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Sarteano, Sartiano (SS. Lorenzo e Apollinare)

 

(Sarteano)

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    SARTEANO, o SARTIANO (Sarteanum) nella Val di Chiana._ Terra popolosa e nobile con due chiese parrocchiali, una delle quali collegiata sotto il titolo de' SS. Lorenzo e Apollinare, capoluogo di Comunità e di Giurisdizione nella Diocesi di Chiusi, Compartimento di Arezzo.
    Risiede in un risalto di collina che spetta alla base settentrionale della montagna di Cetona sulla ripa sinistra del fosso
    Oriato influente nel torrente Astrone, sotto il grado 29°32' longitudine e 42° 59' 4" latitudine._ Essa è attraversata da una strada provinciale, fra mezzo a Chianciano, a Cetona e Chiusi, circa 10 miglia toscane a scirocco di Monte Pulciano, 6 miglia toscane nella stessa direzione da Chianciano, 5 miglia toscane a libeccio di Chiusi, circa 4 a maestrale di Cetona, e 15 miglia toscane a settentrione grecale di Radicofani passando per la montagna di Cetona.
    Le memorie più antiche genuine che ci restano di questa Terra sono fra le membrane della Badia di S. Salvadore sul Monte Amiata, attualmente
    nell’Arch. Dipl. Fior. dalle quali si scuopre che fino almeno dal secolo XI il castello di Sarteano col suo distretto era dominato da una stirpe di conti Orvietani e Chiusini di legge salica appartenuti, io penso, a un ramo dei conti senesi della Berardenga e della Scialenga, e conseguentemente autori di quelli che si dissero CC. Manenti di Sarteano._ Tale sembra quel conte Winigildo marito della contessa Teodora, nato da un conte Farolfo e dalla contessa Adelaide, il quale per atto del dì primo aprile 1038, rogato nel Castello di Sarteano del contado di Chiusi, offrì al Monastero del Mont' Amiata per l'anima dei suoi genitori e della di lui consorte alcune terre che egli possedeva nel piviere di S. Maria, in luogo
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    detto Surripa.
    All’ Articolo
    CHIUSI (Vol. I pag. 716) rammentai all'anno 1053 un Pietro, o Petrone, sopracchiamato Pepone nato dai due coniugi prenominati, conte Winigildo, o Winigisi, e contessa Teodora, nell' atto che il medesimo insieme a due fratelli, Ranieri e Farolfo, mediante istrumento stipulato in Orvieto lì 25 febbrajo dell'anno 1053, donò dei beni alla badia de' monaci Camaldolensi di S. Pietro in Campo situata in Val d'Orcia.
    All’Articolo poi BADIA DI S. PIETRO IN CAMPO furono citati altri documenti dei tempi posteriori spettanti ad un conte Winigi, o Winigisi, figlio che fu del conte Farolfo signore di Sarteano, e per conseguenza nipote del C. Winigildo e di donna Teodora. Ivi pure feci menzione di una lettera del Pontefice Gregorio VII del 23 gennajo 1075 pubblicata dall'Ughelli nella storia genealogica de' conti di Marsciano, nella quale donna Wilia figlia del conte Ardingo è notata fra le persone più influenti in Chiusi benché dimorante nel suo contado. Era quella stessa donna Wilia, o Giulia, moglie del conte Pepone, dalla quale nacque, un altro Pepone, terzo di questo nome, conte di Sarteano, il quale per istrumento dei 17 marzo 1112, previo il consenso di Pietro vescovo Chiusino, consegnò all' abbate del Monastero de' Vallombrosani di Coltibuono la chiesa della SS. Trinità a Spineta in Val d'Orcia, fondata nel distretto di Sarteano dai suoi genitori conte Pepone e contessa Willa, affinchè v’ introducesse una porzione di quella famiglia di religiosi e riducesse la chiesa della SS. Trinità in badia della Congregazione di Vallombrosa.
    Discendeva pur anco dalla stessa famiglia
    Rimbotto figlio del C. Pepone III e fratello del conte
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    Manente I di tal nome, il quale Rimbotto vivente il padre, dopo essere stato emancipato , con istrumento del marzo 1117, alla presenza di Pietro vescovo di Chiusi donò alla badia di S. Pietro in Campo la metà della giurisdizione che aveva sui beni di Castiglion (forse del Trinoro)._ (ANNAL. CAMALD. T, III. Append.)
    Il Muratori e gli Annalisti Camaldolensi riportano sotto di 29 gennajo 1210 la conferma di una sentenza del 9 ottobre 1185 a favore del monastero di S. Benedetto al Vivo sul Montamiata contro un conte Manente, che chiamerò secondo, di Sarteano, e contro Rimbotto e Tancredi nipoti ed eredi del fu conte Manente primo, i quali erano ricorsi in appello in Siena davanti al Legato dell’Imperatore Ottone IV contro i Camaldolensi del Vivo e di S. Pietro in Campo._ (Oper. cit.)
    Dal suddetto conte Tancredi figlio del C. Manente II nacquero due fratelli, Bulgarello e Pepone Rimbotto, essi pure conti di Sarteano, i quali nel 1229 essendo stati espulsi da Sarteano dai Guelfi di Orvieto nel 30 luglio di detto anno fecero lega con il Comune di Siena.
    Anche nel Kaleffo vecchio dell'
    Arch. Dipl, di Siena trovasi un istrumento del 1246 (n.° 380 a c. 251), dove si fa menzione di Pepone Rimbotto e di Manente suo fratello, entrambi conti di Sarteano che insieme con altri loro consorti del territorio chiusino instituirono in loro rappresentante Ranieri del fu Manente conte di Sarteano per rinunziare a favore del Comune di Siena ad ogni ragione che se gli competeva per bovi di loro proprietà ritenuti dal potestà della Repubblica sanese.
    Nell'Arch.
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    medesimo (Kaleffetto n.° 45 a c. 102.) sotto l’anno 1255 esiste l’ originale dell' accomandigia della Terra, giurisdizione e corte di Sarteano, rinnovata da quei conti per il tempo di anni 15 avvenire, con l'obbligo fra gli altri di offrire ogn’ anno un palio di scarlatto alla cattedrale di Siena nel giorno dell' Assunta.
    Ma nel 1264, all'occasione della sollevazione di varie castella e popoli del contado senese che ricusarono di obbedire alla Repubblica di Siena, anche i conti di Sarteano all'arrivo di Carlo d' Angiò in Roma si ribellarono da quel Comune per ritornare amici dei Guelfi di Orvieto._ Per la qual cosa i Senesi inviarono le loro genti d'armi a combattere la Terra di Sarteano chi espugnarono e presero nel principio dell’ anno 1265._ (MALAVOLTI,
    Istor. di Siena. P. II. Lib. II).
    Finalmente in un istrumento del 18 dicembre 1340, scritto in Cetona, trattasi di un tributo di grano che pagava annualmente il Monastero Amiatino ad un conte Manente di Sarteano e alla contessa Andrea sua moglie per fitto di un mulino._ ARCH. DIPL. FIOR. Carte della Badia Amiat.)
    Trovavansi pertanto fino dopo la mela del secolo XIV in Sarteano i suoi conti, i quali riconoscevansi sempre feudatarj del Comune di Siena; e molti di loro servirono in guerra non solo quella repubblica, ma ancora l'altra di Firenze._ Tale fa quel C. Manente che nel 1292 col grado di contestabile condusse un esercito fiorentino contro Pisa, ed i cui discendenti nel 1325 fecero parte della lega guelfa toscana per recarsi in Val di Nievole contro Castruccio._ Tale fu quel Neruccio figlio naturale di uno de' conti di Sarteano che nel 1339 figurò fra le file degli eserciti fiorentini; tale ancora quel conte Manfredi che nel 1344 fu vicario per
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    la Repubblica Fiorentina in Pescia; tale finalmente era quel conte di Sarteano che con le genti della Repubblica Fiorentina nell'anno 1353 tolse la Terra di Cetona al Prefetto di Vico, la quale fu poi rassegnata al Legato del Papa._ (AMMIR. Stor. Fior.)
    Il primo statuto di Sarteano superstite nell’Arch. delle Riformagioni di Siena è dell'anno 1265. In esso figurano fra le famiglie più illustri di detta Terra un Domenico Gabbrielli ed un Nanni Fanelli.
    Da quello statuto frattanto apparisce che anche allora il Comune di Sarteano era retto da un magistrato di priori, i quali dovevano abitare per due mesi dell'anno nel palazzo comunale con la paga a ciascuno di essi di tre lire.
    Vi era un magistrato de' pupilli, uno detto de'
    viaj, per la costruzione e mantenimento de' ponti e strade, un corpo di uffiziali per mantenere la Ponte Ermena (ERRATA: forse il Bagno Santo) (diversa dal Bagno Santo) e per le mura castellane. Un' altra rubrica assegnava agli ambasciatori di quel Comune durante la loro missione una diaria di soldi 43 di moneta cortonese. Altre rubriche sono relative ai varj corpi di arte, fra le quali una ordinava di chiudere le loro botteghe nei giorni festivi dopo le ore nove di mattina. Havvene pure una che inibiva per la festività di S. Rocco di far correre a guisa di palio i ragazzi nudi; oltre la rubrica di dover recare un cero a Siena per la festa di mezz' agosto.
    Frattanto dalle cose di sopra indicate si rileva, che i conti di Sarteano nel secolo XIV dovevano aver poco più che il titolo, senza alcuna giurisdizione politica sopra il paese di Sarteano ed i suoi abitanti, talché appena gli era restato quello di padroni dei loro beni allodiali, che direttamente conservarono,
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    o che avevano dato ad enfiteusi.
    A confermare un tal vero concorrono le convenzioni stabilite nel 1479 fra il Comune di Sarteano rappresentato dal suo sindaco Geri Tedeschini ed i riformatori della Repubblica di Siena. Nelle quali convenzioni fu dichiarato che il castello di Sarteano, compresavi la curia, o distretto, era libero ed in propria potestà e che come tale si raccomandava al Comune di Siena per il tempo di anni dodici prossimi avvenire; a condizione che gli abitatori di Sarteano potessero eleggersi di loro piena volontà ogni sei mesi un potestà; purché questo fosse cittadino senese e popolare, e di pagargli il salario di mille lire. Fra i patii di quell'accomandigia vi erano ancora i seguenti; 1.° di consegnare la rocca o cassero di Sarteano alla custodia di un castellano da eleggersi ogni
    sei mesi dal Comune di Siena con lo stipendio di centodieci fiorini d'oro, compreso in detta paga il mantenimento di 7 buoni fanti armati; 2.° di esser tenuti i Sarteanesi a far guerra o pace a disposizione del Comune di Siena e ad avere gli amici di questo per amici loro, ed i nemici per nemici; 3.° che durante tutto il tempo dei raccomandigia il Comune di Sarteano dovesse offrire a quel di Siena per mezz’ agosto un palio di panno scarlattino del valore di 25 fiorini d'oro; 4.° che si dichiarava, qualmente finito il termine di anni 12 di detta accomandigia i Sanesi dovessero lasciare la Terra di Sarteano nel suo pristino stato senza molestare sotto qualsiasi pretesto i Sarteanesi nella persona e negli averi, ma invece conservare tutte le ragioni e giurisdizioni del loro Comune._ (ARCH. DIPL. SAN. Kaleffo nero N.° 237 a carte 580).
    Cotest'accomandigia per altro fu di tempo in tempo rinnovata, tostochè non meno di quattro convenzioni
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    alla precedente conformi si conservano nell'Arch. delle Riformagioni di Siena sotto gli anni 1401, 1415, 1439, e 1467, con la sola differenza nella capitolazione del 1439, che il castellano della rocca di Sarteano non dovesse aprir la porta del castello ad alcuno senza un segno particolare de' signori priori e governatori del Comune di Siena.
    A quell’ epoca il potestà di Sarteano non risedeva ancora nel pubblico pretorio, poiché i priori di quel Comune nel 29 ottobre del 1444 scrissero alla Signoria di Siena per dissuaderla dal comprare una casa situata nel borgo per non essere quella abitazione decente pel potestà. Nella lettera medesima i priori del Comune di Sarteano davano notizia alla Signoria di Siena, qualmente le truppe del sig. Alessandro Sforza avevano ricevuto una gran rotta dalle genti del re Alfonso di Aragona._
    (loc. cit.)
    Dall'ultima accomandigia fatta nell'anno 1467 risulta, che il magistrato comunitativo di Sarteano a quell' epoca si componeva di 12 buonomini appellati di credenza, ai quali spettava l'elezione dei sindaci che nominarono per stipulare con la Signoria di Siena i capitoli di accomandigia perpetua, e non più come per il passato per soli 12 anni._ (loc. cit.)
    Così il Comune di Siena venne ad incorporare al suo contado la Terra di Sarteano, punto importante della sua frontiera orientale; e fu allora che i Senesi fecero costruire di nuovo il cassero di Sarteano, quello, suppongo io, esistito fino a che il Granduca (ERRATA: Leopoldo I) Ferdinando I lo donò alla nobile famiglia Fanelli, che ha convertito il suo interno in un giardino. Dallo stesso Arch. Dipl. San. si ha la notizia che il cassero predetto si riedificò nel 1469 per opera di un maestro Arrigo mediante la somma di lire 1600 pagategli da mess. Aniello Cinughi commissario della
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    Repubblica_ (ARCH. DIPL. SAN. Libri de'conti, Classe C. Tom. 153.)
    Alle stesse contenzioni del 1467 tre anni dopo furono aggiunte alcune appendici; una delle quali ordinava che si estraesse il potestà di Sarteano da un'urna posta in Siena, dove i Sarteanesi potevano inserire in scritto le osservazioni relative alle cose che non fossero state confacenti alla giustizia. Un altro Articolo di quell'appendice permetteva ai Sarteanesi di tenere nel loro distretto 300 bestie grosse ed altrettante minute senza pagar gabella con facoltà d'introdurre dallo stato di Siena nel loro paese liberamente e senza traila alcuna tanto grano sufficiente al vitto della popolazione.
    Dodici anni innanzi l'accomandi già perpetua del 1467, mentre si negoziava la pace coi Senesi durante la guerra del re Alfonso d'Aragona contro i Fiorentini, per mala volontà di quel re, Giacomo Piccinino generale di un corpo di truppe napoletane penetrò dal Perugino nel territorio sanese, ed a prima giunta, dopo presa senza combattere la Terra e la rocca di Cetona, si avanzò sotto Sarteano dove si accampò. I Sarteanesi però uniti alla guarnigione senese si difesero valorosamente dal nemico nel tempo che questo combatteva il paese, sicché il Piccinino disperando della vittoria, dové con le sue genti dirigersi per altra via._ (MALAVOLTI,
    Istor. di Siena, V. IH. Lib. 3.)
    Sarteano dopo la caduta di Siena in potere delle truppe austro ispano medicee si sottomise fermamente alla monarchia di Cosi mo I nel dì 9 giugno dell'anno 1556; dopodiché cotesta Terra non presenta più fatti storici meritevoli di rimarco.
    Chiese principali, e luoghi pii,_ La Terra di Sarteano è retta nello spirituale da due parrochi, il primo de' quali è l'arciprete della chiesa collegiata de' SS. Lorenzo e Apollinare, che esercita pure le funzioni di vicario foraneo. La cura dell'altra chiesa parrocchiale sotto la doppia
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    invocazione di S. Martino e di S. Vittoria spetta al primicero, ch’è un'altra dignità della collegiata.
    La chiesa de' SS. Lorenzo e Apollinare fu solennemente consacrata verso il principio del secolo XVI dal Pontefice Pio III oriundo di Sarteano, come quello che venne alla luce in Corsignano da una nipote del Pontefice Pio II maritata ad un
    Tedeschini nativo e nobile Sarteanese.
    La stessa chiesa collegiata fu riedificata ed ampliata nel 1723._ Essa ha tre navate con varj altari per parte, alcuni dei quali decorati di buoni quadri; comecché i dipinti più pregevoli si conservino nella sagrestia contigua, dove si trovano due opere del Sodoma , l'Angiolo e la SS. Annunziata; ed ivi pure fu murata un' iscrizione in marmo posta nel dì 27 maggio 1736 che incomincia:
    D. O. M.
    ECCLESIAM HANC A CLUSII SUBURBII RUDERIBUS, PLURIBUS AB HINC ANNIS IN LOCUM HUNC RESTITUTAM, ET A PIO III PP. REPARATAM, SOEMNITER CONSECRATAM,
    etc.

    La collegiata di Sarteano conta 12 canonici, fra i quali tre dignità, l’Arciprete e il Preposto ed il Primicero.
    Ad epoche più antiche risalgono le memorie delle due chiese ora riunite di S. Martino e S. Vittoria, appartenute entrambe ai monaci. Quella di S. Vittoria fino dal 1225 spettava alla Badia di S. Pietro in Campo, poi di S. Mustiola di Siena dei Camaldolensi; mentre l'altra di S. Martino fino dal 1248 dipendeva dai Vallombrosani di S. Trinità a Spineta.
    Inoltre il vescovo di Chiusi con suo breve del 1411 concedè facoltà agli uomini di Sarteano di edificare dentro il paese una chiesa sotto l’invocazione de' SS. Apostoli Simone e Giuda, per cui i Sarteanesi ottennero anche l'approvazione del parroco di S. Vittoria, per la ragione che a quest'ultima, essendo situata fuori della Terra nel luogo convertito attualmente in camposanto, era impossibile
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    di andarvi in tempo di guerra senza pericolo. Peraltro la chiesa di S. Vittoria continuò per lungo tempo ad esser retta dai Camaldolensi eletti dall' abbate di S. Pietro in Campo, poscia da quello di S. Mustiola all' Arco di Siena dopo la riunione della prima a quest’ ultima badia.
    Infatti nel 29 novembre del 1591 l'abbate di S. Mustiola all'Arco nominò il sacerdote Camaldolense don Anselmo Venturi di Firenze in priore della chiesa parrocchiale di S. Vittoria a Sarteano, vacata per morte dell' antecedente rettore e monaco don Fabiano Lensi._ (ARCH. DIPL. FIOR.
    Carte del Mon. di S. Mustiola di Siena).
    La chiesa parrocchiale di S. Vittoria fuori di Sarteano fu soppressa sul declinare del secolo XVIII allora quando il suo popolo fu aggregato a quello di S. Martino.
    Tre altre chiese parrocchiali esistevano fuori di Sarteano, la prima de' Cappuccini, tuttora parrocchia, posta (
    ERRATA: nel fianco orientale) nel fianco occidentale della montagna detta di Cetona, sotto il titolo di S. Bartolommeo, la quale è amministrata da un sacerdote secolare dopo la recente soppressione di quei religiosi; la seconda, da lunga mano soppressa, era situata sulla pendice opposta del monte stesso sotto il titolo della SS. Trinità a Spineto, già Monastero de' Vallombrosani, poscia grancia de' monaci Cistercensi di Cestello a Firenze, ora fattoria privata presso i ruderi dell'antico castello di Mojana che fu dell’Abbazia di S. Salvadore sul Montamiata. La terza, esistente al pari della prima, è la pieve di S. Andrea a Castiglioncello del Trinoro, situata sullo stesso fianco meridionale della montagita di Cetona sebbene più a maestro e dentro il territorio di Sarteano.
    La Terra in discorso ebbe molti conventi, parte nel paese, e parte fuori, fra i quali due badie, una di Camaldolensi e l'altra di Vallombrosani, due conventi di Francescani,
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    uno di Cappuccini, ed uno di Clarisse. Quest'ultimo monastero di monache dell' Ordine di S. Francesco sotto l'invocazione di S. Chiara di stretta osservanza è l'unico che si conserva dentro la Terra.
    Il primo convento che fu de'Minori conventuali si vuole fondato dallo stesso S. Francesco, altro più recente era quello dei Francescani dell'Osservanza abitato, e forse fondato dal B. Alberto da Sarteano discepolo di S. Bernardino, che morì nel 1450. Infatti lo statuto comunitativo di questa Terra, riformato nel 1574, ordina darsi la solita elemosina ai Frati Francescani di Sarteano. Per gli altri due Mon. de'Camaldolensi di S. Pietro in Campo e de’Vallombrosani di Spineta veggansi gli Art. Badia di S. Pietro in Campo, e Badia a Spineta.
    Nonostante Sarteano conta tuttora molti oratorj pubblici e chiese di compagnie laicali, come quella della Nunziata, della Morte, di S. Michele, di S. Girolamo, e del SS. Sacramento, della Madonna (
    ERRATA: delle Piazze) delle Piaggie, di S. Lucia, di S. Rocco e di Maria Vergine di Belriguardo ecc.
    Esistevano pure in Sarteano due piccoli spedali, i quali vennero soppressi sul declinare del secolo passato.
    Nelle vicinanze di questa Terra e dentro il suo territorio fu scoperta nel secolo attuale una copiosa necropoli etrusca che ha fornito un immenso numero di vasi di terra cotta finissima e di eleganti forme verniciati tutti in nero, talchè molti di quei possidenti ne hanno formato una specie di museo, come è quello che visitai presso il dott. Borselli nel 20 ottobre dell' anno 1832.
    Nacque costì il B. Alberto da Sarteano, e cotesto paese potrebbe dirsi patria del Pont. Pio III stante l'avere avuto per padre un Sarteanese della famiglia Tedeschini, poscia Piccolomini d' Aragona stabilita in Siena, siccome da Sarteano si recarono a Siena altre famiglie nobili, come quella de'Gori, de'Gabbrielli,
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    de'Cennini, ecc.

    MOVIMENTO della Popolazione della TERRA DI SARTEANO a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 314; totale della popolazione 2121.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 356 femmine 300; adulti maschi 438, femmine 475; coniugati dei due sessi 467; ecclesiastici dei due sessi 87; numero delle famiglie 355; totale della popolazione 2123.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 511; femmine 412; adulti maschi 384, femmine 400; coniugati dei due sessi 1191; ecclesiastici dei due sessi 51; numero delle famiglie 581; totale della popolazione 2949.
    ANNO 1840: Impuberi maschi 440; femmine 397; adulti maschi 532, femmine 561; coniugati dei due sessi 1122; ecclesiastici dei due sessi 46; numero delle famiglie 601; totale della popolazione 3096.

    Comunità di Sarteano. – Il territorio di questa Comunità abbraccia una superficie di 24353 quadri., 553 de'quali spettano a corsi d'acqua ed a pubbliche strade.
    Nel 1833 vi abitavano 3937 individui, a proporzione di circa 130 persone per ogni miglio quadro di suolo imponibile.
    Confina con sei Comunità del Granducato. Dal lato della Val-d'Orcia dirimpetto a libeccio fronteggia con il territorio comunitativo di Radicofani, col quale rimonta il fiume prenominato, a partire dalla confluenza in esso del fosso
    Spineta, ossia del Foscola, col quale fiume i due territorj salgono la pendice volta a libeccio della montagna di Cetona nella direzione di levante, poscia di settentrione finchè arrivano sulla strada rotabile che guida da Sarteano a Radicofani. Costì sottentra per il cammino di circa un miglio il territorio comunitativo di San-Casciano de'Bagni e con questo il nostro percorre la schiena della montagna per termini artificiali nella direzione di ostro a levante. – Quivi ripiegando ad angolo acutissimo da levante a libeccio viene a confine la Comunità
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    di Cetona, da primo per una stretta lingua di terra con la quale dirigesi a ponente-libeccio, poi voltando faccia a grecale-levante e di là a scirocco il territorio della Comunità di Sarteano di conserva con quello di Cetona oltrepassa il giogo della montagna dove attraversa la strada provinciale che staccasi dalla Cassia, o Longitudinale della Chiana alla Querce al Pino, e che conduce per Sarteano a San-casciano de'Bagni e di là sulla postale Romana, la quale trova all'osteria della Novella di là da Radicofani.
    Dopo attraversata la detta strada i territorii delle Comunità di Cetona e Sarteano scendono nel fosso di Cetona, mediante il quale arrivano sul torrente
    Astrone. Costì a levante della Terra di Sarteano viene a confine il territorio della Comunità di Chiusi rimontando il corso inverso del torrente Astrone fino alla strada rotabile fra Sarteano e Chianciano, dove (ERRATA: sul ponte della Costolaja) al trivio passato l’Astrone sottentra di rimpetto a settentrione il territorio della Comunità di Chianciano, col quale il nostro prosegue a rimontare il corso dell’Astrone e di là dirigendosi sul fianco occidentale della montagna sale alla confluenza nell'Astrone del Corniolo. Con quest'ultimo i due territorj voltando il cammino verso libeccio salgono sulla cima della montagna per entrare nel borro del Giuncheto, e quindi nel torrente Miglia che scende in Orcia dalle Foci del Castelluccio. – Da cotesto lato occidentale della montagna di Cetona la Comunità di Sarteano incontra dirimpetto a maestrale il territorio comunitativo di Pienza, col quale riscende la faccia opposta del monte medesimo di fronte a ponente-maestrale, prima per termini artificiali, poi mediante il fosso di Grignano che scorre fra la casa della fattoria di Spineta e la chiesa
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    già badia di S. Pietro in Campo finchè alla confluenza del fosso Foscola ritrova sull'Orcia il territorio comunitativo di Radicofani.
    Fra i maggiori corsi d'acqua che bagnano il territorio comunitativo in discorso havvi il fiume Orcia che ne lambisce i confini a ponente-libeccio, ed il torrente Astrone che li costeggia dirimpetto a grecale. Fra questi due corsi d’acqua, che scendono per contrario cammino in due opposte valli, si alza gigante la montagna di Cetona, già. detta
    Monte Presi, o Pisis, compresa nella massima parte dentro i confini comunitativi di Sarteano, siccome le appartiene la sua sommità, stata riscontrata dal P. Inghirami a braccio 1957,8 superiore al livello del mare Mediterraneo. – Ved. Cetona (Montagna di).
    Fra le strade rotabili che attraversano il territorio di questa Comunità, si conta quella provinciale
    denominata Traversa dalla via R. Romana alla provinciale Cassia, ossia Longitudinale della Chiana; la quale via passa per la montagna di Cetona dopo aver attraversato la Terra di Sarteano. – Sono poi comunitative rotabili le strade che partono dal capoluogo per Cetona, Chiusi, Chianciano e Montepulciano.
    In quanto alla qualità del terreno a contatto con quello di altre sei Comunità, state già in quest'opera descritte, non starò a trattenere di troppo il lettore, tostochè il Sarteanese dal lato della Val d'Orcia si riduce per la massima parte ad un terreno terziario, mentre quello della montagna stessa fino alla sua cima spetta ad un terreno stratiforme secondario superiore e ad una roccia calcare-cavernosa interrotta qua e là da incrostazioni di calcarea concrezionata (
    travertino); entrambe le quali rocce scuopronsi più estesamente nella pendice orientale della montagna nei contorni di Sarteano, che termina con varj sproni sporgenti verso grecale fra Chianciano, Sarteano e Cetona, alla di cui base si scuopre la marna-cerulea conchigliare, e
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    talvolta il tufo terziario marino superiore alla medesima.
    La terra stessa di Sarteano risiede sopra massi immensi di calcarea concrezionata, talchè le acque fluenti dai suoi poggi sono impregnatissime di carbonato di calce.
    Cotesta qualità di pietra calcare continua a coprire il suolo fino al torrente Astrone, il di cui letto peraltro vedesi sparso anco di ciottoli di macigno e di alberese.
    A mezzo cammino fra Sarteano e Cetona sul confine delle due Comunità lungo la strada rotabile, presso la testata occidentale del ponte che cavalca il fosso di Cetona, scaturisce un'acqua acidula, stata allacciata e chiusa nel 1831 d'ordine del magistrato di Sarteano.
    Probabilmente a quest'acque si diede il titolo di
    Bagno Santo perchè creduta mirabile per molte malattie, e forse alla medesima un dì assai più copiosa che oggi non é, appella una rubrica degli statuti vecchi di Sarteano dell'anno 1265, in cui si tratta delle ingerenze degli uffiziali di Fonte Ermena.
    Il Prof Giulj nella sua Statistica agraria della Val-di-Chiana indica tre ripiani innanzi di arrivare dalla riva dell'
    Astrone alla Terra di Sarteano. Il primo ripiano s'innalza, dic'egli, al di sopra del letto dell' Astrone circa 7 braccia e si estende in una larghezza presso a poco di mezzo miglio. Sopra questo primo ripiano si alza una scogliera di travertini quasi a picco sino all' altezza di 40 braccia che serve di scala al secondo ripiano composto al pari del primo di calce concrezionata e di altre terre superiori sciolte ma più fertili di quelle del ripiano inferiore.
    Cotesto si estende in larghezza circa un terzo di miglio toscano, al confine del quale incontrasi il terzo risalto coperto esso pure di travertini, e donde emergono dalle viscere della terra più che altrove copiose delle correnti di gas acido carbonico solforoso, le quali formano le cosi
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    dette Mofete. Sopra cotesto terzo ripiano, che e il più esteso in larghezza degli altri due, risiede la Terra di Sarteano.
    Nelle piaggie e nella pianura fra Sarteano ed il torrente Astrone la contrada è coperta di olivi, di viti, di gelsi e di altri alberi da frutto in mezzo a campi di cereali, di canapa, di mais, di leguminacee ecc., mentre le selve e le macchie di querce, o quercioli rivestono i fianchi superiori della montagna.
    Rispetto poi alla estensione e raccolta dei prodotti agrari, giovandomi dei calcoli fatti dal Prof Giulj nella sua Statistica agraria della Val-di-Chiana (Vol. I pag. 165 e segg.) dirò, qualmente la parte montuosa e boschiva di questa Comunità dallo stesso autore fu valutata in quadri agrarj 24,936, cioè:

    I poggi inferiori, o colline:
    Quadrati N.° 16,936
    Coltivati a ulivi, viti, e semente:
    Quadrati N.° 3,500
    La pianura destinata a sementa:
    Quadrati N.° 4,560
    TOTALE
    Quadrati N.° 24,936

    E altresì vero che a seconda del catasto toscano, eseguito quasi contemporaneamente alla pubblicazione dell'opera precitata, fu calcolato che il terreno soggetto alla produzione agraria, detratto il suolo preso dai paesi, dalle strade e dai varj corsi d'acqua, corrisponderebbe ad una superficie alquanto inferiore a quella testè indicata.
    Nel rovescio poi del monte che acquapende in Val-d'Orcia, avvicinandosi a Castiglioncello del Trivoro, negli anni addietro in luogo appellato
    Solaja nei possessi dei signori Fanelli di Sarteano si rinvenne un esteso sepolcreto con centinaja di vasi di figulina di forme diverse, denominati volgarmente Vasi Etruschi, una parte de'quali fu acquistata dal Granduca (ERRATA: Ferdinando III) Leopoldo II per l'I. e R. Galleria di Firenze.
    Fra le manifatture principali si possono noverare in Sarteano diverse conce di pelli, ed ivi pure esistono alcune tintorie con gualchiere,
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    oltre i mestieri comuni a tutti i paesi.
    La Comunità di Sarteano mantiene due medici, un chirurgo ed un maestro di scuola. Le monache di S. Chiara destinano una sala contigua alla clausura per istruire nei lavori domestici e nei precetti di religione le fanciulle del paese.
    Ha luogo in Sarteano (
    ERRATA: nel giorno di sabato) nel giorno di venerdì un buon mercato settimanale, oltre due fiere annuali di bestiame che vi si tengono nel giorno II di agosto, e II di novembre, l’una dopo la festa di S. Lorenzo titolare di quella collegiata, e l'altra nel giorno di S. Martino titolare dell’altra più antica parrocchia. (Si aggiunga) Una quarta fiera ha luogo nel secondo mercoledì di giugno. Questa Terra è una delle più commercianti della Val di-Chiana superiore.
    Risiede in Sarteano un potestà dipendente nel criminale dal Vicario R. di Chiusi. Vi è pure un uffizio di esazione del Registro, ed una cancelleria comunitativa che comprende ancora la Comunità di Cetona. L'ingegnere di Circondario, la conservazione delle Ipoteche ed il tribunale di Prima istanza sono in Montepulciano.

    QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di SARTEANO a quattro epoche diverse.
    - nome del luogo: Abbadia a Spineta, titolo della chiesa: SS. Trinità (Cura), diocesi cui appartiene: Chiusi, abitanti anno 1640 n° 134, abitanti anno 1745 n° 86, abitanti anno 1833 n° 304, abitanti anno 1840 n° 300
    - nome del luogo: Castiglioncello del Trinoro (*), titolo della chiesa: S. Andrea (Pieve), diocesi cui appartiene: Chiusi, abitanti anno 1640 n° 502, abitanti anno 1745 n° 237, abitanti anno 1833 n° 389, abitanti anno 1840 n° 401
    - nome del luogo: Ex Cappuccini di Sarteano, titolo della chiesa: S. Bartolommeo (Cura), diocesi cui appartiene: Chiusi, abitanti anno 1640 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 268, abitanti anno 1840
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    n° 237
    - nome del luogo: SARTEANO, titolo della chiesa: SS. Lorenzo e Apollinare (Collegiata e Arcipretura), diocesi cui appartiene: Chiusi, abitanti anno 1640 n° -, abitanti anno 1745 n° 1504, abitanti anno 1833 n° 1548, abitanti anno 1840 n° 1627
    - nome del luogo: SARTEANO, titolo della chiesa: S. Martino e S. Vittoria riunite (Prepositura), diocesi cui appartiene: Chiusi, abitanti anno 1640 n° 2122, abitanti anno 1745 n° 174 (S. Martino) e n° 345 (S. Vittoria), abitanti anno 1833 n° 1401, abitanti anno 1840 n° 1569

    - Totale abitanti anno 1640: n° 2758
    - Totale abitanti anno 1745: n° 2346
    - Totale abitanti anno 1833: n° 3910
    - Totale abitanti anno 1840: n° 4025

    N.B.
    Nell’ ultima epoca escivano da questa Comunità della parrocchia di Castiglioncello del Trinoro (*)

    - anno 1840, abitanti n° 33

    -
    RESTANO anno 1840: abitanti n° 4001

    All’incontro entravano nell’ultime due epoche dalla parrocchia di S. Pietro in Campo della Comunità di Pienza in questa
    - anno 1833, abitanti n° 27
    - anno 1840, abitanti n° 24

    -
    TOTALE anno 1833: abitanti n° 3937
    -
    TOTALE anno 1840: abitanti n° 4025

    SARTEANO in Val di Chiana. – Si aggiunga ai suoi luoghi (
    Volume V. pag. 176 e segg.).
    Nel percorrere le pergamene dell’Arch. Dipl. San. trovai un istrumento del 1 ottobre 1202, (N.° 66 Vol. 1 delle Pergamene) col quale il conte Manente seniore di Sarteano, Tancredi suo figlio, Rinaldo d’ Ildebrandino, e Guido Cacciaconti ed altri conti della Scialenga, promisero al Comune di Siena di non far pace con i Montepulcianesi senza il consenso di detto Comune; e viceversa (ivi Carta 67) i consoli del Comune di Siena promisero ai
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    suddetti conti di non fissare senza la loro adesione alcun trattato con gli uomini di Montepulciano. Tra i varj nipoti di quel conte Manente seniore di Sarteano, comparisce ivi in una membrana del 17 settembre 1264 (Carta 797. Vol VII) scritta in Siena nella chiesa di S. Cristofano, un Andrea del fu Ranieri di Manente conte di Sarteano, il quale in nome proprio e dei suoi fratelli Ranieri e Jacopo, sottomise al Comune di Siena i castelli con i distretti di Chianciano, Sarteano, Spinetta, e di Monte Presi sulla montagna di Cetona ponendoli sotto l’accomandigia di quella Repubblica. –Con altro istrumento del 30 ottobre 1307 rogato in Chianciano (ivi Carta 1367 Vol.XVI) i fratelli Riccardo e Manente figli di Stuccio conte di Chianciano eleggono Cecco loro fratello in procuratore per rispondere nella curia del giudice dei maleficj in Orvieto a qualunque controversia che potessero avere col yescovo di Chiusi e con la sua mensa. A conferma poi che i conti di Sarteano all’arrivo di Carlo d’Angiò II in Roma si ribellassero dai Sanesi per ritornare amici de’ Guelfi di Orvieto, lo dichiara anche una membrana della Badia di Settimo, ora nell'Arch. Dipl. Fior. scritta lì 10 giugno del 1288, in cui si tratta dell’invio di due commissarj mandati dal potestà di Orvieto per terminare amichevolmente (sebbene senza effetto) una lite fra il Comune di Sarteano ed i monaci di S. Benedetto del Vivo e di S. Pietro in Campo rispetto ai confini controversi del Castello e distretto di Mojona. Alla pag. 177 del Volume V. discorrendo del cassero di Sarteano, si dica donato dal Gran Duca Ferdinando I invece di Leopoldo I; e dove
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    si discorre (pag. 178) delle tre chiese parrocchiali di Sarteano, si aggiunga che quella di S. Bartolommeo, è fuori del paese posta nel fianco occidentale di una collina, circa 3 miglia toscane distante dalla montagna di Cetona. Finalmente alla pag.179 fra le compagnie laicali si noverano quelle dell’Oratorio, o del Suffragio, e della Madonna delle Piaggie e non delle Piazze, ecc. All’Articolo Comunità di Sarteano (pag. 180) dove dice: fino alla strada rotabile fra Sarteano e Chianciano, deve correggersi: passato il ponte della Costaja, dove al trivio sottentra, con quel che segue. E più sotto quando sull’Orcia ritrova il terrritorio comunitativo di Radicofani, si aggiunga: Da questo lato la Comunità di Sarteano un di confinava con quella de’ Camaldolensi del Vivo e di S. Pietro in Campo mediante il territorio di Mojona. In appresso, allorché si dice, che l’acqua acidula situata a mezza strada fra Sarteano e Cetona è stata allacciata e chiusa nel 1831 a spese ecc.: si aggiunga della Casa Fanelli, posseditrice di quel suolo. –Così la fonte pubblica fu condotta dentro, il paese dalla munificenza del pontefice Pio III. Rispetto poi alla quantità di pezzi di figuline etrusche, o di etrusco nome, trovate in luogo appellato Solaja, dicasi, che molti di essi sono stati acquistati dal Gran Duca LEOPOLDO II felicemente regnante per. la Galleria pubblica di Firenze. Ha luogo in Sarteano nel giorno di venerdì un buon mercato, oltre 4 fiere annuali, che vi si tengono, una delle quali dopo la festa di S. Lorenzo, l’altra nel secondo venerdì di settembre, la terza, nel giorno di S. Martino (11 novembre) e la quarta, detta della Lana, che suol cadere nel secondo mercoledì di giugno. Nel 1833
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    la Comunità di Sarteano contava 3937 individui, e nel 1845 ne aveva 3989, repartiti come appresso:

    Abbadia a Spineta,
    Abitanti N.° 322
    Castiglioncello del Trinoro (
    porzione), Abitanti N.° 339
    Sarteano (S. Bartolommeo),
    Abitanti N.° 269
    Idem (S. Lorenzo),
    Abitanti N.° 1679
    Idem (S. Martino),
    Abitanti N.° 1355

    Annessi

    S. Piero in Campo; dalla Comunità di Pienza, Abitanti N.° 25
    Totale
    Abitanti N.° 3989
Localizzazione
ID: 3798
N. scheda: 46980
Volume: 5; 6S
Pagina: 175 - 182; 227 - 228
Riferimenti: 46981, 46982
Toponimo IGM: Sarteano
Comune: SARTEANO
Provincia: SI
Quadrante IGM: 129-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1733822, 4763780
WGS 1984: 11.86903, 42.9923
UTM (32N): 733886, 4763954
Denominazione: Sarteano, Sartiano (SS. Lorenzo e Apollinare)
Popolo: SS. Lorenzo e Apollinare a Sarteano
Piviere: SS. Lorenzo e Apollinare a Sarteano
Comunità: Sarteano
Giurisdizione: Sarteano
Diocesi: Chiusi
Compartimento: Arezzo
Stato: Granducato di Toscana
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