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STROZZAVOLPE in Val d’Elsa. – Villa signorile che fu de’nobili Salimbeni di Siena ora della famiglia Cepperello di Firenze, fabbricata sul modello di una rocca con fossi intorno, ponte levatojo, mura a scarpa, torrioni contornati da merli e da beccatelli, il tutto in ottimo stato. È compresa nel popolo di Talcione, Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane 1 e 1/2 a levante di Poggibonsi, Diocesi di Colle, già di Siena, Compartimento senese.
Risiede in collina all’elevatezza di 420 braccia sopra il mare sulla ripa sinistra del fosso di Talcione che scende dal lato di grecale per vuotarsi nel torrente Corfini poco innanzi di entrare con questo nella Staggia.
Dubito che Strozzavolpe nel secolo XII si appellasse Scorticavolpe, siccome me lo fa sospettare un atto di donazione del novembre 1154 fatto da Pietro di Rolandino alla Badia dell’Isola presso Staggia di tutta la terra che possedeva in Scorticavolpe, a Poneta ecc.
Come poi la villa, o fortilizio privato di Strozzavolpe passasse ne’Salimbeni di Siena è facile ad arguirlo, tostochè un Benuccio Salimbeni, imparentatosi con la contessa Margherita ultima erede de’conti Alberti di Vernio e Mangona, acquistò dei diritti anche in vari luoghi della Val d’Elsa, dove quei conti ebbero signorie e castelli.
Infatti la fortezza di Strozzavolpe per istrumento del 3 luglio 1381 fu venduta a Bernardo di Duccio di Corso degli Adimari di Firenze con tutti i beni attinenti allora a donna Baldesca figlia di Benuccio Salimbeni, dopo essere restata vedova di Donusdeo Malevolti di Siena, mediante il prezzo di fiorini 200 d’oro che ricevé dal compratore. Il quale acquisto consisteva in un podere con 5 pezzi di terra posti nel popolo di S. Maria a Lecchi, ed in altri appezzamenti situati nelle parrocchie di S. Maria a Talcione e
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di S. Martino a Luco; compresavi la metà per indiviso del giuspadronato di quest’ultima chiesa; oltre la fortezza di Strozzavolpe. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte di Cestello.)
«Nei contorni della villa di Strozzavolpe e di Poggibonsi, (dice un MS. pubblicato dal P. Ildefonso nel T. XI delle Delizie degli Eruditi ecc.) gli Adimari una volta ci avevano da cento poderi ed il suddetto fortilizio di Strozzavolpe uscì di casa Adimari per una figliuola di Giovanni Battista Adimari, la quale erasi maritata in casa Rinuccini.»
Le quali parole ci fanno strada per indagare l’epoca ed il nome della donna Adimari entrata nella famiglia Renuccini, e sapere da quale degli Adimari essa nascesse.
Nell’albero genealogico dell’illustre prosapia Rinuccini compilato dall’erudito suo bibliotecario Giuseppe Ajazzi si trova che appunto sul declinare del secolo XIV donna Elisabetta di Filippo d’Alamanno Adimari erasi impalmata a messer Cino di Francesco di Cino, o Renuccino, ed è quel Cino medesimo dalla cui figliuolanza si propagò la linea dei marchesi Rinuccini attuali.
È vero altresì che nello stesso albero genealogico trovasi un secolo dopo un’altra donna, Caterina Adimari, maritata a Niccolò di Giovanni Rinuccini del ramo estinto nel 1675. – (RICORDI STORICI DI FILIPPO RINUCCINI ecc. pag. 126 e segg.)

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