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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Strido

 

(Casa Strido)

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    STRIDO nella vallecola della Sterza di Val d’Era. – Castellare che diede il titolo di conti ai signori di Strido dell’estinta famiglia pisana de’Venerosi, di cui furono eredi i nobili Pesciolini, siccome lo aveva dato ad una chiesa plebana, attualmente cappellania del capitolo di Volterra, nel popolo di Miemo, Comunità di Montecatini di Val di Cecina, Giurisdizione e Diocesi di Volterra, Compartimento di Firenze.
    Il castel di
    Strido alquanto famigerato nella storia civile per i suoi dinasti e nella naturale per il suo lignite, è ridotto attualmente ad una fattoria del seminario di Pisa, per la parte del suo antico distretto situata in Comunità di Ripalbella, Diocesi e Compartimento di Pisa, mentre un’altra porzione è compresa nella Comunità di Montecatini di Val di Cecina, Giurisdizione e Diocesi di Volterra.
    Esistono tuttora nella sommità di una collina fra la
    Sterza e il borro di S. Cerbone poche vestigia delle mura castellane della torre di Strido.
    Sebbene sopra cotesto Castello avesse giurisdizione il vescovo di Volterra, fu esso per lunga età oggetto di questione con i metropolitani della chiesa pisana, siccome fu detto agli
    Articoli RIPALBELLA, MONTEVASO, ecc.
    Nonostante in
    Strido fino dal secolo XII ebbero dominio alcuni conti di origine pisana. Tale, per esempio era quel Cardinale Gualfredo figlio del conte Arrigo, che alienò a Villano arcivescovo di Pisa diversi beni posti in Val di Sterza nei distretti di Montevaso e di Strido.
    Ciò nonostante il Castello con la sua corte dal re Arrigo VI fu concesso in feudo per metà al Vescovo di Volterra Ildebrando Pannocchieschi, mediante diploma del 28 agosto 1186.
    Quindi nel 1198, essendo insorta lite fra il Comune di Volterra e Ubaldo arcivescovo di Pisa a cagione del dominio
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    di Strido, di Ripalbella e di alcuni castellucci della diocesi Volterrana, fu rimesso il giudizio a due arbitri nominati dalle parti, i quali nel 27 agosto stando in Lajatico decisero la causa a favore degli arcivescovi di Pisa. – Vedere RIPALBELLA.
    Contucciò 86 anni dopo (1284) il Castello di Strido fu uno di quelli dati in pegno ai Fiorentini da Ranieri vescovo di Volterra, nella lusinga di essere difeso contro i Pisani.
    Quindi è che i conti di Strido, sebbene feudatarj degli arcivescovi pisani, dovettero giurare fedeltà alla Repubblica di Firenze. Accadde un’eguale sottomissione sotto dì 11 gennajo 1285 (stile comune) anche rispetto agli abitanti del castello predetto.
    Di qual famiglia fossero allora i conti di Strido, se dei
    Venerosi di Pisa, o di altra casata, non è cosa facile oggi rintracciare.
    Bensì l’atto di giuramento nel dì 11 gennajo 1285 prestato dagli abitanti e dai feudatarj del Castello di Strido darebbe motivo a sospettare, che i conti di detto luogo potessero essere gli autori de’conti
    Venerosi, alla qual consorteria appartenevano un Giovan Battista del fu Guido, un Trinca ed un Ghino fratelli, un Cino del fu Tancredi, un Nerino del fu Guidingo, un Guido del fu Perondolo del fu Guidone, tutti conti di detto castello firmati in detto atto del gennajo 1285.
    Più tardi il conte Cino del conte Cristofano
    Venerosi con suo testamento lasciò erede del castello e corte, oggi tenuta di Strido, i frati Domenicani di S. Caterina di Pisa, dai quali i beni medesimi sono passati al seminario pisano eretto in S. Caterina. Quantunque in seguito le nobil famiglie Pesciolini di Pisa, e di San Gimignano tentassero di riassumere i diritti col titolo di Strido, come asserti discendenti della famiglia Venerosi, non lo poterono ottenere, e nettampoco i frati,
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    ai quali molto meno si conveniva. – (PAGNINI, Lessico istorico Diplomat. T. VII MS. nell’Arch. Delle Riformag. di Firenze.)
    All’Articolo GHIZZANO in Val d’Era, dove la casa Pesciolini di Pisa possiede una villa con tenuta annessa, e nel giornale Agrario toscano N.° 23, all’anno 1832, fu riportata un’ampollosa iscrizione de’conti
    Venerosi di Strido, in cui si parla della decadenza immaginaria del Castello di Ghizzano.
    La pieve di
    Strido, della quale è restato il nome generico ad una chiesa, da lunga mano stata ammensata con i suoi beni al capitolo della cattedrale di Volterra, esisteva come battesimale anche nell’anno 1356; avvegnachè la si trova registrata come plebana nel catalogo delle chiese, ospizj e abbazie di detta diocesi, compilato nel 10 novembre del 1356.
    Allora nel piviere di Strido esisteva la cappella di S. Michele a
    Carpagnano.
Localizzazione
ID: 4042
N. scheda: 49810
Volume: 5
Pagina: 481 - 482
Riferimenti:
Toponimo IGM: Casa Strido
Comune: RIPARBELLA
Provincia: PI
Quadrante IGM: 112-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1632994, 4808724
WGS 1984: 10.6437, 43.42117
UTM (32N): 633057, 4808898
Denominazione: Strido
Popolo: (S. Giovanni Battista a Strido) S. Andrea a Miemo, a Miemmo
Piviere: (S. Giovanni Battista a Strido) S. Biagio a Montecatini in Val di Cecina
Comunità: Montecatini Val di Cecina
Giurisdizione: Volterra
Diocesi: Volterra
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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