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Torri, S. Donato a Torri, in Polverosa

 

(S di Rifredi)

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    TORRI (S. DONATO A) o IN POLVEROSA nel Val d’Arno sotto Firenze. – Monastero celebre, ora villa magnifica del principe Demidoff denominata Villa Matilde, un miglio toscano a ponente maestrale di Firenze, con chiesa contigua, stata una delle parrocchie suburbane, attualmente riunita a quella di S. Cristofano a Novoli, nella Comunità del Pellegrino, Giurisdizione di Fiesole, Diocesi e Compartimento di Firenze.
    Questo luogo è celebre per tre fatti importanti, due antichi ed uno moderno; cioè, il 1° per essere stata predicata costà nel 1187 la seconda crociata ai Fiorentini, e consegnato a Pazzo dei Pazzi loro duce lo stendardo fregiato della croce del popolo; 2° perché il convento di S. Donato a Torri servì il primo ostello ai Frati Umiliati che nel 1239 portarono in Firenze l’arte della Lana; ed il terzo modernissimo per la conversione magica di questo convento in un vasto palazzo di delizie adorno di giardini, di due parchi attraversati da una via regia, in mezzo a nuovi edifizj di vario genere, fra i quali contasi una grandiosa filanda a vapore con telaja numerose per fabbricare in grande drappi di seta.
    Trovasi la villa di S. Donato a Torri sulla ripa destra del torrente
    Mugnone, fra il ponte di S. Donato e il ponte alle Mosse lungo la strada regia Pesciatina o Lucchese, in mezzo ad un vago e grandioso giardino creato e adornato dal principe Demidoff di palazzi, ville, tempj e statue con grandi piantagioni, e ridenti praterie, davanti alle Regie Cascine poste al suo ostro e poco lungi dalla villa della Torre degli Agli situata al suo maestro.
    Non è credibile però che da quest’ultimo resedio de’nobili Panciatichi prendesse il vocabolo di
    Torri la chiesa di S. Donato in Polverosa, avvegnachè la Torre degli Agli è di un’epoca assai posteriore.
    Infatti
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    il monastero di S. Donato a Torri sino dal 1187 era abitato dai canonici regolari Agostiniani quando nel febbrajo dell’ano successivo fu consacrata la loro chiesa, nella quale occasione Gerardo arcivescovo di Ravenna, delegato dal Pontefice Clemente III, predicò al popolo fiorentino la seconda Crociata, ed il priore di S. Donato a Torri donò una superba bandiera al capitano Pazzo de’Pazzi conduttore di quella moltitudine di crocesignati alla conquista di Gerusalemme, stata presa poco innanzi dal feroce Saladino. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte del monastero di S. Donato a Torri).
    Ai canonici regolari Agostiniani subentrarono del monastero di S. Donato i frati Umiliati (anno 1239) che vi restarono fino all’anno 1251, epoca in cui gli Umiliati recaronsi in S. Lucia presso Ognissanti di Firenze.
    Che però cotesta traslazione non accadesse innanzi la metà dell’anno 1251 la fa conoscere un istrumento de noi citato all’
    Articolo GORA D’OGNISSANTI, scritto nel maggio del 1250, mentre era priore del convento di S. Donato a Torri fra Ruffino dell’ordine de’Frati Umiliati.
    Coerente a cotesto vero è un breve di Giovanni Mangiadori vescovo di Firenze dal 28 settembre del 1251, nel quale si esprime. Che, volendo egli provvedere alla chiesa di S. Donato a Torri restituitagli dai Frati Umiliati, destinava la medesima assieme al convento annesso e alle suppellettili sacre per le monache Agostiniane di S. Casciano a Decimo, a condizione che vi si trasferissero ad abitarlo. Inoltre con altro breve dello stesso giorno vi aggiunse la donazione di tutti i beni appartenuti al convento stesso, consistenti in cinque poderi posti in vicinanza dello stesso monastero. – (
    loc. cit.).
    Che le monache di S. Casciano si traslocassero presto in S. Donato lo dichiara fra gli altri il testamento della contessa Beatrice scritto nell’anno 1278, col quale fra i molti legati lasciò
    lire cinquanta
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    alle donne del monastero di S. Donato a Torri.
    Anche una provvisione della signoria di Firenze del 19 aprile 1309 autorizzava messere Spina degli Spini di Firenze a poter vendere alle monache di S. Donato a Torri un podere con casa e corte posto nel detto popolo vicino al monastero. La qual vendita ebbe effetto mediante istrumento del 22 novembre successivo a favore delle monache di S. Donato che acquistarono il detto podere per il prezzo di lire 2220 da messere Geri di Mainetto Spini, da Piero e Vanni di lui fratelli, da Spina del fu Ugo Spini, da Simone del fu Gherardo del Bello e da Giovanni del fu Neri di Cambio, tutti della società mercantile degli Spini (loco citato); documento a parer nostro importante in quanto che può servire a confermare, che fino dai tempi della repubblica fiorentina le corporazioni religiose non potevano acquistar beni di suolo senza l’autorizzazione del governo.
    Ma a questa suddetta epoca del 1309 le monache di S. Donato a Torri avevano abbandonato la regola di S. Agostino per quella Cistercense di S. Bernardo.
    Ciò è dimostrato anche da un documento inedito del 27 luglio 1307, col quale il pievano di Filettole in nome del cardinal Napoleone Orsini legato della Santa Sede in Toscana fece precetto alla badessa e monache di S. Donato a Torri dell’
    Ordine Cistercense, che ricusavano di accettare per monaca una figlia di Geri da Prato. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte di S. Donato in Polverosa).
    Già per contratto del 15 maggio 1309 Mainetto del fu Folco Portinari (il figlio del fondatore dell’Arcispedale di Firenze) aveva venduto a diverse donne recluse per il prezzo di 380 fiorini d’oro un podere posto
    fuori le mura nuove
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    di Firenze nel popolo di S. Lorenzo, (loco citato).
    Intorno all’epoca stessa le monache Cistercensi di S. Donato dovettero riformare il rilasciato monastero di S. Maria Maddalena delle
    Convertite presso la Porta a Pinti.
    Oltre i documenti riportati dal Richa nelle sue Chiese fiorentine havvene uno del 12 giugno 1322 esistente nell’
    Archivio Diplomatico Fiorentino fra quelli del monastero di S. Pier Maggiore, dal qual si comprende, che le monache di S. Donato a Torri fino dal 29 gennajo precedente avevano ricevuto in dono da don Rustico abate della Badia Vallombrosana di Crespino il monastero di S. Maria Maddalena della Convertite nel popolo di S. Pier Maggiore di Firenze, e che nel 29 maggio dello stesso anno 1322 una parte delle monache di S. Donato a Torri entrò a riformare il monastero di S. Maria Maddalena, detto poi il Cestello, ecc.- (ARCH. DIPL. FIOR. Carte cit.)
    Meritano pure di essere citati due documenti della provenienza medesima, uno de’quali del primo aprile 1454 riferisce del testamento di messere Jacopo del fu Giovanni di Matteo Villani mercante fiorentino che lasciò la rendita annua di 25 fiorini d’oro alla cappella da esso fabbricata in onor di S. Jacopo nella chiesa dei Padri serviti di Firenze; mentre l’altro del 26 novembre 1466 spetta ad un decreto degli ufiziali di Torre, col quale si permette al priore della chiesa di S. Donato di poter proseguire la costruzione di un muro lungo la strada maestra presso il
    ponte alle Mosse.
    Poco dopo la riforma del monastero di S. Maria Maddalena questo di S. Donato a Torre ricevé dei guasti dalle truppe lucchesi condotte fino costà nel 1325 da Castruccio degli Antelminelli dopo la vittoria dell’Altopascio. –
    Vedere PONTE ALLE MOSSE.
    Ma il danno maggiore recato
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    a questa clausura fu durante l’ultimo assedio di Firenze (1529 - 30) quando le monache di S. Donato dovettero ritirarsi in città in una porzione del monastero di S. Maria Maddalena, mentre cotesto di Polverosa servì di caserma alle truppe tedesche dell’Imperatore Carlo V, e di quartiere al loro comandante il conte de Landron; nella quale occasione quegli ospiti incomodi sciuparono il bel cenacolo del refettorio dipinto da Masaccio.
    Sotto il dominio però de’Granduchi le donne Cistercensi tornarono ad abitare il loro antico monastero di S. Donato dove si mantennero fino alla soppressione ordinata dal governo francese nel 1809, mentre la sua parrocchia, soppressa dopo la metà del secolo XVIII, all’anno 1745 contava 280 abitanti.
    Fu dopo l’anno 1814 che il magnanimo Niccolò Devidoff acquistò dai respettivi proprietarj il convento con i terreni annessi alla chiesa di S. Donato e molti altri terreni posti alla sinistra della strada regia Lucchese; sicché in un breve giro di anni si vide in quel suolo sorgere palazzi, cascine, filande a vapore, parchi e giardini di delizie, aumentati e abbelliti d’ogni maniera dal di lui successore e figlio principe Antonio Demidoff. Il quale in onore alla principessa Matilde Bonaparte sua sposa ha dedicato alla medesima cotesto sontuoso resedio, chiamandolo
    Villa Matilde.
Localizzazione
ID: 4166
N. scheda: 51220
Volume: 5
Pagina: 544 - 545
Riferimenti: 21440, 26340, 36111, 51040
Toponimo IGM: S di Rifredi
Comune: FIRENZE
Provincia: FI
Quadrante IGM: 106-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1680005, 4851076
WGS 1984: 11.23816, 43.79241
UTM (32N): 680068, 4851251
Denominazione: Torri, S. Donato a Torri, in Polverosa
Popolo: (S. Donato a Torri, in Polverosa annesso a) S. Cristofano a Novoli
Piviere: S. Reparata, S. Maria del Fiore a Firenze
Comunità: (Fiesole) Pellegrino
Giurisdizione: Fiesole
Diocesi: Firenze
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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