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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Tonda

 

(Tonda)

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    TONDA in Val d’Era. – Castello con chiesa parrocchiale (S. Niccolò) nella Comunità e circa tre miglia toscane a maestrale di Montajone, Giurisdizione di San Miniato, Diocesi di Volterra, Compartimento di Firenze.
    Risiede sulla sommità di una collina cretosa presso le sorgenti del torrente
    Carfalo che gli scorre sotto nella direzione di scirocco a maestrale, mentre la fiumana dell’Evola scende dal suo lato orientale nella direzione di ostro a settentrione.
    Non bisogna confondere questo Castello di
    Tonda con altro castel di Tenda in Lombardia, dal quale prese il distintivo l’infelice Beatrice di Tenda.
    Erano gli uomini di Tonda in stato libero quando l’Imperatore Ottone IV con diploma del 28 dicembre 1212, assegnò in feudo a due nobili fratelli pisani, Ventilio e Guido ed ai loro eredi, il Castello di Tonda con tutte le sue pertinenze, corte, abitanti, ecc. – (ARCH. DIPL. FIOR.
    Carte della Com. di San Miniato).
    Quindi con altro privilegio dato in Pisa lì 4 gennajo 1121, Corrado vescovo di Spira, cancelliere e legato imperiale in Italia confermò a Ventilio seniore ed a Ventilio giuniore figlio di Guido del fu Ildebrandino di Pisa la tenuta del Golfo di Macerata, ed il
    castel di Tonda con il suo distretto ecc. nella stessa guisa che era stato concesso dall’Imperatore Ottone IV ai suddetti fratelli Ventilio e Guido (loc. cit.).
    In seguito il Castello di
    Tonda passò per via di donne in un conte Ranieri della Gherardesca, siccome lo provano i due documenti seguenti. Il primo del 19 agosto 1231 fu indicato all’Articolo SA, MINIATO, ed il secondo tuttora inedito fu rogato in Pisa nel palazzo dei coniugi conte Ranieri Piccolino di settimo Bolgheri, figlio del defunto Conte Ugolino e della contessa Matilda
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    sua moglie nata dal fu Ventilio di Pisa. La qual donna col consenso del marito alienò irrevocabilmente fra i vivi per il prezzo di lire cento a Orlando di Gualtieri procuratore e rappresentante del Comune di San Miniato la quarta parte di tutto il castello, distretto e diritto di Tonda. – (loc. cit.)
    Quindi per atto del 13 agosto 1232, scritto in Pisa, nel palazzo di sua abitazione posto in Chinzica, la stessa donna Matilda moglie del conte Ranieri giuniore, detto
    Piccolino, col consenso dei suoi congiunti, Guido di Marignano e Rodolfino di Guido Masca, fece mandato di procura al suo marito per transigere col Comune di San Miniato rispetto alla rapine, guasti ed incendi fatti dagli uomini di San Miniato nel distretto e castello di Tonda, come pure di concordare per la porzione spettante a detta contessa intorno ai servigi da prestarsi al Comune di San Miniato, stante l’alienazione che fece sino dal 12 settembre 1231 della quarta parte della castello, corte e uomini di Tonda. – (loc. cit. e LAMI, Mon. Eccl. Fior. pag. 357.)
    Che il Castello di Tonda non toccasse per intiero alla prenominata contessa Matilda lo dichiaravano gli atti seguenti. Il primo del dì 11 agosto 1267 rogato in San Miniato è un istrumento di procura fatto dai consiglieri del Comune di San Miniato, preseduti da Bruno degli Uberti di Firenze suo potestà, in testa di alcuni sindaci incaricati di comprare per conto di detto Comune da Guido
    Boccio del fu conte Ranieri, da donna Lucchese sua moglie e da Gaddo loro figlio la metà di tutto il Castello e corte di tonda nel distretto di San Miniato. – Il secondo istrumento, scritto in San Miniato nello stesso giorno 11 agosto 1267, è un’altra procura
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    in testa dei sindaci medesimi cui si accordava facoltà di acquistare in compra per conto del Comune di San Miniato la sesta parte del castello di Tonda e sue pertinenze da donna Contenda figlia del fu Ventilio maggiore, e vedova di Villano. La qual vendita della sesta parte del Castello di Tonda venne realmente eseguita con rogito del 5 settembre di detto anno scritto nella villa di Leccia delle Colline pisane, mediante il prezzo di lire 166.13.4, valutando a lire mille il costo totale della corte e castello di Tonda. Quindi nello stesso giorno e luogo i sindaci di San Miniato comprarono dai coniugi testé nominati e da Gaddo loro figliuolo le cinque parti invendute del Castello e corte di Tonda, per il prezzo finale di lire 833.6.8. – (loc. cit.)
    Nel 1379 il Castello di Tonda col suo distretto fu staccato dalla Comunità di San Miniato, e assegnato a quella di Montajone mercé alcune convenzioni stabilite lì 27 febbrajo dell’anno predetto fra i Fiorentini ed i Sanminiatesi. –
    Vedere MONTAJONE E SAN MINIATO. – (ARCH. DIPL. FIOR.)
    Nel catalogo delle chiese della diocesi di Volterra compilato nel 1356 esisteva nel Castello di Tonda, o nel suo distretto uno spedaletto sotto il titolo di S. Croce, cui appella un istrumento rogato in San Miniato lì 13 luglio 1350 (
    stile comune) quando il consiglio de’XII di quel Comune accordò licenza al rettore dello spedale di S. Croce di Tonda di poter alienare alcuni beni consistenti in due case che realmente vendé per lire 168 e soldi 8. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte cit.)
    La parrocchia di S. Niccolò di Tonda nel 1833 noverava 281 abitanti.
Localizzazione
ID: 4136
N. scheda: 50870
Volume: 5
Pagina: 534
Riferimenti:
Toponimo IGM: Tonda
Comune: MONTAIONE
Provincia: FI
Quadrante IGM: 112-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1650014, 4825033
WGS 1984: 10.85835, 43.56473
UTM (32N): 650077, 4825207
Denominazione: Tonda
Popolo: S. Niccolò a Tonda
Piviere: S. Floriano a Castel Falfi
Comunità: Montajone
Giurisdizione: S. Miniato
Diocesi: Volterra
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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