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Sestino della Massa Trabaria - Valle Superiore della Foglia - Foglia

 

(Sestino - Fiume Foglia)

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    SESTINO (Sentinum) DELLA MASSA TRABARIA nella Valle della Foglia. – Castello di origine antichissima con chiesa arcipretura (S. Pancrazio) capoluogo di Comunità e di Giurisdizione sotto la Diocesi di Sansepolcro, una volta di Monte Feltro, poi dell'arcipretura di Sestino Nullius Dioecesis, nel Compartimento di Armo.
    Risiede sopra lo sprone di un poggio, fra due ponti, uno de' quali posto a ostro di Sestino cavalca il fiume
    Foglia, ossia l'antico Isauro, mentre dal lato opposto sotto un più piccolo ponte passa il torrente Seminino, che poco dopo confluisce nel fiume Foglia Trovasi il Castello di Sestino fra il grado 29° 57' 4" longitudine ed il grado 43° 42' 8" latitudine, 6 miglia toscane a levante della Badia Tedalda, 8 a ostro dal Castello e monte di Carpegna nello Stato pontificio; 16 miglia toscane a grecale di Pieve S. Stefano; 18 miglia toscane a settentrione grecale del Borgo San Sepolcro passando per Monte Casale, e 22 miglia toscane per la strada di Urbania che attraversa la Terra pontificia di Mercatello, situata circa 6 miglia toscane a scirocco di Sestino.
    Grande è la fama, sebbene incerta l'origine, del Castello di Sestino, siti per i monumenti romani che in copia possiede, come sono le iscrizioni, statue, urne, vasi ed altre reliquie, rose tutte che non lasciano dubbia di avere questo paese appartenuto al territorio Umbro; sia per l'espressioni di Plinio il vecchio che appellò questo popolo dell'Umbria
    Oppidani Sentinates. – (HIST. NATUR. Lib. III. Cap. 14.)
    Infatti che Sestino facesse parte della regione di Sestino spettante alla tribù
    Lemonia non ne lascia dubbio la famosi battaglia data nel 544 U. C. (avanti G. C. 208) ai Galli nel contado sentinate, per quanto aggiunga T. Livio, che alterato ne già stato da
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    molti il racconto. La qual vittoria meritò al console Q. Fabio Massimo gli onori del trionfo, e grandi premii ai soldati delle legioni che in quella ebbero parte. – (T. LIVII, Decad. Lib. X.)
    Ma comecché dai monumenti dissepolti in Sestino vi sia luogo a credere che ai tempi romani fossero costà terme, templi, collegii ecc. ecc., comecché nell'altare maggiore della sua eh. arcipretura fosse stata posta per mensa una base marmorea, sulla quale al tempo dell’ Imperatore Graziano fu collocata una statua allusiva al genio di quella curia, o municipio, contuttociò la storia di Sestino fino al secolo XIV si nasconde nel le tenebre.
    Imperocché dubiterei di ammettere per genuino un privilegio dato in Viterbo lì 15 agosto del 962 dall' Imperatore Ottone I a favore del conte Alderico della famiglia
    generosa dei signori di Carpegna (Carpincorum) e in grazia, dice quello scritto, de’servigii prestati dal conte Alderico nel fugare i Greci e Saraceni dall'estreme parti dell'Italia, per cui quell'Imperatore confermò ad esso conte ed ai suoi successori il dominio del nobil castello di Carpegna con tanti altri situati in regione Flaminea Senon; fra i quali l’oppido di Sestino; et intra flnvios Concam et Marechiam Seravallem, Verucchium, San Marinum et demum (o dimidium) Montis Feretrani, Mons Madius, Macerata, Petracuta, Foranum, Scaulinum Vetus, Suana (forse Suasa), Pinna Billiorum, Majolum cum omnibus districtibus et Vassallis, etc, etc.
    Fra i testimoni vi è firmato per giunta un Cesar Fliscus Lavanie Comes dapifer.
    Molti archeologi però dubiteranno della sincerità di tal privilegio, sia per le espressioni inusitate di cotesta scrittura, sia perla data, com'è quella di Viterbo del 15 agosto dell'anno 962, quando l'Imperatore Ottone I da molti mesi era tornato da Roma in Pavia
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    e di là al Lago d'Orta, dove si trovava sulla fine di luglio e nell'agosto stesso dell’ anno 962. Lo che accadde un anno innanzi che lo stesso imperante si portasse all' assedio della rocca di San Leo presso Carpegna e Sestino, nella qual rocca erasi fortificato il suo rivale Berengario II con la di lui moglie. Cosa dunque si dovrà dire di un diploma sì fatto? Per me lo metterei in compagnia d' un'altra carta fabbricata forse dallo stesso autore con la data di Viterbo, alla presenza dell'Imperatore Ottone, lì 9 dicembre del 962, Indiz. V. ed anno XXVI del suo regno ed impero, col quale ultimo diploma Ottone I concedeva all’ ideale Guido Cybo genovese tre castella nel Val d'Arno superiore. – Vedere MONTEVARCHI.
    Mancato il fondamento per attribuire il castello di Sestino ai nobili della
    generosa famiglia da Carpegna, dirò solo che cotesto paese innanzi il 1516 faceva parte, tanto nello spirituale come nel temporale, della giurisdizione di Monte Feltro; e aggiungerò, qualmente molti popoli del piviere di Sestino, eccettuato però il capoluogo, furono signoreggiati anche dai nobili Faggiuolani, siccome può vedersi dalle condizioni della pace di Sarzana del 1353.
    Dirò finalmente che Sestino con tutto il suo piviere nel 1516 venne distaccato per opera del Pontefice Leone X dal ducato di Urbino, allorché quel gerarca della chiesa mosse guerra a Francesco Maria della Rovere duca di Monte Feltro e di Urbino.
    Fu allora che un esercito comandato da Lorenzo de' Medici duca di
    Nemours penetrò e s’impadronì dell' Urbinate, e della regione Feltrina. Dopo di ciò Papa Leone dichiarò il duca Francesco Maria della Rovere decaduto da quello stato, del quale mediante bolla concistoriale fu investito il duca Lorenzo suo nipote. – Che sebbene riescisse a Francesco Maria della Rovere di ricuperare con
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    le proprie forze nell'anno stesso il suo ducato, non ostante egli trovossi costretto di aderire alla concordia fatta da gli Spagnuoli con Papa Leone X, per la quale Lorenzo de' Medici rimase padrone di quel vasto ducato. Ma poco egli lo godè, perché nel di 5 maggio del 1519 passò ad altra vita, cui tenne dietro pochi giorni dopo donna Maria Maddalena di Boulogne sua consorte, lasciando la neonaia figlia Caterina sotto la tutela di donna Alfonsina Orsini vedova di Piero de' Medici e di lei ava, finché la fanciulla Caterina fatta adulta s'inanellò ad Enrico II re di Francia.
    Il Pontefice Leone X accortosi di non poter ritenere il ducato di Urbino in nome della nipote pupilla, dopo aver fatto smantellare le fortificazioni, fu consegnato lo stato medesimo alla Reverenda Camera Apostolica.
    E perché nella guerra fatta per conquistarlo aveva speso 800,000 ducati d'oro, la maggior parte de' quali furono a lui somministrati dalla Repubblica Fiorentina come appariva dai libri della Reverenda Camera, nei quali la Repubblica stessa era stata impostata creditrice, pretese dare in compenso al Comune di Firenze la fortezza di S. Leo con Monte Feltro ed il territorio spettante al piviere di Sestino. Per quanto riuscisse grave alla Repubblica il partito, pure l'accordo fu sanzionato con atto del 28 novembre 1520, e nel giorno medesimo vennero stipulate con gli abitanti di Monte Feltro e di Sestino le opportune capitolazioni.
    Un anno dopo accadde la morte del Pontefice Leone, in seguito alla quale il duca Francesco Maria riacquistò tutto il suo Stato, meno le fortezze di San Leo, di Majolo ed il villaggio di Sestino con tutto il suo piviere.
    Ma poco appresso anche le fortezze di San Leo e di Majolo dovettero riconsegnarsi al duca di Urbino, sicché al Comune di Firenze non restò che il solo e
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    sterile territorio di Sestino nella Massa Trabaria, contrada che il governo granducale della Toscana conserva tuttora al caro prezzo di quasi 800,000 fiorini d'oro.
    A prendere il possesso di cotesti luoghi la Signoria di Firenze allora inviò Francesco Vettori, cui tenne dietro poco dopo Antonio da Filicaja nominato in primo commissario, o vicario di Sestino, con l'appannaggio annuo di 600 fiorini d'oro. –
    Vedere l’Articolo FIRENZE Volume II pag. 204.
    Allora fu che anche il pievanato di Sestino fu staccato dalla diocesi di Monte-Feltro e dichiarato
    Nullius Dioecesis con i 17 popoli di quel distretto; cioè: Sestino, Casale, Castellacciola, Colcellalto, S. Donato a Castelnuovo, Lucimburgo, Martigliano, Miraldella Monte La Breve, Monte Fortino, Monte Romano, Montirone, i Palazzi, Presciano, S. Giovanni in Pecchia, Stiamola, Bocchetta, e Valenzano,
    Benedetto Varchi nel libro XI, e Bernardo Segni nel libro VIII delle loro Storie fiorentine, all' anno 1536, ragionando dei tentativi fatti dai fuorusciti fiorentini per impadronirsi del Borgo San Sepolcro, entrambi raccontano lo scaccomatto da Piero Strozzi e da' suoi compagni riportato a Sestino «castello piccolo, dice il Segni, e posto sui confini dell' Umbria, nel qual luogo, forte per sito, mentre che Piero si sforzava ire innanzi con i suoi 400 fanti scelti, sopraggiunto dai paesani in quei passi stretti, fu quasi sbaragliato del tutto, e vi morirono più di 60 de' suoi, fra i quali il capitano Niccolò Strozzi».
    Fra quei fuorusciti appunto trovavasi a militare il sacerdote Benedetto Varchi, siccome egli stesso ne fece testimonianza nelle sue storie, dove disse la ragione per la quale i fuorusciti volendo andare al Borgo S. Sepolcro passarono da Sestino, ad oggetto cioè di scorciar la strada. «È Sestino, diceva il Varchi, un piccolo castelletto lungo un fìumicello chiamato la Foglia, ha dinanzi una piazza, dove si fa
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    il mercato, con un borgo pieno di case e di botteghe. Nella terra s'entra per un ponte, il quale è dinanzi alla porta, alla quale giunto messer Piero senz'altr'arme che la spada sola, e col colletto sfibbiato sulla camicia, chiese di esser messo dentro; ma uno di quei due (di Sestino che gli erano venuti incontro per onorarlo in parole) rispose: il castello esser piccolo e tutto pieno, ma che darebbono vettovaglio e alloggiamenti nel borgo. Messer Piero montato in collera disse con malpiglio: Conoscetemi voi? Signor si, rispose quell'altro, voi siete il signor Piero figliuolo del signor Filippo Strozzi, e vi siamo servitori, ma l’ entrar dentro a vostra Signoria non fa nulla, e noi non vogliamo per amor delle donne nostre. Allora si fece chiamare il podestà, il quale era messer Orlando Gherardi, e tutto alterato il dimandò: per qual cagione noi volesse accettare nella terra; cui rispose: vedete signore, egli non istà a me; quatti uomini, i quali fanno il tutto, non vogliono. Ma messer Piero non ebbe tanta pazienza, perché egli gridò, dentro, dentro. Allora fu tratto un archibuso, il quale colse nel petto il capitan Niccolo Strozzi e lo fece cader morto accanto, e poco meno che addosso a colui che scrive ora queste cose, ecc.»
    All'Articolo SASSO DI SIMONE fu avvisato qualmente nel 1586 Cosimo I eresse sulla sommità di cotesto monte, quasi a picco, e che resta circa 4 miglia toscane a settentrione di Sestino, una rocca con pretorio per farvi la residenza del potestà di Sestino. Al suddetto potestà essendo stata accresciuta giurisdizione anche nel criminale, fu dato il titolo di capitano, sottoponendo al medesimo i potestà della Badia Tedalda e della Pieve S. Stefano, finché sotto i Granduchi
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    suoi successori il capitano del Sasso di Simone tornò a risedere in Sestino con titolo di vicario regio.
    Se fu nativo di questo luogo quel nobile nomo Ermanno de' Guidoni da Sestino che venne potestà a Firenze nel 1347, siccome dissero l'Ammirato ed il Lami, converebbe credere che Sestino allora godesse riputazione di una Temi nobile, giacché fu patria di personaggio cotanto distinto.

    MOVIMENTO della Popolazione di SESTINO a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 98; totale della popolazione 527.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 50; femmine 45; adulti maschi 53, femmine 65; coniugati dei due sessi 44; ecclesiastici dei due sessi 26; numero delle famiglie 72; totale della popolazione 283.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 93; femmine 92; adulti maschi 67, femmine 65; coniugati dei due sessi 170; ecclesiastici dei due sessi 9; numero delle famiglie 117; totale della popolazione 496.
    ANNO 1840: Impuberi maschi 108; femmine 106; adulti maschi 79, femmine 78; coniugati dei due sessi 180; ecclesiastici dei due sessi 7; numero delle famiglie 121; totale della popolazione 558.

    Comunità di Sestino. – Il territorio di questa Comunità abbraccia una supeficie di 23714 quadrati, 652 dei quali sono presi da corsi d'acqua e da pubbliche strade.
    Nel 1833 vi abitavano 1987 persone a proporzione ragguagliatamente di circa 69 individui per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
    Il territorio comunitativo di Sestino, che fa parte della
    Massa Trabaria, è circondato da tre lati da quello dello Stato pontificio, mentre a scirocco fronteggia col territorio comunitativo di Mercatello; a levante grecale con quello di S Angelo in Vado, ed a settentrione con quelli di Carpegna e di Penna Billi, tutti egualmente delle Stato pontificio.
    Con questo di Mercatello il territorio di Sestino
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    fronteggia dirimpetto a Castel de’ Fabri lungo il fosso Bornacchio, e di là per una lingua di terra la Comunità di Mercatello si avanza verso settentrione al di sopra di Sestino che lascia un tiro di balestra al suo ponente proseguendo a innoltrarsi fino sotto il poggio di Martigliano donde riscende a ostro per girare intorno al colle di Mirardella e di là riavanzarsi a settentrione fino alla ripa destra del fiume Foglia. Ivi sottentra dirimpetto a levante e poi di fronte a grecale l'altra Comunità di S. Angelo in Vado, con la quale la nostra di Sestino percorre verso maestrale lungo i fianchi a settentrione grecale del poggio di Martigliano fino presso la base orientale del Sasso di Simone, dove voltando faccia a settentrione viene a confine il territorio della Comunità pontificia di Carpegna, con la quale l’ altra di Sestino passa sotto il monte del Sasso di Simoncello per poi rasentare i confini meridionali della Comunità di Penna Billi fino a che arriva sul fiume Marecchia.
    Solamente costà dirimpetto a ponente il territorio comunitativo di Sestino ha di fronte quello della Comunità granducale della Badia Tedalda, a partire dalla ripa sinistra del fiume Marecchia, di là dalla
    Serra che trovali tra S. Giovanni in Vecchio e Colcellalto, lungo la quale scende nel torrente Presale. Ivi il territorio di Sestino lascia fuori il fiume suddetto per dirigersi verso scirocco mediante il torrente Presale fino al fosso Fiumicello suo tributario destro, alla di cui confluenza abbandona entrambi i detti corsi d'acqua per salire sul monte mercé dei termini artificiali, da primo nella stessa direzione di scirocco quindi forma un angolo quasi retto, dopo aver ripiegato per poco verso settentrione per continuare
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    poi nella direzione di levante e di nuovo di settentrione fino al poggio di S. Donato a Castelnuovo. Costi rivolgesi a ostro, quindi a settentrione, e finalmente a scirocco passando sopra alle sorgenti del fiume Foglia, la cui ripa sinistra rimonta nella direzione di libeccio verso l’ Alpe di Lucimburgo fino a che mediante il fosso Bornacchio riscende nell'opposta valle del Metauro dove ritrova il territorio della Comunità di Mercatello dello Stato pontificio.
    Le montuosità più elevate, comprese dentro il territorio di questa Comunità, si ri-ducono al Sasso di Simone, la cui sommità fu riscontrata dal P. Inghirami essere 2088 braccia superiore al livello del mare.
    In quanto alla struttura fisica del suolo in generale, rispetto al clima ed ai prodotti di cotesta contrada, io richiamerò il lettori a quanto fu detto
    all’Articolo BADIA TEDALDA, Comunità, aggiungendo qui solamente che dalla parte settentrionale del territorio di Sestino si trova la marna conchigliare cerulea consimile a quella che domina nelle valli subappennine del Volterrano; e che i due pinnacoli del Sasso di SimoNe e di Simoncello sono coperti di un consimile terreno terziario medio stato già 70 anni addietro perlustrato dall'Abb. Gio. Battista Passeri, il quale trovò nelle crete del Sasso di Simone ed in quello di Simoncello parecchi corpi marini. – (G. B. PASSERI, Discorso della Storia de' Fossili).
    Rispetto alle produzioni agrarie esse consistono per la massima parte in pascoli naturali ed in legname di alto fusto, cioè, in foggi, abeti, cerri e castagni riducibili in travi, per cui la contrada ebbe insieme con tutta la Valle superiore del Metauro e della Foglia, e che tuttora conserva l'antico nome di Massa Trabaria. – Vedere MASSA TRABARIA, O TRABARA.
    La Comunità di Sestino mantiene un medico, un chirurgo ed un
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    maestro di scuola.
    Contuttociò in Sestino si tiene settimanalmente di giovedì un piccolo mercato, la cui origine è assai remota e che cangiasi in fiera nel primo lunedì di giugno e di ottobre e nel quarto lunedì di agosto, scarsa la prima e l' ultima, copiosa la seconda specialmente in bestiame vaccino.
    Risiede in Sestino un potestà, il quale, rispetto al criminale dipende dal vicario regio di Sansepolcro dov'è l'ufizio di esazione del Registro. Vi è una cancelleria comunitativa, che abbraccia anche la Com. della Badia Tedalda. L'ingegnere di Circondario è alla Pieve S. Stefano; la conservazione delle Ipoteche ed il tribunale di Prima istanza sono in Arezzo.

    QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di SESTINO a quattro epoche diverse.

    - nome del luogo: Casale, titolo della chiesa: S. Michele (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro (già Arcipretura
    Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° 149, abitanti anno 1745 n° 73, abitanti anno 1833 n° 102, abitanti anno 1840 n° 103
    - nome del luogo: Colcellalto, titolo della chiesa: S. Tommaso (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro (già Arcipretura
    Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° 596, abitanti anno 1745 n° 96, abitanti anno 1833 n° 150, abitanti anno 1840 n° 149
    - nome del luogo: S. Donato, titolo della chiesa: S. Donato (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro (già Arcipretura
    Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° 278, abitanti anno 1745 n° 114, abitanti anno 1833 n° 104, abitanti anno 1840 n° 128
    - nome del luogo: Lucemburgo, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro (già Arcipretura
    Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° 114, abitanti anno 1745 n° 42, abitanti anno 1833 n° 145, abitanti anno 1840 n° 167
    - nome del luogo: Marecchia (*), titolo della chiesa: S. Maria e S.
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    Sofia (Pieve), diocesi cui appartiene: Monte Feltro, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 96, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° -
    - nome del luogo: Martigliano, titolo della chiesa: S. Andrea (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro (già Arcipretura
    Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° 132, abitanti anno 1745 n° 34, abitanti anno 1833 n° 60, abitanti anno 1840 n° 68
    - nome del luogo: Miraldella, titolo della chiesa: S. Leone (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro (già Arcipretura
    Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° 188, abitanti anno 1745 n° 41, abitanti anno 1833 n° 44, abitanti anno 1840 n° 53
    - nome del luogo: Monte Fortino (*), titolo della chiesa: S. Andrea (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro (già Arcipretura
    Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° 342, abitanti anno 1745 n° 69, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° -
    - nome del luogo: Monte Romano, titolo della chiesa: S. Paolo (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro (già Arcipretura
    Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° 95, abitanti anno 1745 n° 46, abitanti anno 1833 n° 47, abitanti anno 1840 n° 65
    - nome del luogo: Montirone, titolo della chiesa: S. Maria (Pieve Arcipretura), diocesi cui appartiene: Monte Feltro, abitanti anno 1551 n° 273, abitanti anno 1745 n° 80, abitanti anno 1833 n° 164, abitanti anno 1840 n° 219
    - nome del luogo: Palazzi, titolo della chiesa: S. Leone (Pieve), diocesi cui appartiene: San Sepolcro (già Arcipretura
    Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 130, abitanti anno 1833 n° 173, abitanti anno 1840 n° 196
    - nome del luogo: Putrella Massana, titolo della chiesa: S. Niccolò (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro (già Arcipretura
    Nullius di Sestino), abitanti
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    anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 41, abitanti anno 1833 n° 110, abitanti anno 1840 n° 113
    - nome del luogo: Presciano, titolo della chiesa: S. Barbera (Rettoria), diocesi cui appartiene: San Sepolcro (già Arcipretura
    Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° 250, abitanti anno 1745 n° 112, abitanti anno 1833 n° 106, abitanti anno 1840 n° 112
    - nome del luogo: SESTINO, titolo della chiesa: S. Pancrazio (Pieve Arcipretura), diocesi cui appartiene: San Sepolcro (già Arcipretura
    Nullius di Sestino), abitanti anno 1551 n° 527, abitanti anno 1745 n° 283, abitanti anno 1833 n° 496, abitanti anno 1840 n° 558
    - nome del luogo: in Vecchio, titolo della chiesa: S. Giovanni (Pieve), diocesi cui appartiene: Monte Feltro, abitanti anno 1551 n° 114, abitanti anno 1745 n° 122, abitanti anno 1833 n° 284, abitanti anno 1840 n° 291

    - Totale abitanti anno 1551: n° 3058
    - Totale abitanti anno 1745: n° 1419
    - Totale abitanti anno 1833: n° 1987
    - Totale abitanti anno 1840: n° 2212

    N.B.
    Nelle ultime due epoche le parrocchie contrassegnate con l’asterisco (*) spettavano alla Comunità della Badia Tedalda.
    Al contrario nell’ultima epoca entravano in questa di Sestino da quella di Marecchia

    - abitanti n° 62

    - TOTALE abitanti anno 1840: n° 2274

    SESTINO nella Massa Trabaria sulla Foglia. –
    Vedere il suo Articolo cui al suo luogo potrebbe aggiungersi, che nel 1232 risedeva in Sestino un delegato Pontificio, dove era per arciprete di quella chiesa parrocchia di S. Pancrazio della Massa un nipote della stessa delegato don Ranieri di Gualtieri. – (MURATORI, Dissert. XXI Ant. M. Aevi, Carta dell’ottobre 1232.)
    Nel 1833 la Comunità di Sestino contava 1987 Abitanti e nel 1845 stante le variazioni accadute nel 1833, o 1834, compreso vi un annesso, noverava 2334 individui, come appresso:

    Casale,
    Abitanti N.°
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    114
    Colcellalto,
    Abitanti N° 162
    S. Donato,
    Abitanti N° 130
    Lucimburgo,
    Abitanti N° 194
    Martigliano,
    Abitanti N° 74
    Miraldella,
    Abitanti N° 66
    Monteromano,
    Abitanti N° 54
    Montirone,
    Abitanti N° 224
    Palazzi,
    Abitanti N° 190
    Petrella Massana,
    Abitanti N° 128
    Presciano,
    Abitanti N° 119
    SESTINO,
    Abitanti N° 551
    Vecchio,
    Abitanti N° 287

    Annessi

    Santa Sofia in Marecchia; dalla Comunità della Badia Tedalda, Abitanti N° 41
    TOTALE,
    Abitanti N° 2334

    FOGLIA (
    Isaurum fl.) Fiume transappenninico che ha piccola origine e corto tragitto nella Comunità di Sestino del Granducato, dove nasce da diversi rivi che scolano da quell’Appennino fra i fiumi Marecchia e Metauro sulle pendici orientali dei contrafforti che dirigonsi da Petrella Massana verso Montefortino e Lucemburgo. I botri che scendono dai contrafforti di Lucemburgo s’incamminano a grecale sotto nome di Foglia per accogliere presso la Terra di Sestino dove la Foglia prende l’aspetto di fiumana, la quale dopo tre miglia di cammino verso levante esce dalla Comunità di Sestino e dal territorio del Granducato per attraversare la sinuosa criniera dell’Appennino di Montefeltro, onde potere fluire le sue acque nel mare Adriatico davanti alla città di Pesaro.

    VALLE SUPERIORE DELLA FOGLIA. – E’ uno dei fiumi noto fra gli antichi sotto il vocabolo
    Isauro, che nasce sulla sinistra costa dell’Appennino centrale, ed in mezzo alla provincia montuosa della Massa Trabaria nella Comunità di Sestino e della Badia Tedalda, il cui territorio è bagnato sulle prime mosse da tre fiumi reali; a levante dal Metauro, a ponente dalla Marecchia; e nel centro del fiume Foglia, il quale ultimo poco lungi dalle sue varie sorgenti prende il nome di Foglia
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    sotto la Terra di Sestino, e lo conserva fino al Mare Adriatico, in cui entra davanti alla città di Pesaro, percorrendo quasi per intiero nella provincia di Urbino e Monte Feltro dello Stato Pontificio.
    Ho detto che tre fiumi reali bagnano coteste montuosità comprese nelle Comunità di Sestino e della Badia Tedalda. Avvegnaché il casale e popolo di Castellacciola spetta per intiero alla Valle del Metauro, dove entrano per una metà i corsi d’acqua che scendono da
    Monte la Breve, spettando l’altra metà che scorre dalla pendice orientale dello stesso monte alla Valle della Marecchia, nella quale è compreso l’intiero popolo di S. Giovanni in Vecchio della Comunità di Sestino.
    Ad eccezione di quest’ultima popolazione tutte le altre della Comunità di Sestino versano le loro acque nella
    Valle della Foglia. Viceversa due terze parti circa del territorio di Monte Fortino della Comunità di Badia Tedalda spettano alla Valle della Foglia, ed il restante a quella della Marecchia.
    Dal prospetto seguente pertanto apparisce, che la
    Valle superiore della Foglia, spettante al territorio del Granducato occupava quadrati 17382,16 pari a miglia 21 e 2/3, dove nel 1833 esistevano 1422 abitanti pari a 67 abitanti per miglio quadrato; mentre nel 1814 vi erano 1599 equivalenti a 76 individui per ogni miglio quadrato.

    PROSPETTO della SUPERFICIE QUADRATA e della POPOLAZIONE della VALLE SUPERIORE DELLA FOGLIA e dei VALLONI SUOI TRIBUTARJ negli anni 1833 e 1844

    1. nome del Capoluogo della Comunità: Badia Tedalda (per 1/30 circa)
    superficie territoriale in quadrati agrari: 1138,25
    abitanti nel 1833: n° 64
    abitanti nel 1844: n° 71
    2. nome del Capoluogo della Comunità: Sestino (per 2/3 circa)
    superficie territoriale in quadrati agrari: 16243,91
    abitanti nel 1833: n° 1358
    abitanti nel 1844: n°
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    - TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari: 17382,16
    - TOTALE abitanti nel 1833: n° 1422
    - TOTALE abitanti nel 1844: n° 1599
Localizzazione
ID: 3898
N. scheda: 48220
Volume: 5; 6S
Pagina: 277 - 281, 651 - 652; 102, 233
Riferimenti:
Toponimo IGM: Sestino - Fiume Foglia
Comune: SESTINO
Provincia: AR
Quadrante IGM: 108-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1765873, 4844914
WGS 1984: 12.30094, 43.71116
UTM (32N): 765937, 4845089
Denominazione: Sestino della Massa Trabaria - Valle Superiore della Foglia - Foglia
Popolo: S. Pancrazio a Sestino
Piviere: S. Pancrazio a Sestino
Comunità: Sestino
Giurisdizione: Sestino
Diocesi: (Montefeltro - Nullius di Sestino) - Sansepolcro
Compartimento: Arezzo
Stato: Granducato di Toscana
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