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S. Quirico in Val d'Orcia, S. Quirico in Osenna (Pieve)

 

(S. Quirico d'Orcia)

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    S. QUIRICO A IN VAL D'ORCIA, già S. QUIRICO IN OSENNA. – Terra già Castello che ha dato il titolo ad un marchesato granducale con antica pieve (SS. Quirico e Giuditta) ora Collegiata, Capoluogo di Comunità e di Giurisdizione stata nella Diocesi di Pienza, ora di Montalcino, anticamente di Arezzo, Compartimento di Siena.
    Risiede sopra una collina tufacea che si alza 750 braccia sopra il livello del mare, lungo la strada postale Romana alla XXVII pietra migliare da Siena che resta al suo scirocco (67 miglia toscane da Firenze) fra la città di Pienza
    e quella di Montalcino, la prima 5 miglia toscane a grecale la seconda 6 miglia al suo ponente, fra la posta di Torrenieri che è quasi quattro miglia a maestrale e quella della Poderina che dista egualmente dall'opposto lato.
    La memoria superstite più antica della chiesa battesimale di San Quirico in Val d'Orcia, già detta S.
    Quirico in Osenna, rimonta al principio del secolo VIII.
    Imperocché era cotesta una delle pievi situate fino d'allora dentro i confini del contado senese, ma dipendente per l'ecclesiastico dal diocesano di Arezzo, quando i servi che accompagnavano in visita il vescovo aretino, stando nella pieve di Pacina in Val d’Arbia uccisero un giudice residente in Siena per interesse di Ariberto re de’Longobardi. –
    Vedere PACINA (PIEVE A).
    Accadeva ciò intorno all'anno 712 poco innanzi che succedesse ad Ariberto il re Liutprando, il quale per terminare la lite che il fatto tragico di Pacina aveva promosso rispetto a molte parrocchie della diocesi di Arezzo che il vescovo di Siena pretendeva sue, perché situate nel territorio sanese, fu dal nuo-vo re Liutprando spedito a Siena Ambrogio suo maggiordomo, il quale investito della regia facoltà proferì sentenza in favore della chiesa aretina, sentenza
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    che venne poscia nel marzo dell'anno 715 confermata in Pavia dallo stesso re Liutprando. Sennonché a quei giudicati non si acquietò Adeodato vescovo di Siena, il quale tosto reclamò in appello davanti ad altro tribunale.
    Fu concessa la domanda fatta a quel re, il quale nominò il notaro e giudice Gunteramo affinchè istituisse in Siena un rigoroso esame di persone probe, avanzate in età tanto del ceto ecclesiastico come secolare per venire in chiaro dello stato e dipendenza antica di quelle parrocchie che i vescovi senesi pretendevano sue. Cotesto esame giuridico fu eseguito con tutta solennità nella corte regia di Siena, dove fu deliberata la sentenza sotto dì 20 giugno dell'anno 715, ed anch'essa favorevole ai vescovi di Arezzo. Cotesto terzo giudicato ricevè il suggello di una solenne sanzione 15 giorni dopo da un sinodo di quattro vescovi (di Fiesole, Firenze, Lucca e Pisa) e di nove teologi adunati nella chiesa plebana di S. Genesio a Vico Wallari sotto Sanminiato, e finalmente anche cotesta sentenza ricevè il regio
    exequatur in Pavia dallo stesso re, alla presenza di Teodoro vescovo di detta città, di varj preti, del duca Audualdo, di Ratberto maggiordomo e di molti cortigiani– Vedere BORGO S. GENESIO E SIENA.
    Fra le pievi controverse essendovi anche questa di S. Quirico in
    Osenna dovettero esaminarsi più testimoni del luogo, e fra essi un prete anziano ed un vecchio chierico, i quali giurarono che la pieve in Osenna, benché dentro il contado senese, era sottoposta al diocesano di Arezzo. – La stessa controversia fu riaccesa più volte nel 752, nel 783, nell’801, 853, 881, 1029, 1070 e 1104, e quasi sempre con la vittoria dei vescovi aretini, fino a che tentati nuovi reclami sotto i pontefici Alessandro III e Onorio III, quest'ultimo con bolla data
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    in Viterbo lì 27 maggio 1220 emanò sentenza finale a favore della chiesa e diocesi aretina.
    Una delle più antiche carte archetipe scritta nella pieve di S. Quirico in Osenna corrisponde alla data del marzo 825. Inoltre fu rogato nel borgo di San Quirico altro istrumento del marzo 1016, col quale la contessa Willa figlia del fu Teudice, e moglie del conte Bernardo figliuolo di altro C. Bernardo col consenso di Ranieri suo figlio e Mondualdo cedé alla Badia e monaci di S. Salvadore sul Montamiata, e per essi a Vinizzone abbile della medesima una possessione dell'estensione di la moggia a sementa di grano, situata nel vocabolo di
    Spineta. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte della Badia Amiatina).
    Cotesta donna Willa moglie del C. Bernardo ci richiama per avventura al documento solenne scolpito nel 1118 negli scalini dell’altar maggiore ecc. dell’Abazia di Sant’Antimo in Valle Starzia, col quale un conte Bernardo figlio di altro conte Bernardo, discendente probabilmente dai due coniugi prenominati, nominò e confermò in suo erede universale un Ildebrando figlio di
    Rustico. –
    Vedere ABAZIA DI S. ANTIMO.
    Il Muratori nelle sue Antichità Estensi (P I Cap. 20) riporta un istrumento del novembre 1070 scritto nella pieve di S. Quirico
    sito Osenna nel contado senese, nel quale atto trattasi di una donazione alla canonica di S Donato di Arezzo per l'anima di un loro cugino Rigone figlio del fu conte Rodolfo consistente in beni che lo stesso C. Rodolfo ed Alberto fratello di detto Rigone avevano comprato dal marchese Adalberto nella Terra Obertinga situata nel contado aretino. – Vedere CHIUSURA OBERTEGNA E BATTIFOLLE di Val di Chiana.
    Era cost’ in San Quirico nel 17 aprile del 1167 Rainaldo arcivescovo di Colonia e arcicancelliere in Italia per l'Imperatore Federigo I, quando
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    con lettera di detto giorno confermò al Comune di Siena tutto ciò che il C. Guido Guerra possedeva nel distretto di Poggibonsi, quello che Ranuccio di Staggia e Guido Soardo da Montauto le avevano donato. – (ARCH. DIP. SAN. Kaleffo vecchio carte 36.)
    Tredici anni dopo (2 febbrajo 1180) Cristiano arcivescovo di Magonza e legato imperiale in Italia donò ai Sanesi tutti i diritti che Federigo I aveva nel Castello di San Quirico, e sulla metà del Castello e corte di Montieri, promettendo ai consoli di Siena di far confermare questo privilegio dallo stesso Imperatore.
    Regnava Federigo II quando il Castello di San Quirico fu destinato a corte regia, ed a residenza di un giudice castellano.
    I documenti seguenti possono stare a conferma di ciò, 1.° una bolla del Pontefice Gregorio IX diretta da Perugia lì 23 novembre dell'anno 1228 ai sudditi della Badia Amiatina cui ordina con minaccia di scomunica di prestar giuramento di fedeltà all'abbate di quel monastero; dopo che essi aveano ricusato di fare ciò, per essergli stato proibito a nome dell'Imperatore dal
    Castellano di San Quirico; 2.° un ordine del 10 ottobre 1232 dato ad Erchimperto Castellano di San Quirico da Gerardo d'Arnestein legato imperiale in Toscana di fare esaminare i testimoni per riconoscere e quindi porre i termini di confine fra il distretto e contado di Orvieto e quello di Siena; 3.° una lettera officiale del 25 marzo 1248 scritta da Foggia a nome dell’Imperatore Federigo II a Matteo di San Quirico giudice e notaro, acciò nel termine di 30 giorni citi a comparire alla curia imperiale per una causa di appello Pepone e Federigo cittadini sanesi e l’abbate e monaci della Badia Amiatina a motivo del castel di Pian Castagnajo. Che poi quella corte imperiale fosse nel castel di
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    San Quirico lo dichiarano a sufficienza i documenti seguenti: 4.° una membrana scritta nel 5 marzo del 1249 contenente l’esame di testimoni fatto in San Quirico davanti a Matteo notaro per il mercato introdotto in Arcidosso a pregiudizio di quello più antico che i monaci del Montamiata tenevano in Lamole; 5.° lettere dell'Imperatore Federigo II scritte lì 23 luglio 1242 e presentate da don Manfredi abbate del Monastero di Montamiata al duca Federigo di Antiochia vicario imperiale in Toscana, mentre era nel cassero di San Quirico del contado sanese, con le quali ordinava di eseguire la sentenza pronunziata contro i fratelli Federigo e Pepone rispetto alla restituzione del Castello di Pian da farsi al Monastero Amiatino non ostante il mosso appello, e ciò a cagione della loro contumacia. – Vedere PIAN CASTAGNAJO (ARCH. DIPL. SAN. E FIOR., Kaleffo vecchio carta n.° 243 e carte della Badia Amiatina.)
    Anche per ordine della Signoria di Siena nell'anno 1248 fu scritto al vicario imperiale residente in San Quirico a livore degli abitanti di Montefollonico. – (ARCH. DIPL. SAN., Consigl. della Campana).
    Finalmente che in San Quirico fino dal principio del secolo XIII fosse aperto tribunale lo da bastantemente a divedere una discussione solenne decisa costà nell'aprile del 1205 alla presenza dei nobili deputati delle città di Firenze, Pisa, Lucca, Siena, Arezzo e Perugia, preseduti dal vescovo di Volterra, capo della Lega guelfa toscana, i quali d'ordine del podestà di Siena eransi adunati nella chiesa plebana di S. Quirico in Osenna per esaminare diversi testimoni, molti de' quali nativi del Borgo di S. Quirico, innanzi di decidere la causa, se Montepulciano fosse o no compreso nel contado sanese. – Vedere MONTEPULCIANO.
    Alla pieve de’SS. Quirico e Giuditta tiene dietro per antichità
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    la chiesa di S. Maria edificata sulla ripa sinistra del torrente Tuoma distante appena un tiro d'arco dal paese.
    Presso cotesta chiesa fu edificato fino del secolo XI un ospizio di Eremiti Camaldolensi, dondechè la Porta della Terra che da quel lato serve di ingresso a S. Quirico, si appella tuttora
    Porta Camaldoli.
    Fra le carte della Badia di S. Mustiola all’Arco in Siena, di cui il Monastero di S. Maria a Tuoma divenne manuale, se ne conservano varie relative a quest’ultima chiesa a partire dall'anno 1099. Ne citerò una del gennajo 1120 relativamente all'offerta di un pezzo di terra al Monastero di S. Maria presso il fiume Tuoma nel piviere di S. Quirico in Osenna.
    Da quelle carte però si rileva che il Monastero di S. Maria di
    Tuoma prima del secolo XIII era abitato da religiose della stessa regola di Camaldoli. Dalle donne passò ai monaci Camaldolensi di S. Pietro in Campo in Val d'Orcia, e finalmente l'uno e l'altro alla Badia di S. Mustiola all'Arco in Siena.
    Il Monastero di S. Maria di
    Tuoma fu soppresso nel 1462 per decreto di Mariotto priore generale dell’Eremo di Camaldoli con l'annuenza del Pontefice Pio II che lo riunì con i suoi beni alla badia di S. Mustiola in Siena. – (ANNAL. CAMALD. Vol. VI.)
    Dell' erezione dentro la Terra di S. Quirico del convento di S. Francesco de' Frati Conventuali, ora soppresso, il Vadingo ne’suoi Annali de' Minori non indica che una donazione fatta a quei frati dalla Comunità di San Quirico consistente in una cappella di S. Maria
    super portam Frontonis e confermata a quei religiosi da un privilegio del Pontefice Pio II del 2 settembre 1460. – (loc. cit.) Ma che questo convento esistesse
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    fino dalla prima metà del secolo XV lo dichiara una rubrica dello statuto sanese del 1455, nella quale si ordina di dare sei quarti di sale per bocca ai Frati Minori di S. Quirico– (ARCH. DELLE RIFORMAG. DI SIENA.)
    In questa chiesa vi erano due buoni quadri di Francesco Vanni.
    In un caposcala del convento vi è un prezioso affresco di Luca di Tommaso sanese dipinto nel 1361.
    Ignoro pur anche l'epoca dell'erezione del piccolo convento de' Cappuccini esistente fuori della porta omonima, per dove esce la strada provinciale di Pienza.
    La pieve de' SS. Quirico e Giuditta insieme con le sue chiese filiali e territorio fu staccata dalla diocesi di Arezzo e con bolla del Pontefice Pio II del 29 gennajo 1463 data alla nuova di Pienza, finché da Clemente XIV con bolla del 15 giugno 1772 fu staccata dalla diocesi pientina per assegnarla a quella di Montalcino. –
    Vedere MONTALCINO, DIOCESI.
    Cotesta collegiata è formata di 7 canonici compreso il proposto che è la prima dignità, mentre l'arcidiacono (che tale era il titolo antico del pievano di S. Quirico) fa le funzioni di primo parroco. Fra i canonici superstiti il primo è di diritto parroco della seconda cura di S. Maria in San Quirico ed un altro canonico fa da maestro di scuola eletto dal magistrato comunitativo.
    L'architettura della facciata della collegiata è gotica italiana con sculture alla porta figuranti leoni che sorreggono lunghe colonnine di pietra lumachella, intorno alle quali figura attorcigliato un serpentone scolpito nello stesso pezzo di masso. Nell'interno del tempio, rinnovato dal Card. Flavio Chigi, esistono pitture di Matteo di Giovanni e del Casolani.
    Nella vicina compagnia vi è un quadro assai malandato del Sodoma.
    Ma per tornare alla storia politica di questa Terra giova sapere che mentre risedeva costà un tribunale con vicario imperiale a nome di Federigo II,
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    gli abitanti rispetto al civile erano soggetti al Comune di Siena. Infatti per istrumento rogato in Sanquirico lì 13 febbrajo 1213 gli uomini di questo paese prestavano giuramento alla Repubblica di Siena in mano di messer Guelfo suo podestà. – (ARCH. DIPL. SAN., Kaleffo vecchio n.° 150.)
    La giurisdizione politica, ossia il vicariato di San Quirico a tenore dello statuto del 1310 abbracciava nella sua giurisdizione la Terra di San Quirico, ed i paesi di Vignone, Castiglion d'Orcia, Ripa d'Orcia, Seggiano, Castelnuovo dell'Abbate, Cortignano, Fabbrica, Palazzo Massaini già Bibbiano, Cacciaconti e Cosona.
    Nel 1256 i Signori Nove di Siena deliberarono che il Visconte Napoleone e gli altri suoi consorti di Campiglia d'Orcia stati arrestati in San Quirico e di là condotti prigioni in Siena dovessero far pace con i Sanquirichesi. – (
    loc. cit. Kaleffo vecchio.) Dopo quell’età sembra che San Quirico cessasse di essere residenza di un vicario imperiale e lo divenne di un giusdicente che poscia ebbe il titolo di podestà. Il quale giusdicente nel 7 maggio 1449 scrisse da Monte Follonica alla Signoria di Siena ragguagliarla di alcuni sconcerti che seguivamo in quei contorni. – (loc. cit. Leone carta 119).
    Nel 1472 furono rifatte le mura di San Quirico, dove lavorò maestro Antonio Lombardo con le tre porte per le quali si entra, che una dalla parte di Siena denominata
    Porta Camaldoli, l'altra, dalla quale si esce per Radicofani e che mette nel Prato dell’Ospedale denominata Porta Ferrea. Questa e quella stanno all'estremità del borgo pel quale passa la strada postale romana. La terza porta volta, a grecale chiamasi attualmente de’Cappuccini perché conduce a quel contento per la via provinciale che guida a Pienza.
    All'occasione dell'ultimo assedio di Siena la Terra di San Quirico nel febbrajo
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    del 1552 fu occupata dagl'Imperiali, e qui si fermò la loro cavalleria che ruppe la strada romana. – (ARCH. STOR. ITAL. Vol. II.)
    Dopo l'acquisto di Siena e di Montalcino gli abitanti di San Quirico prestarono giuramento di fedeltà a Cosimo I con rogito de’27 agosto 1559, cui i Sanquirichesi ubbidirono direttamente fino a che nel 1677 il Granduca Cosimo III, mediante diploma del 6 settembre concesse in feudo questo paese con titolo di marchesato, compresi i comunelli di Vignone, de' suoi Bagni e loro distretto al Card. Flavio Chigi sua vita naturale durante e di poi ai figli maschi nati o da nascere ad una persona congiunta di sangue che veniva dal Cardinale nominata.
    Sotto dì 12 novembre 1696, stante la morte del predetto Card. Chigi ed in ordine al suo testamento, fu chiamato a succedere in detto feudo il March. Buonaventura Zondadari Chigi nipote di sorella, a condizione che morendo senza figli dovesse succedere un altro fratello o discendente dal March. Zondadari primo chiamato, al quale Cosimo III nel 1694 rinnovò il diploma d’investitura, finché nel 1734 la medesima concessione fu rinnovata dal Granduca Gian Gastone in favore del marchese Flavio Giuseppe Chigi Zondadari.
    Il grandioso palazzo di travertino che vedisi sulla strada principale in mezzo alla Terra di San Quirico fu fondato nel termine di tre anni da quell'illustre porporato. La sua spaziosa sala è adorna di una statua rappresentante Cosimo III scolpita da Giuseppe Mazzuoli il di cui figlio Bartolommeo fece il busto del March. Buonaventura Zondadari Chigi esistente nella chiesa collegiata, dove è pure il busto del porporato che ottenne il marchesato di San Quirico. Cotesto feudo continuò ad avere il suo vicario marchionale anche dopo la legge del 2 gennajo 1774 per il nuovo compartimento dei tribunali di giustizia della provincia superiore dello Stato di Siena.
    A tenore
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    dell'Articolo III fu ordinato che nei feudi annessi a ciascuno de' sei vicariati di detta provincia gli uffiziali feudali osservino le regole imposte agli altri giusdicenti del Granducato e che continuassero ad esercitare la giurisdizione civile e criminale a forma della legge sopra i feudi del 21 aprile 1749, la quale ebbe in mira di diminuire l'autorità de’feudatarj ed accrescerla al sommo imperante.

    MOVIMENTO della Popolazione della TERRA DI SAN QUIRICO in Val d’Orcia, a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1640: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 153; totale della popolazione 1435.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 139; femmine 162; adulti maschi 152, femmine 175; coniugati dei due sessi 308; ecclesiastici dei due sessi 26; numero delle famiglie 156; totale della popolazione 962.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 200; femmine 182; adulti maschi 255, femmine 215; coniugati dei due sessi 511; ecclesiastici dei due sessi 10; numero delle famiglie 278; totale della popolazione 1373.
    ANNO 1840: Impuberi maschi 217; femmine 185; adulti maschi 254, femmine 222; coniugati dei due sessi 525; ecclesiastici dei due sessi 10; numero delle famiglie 291; totale della popolazione 1413.

    Comunità di San Quirico. – Il territorio di questa Comunità occupa una superficie di 12087 quadrati 711 de' quali spettano a corsi d'acqua ed a pubbliche strade. – Vi si trovavano nel 1833 abitanti 1574, a proporzione di circa 112 individui per ogni miglio toscano quadrato di suolo imponibile.
    Confina con quattro Comunità. – Dal lato di ponente ha di fronte il territorio comunitativo di Montalcino mediante i borri e torrentelli
    Lima, Stagnelli e Capidoglia, coll’ ultimo de' quali attraversa la strada postale Romana per entrare a ostro della medesima nel borro del Confine
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    e con esso nella fiumana dell’Asso, la quale percorre dirimpetto a libeccio per quasi un miglio fino allo sbocco in essa del torrente Ommiasa o dell'Ospedaletto. – Costì sottentra a confine il territorio della Comunità di Castiglion d'Orcia salendo per termini artificiali le piagge cretose per dove passa la strada rotabile che da San Quirico porla a Ripa d'Orcia finché, passata la chiesa parrocchiale di Vignone, entra nel borro del Pian de' Boschi e con esso scende in Orcia dirimpetto alla rupe della Rocca di Castiglion d'Orcia. Ivi voltando faccia da libeccio a scirocco e poi a ostro rimonta l'Orcia passando sopra il ponte nuovo della Poderina sulla strada postale Romana finché di là dirigendosi a grecale arriva sulla strada vecchia che passa sopra le rovine del ponte rotto finché alla confluenza di un rio che viene da settentrione trova dirimpetto a levante il territorio comunitativo di Pienza da primo rimontando contr’acqua il predetto rio poscia per termini artificiali salendo sulle colline meridionali di Pienza per il corso di quasi tre miglia, finché entra nel borro delle Bandite, e lungh’esso traversa la strada provinciale di San Quirico a Pienza, quindi mediante il borro di Cosona i due territorj si accompagnano nella direzione di maestrale sino a che entrano nel fosso degli Stagnelli. Mediante quest’ultimo ed altri minori borri e riottoli la Comunità di San Quirico avviandosi verso libeccio per un tortuoso giro di frastagliate colline si tocca col territorio della Comunità di S. Giovanni d'Asso che abbandona dopo un miglio toscano sul fosso predetto sino al punto in cui torna a confine il territorio della Comunità di Montalcino.
    Fra le strade rotabili, oltre la regia postale Romana che passa in mezzo alla Terra di San Quirico e
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    quella provinciale che staccasi dallo stesso capoluogo per condurre a Pienza, vi sono varie strade comunitative. Tali sono quelle dirette a Montalcino e a Ripa d’Orcia che partono da San Quirico e tale è pur la vecchia postale romana che passa alla destra del fiume Orcia.
    Non parlo di altri piccoli tronchi di strade rotabili come quello che staccasi dal ponte della Poderina per salire ai Bagni di Vignone né della via che gira intorno al pomerio, o carbonaja della Terra di San Quirico ecc.
    Rispetto ai maggiori corsi d'acqua che lambiscono i suoi limiti territoriali si contano, a ponente la fiumana
    dell'Asso, a ostro e scirocco il fiume Orcia, mentre lo attraversano dalla parte di maestro e di grecale il torrente Tuoma ed il fosso del Rigo.
    Non vi sono in questo territorio valli ma solamente piccoli valloncelli ed umili colline cretose tufacee e di travertino, sulle quali varj naturalisti del secolo passato e
    del presente esercitarono le loro dotte indagini–
    Vedere PIENZA Comunità.
    La collina di San Quirico è forse la più elevata e la più singolare di quante altre si presentano in questo territorio. Avvegnaché nelle sue pendici settentrionali s'incontrano rocce calcaree compatte bucherate da boladi ed a poca distanza banchi d'ostriche in un tufo siliceo calcare con varie specie di conchiglie marine bivalvi ed univalvi; siccome potei accertarmene nella mattina del 22 giugno del 1830 visitando quella collina di San Quirico alla destra della strada postale nel podere di Bagnaja, mentre alla sinistra della strada medesima sotto il Camposanto e nel podere detto della Pieve trovasi sopra il tufo conchigliare poco lungi di là un banco potente ed estesissimo di ghiaja parte sciolta e parte conglomerata, consistente in gran parte in ghiajottoli calcedoniosi, variegati a strie, i quali si prestano mirabilmente
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    non solo per rifiorire le strade rotabili della Comunità, ma che potrebbero anche adoperarsi nei lavori delle arti. Cotesto fianco settentrionale della collina di San Quirico, sparso di tufo conchigliare, di ghiaje terrestri, è rivestito da vigorose piante di olivi, di viti e di altri alberi fruttiferi. Al contrario escendo dal paese pel lato opposto quasi sparisce ogni coltura di alberi, squallida, nuda, di aspetto cinereo si mostra quella campagna, e unicamente coperta di sterile marna conchigliare (mattajone) che ti accompagna sul fianco inferiore del monte di Radicofani. – Vedere SANTI, Viaggio secondo per la Toscana, ed un mio articolo nell’Antologia di Firenze dell’agosto 1830 che porta il titolo di un’ Escursione geologica da Firenze al Mont’Amiata.
    Da quel lato si discende sull’Orcia al ponte della Poderina, che è quasi 4 miglia toscane a ostro scirocco di San Quirico e meno di 1/3 di miglio toscano a scirocco de’Bagni di Vignone, le cui acque termali hanno altamente coperto il fianco di quella collina sulla destra del fiume Orcia di una pietra calcare concrezionata (travertino) della quale da lungo tempo sono aperte numerose cave per gli usi di fabbriche, sostituendo costà il poroso, ma duro travertino alla pietra serena del Val d’Arno, la quale manca nella Valle dell’Orcia e in quella dell’Ombrone sanese.
    Rispetto alla storia delle acque termali di Vignone. –
    Vedere BAGNI DI VIGNONE e VIGNONE, il cui paese faceva parte del marchesato Chigi di San Quirico alla qual famiglia appartengono tutt’ora le terme, le cave e molti poderi costituenti una fattoria omonima.
    Col regolamento del 2 giugno 1777 per l’organizzazione economica delle comunità della provincia superiore senese, questa di San Quirico e Vignone rimase composta ad un dipresso com’era il suo marchesato, cioè del capoluogo e di due comunelli, vale a
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    dire, 1. Bagni a Vignone, e 2. Vignone di Val d’Orcia.
    La comunità mantiene un medico chirurgo ed un maestro di scuola.
    Si pratica in San Quirico un mercato due volte il mese, nel primo e terzo lunedì, oltre due grosse fiere annuali, le quali cadono nel 17 giugno e nel 17 ottobre.
    Il potestà di San Quirico dipende per il criminale dal Vicario regio di Pienza. Trovasi in San Quirico una dispensa delle lettere ed una Cancelleria comunitativa, la quale serve a questa Comunità ed a quelle, di Pienza, di Castiglion d’Orcia e di San Giovanni d’Asso. – L’ingegnere di Circondario, e l’uffizio per l’esazione del Registro sono in Montalcino; la conservazione dell’Ipoteche ed il tribunale di prima Istanza sono in Siena.

    QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ DI SAN QUIRICO a quattro epoche diverse.

    - nome del luogo: SAN QUIRICO (1), titolo della chiesa: SS. Quirico e Giulitta (Pieve Collegiata), diocesi cui appartiene: Montalcino (già Arezzo), abitanti anno 1640 n° 1435 (con S. Maria Assunta), abitanti anno 1745 n° 816, abitanti anno 1833 n° 1178, abitanti anno 1840 n° 1221
    - nome del luogo: SAN QUIRICO, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Rettoria), diocesi cui appartiene: Montalcino (già Arezzo), abitanti anno 1640 n° 1435 (con SS. Quirico e Giulitta), abitanti anno 1745 n° 146, abitanti anno 1833 n° 241, abitanti anno 1840 n° 245
    - nome del luogo: Vignone, titolo della chiesa: S. Biagio (Rettoria), diocesi cui appartiene: Montalcino (già Arezzo), abitanti anno 1640 n° 117, abitanti anno 1745 n° 89, abitanti anno 1833 n° 155, abitanti anno 1840 n° 185

    - Totale abitanti anno 1640: n° 1552
    - Totale abitanti anno 1745: n° 1051
    - Totale abitanti anno 1833: n° 1574

    N.B.
    Nell’ultima epoca del 1840 entravano nella Comunità del popolo di Rocca d’Orcia
    abitanti n° 57

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    All’incontro escivano di Comunità dal popolo di S. Quirico (1), ed entravano in detta epoca in quelle limitrofe di Montalcino e S. Giovanni d’Asso
    abitanti n° 44

    -
    RESTANO abitanti anno 1840: n° 1664

    SAN QUIRICO in Val d’Orcia. Si aggiunga la notizia che fornisce un istrumento del 7 febbrajo 1207 rogato nel claustro della pieve di S. Quirico
    in Osenna alla presenza del pievano di detta chiesa e di due consoli di San Quirico. (ARCH. BORGHESI BICHI). – Dalla visita fatta a questo luogo nel 7 maggio del 1558 dai deputati della Repubblica.di Siena in Montalcino, apparisce, che in San Quirico allora risedeva un vicario (potestà) e che del sale la stessa Comunità innanzi la guerra soleva levare da Grosseto tre in quattro moggia l’anno, a ragione di lire sei lo stajo; e che dava ad un maestro di scuola la pensione di fiorini 60 l’anno (lire 450 circa). In fine si noti che nel 1833 la Comunità di San Quirico contava 1574 Abitanti e nel 1845 ne aveva 1675; cioè:

    SAN QUIRICO (S. Maria in),
    Abitanti N.° 237
    Idem (SS.Quirico e Giuditta in) collegiata, (
    porzione), 1200
    Vignone, 168
    Annessi
    Rocca d’Orcia; dalla Comunità di Castiglion d’Orcia, 70
    TOTALE
    Abitanti N.° 1675
Localizzazione
ID: 3776
N. scheda: 46680
Volume: 5; 6S
Pagina: 112 - 117; 223 - 224
Riferimenti: 46681
Toponimo IGM: S. Quirico d'Orcia
Comune: SAN QUIRICO D'ORCIA
Provincia: SI
Quadrante IGM: 121-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1712024, 4770843
WGS 1984: 11.60461, 43.06223
UTM (32N): 712088, 4771018
Denominazione: S. Quirico in Val d'Orcia, S. Quirico in Osenna (Pieve)
Popolo: SS. Quirico e Giulitta a S. Quirico
Piviere: SS. Quirico e Giulitta a S. Quirico
Comunità: S. Quirico d'Orcia
Giurisdizione: S. Quirico d'Orcia
Diocesi: (Arezzo, Pienza) Montalcino
Compartimento: Siena
Stato: Granducato di Toscana
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