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S. Sofia - Monte Giglioli

 

(S. Sofia)

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    GIGLIOLI (MONTE) nella Romagna Granducale. – Porta questo vocabolo uno dei contrafforti che si appoggiano alla schiena dell’Appennino di Falterona, fra il Bidente del Corniolo e il fiume Rabbi, nella Comunità di S. Sofia. – La sua cima trovasi a 779 br. sopra il livello del mare.

    SANTA SOFIA, nella Valle del Bidente in Romagna._ Terra nobile con fortilizio diruto e chiesa arcipretura (S. Lucia) capoluogo di Comunità, nella Giurisdizione e circa tre miglia toscane a ostro di Galeata, Diocesi di Sansepolcro, già Nullius della Badia di S. Maria in Cosmedin, Compartimento di Firenze.
    Risiede lungo la ripa sinistra del fiume Bidente, circa 460 braccia sopra il livello del mare, fra il grado 29° 34' 2" longitudine ed il grado 43° 57' latitudine davanti alla testata sinistra di un bel ponte a tre arcate che mette in una vasta piazza e che si crede riedificato dal celebre Ammannato, mentre nella testata opposta trovasi il borghetto di Mortano, la maggior parte del quale entra nel territorio dello Stato Pontificio.
    All' Articolo MORTANO citai un carteggio tra il 1459 e 1461 tenuto fra la Signoria dì Firenze ed i Malatesta conti di Sogliano relativamente al ponte di Santa Sofia sul Bidente, ed al borghetto di Mortano.
    Ora aggiungerò qualmente nello stesso archivio delle Riformagioni fiorentine esistono gli alti fatti fra il Granduca Cosimo I da una parte ed i conti Ubertini della Carda ed i Malatesta dall'altra, rispetto al Castello di Pondo, al cui distretto apparteneva il borgo di Mortano, e forse il castellare di S. Sofia posto ivi presso sulla destra del Bidente. Da quegli atti pertanto risulta che il Castello di Pondo coi luoghi annessi apparteneva ai conti Ubertini, e che passò nei Malatesta di Rimini per ragioni dotali allorché gli Ubertini s'imparentarono con la casa Malatesta. Nel 1552 il conte Ubertino degli Ubertini
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    tentò di ritornare al possesso del castel di Pondo e di spogliarne il Comune di Sogliano, nella quale occasione insorse controversia, se cotesto luogo fosse dentro i confini del Granducato o nello Stato della Chiesa. A tal fine il Pontefice Giulio III con breve del 17 novembre 1552, delegò due cardinali ed un prelato per esaminare cotest' affare. In seguito (verso il 1578) si dovettero esaminare altre ragioni dipendenti dallo spoglio dei castelli di Pondo e di Sogliano fra i Malatesta ed un C. Ubertino degli Ubertini e consorti, siccome risulta dagli atti che si conservano nell' archivio di sopra citato.
    Ivi trovasi pure la memoria, come uno dei signori di Pondo della casa Ubertini, fece donazione del territorio e del Castello di Pondo al Granduca Cosimo I con il consenso di tutti gli altri condomini.
    Sebbene la Terra di Santa Sofia sia da dirsi uno dei molti paesi, che raramente o tardi assai somministrano notizie storiche capaci di soddisfare la curiosità de' lettori, pure costì essere doveva sino dal medio evo un castello della cui rocca esistono tuttora ruderi in un triplice recinto sopra una collina situata alla destra del Bidente.
    Io non ho dati per decidere se i detti ruderi e quel poggio corrisponder potessero al castel Pondo, del quale ho testé parlalo; aggiungerò solamente, che fra gli atti pubblici della Repubblica Fiorentina trovasi un istrumento di convenzione del 23 giugno 1440 tra il Comune di Firenze da una parte ed i conti Novello e Carlo de' Malatesta da Sogliano dall'altra parte, rispetto ai confini tra Santa Sofia e castel di Pondo, la qual confinazione ebbe effetto 20 Brini dopo._ (Arch. Cit. Lib. IX dei Capit.)_ Vedere MORTANO.
    Checché ne sia di ciò, piuttosto mi limiterò a dire che, quantunque i primi dinasti a comparire in Santa Sofia fossero i signori
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    dì Pondo e di Sogliano della consorteria dei Malatesta di Rimini, e se si vuole anche crederla sottoposta agli Ubertini della Carda e di Appeggi nell'Ubertinate, non bisogna tampoco dimenticare che cotesti signori erano stati feudatarj degli arcivescovi di Ravenna; e che, se tempo innanzi il Castello di Santa Sofia non esisteva sotto il nome però che porta, e la sua località dovettero appartenere all’Abbadia di Galeata, o a quella dell' Isola sopra Santa Sofia.
    Infatti all’ Articolo ABAZIA DI GALEATA io sospettava che a un luogo della Comunità in discorso spettasse un casale sulla sinistra dell' Appennino, cui riferiva un reclamo dal pontefice Adriano I fatto nell'anno 786 a Carlo Magno per i danni recati da Gundibrando, allora duca di Firenze, il quale s'inoltrò con le sue genti in Romagna a devastare il territorio Sarsinatense e segnatamente la Corte Sassantina, ch'era in una contrada spettante all'Abbadia di S. Ilario a Galeata._ Vedere SASSANTINA.
    Che Santa Sofìa fosse castello sino dal secolo XIII lo dimostra il fatto raccolto dagli Annalisti Camaldolensi quando nel 1264 l'abbate dell'Isola, patrono della chiesa di Santa Sofia, assegnò agli uomini del Comune di Camposonaldo il castello di Santa Sofia per potere ivi liberamente eleggere il loro nuovo parroco, e più tardi (anno 1425) l'abbate e monaci di quella stessa badia rinunziarono al Comune di Firenze la giurisdizione temporale sugli uomini di Santa Sofìa e di tutto il suo distretto, allorché quei claustrali si posero sotto l'accomandigia di quella Repubblica.
    Inoltre è da sapere che sino dal secolo XIII gli uomini di Santa Sofia con quelli del suo distretto per istrumento del 1264 erano stasi accolti in accomandigia dal Comune di Forlì, mentre nel 1425 i terrazzani di Galeata e di tutto il territorio, compreso quello di Santa Sofìa, si sottoposero, come dissi, alla Repubblica Fiorentina mediante capitolazioni favorevoli
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    ottenute dai Dieci di Balia di guerra._ (ANNAL CAMALD._ AMMIR. Stor. Fior. Lib. XIX.)
    Gli stessi Annalisti Camaldolensi inoltre ne informarono qualmente verso la metà del secolo XIII Simone arcivescovo di Ravenna donò diversi castelli ai monaci della badia di Galeata, e che poco dopo essendo stati quei luoghi ostilmente occupati da alcuni tirannetti dell'Esarcato, l'arcivescovo Filippo con le sue genti a viva forza li ritolse loro, nel qual conflitto essendo restato ucciso Ubaldo abbate di S. Ellero a Galeata, l'arcivescovo predetto, all’occasione di confermare l'elezione di Guido stato eletto in abbate dai monaci di Galeata, rinnovò l'atto di donazione di quelle castella ch'egli aveva fatto anteriormente all'abbate Ubaldo suo antecessore._ (ANNAL. CAMAL. T. V., e DE RUBEIS Histor. Ravenn. Lib. VI. )
    Ho detto che il territorio di Santa Sofia faceva parte di quello comunitativo di Galeata, e tale si mantenne fino al r 810 quan-do dal governo di allora la Terra di Santa Sofia fu eretta in capoluogo di una nuova comunità con i popoli che sono indicati nel Quadro posto in calce al presente Articolo essendoché qui appresso precede quello del Movimento della popolazione del solo capo luogo alle solite quattro epoche diverse.

    MOVIMENTO della Popolazione della TERRA DI SANTA SOFIA a quattro epoche diverse, divisa per famiglie
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    ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 149; totale della popolazione 875.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 73; femmine 83; adulti maschi 120, femmine 141; coniugati dei due sessi 200; ecclesiastici dei due sessi 1; numero delle famiglie 160; totale della popolazione 622.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 178; femmine 173; adulti maschi 181, femmine 141; coniugati dei due sessi 306; ecclesiastici dei due sessi 6; numero delle famiglie 208; totale della popolazione 985.
    ANNO 1840: Impuberi maschi
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    199; femmine 193; adulti maschi 176, femmine 151; coniugati dei due sessi 370; ecclesiastici dei due sessi 7; numero delle famiglie 273; totale della popolazione 1096.

    Comunità di Santa Sofia._ Il territorio di questa Comunità abbraccia una superficie di 19393 quadrati dei quali 431 sono presi da corsi d' acqua e da strade._ Nel 1833 vi abitavano familiarmente 2510 persone, in proporzione di 110 individui per ogni miglio toscano quadrato di suolo imponibile.
    Confina con tre Comunità del Granducato, e di fronte a levante e al capoluogo mediante il fiume Bidente fronteggia per circa un miglio toscano e mezzo con il territorio dello Stato Pontificio, il quale ultimo continua a servir di limite dirimpetto a grecale salendo il rio di Beda che sbocca nel Bidente di faccia alla Terra di Santa Sofia nel subborgo di Montano; il qual rio, dopo averlo rimontato per breve tragitto nella direzione di scirocco, lascia fuori per entrare nella strada che sale il poggetto di Raggio, la cui chiesa parrocchiale rasenta di fronte allo Stato Pontificio. Costì voltando direzione da scirocco a libeccio viene a confine per termini artificiali il territorio della Comunità granducale di Bagno. Con quest' ultima lambisce le pendici settentrionali di Monte Guidi innanzi di entrare nel Bidente di Strabatenza presso la sua confluenza in quello di Ridraccoli, l’ ultimo de' quali insieme rimontano finché non trovano sopra la badia di S. Maria in Cosmedin all' Isola il Bidente del Corniolo. Di costì corrono contr' acqua in cotesto Bidente per circa un miglio toscano e mezzo fino passata la parrocchia di Cabelli nella direzione di ponente, dove il territorio di Santa Sofia sale verso libeccio sul monte e quivi attraversa il fiume per entrare in un suo influente destro, il fosso Afaccio; con l'ultimo de' quali entra nella Macchia dell’ Opera, ora della Corona,
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    sul rovescio dell' Appennino di Camaldoli. Costassù cessa la Com. di Bagno e sottentra a confine dal lato di levante il territorio alpestre di Premilcore, col quale il nostro di Santa Sofia percorre sotto la criniera dell' Appennino fra il Bidente del Corniolo di Campigna e le sorgenti del Bidente di Ridraccoli. Passato il Monte Grosso entrano nella strada che rasenta la chiesa di S. Paolo in Alpe, di dove i due territorj dirigonsi sul Monte Nuovo e di là piegando da grecale a maestrale entrano nuovamente nel fiume Bidente del Corniolo che poi oltrepassano alla confluenza del fosso di Calana. Dopo aver corso per breve tragitto quest'ultimo fosso i due territorii rimontano il contrafforte dell’ Appennino che separa le acque del Bidente del Corniolo da quelle del Rabbì._ Arrivati sopra le sorgenti del fosso del Giardino i territorj delle due Comunità di Premilcore e di Santa Sofia cambiando direzione da maestrale a settentrione, e quindi a grecale levante continuano a percorrere la giogana del contrafforte predetto lungo i poggi della Fonte Bufala e del Pian della Croce passando sopra il Villaggio di Spescia, donde arrivano sopra le prime sorgenti del fosso di Val di Faeto. Giunti sul poggio della Soda cessa il territorio di Premilcore, e sottentra quello della Comunità di Galeata, col quale l'altro di Santa Sofia fronteggia da primo dirimpetto a settentrione per breve tragitto, quindi di faccia a grecale per scendere dal contrafforte dell'Appennino della Soda sulla strada provinciale che i due territorj incontrano alla Casa Nuova, quasi a mezza via fra Galeata e Santa Sofìa, lungo la ripa sinistra del Bidente, mentre alla di lui destra ritorna a confine il territorio dello Stato Pontificio, col quale il nostro percorrendo contr’ acqua il detto fiume dopo un miglio toscano e mezzo arriva alla confluenza del rio
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    di Beda e di là alla chiesa del Raggio, presso cui ritrova la Comunità granducale di Bagno.
    Fra i maggiori corsi d'acqua che attraversano il territorio comunitativo di Santa Sofia contasi il Bidente del Corniolo, il quale fatto ricco dalle acque raccolte dagli altri due rami più orientali, il Bidente cioè di Strabatenza e quello di Bidraccoli, passa da primo in mezzo, poscia dal lato orientale lambisce il territorio comunitativo di Santa Sofia.
    Una sola strada rotabile passa da Santa Sofia, ed è la provinciale che staccasi dalla regia Forlivese alla Rocca S. Casciano per incamminarsi verso Galeata e di là a Santa Sofia e a Bagno.
    Molto malagevoli sono i monti che fiancheggiano da maestrale a ostro cotesto territorio, tali come il Monte della Fratta, il Monte Cavallaro, il Poggio della Soda, e quello del Pialanzera, montuosità poste fra il Bidente ed il Rabbi, ma tutte comprese nel territorio delle Comunità limitrofe di Premilcore o di Galeata. Lo stesso dicasi di quelle dell'Appennino centrale della Macchia dell’ Opera spettanti al territorio comuinitativo di Bagno, o a quello delle due Comunità cisappennine di Pratovecchio e di Poppi.
    Agli articoli BIDENTE, BAGNO in Romagna, ROMAGNA E GALEATA, Comunità fu accennata la struttura geognostica del suolo che cuopre la sinistra costa di cotesta porzione di Appennino._ Per altro sul confine orientale del territorio in questione, e segnatamente passando presso la chiesa di Raggio trovai nel 9 ottobre del 1832 emersa di sotto a un terreno argilloso di bisciajo una rupe di calcarea silicea con impronte e con gusci di scipule e di altre specie di conchiglie marine univalvi e bivalvi, delle quali ultime potei raccoglierne alcune quasi intiere nei valloni superiori dei Bidenti di Strabatenza e di Ridracoli.
    Fra Santa Sofia e Galeata presso la sponda sinistra del Bidente si cammina sopra strati di galestro azzurrognolo in
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    giacitura quasi sempre orizzontale, ed in pochi luoghi leggermente inclinati, sempre però corrispondenti a quelli della sponda destra del fiume, di fronte ai quali le acque riunite del triplice Bidente si fecero strada. In quanto ai prodotti agrarj la Comunità di Santa Sofia non abbonda che in foreste di alto fusto, specialmente di faggi verso l'Appennino, cui sottentrano più in basso i castagni, che danno alimento col loro frutto una buona parte dell'anno a quei montanari. Ma nell’ avvicinarsi alla Badia di S. Maria in Cosmedin all'Isola, presso la confluenza de' tre Bidenti, incominciano i campi a sementa di piante filamentose, di mais, di legumi, e di cereali, campi cui fanno ghirlanda delle viti maritate ai loppi, le quali nelle vicinanze di Santa Sofìa forniscono un liquore che all'agresto si avvicina piuttosto che un vino spiritoso.
    Nei pascoli naturali, esistenti in copia costà, vi si nutriscono nell'estate branchi di pecore e non pochi animali neri.
    Sebbene la maggior parte degli abitanti sia addetta ai boschi, alla pastorizia, ed ai lavori di utensili in legno dolce, non mancano peraltro in Santa Sofia famiglie agiate e nobili, siccome non vi mancano pure decenti abitazioni.
    Non piccolo lucro a danno del pubblico tesoro dava al paese di S. Sofia la facilità del contrabbando con lo stato limitrofo sino alla notificazione del 28 giugno 1841, che abolì il favore eccezionale indotto dal paragrafo 1 dell' Articolo 79 della legge del 19 ottobre 1791 a riguardo del breve tratto di Mortano nella Romagna, ecc.
    Comecché la stagione invernale costà sia lunga e per molti mesi dell'anno soggetta alla neve, ma negl'altri tempi il clima di Santa Sofia riesce temperato con aria purgatissima e saluberrimo.
    La Comunità di Santa Sofia mantiene un medico, un chirurgo, ed un maestro di scuola._ Si pratica nel Capoluogo un discreto mercato settimanale oltre quattro fiere
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    annuali, le quali cadono nel 17 di gennajo, nel 3 maggio, 4 ottobre e 13 dicembre, piccole le due prime, di maggior concorso di bestiame ed altro le due ultime.
    Cotesta Comunità è sottoposta pel civile al potestà di Galeata, pel criminale al vicario R. della Rocca S. Casciano, dov'è pure l'uffizio di esazione del Registro, mentre la cancelleria comunitativa si conserva in Galeata. L'ingegnere di Circondario e la conservazione dell'Ipoteche sono in Modigliana, ed il tribunale di Prima istanza alla Rocca S. Casciano.

    QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ e POPOLI di SANTA SOFIA a quattro epoche diverse.

    - nome del luogo: Barletta, titolo della chiesa: S. Benedetto (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 164, abitanti anno 1833 n° 149, abitanti anno 1840 n° 164
    - nome del luogo: Biserno, titolo della chiesa: S. Andrea (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, abitanti anno 1551 n° 345, abitanti anno 1745 n° 145, abitanti anno 1833 n° 193, abitanti anno 1840 n° 199
    - nome del luogo: Cabelli, titolo della chiesa: S. Croce (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, abitanti anno 1551 n° 164, abitanti anno 1745 n° 87, abitanti anno 1833 n° 117, abitanti anno 1840 n° 145
    - nome del luogo: Camposonaldo, titolo della chiesa: S. Giovanni Battista (Pieve), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, abitanti anno 1551 n° 161, abitanti anno 1745 n° 207, abitanti anno 1833 n° 195, abitanti anno 1840 n° 195
    - nome del luogo: Isola (già Badia all’Isola), titolo della chiesa: S. Maria in Cosmedin (Pieve), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, abitanti anno 1551 n° 250, abitanti anno 1745 n° 243, abitanti anno 1833 n° 307, abitanti anno 1840 n° 333
    - nome del luogo: Raggio (*), titolo della chiesa: S. Paterniano (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 42,
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    abitanti anno 1833 n° 50, abitanti anno 1840 n° 22
    - nome del luogo: SANTA SOFIA (1), titolo della chiesa: S. Lucia (Prepositura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, abitanti anno 1551 n° 875, abitanti anno 1745 n° 622, abitanti anno 1833 n° 985, abitanti anno 1840 n° 1126
    - nome del luogo: Spescia, titolo della chiesa: SS. Fabiano e Sebastiano (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, abitanti anno 1551 n° 675, abitanti anno 1745 n° 176, abitanti anno 1833 n° 227, abitanti anno 1840 n° 202
    - nome del luogo: Villa, titolo della chiesa: S. Martino in (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 102, abitanti anno 1833 n° 155, abitanti anno 1840 n° 158

    - Totale abitanti anno 1551: n° 2186
    - Totale abitanti anno 1745: n° 1788

    N.B.
    La parrocchia di Raggio segnata con l’asterisco (*) manda la maggior parte della sua popolazione fuori di questa Comunità, nella quale invece entravano nell’ultime due epoche dai popoli limitrofi

    - anno 1833: abitanti n° 132
    - anno 1840: abitanti n° 194

    - Totale abitanti anno 1833: n° 2510
    - Totale abitanti anno 1840: n° 2738
    (1) N.B.
    Si detraggono nell’ultima epoca N° 30 Abitanti che dalla parrocchia di Santa Sofia entravno nella Comunità di Galeata

    - anno 1840: abitanti n° 30

    -
    RESTANO abitanti anno 1840: n° 2708

    SANTA SOFIA nella Valle del Bidente in Romagna. Si aggiunga infine. – Nel 1845 la parrocchia di S. Lucia in Santa Sofia aveva 1204 nella Comunità omonima e 33 individui entravano in quella di Galeata. –TOTALE
    Abitanti 1237. Rispetto poi alla Comunità di S. Sofia essa nel 1833 contava 2510 Abitanti e nel 1845 ne aveva con gli annessi 2895, cioè:

    Berleta,
    Abitanti N.° 174
    Biserno,
    Abitanti N.° 211
    Cabelli,
    Abitanti N.° 163
    Camposonaldo,
    Abitanti N.° 193
    Isola,
    Abitanti
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    N.° 343
    Raggio (
    porzione), Abitanti N.° 21
    SANTA SOFIA (
    porzione), Abitanti N.° 1204
    Spescia,
    Abitanti N.° 236
    Villa,
    Abitanti N.° 177

    Annessi

    Alpe; dalla Comunità di Premilcore, Abitanti N.° 76
    Ridracoli;
    dalla Comunità di Bagno, Abitanti N.° 31

    Da Parrocchie estere

    Bugiano, Abitanti N.° 13
    Meleto,
    Abitanti N.° 50
    TOTALE
    Abitanti N.° 2895
Localizzazione
ID: 3784
N. scheda: 46790
Volume: 2; 5; 6S
Pagina: 444; 164 - 168; 225
Riferimenti:
Toponimo IGM: S. Sofia
Comune: SANTA SOFIA
Provincia: FC
Quadrante IGM: 107-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1733355, 4870232
WGS 1984: 11.9089, 43.94976
UTM (32N): 733418, 4870406
Denominazione: S. Sofia - Monte Giglioli
Popolo: S. Lucia a S. Sofia
Piviere: S. Lucia a S. Sofia
Comunità: S. Sofia
Giurisdizione: Galeata
Diocesi: (Nullius di Galeata) - Sansepolcro
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana (Romagna Granducale)
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