fra Napoleone del fu Tancredi de'signori di Campiglia d'Orcia, Pone del fu Pepone, e Bifolco di Sinibaldo da una parte, e dall'altra parte Visconte, Monaldo, Salinguerrae Tancredi figli del fu Bulgarello, tutti de'Visconti di Campiglia, per terminare una lite vertente tra i medesimi rispetto alla rocca e castello di Campiglia
    d'Orcia, suoi abitanti e distretto, come anche per i castelli e territorj di San Casciano, di Celle, di Campagnatico ecc. e generalmente per i diritti ed azioni che essi avevano sopra quelli ed altri luoghi di loro giurisdizione. – (ARCH. DIPL. FIOR., Carte della Badia Amiatina)
    L'Ughelli nell'Istoria Marsciana (P. II.) riporta due altri istrumenti esistiti nelle membrane della Badia predetta, e scritti entrambi in Campiglia d'Orcia sotto dì 11 aprile e 12 giugno dell'anno 1274. –
    Vedere l’Articolo CAMPIGLIA D’ORCIA, dove è riportato pure uno squarcio del diploma concesso nel 1328 da Lodovico il Bavaro ai Conti di Marsciano, consorti de'Visconti di Campiglia, ai quali fra gli altri feudi quell'Imperatore confermava: Item Castrum S. Cassiani et Castrum de Cellis cum omnibus eorum juribus, territoriis, hominibus et jurisdictionibus etc.
    Uno de'Visconti di San Casciano de' Bagni fu quel Monaldo di Andreuccio che la Signoria di Firenze nel 12 dicembre del 1356 elesse in potestà della Terra di San Gimignano per sei mesi.
    Era sempre il castel di San Casciano dei Bagni
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    posseduto dai Visconti di Campiglia allorquando nel 1383 e di nuovo nel 1386 Monaldo di Giovanni di Pone si diede in accomandigia al Comune di Siena insieme con i castelli di San Casciano e di Celle, premesso l'onere dell'annuo censo di l0 fiorini d'oro da pagare a quella Repubblica. – (ARCH. DIPL. SAN. Consiglio della Campana.)
    Più solenne ancora fu la convenzione del 15 giugno 1412, mercè la quale i sindaci del Castello di San Casciano e quelli del nobile Monaldo del fu Giovanni di Pone a nome ancora di Giovanni figlio del predetto Monaldo, stando in Siena nel palazzo del Concistoro, sottoposero per anni 28, cioè fino al 15 giugno del 1440, all'accomandigia de'Signori Nove la terra, castello, uomini e distretto di San Casciano con tutti i fortilizj, ragioni ecc. alle condizioni seguenti:
    1. Che dovessero gli abitanti di San Casciano accogliere ed alloggiare le genti d'armi che il Comune di Siena vi avesse spedito a suo piacere.
    2. Che i San Cascianesi avessero a ubbidire ad un giusdicente cittadino sanese da eleggersi dai Signori Nove sulla terna che fosse loro presentata di tre notari.
    3. Che i terrazzani di San Cusciano dovessero offrire ogn'anno per la festa di S. Maria d'agosto alla cattedrale di Siena un palio del valore di 12 fiorini d' oro.
    4. Che si dovesse dipingere sopra la porta del castello di San Casciano l'arme del Comune di Siena.
    5. Che gli uomini di detto castello dovessero prestare giuramento di fedeltà in mano del commissario della Repubblica senese.
    6. Che il Comune di Siena proteggerebbe e difenderebbe durante il periodo de’ 28 anni convenuti il predetto castello ed i suoi abitanti da tutti i nemici che tentassero recargli offesa.
    Al qual atto tenne dietro una deliberazione de'Signori Nove, per la quale il prenominato Monaldo da San Casciano de'Visconti di Campiglia
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    fu creato cavaliere Gaudente a spese del Comune di Siena e dato ordine al rettore dello spedale di S. Maria della Scala di provvedere al cavaliere medesimo una condecente abitazione con gli alimenti per vivere, ed al camarlingo di Bicherna di pagargli una pensione di tre fiorini il mese per tutto il tempo di sua vita. – (ARCH. DELLE RIFORM. SAN., Kaleffo rosso, n.°65 a c. 181, e MALAVOLTI Istor. San. P. III, Lib. I.)
    Costui era quel Monaldo da San Casciano Visconte di Campiglia che l'Ammirato segnalò nel 1389 podestà di Firenze, nel tenmpo cioè che la Repubblica Fiorentina era in guerra con i Sanesi, perchè i suoi reggitori in detto anno avevano deliberato di darsi in balia del Conte di Virtù signor di Milano e nemico acerrimo de’Fiorentini. – (AMMIR.,
    Stor. Fior. Lib. XV.)
    Segusce delle massime Materne e perciò contrario al poverno di Siena fu anche il di lui figlio Giovanni di Monaldo da San Casciano, tostochè egli dopo essere stato vestito dai Fiorentini cavaliere sotto le mura stesse di Siena con suo gran pericolo nella guerra del 1390, fu poi nel 1393 ammesso al soldo del Comune di Firenze con undici individui della casa Tolomei pur essi fuorusciti sanesi. – (
    loc. cit. Lib. XVI.)
    Nel 1467, e forse anche nel 1440, si rinnovarono fra Siena e San Casciano le capitolazioni del 1412 da durare per altri 28 anni successivi, meno che quest’ultima volta non v’intervenne alcuno de’ Visconti di Campiglia. – (ARCHIVIO DIPL. SAN.,
    Kaleffetto n.° 104 a c. 272.)
    Ma ad onta di tutte queste accomandigie il Castello di San Casciano non fu riparato nè difeso abbastanza dalle masnade che vi condusse nel 1495 Vitellozzo Vitelli favorite da alcuni fuorusciti, che misero a sacco il paese spogliandolo di quanto
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    poterono que' masnadieri rubare. – (MALAVOLTI, Istor. San. P. III. Libr. 6.)
    Ritornò ben presto la Terra di San Casciano sotto il dominio della Repubblica sanese, alla quale i suoi abitanti conservaronsi fedeli fino a che caduta Siena e poscia Montalcino in potere dell'esercito Austro-Ispano-Mediceo di Carlo V e di Cosimo I, gli abitanti di San Casciano nell'agosto del 1559 prestarono ubbidienza al primo Granduca di Toscana, cui furono dal re di Spagna Filippo II venduti.
    Con la legge del 2 giugno 1777 vennero riunite alla Comunità di San Casciano dei Bagni quelle di Celle e di Fighine sotto un potestà per gli atti civili, dipendente rispetto al criminale dal Vicario regio di Radicofani, fino a che col motuproprio del 1 agosto 1838, restata soppressa la potesteria di San Cascıano dei Bagni, il Vicario regio di Radicofani sopravvede anche negli affari civili agli abitanti di questa Comunità.
    L’arcipretura collegiata di S. Leonarado risiede nella parte più eminente del poggio, nel luogo forse dove fu il fortilizio e nel centro del fabbricato che gli gira sotto.
    La chiesa è di costruzione piuttosto elegante ed ornata di stucchi. L’arciprete di San Casciano è uno dei vicarj foranei della diocesi di Chiusi; ed ha un capitolo consistente in otto canonici, uno dei quali è il parroco della
    Madonna delle Ripe, parrocchia moderna, la guale è compresa nel distretto comunitativo di San Casciano de’Bagni.
    Nelle terme sottaostati al paese avvi un oratorio appellato della
    Colonna.
    Dalla parte orientale fuori della Terra esiste anche un convento di Cappuccini.

    MOVIMENTO della Popolazione della TERRA DI SAN CASCIANO DEI BAGNI a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1640: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 147; tatale della popolazione
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    1038.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 118; femmine 76; adulti maschi 143, femmine 141; coniugati dei due sessi 120; ecclesiastici dei due sessi 28; numero delle famiglie 134; tatale della popolazione 626.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 113; femmine 97; adulti maschi 100, femmine 116; coniugati dei due sessi 260; ecclesiastici dei due sessi 16; numero delle famiglie 169; tatale della popolazione 702.
    ANNO 1840: Impuberi maschi 99; femmine 99; adulti maschi 97, femmine 82; coniugati dei due sessi 296; ecclesiastici dei due sessi 12; numero delle famiglie 161; tatale della popolazione 685.

    Comunità di San Casciano de’Bagni. – Il territorio di questa Comunità occupa una superficie di 25659 quadrati, 1136 de'quali spettano a corsi d'acqua ed a pubbliche strade. – Nel 1833 vi si trovavano 2747 abitanti a proporzione di 90 persone per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
    Confina con 5 Comunità del Granducato, mentre dirimpetto a levante ed a scirocco si tocca con lo Stato Pontificio, col quale si accompagna fino a ostro-libeccio mediante l'alveo del fiume Paglia, a partire cioè dalla confluenza del torrente
    Rigo sino a quella dell'Elvella in Paglia, fra la Torricella e Ponte Centino. Costì voltando faccia da ostro-libeccio a scirocco rimonta per circa 4 miglia toscane il torrente Elvella che lascia a ponente del poggio di San Casciano per entrare in un piccolo borro proveniente da ostro, di là dal quale per ternini artificiali dirigesi a levante e poi a grecale, finchè trova le sorgenti del fosso Argento, mercè cui scorre per circa due miglia toscane, metà nella direzione di grecale e metà in quella di levante, quindi lo abbandona per voltarsi a settentrione donde per termini artificiali lascia al suo levante il villaggio di Palazzone. – Giunto al torrente di Fossalto che lo rimonta nella direzione
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    di ponente-maestrale lascia fuori il territorio dello Stato Pontificio avendo dirimpetto a grecale-levante la Comunità granducale di Cetona, con la quale l'altra di San Cascian de'Bagni fronteggia sulle spalle orientali della montagna omonima fino alla cima dove incontra a settentrione l'altra Comunità granducale di Sarteano, e con quest'ultima la nostra dirigesi verso libecco per termini artificiali per un tragitto di circa due miglia toscane finchè trova su quella montuosità il territorio comunitativo di Radicofani, con il quale si accompagna verso scirocco passando per il Poggio Bianco innanzi di scendere nel torrente Rigo, mercè cui le due Comunità camminano di conserva fino al Ponte a Rigo di faccia all'osteria della Novella. Di costì passando sulla destra ripa del torrente medesimo percorrono la strada postale e poi per termini artificiali arrivano sul fiume Paglia dirimpetto allo sbocco del torrente Minestrone, dove cessata la Comunità di Radicofani la nostra rasenta a guisa di tangente il territorio comunitativo dell'Abbadia S. Salvadore. – Di là scendendo il fiume Paglia nella direzione di scirocco viene di fronte la quinta ed ultima Comunità Granducale di Pian Castagnajo, con la quale l’altra di San Casciano de'Bagni arriva alla confluenza del torrente Siele dirimpetto allo sbocco del Rigo in Paglia, dove sottentra di nuovo il territorio dello Stato Pontificio.
    Una delle maggiori eminenze della Comunità di San Casciano de'Bagni è la montagna di Cetona sul confine con la Comunità di Sarteano che si alza costì circa 1900 braccia sopra il mare. Secondo in altezza comparisce il monte di Celle, trovato pur esso dal Pad. Inghirami a braccia 1054 superiore al mare, calcolato dalla sommità del campanile della sua chiesa; e la terza montuosità è quella su cui siede la Terra di San Caciano de'Bagni misurata dall’astronomo
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    medesimo sulla cima della torre campanaria della chiesa arcipretura.
    Poche strade rotabili attraversano questo territorio, una delle quali è quella che staccasi da San Casciano per Sarteano, l’altra che passa da Celle per arrivrare al Ponte a Rigo sulla strada postale Romana, la qual ultima per il tragitto di oltre tre miglia toscane dall'osteria della
    Novella a quella della Torricella e tracciata nel territorio comunitativo di San Casciano de'Bagni.
    Doveva passare dal Ponte a Rigo proveniente dai Bagni di San Casciano un'antica strada romana, che fu probabilmente un diverticolo staccato dalla via Cassia sotto al colle di Chiusi. –
    Vedere VIA CASSIA.
    Più numerosi sono i corsi d'acqua che bagnano i confini del territorio in discorso; fra questi il fiume Paglia a libeccio ed i torrenti
    Rigo ed Elvella, che uno dal lato di maestrale-ponente e l'altro verso scirocco del capoluogo s’incamminano nel fiume Paglia, mentre il Fossalto e quello dell'Argento sboccano a levante della Terra nella Chiana romana.
    Assai più ricco peraltro è questo paese di sorgenti d'acque termali onde la Terra acquistò nome di
    San Cascian de’Bagni. – Esse sono cotanto frequenti e sì copiose (diceva Giorgio Santi) che sarebbe desiderabile per il comodo dei paesani che ugualmente ovvia ed abbondante vi si trovasse 1’acqua potabile.
    All'
    Articolo BAGNI DI SAN CASCIANO indicai le sue terme più note, fra le quali una appellata il Bagno di S. Lucia prescritta nei mali di oftalmia, cui probabilmente voleva inviarsi da Antonio Musa medico di Augusto il poeta Orazio per medicare i suoi occhi. – (HORATII FLACCI, Epist. XV.) – Infatti cotesti Bagni attestano una grande antichità per i frammenti d'idoletti, di medaglie, di ornamenti architettonici e di statuaria, non che per varie iscrizioni
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    romane alle Terme medesime allusive, oggetti tutti che furono segnalati dai due medici Bastiani, dal Santi e da altri analizzatori di quelle acque termali. – Vedere JACOPO FILIPPO, e ANNIBALE BASTIANI, Trattati de’ Bagni di San Casciano, SANTI, ecc.
    La fisica struttura di questa porzione estrema del Granducato posta per la maggior parte sui contrafforti orientali della montagna di Cetona in mezzo ad angusti valloni, uno de'quali, quello del
    Rigo, ha la più ampia foce verso ostro-libeccio, consiste, in una marna conchigliare, o in una calcarea stratiforme interrotta e spesso coperta da potenti banchi di calcarea concrezionata (travertino) prodotti da quelle acque termali.
    Che cotesta calcarea stratiforme sia da riporsi fra i terreni terziarj inferiori, me lo fanno credere non solo le conchiglie petrificate, ma i ciottoli di pietra che essa racchiude, mentre la base orientale dei contrafforti medesimi è coperta da una marna conchigliare cerulea consimile a quella dell' opposta base che acquapende in Val d'Orcia. –
    Vedere RADICOFANI Comunità.
    Fra le rocce raccolte da Giorgio Santi a San Casciano de'Bagni, furonvi la selce cornea bruna, o pietra focaja (piromaca) disposta in filaretti interposti alla calcarea stratiforme del monte sopra il quale risiede il capoluogo, e l'ossido nero di manganese che si affaccia fuori del paese presso la casa della dogana; mentre fra i testacci fossili abbondano i coni; come pure si nascondono nella marna cerulea i cardi, le came, ecc. Gli ammoniti poi di varie grandezza si trovano racchiusi nella calcaria stratiforme, e le madreporiti coralloidi non sono infrequenti nei campi di marna.
    Rispetto alle produzioni agrarie il suolo di questa Comunità, per la maggior parte montuoso, è coperto di selve ghiandifere che forniscono alimento a molti animali neri, e nelle colline cretose e nell'angusto piano di quei velloni le
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    seminagioni di cereali.
    Nella montagna vegetano spontanee molte piante aromatiche e abbondantissima vi si propaga la scorza nera.
    L'aria è salubre, ma il clima è rigido anzi che nò, ed il capoluogo stante la sua elevata situazione è dominato dai venti specialmente grecali e di scirocco.
    In San Casciano de' Bugni si praticano due fiere annuali, le quali cadono nel 22 settembre, e nel primo mercoledì dopo la Concezione del mese di dicembre.
    Due altre fiere hanno luogo nel 2 luglio a
    Celle, e nel martedì dopo la prima domenica di ottobre a Fighine.
    La Comunità mantiene tre medici, uno de'quali medico chirurgo, con altrettanti maestri di scuola, che sogliono risiedere in
    San Casciano de’Bagni, a Celle, ed al Pa1azzone.
    Il ginsdicente di questa comunità è il Vicario regio di Radicofani, dove tengono stanza l'ingegnere di Circondario ed il cancelliere Comunitativo. L'uffizio di esazione del Regisiro è in Sarteano, la conservazione delle Ipoteche in Montepulciano, ed il tribunale di prima Istanza in Siena.

    QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di SAN CASCIANO DE’BAGNI a quattro epoche diverse.

    - nome del luogo: Celle, titolo della chiesa: S. Paolo Convers. (Pieve), diocesi cui appartiene: Chiusi, abitanti anno 1640 n° 740, abitanti anno 1745 n° 535, abitanti anno 1833 n° 1071, abitanti anno 1840 n° 1153
    - nome del luogo: Fighine, titolo della chiesa: S. Michele (Prepositura), diocesi cui appartiene: Chiusi, abitanti anno 1640 n° 722, abitanti anno 1745 n° 570, abitanti anno 1833 n° 209, abitanti anno 1840 n° 238
    - nome del luogo: Palazzone, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Pieve), diocesi cui appartiene: Chiusi, abitanti anno 1640 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 607, abitanti anno 1840 n° 661
    - nome del luogo: Ripe, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: Chiusi,
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    abitanti anno 1640 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 158, abitanti anno 1840 n° 186
    - nome del luogo: SAN CASCIANO DE’BAGNI, titolo della chiesa: S. Leonardo (Arcipretura e Collegiata), diocesi cui appartiene: Chiusi, abitanti anno 1640 n° 1038, abitanti anno 1745 n° 626, abitanti anno 1833 n° 702, abitanti anno 1840 n° 685

    - Totale abitanti anno 1640: n° 2509
    - Totale abitanti anno 1745: n° 1731
    - Totale abitanti anno 1833: n° 2747
    - Totale abitanti anno 1840: n° 2923

    SAN CASCIANO DE’ BAGNI ecc. – Si aggiunga. – Nel 1833 la Comunità di San Cascian de’ Bagni contava 2747 Abitanti e nel 1845 ne aveva 2924, cioè:

    Celle,
    Abitanti N.° 1136
    Fighine,
    Abitanti N.° 232
    Palazzone,
    Abitanti N.° 610
    Ripe,
    Abitanti N.° 183
    SAN CASCIAN DE’ BAGNI,
    Abitanti N.° 761
    TOTALE
    Abitanti N.° 2924
Localizzazione
ID: 3760
N. scheda: 46410
Volume: 5; 6S
Pagina: 22 - 26; 221
Riferimenti: 4710
Toponimo IGM: S. Casciano dei Bagni
Comune: SAN CASCIANO DEI BAGNI
Provincia: SI
Quadrante IGM: 129-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1734888, 4750620
WGS 1984: 11.87657, 42.87362
UTM (32N): 734951, 4750795
Denominazione: S. Casciano, Sancasciano dei Bagni
Popolo: S. Leonardo a S. Casciano
Piviere:
Comunità: S. Casciano dei Bagni
Giurisdizione: Radicofani
Diocesi: Chiusi
Compartimento: Siena
Stato: Granducato di Toscana
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