Repetti on-line

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TATTI (Tactae) nella Val di Bruna in Maremma. – Castello con chiesa plebana (S. Maria Assunta) nella Comunità Giurisdizione e circa 10 miglia toscane a levante scirocco di Massa Marittima, Diocesi e Compartimento di Grosseto.
Risiede in poggio fra immense foreste presso le sorgenti del torrente Follonica che scendono dal lato di ostro del suo poggio e quelle del Confinente che precipiatno al suo libeccio, avendo Prata a settentrione, Perolla a ponente, i ruderi della rocca di Pietra a ostro, e Rocca Tederighi dal lato di levante.
Una delle più antiche memorie di questo luogo la trovo fra le carte degli Agostiniani di Siena provenute da quelle della Badia a Sestinga. È un atto di locazione del 19 febbrajo 1069 fatto dall’abate del Monastero di S. Bartolommeo a Sestinga della metà di case, chiese e terre ottenute in donazione da detto Monastero, i quali beni si dichiararono posti in luogo detto Tatti (Tactae). – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte cit.)
Nella bolla di Clemente III del 1188 diretta al vescovo di Grosseto fu confermato a quel diocesano anche la pieve di Tatte con le sue cappelle e giurisdizioni.
Il Cav. Pecci nelle sue memorie storiche sanesi inedite avvisò che l'antica pieve di Tatti era dedicata a S. Michele, e che fuori del castello esistevano diversi oratorj.
Rispetto alla storia civile noterò che nel castello di Tatti, al pari che in quelli di Ravi e di Pietra, avevano giurisdizione i conti Aldobrandeschi di Soana. Lo chè fra gli altri documenti fu dichiarato dall’atto di divisione del dì 11 dicembre 1274 fra i conti di Soana e quelli di S. Fiora. – Rispetto al castel di Pietra concorre
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a dimostrarlo un istrumento del 7 ottobre 1280 rogato in S. Fiora, col quale il conte Ildebrandino del fu C. Bonifazio di S. Fiora concedè in feudo ai fratelli Paganello, chiamato Nello, e a Mangiante figli del fu Inghiramo da Pietra, il castello e rocca di questo nome con la sua corte, nell’atto di ricevere dal loro procuratore il giuramento di fedeltà. – (ARCH. DIPL. SAN. T. XI delle Pergam. N. 990.)
Finalmente nel testamento fatto in Gavorrano lì 9 febbrajo 1321 (stile sanese), fra i diversi legati lasciati da Nello d’Inghiramo Pannocchieschi signore dei castelli di Tatti, Pietra, ecc. vi fu quello di mille lire con altri beni lasciati allo spedale della Scala di Siena. – Vedere PENTOLINA(PIEVE DI).
Quindi la metà de’castelli di Tatti, di Pietra, di Gavorrano e di altri castelletti fu alienata ai nobili Malavolti di Siena nel 1328 da due nipoti di Nello figli di Mangiante prenominato.
Infatti che il Castello di Tatti nel secolo XV si tenesse con il titolo di feudo dalla famiglia Malavolti, lo dimostra fra gli altri un documento dell’Arch. Dipl. San. scritto in Firenze nel 1404, quando quella Signoria si offrì mediatrice verso il governo di Siena per liberare da ogni bando e restituire a Orlando del fu Donusdeo Malavolti, ai suoi figli e discendenti tutti i beni e castelli che fino dall’anno 1389 egli possedeva. La qual cosa fu ottenuta per istrumento del 29 aprile 1404, a condizione però, che per il castello e rocca di Tatti mess. Orlando dovesse essere rimborsato di 1450 fiorini di oro che aveva speso per fabbricare quella rocca. – (ARCH. DIPL. SAN. T. XI delle Pergam. N. 1999.)
Dopo detta epoca la storia
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di Tatti si accomuna con quella di Siena e Grosseto, di cui cotesto paese seguitò la sorte.
Infatti gli uomini di Tatti si sottomisero alla Corona di Toscana per atto pubblico del 6 settembre 1559.
La popolazione di S. Maria Assunta a Tatti nel 1833 ascendeva a 424 abitanti.

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Tatti

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