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Dizionario Geografico Fisico
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Suvereto, Sughereto

 

(Suvereto)

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    SUVERETO, e SUGHERETO (Suberetum) nella Val di Cornia. – Terra murata già Castello con gli avanzi di sovrastante rocca, la cui chiesa arcipretura (S. Giusto) anticamente era dedicata a S. Cipriano. – Essa è capoluogo di Comunità nella Giurisdizione di Campiglia, Diocesi di Massa Marittima, Compartimento di Grosseto.
    Risiede in pianura fra due colli, uno dei quali viene da ponente e propagasi dal
    Monte Calvo, l’altro si stende dalla collina di Belvedere situata al suo settentrione lungo la ripa destra del fiume Cornia nel grado 28° 20’4” di longitudine e 43° 5’0” di latitudine, 3 miglia toscane a grecale di Campiglia, 5 a scirocco della Sasseta, circa 12 miglia a settentrione grecale di Piombino, e 14 in 15 a ponente di Massa Marittima.
    L’etimologia naturale di questa Terra ci scuopre essere derivata da qualche foresta di sugheri (
    Quercus Suber) piante state più che oggidì assai frequenti nelle toscane Maremme. Dondechè il Comune di Suvereto in seguito prese per suo stemma un leone rampante sopra il pedale di una pianta di sughero.
    In quanto alla storia di Suvereto, le sue memorie risalgono al secolo X, quando nell’aprile del 973 un Marchese Lamberto figlio el fu Ildebrando oppignorò 45 corti e castelli posti in diversi contadi della Maremma ecc. fra i quali
    la corte e castel di Suvereto posto nel contado di Populonia. Nel secolo XI Suvereto era signoreggiato da un conte Rodolfo, il di cui figlio conte Ugo con la sua consorte contessa Giulitta, stando in Monte Pescali, per atto pubblico del 12 maggio 1081, consegnò al sindaco di Anselmo vescovo di Lucca il suo castello e corte di Suvereto mediante il regalo di un anello d’oro con la promessa di non molestare né esso, né i suoi successori. – (MEMOR. LUCCH. V.
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    IV. P. II.)
    Era senza dubbio figlio di questi due coniugi un altro conte Rodolfo nato dal C. Ugo e da Giulitta, il quale nel 1099 con la sua moglie contessa gisla e la di lui madre C. Giulitta figlia del fu Marchese Guglielmo di corsica donò alla cattedrale di Massa la metà del suo castello di
    Tricasi. – Vedere TRICASI.
    Non lascia poi dubbio che volesse riferire allo stesso personaggio quel conte Rodolfo di cui nel 1105 si dice vedova la contessa Gisla, la quale per istrumento rogato li 20 gennajo di detto anno nel Castello di Leccia in Val di Cornia, previo il consenso di Uguccione suo figlio e mondualdo, donò a tenore del testamento del C. Rodolfo di lei marito alcuni beni alla Badia di Monteverdi. –
    Vedere LECCIA in Val di Cornia.
    Comunque sia, nel principio del secolo XIII il dominio signorile di Suvereto apparteneva ai conti Aldobrandeschi di Soana, cui venne confermato nel 1221 da un diploma di Federigo II, oltre l’atto di divisione di stati e beni fra i due rami di quei dinasti del dicembre 1274, stati l’uno e l’altro citati all’
    Articolo. SOANA.
    A conferma di cotesto vero gioverà pure indicare quattro documenti, i di cui originali conservansi fra le membrane della Comunità di Massa nell’
    Arch. Dipl. di Siena.
    Il primo de’quali è un lodo pronunziato nel dì 1 agosto 1235 nella chiesa di S. Miniato in Suvereto alla presenza del pievano di S. Cipriano di Suvereto e del cappellano della chiesa di Biserno; col quale Ildebrando vescovo di Populonia e Massa con frate Sabino dell’Ordine de’Frati Minori di S. Francesco, nella qualità di arbitri eletti per decidere alcune vertenze fra diversi Visdomini e nobili di Suvereto da una parte, ed il Comune di detta Terra
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    dall’altra, lodarono, che i nobili suddetti, i quali tenevano un feudo dal Comune di Suvereto, dovessero pagare a questo l’annua responsione del censo ascendente a lire trenta, e che al detto Comune si osservasse in tutte le sue parti il giuramento di fedeltà da essi prestato.
    Intorno alla stessa epoca il Comune di Suvereto ed i suoi nobili, per atto pubblico rogato nel 1237 (stile comune) nella chiesa di S. Dalmazio sotto il Castello di S. Maria a Monte, si collegarono con tutti i Comuni e nobili pisani a favore della parte ghibellina. – (LAMI,
    Mon. Eccl. Flor.)
    Che però quei Visdomini non si adattassero al giudizio pronunciato dagli arbitri prenominati, lo fa credere un reclamo del sindaco del comune di Suvereto, presentato in Grosseto lì 4 febbrajo del 1243 a Pandolfo di Fasianella, capitano generale dell’Imperatore Federigo II in Toscana, acciò volesse obbligare diversi di quei nobili a pagare le imposte comunitative, come uomini di detta Terra; sicché dopo diversi atti esibiti da una e dall’altra parte, fu emanata sentenza nella cattedrale di S. Lorenzo a Grosseto, per la quale il prefato capitan generale dichiarò quei signori tenuti a pagare
    la lira dei loro beni; ma non già del censo o tributo annuo che il Comune di Suvereto soleva retribuire ai conti Aldobrandeschi di Soana.
    Arroge un altro istrumento del 1271, col quale Ildebrandino conte Palatino figlio del conte Guglielmo di Soana, a relazione del suo giudice assessore decise in favore del Comune di Suvereto sopra un ricorso in appello fatto da Uguccione di Ranieri da Sughereto e da altri nobili, i quali pretendevano di non essere obbligati a pagare al Comune suddetto i dazj per i loro beni patrimoniali. – (
    Carte cit.)
    Col terzo istrumento del 1 marzo 1287 mess. Guglielmo potestà di Suvereto con
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    i capitani e consiglieri di detta Terra elessero un sindaco per recarsi avanti i magnifici signori CC. Uberto, Bonifazio ed Enrico fratelli e figli del fu C. Ildebrandino di Santa Fiora conte Palatino ad oggetto di prestare ai CC. medesimi in nome degli uomini di Suvereto il giuramento di fedeltà, e per stipualare l’atto di conferma delle franchigie in favore del Comune predetto.
    Finalmente col quarto istrumento del 14 febbrajo 1297, rogato nel castel di Santa Fiora, i conti Bonifazio, Enrico, Guglielmo ed Ildebrando fratelli e figli del fu C. Ildebrandino di Santa Fiora, venderono per il prezzo di lire 106 moneta pisana a donna Bandecca figlia del fu Niccolò Mezzoconte da Santa Fiora, e moglie del nobil uomo Ciardo del fu Ugolino Pecorino da Suvereto, la terza parte del territorio di Casal Lungo ivi nei suoi limiti descritto. – (ARCH. DIPL. SAN.
    Carte di Massa Marittima).
    Dopo cotesti fatti autentici lascerò ad altri giudicare, se i Visdomini di Massa della famiglia
    Galiana nel principio del sec. XIII fossero stati padroni, come dice il Cesaretti nelle sue Memorie della Diocesi di Populonia, insieme con altri loro consorti del castello di Suvereto.
    Frattanto per la storia civile di questa Terra i documenti di sopra citati ci confermano il fatto, che Suvereto fino dal secolo XIII, sebbene fosse feudo de’conti Aldobrandeschi, era costituito in comunità con statuti, uffiziali e consiglieri proprj, oltre la facoltà di eleggersi annualmente un potestà forestiero, mentre i Visdomini, o nobili di Suvereto figurano come altrettanti subfeudatarj di quel Comune.
    Anche nel Breve pisano del 1285, noto volgarmente sotto nome del
    Conte Ugolino, alla rubrica 18 del Lib. IV, dove trattasi della via da Vignale a Scarlino, si rammentano gli uomini di Suvereto obbligati al pari di quelli di Campiglia, di Piombino,
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    di Vignale, di Scarlino ecc. a concorrere all’impresa di detta via, onde risolvere, previa l’interpretazione dei loro consigli comunitativi, se doveva allargarsi e disboscare intorno l’antica via (Emilia) esistente lungo il littorale, a partire dalla Torre S. Vincenzio. – Vedere SCARLINO (PADULE DI).
    Avvenne poco dopo un fatto che non merita di essere trascurato per conoscere qual maniera si praticava a quell’età per conservare i cadaveri, che poi s’imbalsamarono.
    Avvegnachè le croniche pisane (
    in MURAT. R. It. Script. T. XV.) ne avvisano, che essendo stato risoluto dai capi dell’esercito di Arrigo VII, morto in Buonconvento li 24 agosto del 1313, di portare il suo cadavere a Pisa per erigervi un mausoleo in quella Primaziale, qiando il convoglio fu giunto a Suvereto, (2 settembre) si cosse il cadavere di quell’Imperatore per spolparne le ossa. – Nella guisa medesima sentesi che fu operato due anni dopo, al termine della battaglia di Monte Catini, quando nel Castello di Buggiano si cossero molti cadaveri di capitani distinti per trasportare le loro ossa a Pisa. – (G. LELMI,Diario Sanminiat.)
    Ma per tornare alla storia civile e politica di Suvereto; che questo paese anche nel secolo XIV si reggesse sotto il governo della Repubblica di Pisa lo dichiarano varj podestà che inviavansi costà da quegli Anziani. –Tale fu nell’anno 1337 il Cav. Jacopo di Buzzaccherino de’Sismondi, cui succedé nel 1338 il nobile Bacciomeo de’signori di Corvaia e Vallecchia, il quale, adunati i consiglieri e i capitani del Comune di Suvereto nella sala di quel palazzo comunitativo, propose di prendere a mutuo lire 400, siccome nell’anno antecedente erano state prese ad imprestito dal Comune medesimo lire 200 per donarle al magnifico Bonifazio Novello conte di Donoratico e capitano generale di Pisa. – (ARCH. DIPL. FIOR.
    Carte della Primaziale
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    di Pisa).
    Ma più di ogni altra cosa lo dimostra la disposizione arbitraria stata presa dal capitano generale Gherardo di Appiano, allorché nel 1399 vendé la Repubblica di Pisa al conte di Virtù signor di Milano col riservare per se e per i suoi eredi la signoria di piombino con le isole dell’Elba, di Pianosa, di Monte Cristo e le Terre di Suvereto, di Scarlino, Buriano e della Badiola nelle Maremme.
    Dopo l’anzidetto avvenimento politico la storia di Suvereto si associa a quella de’Principi di Piombino che ne furono signori fino al principio del secolo attuale. Nel quale frattempo accadde nel 1440 l’assalto dato al Castello di Suvereto, dal capitano di ventura Baldaccio d’Anghiari, che non restituì ai signori di Piombino se non mediante mille fiorini d’oro fattigli pagare da donna Paola Colonna vedova di Gherardo II d’Appiano rimasta alla testa di quel principato.
    Rispetto a edifizj sacri Suvereto nei primi secoli dopo il mille ebbe la sua pieve fuori del paese in luogo appellato
    Rimendaccio dove dicesi tuttora la Pieve Vecchia. Essa aveva per titolare S. Cipriano, siccome rilevasi da varie carte della città di Massa Marittima, e fra le altre da una del 18 febbrajo 1264, con la quale il prete Mainetto pievano di S. Cipriano a nome della sua pieve da una parte, e il sindaco del Comune di Suvereto dall’altra parte, fecero compromesso nel prete Bombello pievano da S. Giovanni di Campiglia a motivo una di controversia nata fra loro rispetto al luogo di Monte Bonutolo, mentre i pievani di S. Cipriano potevano farlo lavorare, goderne l’usufrutto, allogare i mulini, ecc.
    Nel secolo stesso esisteva dentro il Castello di Suvereto una chiesa dedicata a S. Michele Arcangelo, e fuori del paese, dentro però i confini di Suvereto, esisteva sul poggio di
    Monte
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    Pitti, circa miglia toscane 1 e 1/2 a ponente libeccio della Terra, un convento di Frati Agostiniani Romitani con chiesa dedicata a S. Ilario, soppresso alla metà del secolo XVII dal Pontefice Innocenzo X, del quale convento esistono tuttora pochi ruderi. Rammenta cotesto luogo pio una carta del 28 settembre 1295 scritta nel distretto di Suvereto nella chiesa di S. Ilario deFrati Romitani di S. Agostino. – (loco cit.)
    Era inoltre dentro Suvereto un piccolo convento di frati Minori Conventuali eretto sulla fine del secolo XIII, stato soppresso nel principio del secolo corrente. – Della chiesa di S. Michele a Suvereto si è di già fatto parola sotto l’anno 1235, quando in essa fu pronunziato un lodo.
    Anche di una percettoria di S. Antonio di Vienna esistita fuori della porta di sotto trovo due fra le membrane del Bigallo di Firenze nell’
    Arch. Dipl. Fior. La prima consiste in un atto del 21 giugno 1482, col quale il vicario generale del monastero di S. Antonio di Vienna nel Delfinato, stando in Firenze nel convento di S. Antonio, conferì al canonico di quell’Ordine fra Pietro Carteri la percettoria di S. Antonio abbate a Suvereto nella diocesi di Massa, dipendente da quella di Firenze.
    La seconda è l’originale di una bolla del 18 settembre del 1512 diretta dal Pontefice Giulio II all’arcivescovo di Napoli ed aj vicarj dell’arcivescovo di Firenze e del vescovo di Volterra per procurare la ricuperazione de’beni delle percettorie di S. Antonio di Campiglia e di Suvereto in favore del percettore delle medesime Lodovico Adimari canonico della cattedrale fiorentina.
    La pieve attuale di S. Giusto esiste fra la così detta porta di
    sotto e l’antiporto di Suvereto. Vi si trova una gran vasca ottagona di travertino che serve da lunga età da
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    fonte battesimale.
    Recente dev’essere la cappella di S. Tommaso eretta in Belvedere, nome di un colle con piccolo villaggio situato dalla parte di settentrione a cavaliere di Suvereto, dove si ritira in estate una parte della sua popolazione. –
    Vedere BELVEDERE DI SUVERETO.
    Rispetto al Movimento della popolazione della sua Comunità, essendo questa limitata alla sola parrocchia di Suvereto viene riportata in fine dell’Articolo
    Comunità di Suvereto. – Il territorio di questa Comunità occupa una superficie di 26343 quadrati dei quali 737 spettano a corsi d’acqua e a strade. – Nel 1833 vi abitavano familiarmente 755 persone, a proporzione di quasi 32 individui per ogni miglio quadrato di suolo imponibile.
    Confina con quattro Comunità, e per un segmento con la quinta di Monte Verdi. – Trova la prima di Massa Marittima dirimpetto a levante, lungo il fiume Cornia, col quale scende dalla confluenza in esso del torrente
    Massera fino all’antico alveo della Corniaccia nella direzione di settentrione a ostro Mercé di quest’ultimo corso d’acqua il territorio voltando faccia verso grecale penetra nel torrente Milia sino allo sbocco in esso del botro del Caglio.
    Costì sale nella direzione di scirocco col botro suddetto nel poggio del
    Secconiccio sino alla Serra al Caglio. Ivi piegando cammino da scirocco a ostro scende le pendici meridionali del poggio predetto per entrare nel botro del Borgognano, e di là scendere nella così detta Valle di Ronco Brutto fino alla strada di Calzalunga. A quel punto variando cammino da libeccio a maestro ponente percorre la strada di Calzalunga, attraversando quella comunale diretta da Castel di S. Lorenzo per Montioni, quindi entra nel botro dell’Acqua Nera, col quale arriva alla confluenza del botro de’Massoni
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    , mercé cui i territorj delle due Comunità dirigendosi a ostro giungono al termine della Querce Crociata. Qui cessa la Comunità di Massa Marittima e sottentra dirimpetto a ostro quella di Piombino, da primo mediante la strada detta delle Sentinelle, che percorrono per un miglio toscano circa di tragitto a maestrale e di là per la strada del Puntoncelli finché al botro del Risecco sottentra la Comunità della Gherardesca. Con questa l’altra di Suvereto fronteggia per circa un miglio toscano nella direzione di settentrione, dopo di che la nostra trova dirimpetto a settentrione la Comunità della Sasseta, camminando di conserva con essa per termini artificiali lungo il crinale de’poggi, poscia sul fianco orientale di quello di Redigasti, per scendere nel torrente Massera situato di contro a grecale. Costì presso la confluenza del torrente suddetto nel fiume Cornia trova la Comunità di Monteverdi che tosto abbandona per arrivare sui confini della comunità di Massa Marittima.
    La prima confinazione del territorio comunitativo di Suvereto fu stabilita col Comune di Massa fra i sindaci de’due paesi nell’anno 1404, mentre un anno dopo vennero determinati quelli con il Comune della Sassetta del contado di Pisa; e nel 1483 furono piantati i termini fra la e il territorio di Suvereto de’signori di Piombino e quello della Comunità di Campiglia della repubblica fiorentina. – (ARCH. DIPL. SAN.
    Carte di Massa).
    Fra i corsi maggiori di acqua che attraversano cotesto territorio contasi il fiume
    Cornia, e fra le strade rotabili havvi la regia Maremmana, della quale staccasi a Caldana di Campiglia un tronco di via che guida a Suvereto. Tutte le altre sono strade mulattiere, o malamente rotabili.
    Rispetto alla qualità e struttura del terreno, esso varia in ragione della posizione corografica
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    della contrada, riducendosi quello dei poggi intorno al capoluogo a rocce appenniniche, mentre verso i monti che si alzano a maestrale di Suvereto fra la Sassetta e Campiglia il terreno in gran parte consiste in rocce calcaree plutonizzate; e finalmente il suolo della pianura lungo il fiume trovasi coperto da un terreno di alluvione sparso di ciottoli e ghiaje in tutta la Valle inferiore della Cornia.
    Perciò che riguarda i prodotti di suolo, essi riduconsi, nella parte montuosa a selve di castagni e pascoli naturali, nelle pendici e nella pianura a campi sativi tramezzati da vigneti e da uliveti, piante che vennero sostituite in gran parte a quelle di
    Suvero, da cui sembra cosa naturale che Suvereto o Sughereto traesse il nome.
    Nella parte bassa e segnatamente nella tenuta della
    Casetta di Cornia nel suolo di questa Comunità sono state eseguite in diverse epoche delle piantagioni di alberi da frutto, di gelsi ecc.;e nella ripa destra del fiume sotto i mulini di Cornia fu di recente stabilita per cura di alcuni ortocultori francesi una copiosa pepiniera con piantonaja di mori bianchi e di gelsi delle Filippine.
    Il giusdicente di Suvereto tanto pel civile come per il criminale è il vicario R. di Campiglia, nella qual Terra si trovano l’ingegnere di Circondario ed il cancelliere Comunitativo. L’uffizio di esazione del Registro è in Piombino, la conservazione delle Ipoteche in Volterra, ed il tribunale di prima Istanza ora è in Grosseto.

    MOVIMENTO della Popolazione della COMUNITAe PARROCCHIA DI SUVERETO a tre epoche diverse (1), divisa per famiglie.

    ANNO 1745: Impuberi maschi 94; femmine 104; adulti maschi 129, femmine 84; coniugati dei due sessi 338; ecclesiastici dei due sessi 6; numero delle famiglie 175; totale della popolazione 755.
    ANNO 1833: Impuberi
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    maschi 156; femmine 144; adulti maschi 107, femmine 79; coniugati dei due sessi 388; ecclesiastici dei due sessi 4; numero delle famiglie 205; totale della popolazione 878.
    ANNO 1840: Impuberi maschi 150; femmine 145; adulti maschi 176, femmine 134; coniugati dei due sessi 386; ecclesiastici dei due sessi 3; numero delle famiglie 234; totale della popolazione 994.

    (1)
    Manca la popolazione delle prime due epoche (1551 e 1745) per essere allora Suvereto sotto il principato di Piombino.

    SUVERETO nella Val di Cornia. – Dove dice che la chiesa plebana antica di Suvereto era dedicata a S. Cipriano, si aggiunga, sebbene un’antichissima chiesa sotto l’invocazione di S. Giusto esistesse costì fino dal secolo X, tostochè una membrana del 2 aprile 922 citata all’Articolo ULIVETO DI POPULONIA fu scritto nella chiesa di S. Giusto in Kornino, cioè, nella Val di Cornia.
    Anche un istrumento del 8 febbrajo 954 relativo ad una permuta di beni con il Monastero di Palazzuolo presso Monteverdi, rammenta cotesta chiesa di S. Giusto
    in Cornino posta in loco detto Monticelli.
    Nel 1833 la Comunità e parrocchia di Suvereto contava 755 popolani, e nel 1845 ne aveva 994, ripartiti come segue:

    CENSIMENTO della Popolazione della COMUNITA’ DI SUVERETO a tre epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1833: Impuberi maschi 94; femmine 104; adulti maschi 129, femmine 84; coniugati dei due sessi 338; ecclesiastici dei due sessi 6; numero delle famiglie 175; totale della popolazione 755.
    ANNO 1840: Impuberi maschi 156; femmine 144; adulti maschi 107, femmine 79; coniugati dei due sessi 388; ecclesiastici dei due sessi 4; numero delle famiglie 178; totale della popolazione 878.
    ANNO 1845: Impuberi maschi 166; femmine 146; adulti maschi 145, femmine 72; coniugati dei due sessi 461; ecclesiastici dei due sessi 4; numero delle famiglie
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    233; totale della popolazione 994.
Localizzazione
ID: 4054
N. scheda: 49930
Volume: 5; 6S
Pagina: 490 - 494; 240 - 241
Riferimenti: 62570
Toponimo IGM: Suvereto
Comune: SUVERETO
Provincia: LI
Quadrante IGM: 119-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1636701, 4770913
WGS 1984: 10.6801, 43.08018
UTM (32N): 636765, 4771088
Denominazione: Suvereto, Sughereto
Popolo: S. Giusto a Suvereto
Piviere: S. Giusto a Suvereto
Comunità: Suvereto
Giurisdizione: Campiglia
Diocesi: Massa Marittima
Compartimento: Grosseto
Stato: Granducato di Toscana
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