REPETTI ON-LINE

Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

cerca... .

Torrita, Turrita (sotto Monte Follonico)

 

(Torrita di Siena)

  •   pag. 1 di 15
    TORRITA in Val di Chiana. – Due luoghi sotto il nome di Torrita nella stessa valle hanno indotto molti ad applicare ad una piuttosto che ad altra di quelle contrade i documenti che vi riferiscono; il casale cioè di Torrita del contado e distretto di Arezzo posto sull’ingresso della Val di Chiana, luogo celebre per esservi stato il primo monastero di Benedettini sotto l’invocazione delle Sante Flora e Lucilla, e la Terra di Torrita sotto Monte Follonica compresa nel contado senese. Noi designeremo il primo sotto il vocabolo di Torrita della Chiusa de’Monaci, e la seconda sotto il titolo di Terra di Torrita sotto Monte Follonico capoluogo di Comunità.

    TORRITA sotto MONTE FOLLONICO in Val di Chiana. – Terra nobile sotto, Capoluogo di Comunità nella Giurisdizione di Asinalunga, Diocesi di Pienza, già di Arezzo, Compartimento aretino.
    Questa Terra di forma ovale, contornata di mura torrite, risiede intorno alla cresta di una collina tufacea, in mezzo a vigorose coltivazioni di olivi e di vigne, alla cui base scorre a levante il fosso
    Cornio, mentre dal lato di maesrtal enasce ai piedi della stessa collina i torrente Fuga.
    Trovasi tra il grado 43° 10’4’’latitudine ed il 29° 25’4’’longitudine davanti all’ubertosa Val di Chiana che gli si apre a levante nella direzione di Cortona, circa 6 miglia toscane a settentrione di Montepulciano, 4 miglia toscane a scirocco di Asinalunga, 10 a grecale di Pienza, intorno a 20 miglia toscane a maestrale di Chiusi 13 miglia toscane a scirocco di Siena e miglia 22 da Arezzo che trovasi al suo settentrione-grecale.
    L’origine di cotesto paese si nasconde, al pari di quella di moltissimi altri, nella caligine de’secoli, comecchè possa essere stato fabbricato e difeso da alcune torri, donde trasse il nome, ma in un
  •    pag. 2 di 15
    terreno abitato dagli antichi Etruschi e Romani. – Checchè ne sia esso peraltro sino dal secolo XI era decorato della sua chiesa plebana di S. Costanzo. Avvegnachè senza bisogno di confondere con questa Terra i documenti spettanti alla Torrita de’Benedettini di S. Flora di Arezzo, l’Archivio Diplomatico Fiorentino conserva fra le carte della Badia Amiatina un placito del 7 novembre 1037 tenuto nel contado senese di S. Costanzo a Torrita, nel casale di Ascianello, passato in seguito nella Comunità di Montepulciano, davanti al conte Adalberto messo dell’Imperatore Corrado. Alla cui presenza comparve l’avvocato del Monastero Amiatino per reclamare i beni e la chiesa di S. Apollinare in Feroniano, l’una e gli altri stati donati al monastero di S. Salvadore sul Monte Amiata dalla contessa Willa vedova del Conte Ranieri col consenso dei Conti Bernardino e Ardingo di lei figliuoli. Che la chiesa poi di S. Apollinare in Feroniano fosse situata dentro i confini della Comunità di Torrita lo dichiara un’altra membrana della stessa provenienza del 2 maggio 1324 scritta in camera dell’abbate del Monastero Amiatino, nel mentre che questi investiva un monaco in rettore e cappellano della chiesa di S. Apollinare in Feroniano, la qual cosa ivi si dichiara posta in Monte Follonico. – Vedere MONTE FOLLONICA, o FOLLONICO.
    Inoltre la pieve di S. Costanzo a Torrita trovasi rammentata fra quelle del contado sanese comprese però nella diocesi aretina, delle quali Immone vescovo di Arezzo nell’anno 1045 cedè l’amministrazione alle dignità del capitolo della sua cattedrale.
    L’abate De Angelis nel libro delle
    Notizie istoriche critiche di frate Giacomo da Torrita citò un istrumento di pace del 2 ottobre 1208 fra i Fiorentini e i Sanesi, nel quale fra le condizioni a carico
  •    pag. 3 di 15
    de’Sanesi eravi quella di far pace con gli uomini di Monte Follonico, di Torrita e di altri paesi del Sanese stati aderenti de’Fiorentini.
    A quell’epoca, opinava il De Angelis, poterono fabbricarsi le attuali mura castellane di Torrita ed aprirsi le tre porte, cioè, a levante
    Porta Carina, a ponente Porta a Pago, a mezzodì Porta a Sole. – Ma, oltre che una di quelle porte non fu edificata dalla Repubblica sanese prima del 1251, è certo altresì che le sue mura sono opera molto posteriore, siccome lo dà a conoscere un Rendimento di Conti sotto l’anno 1428, in cui si legge: che rivedeva la ragione Tommaso di Vannino orafo a Giovanni di Biagio operajo delle mura che si facevano in Torrita.
    Lo stesso
    Archivio Diplomatico San. Nel Tomo II delle Pergamene (n.° 89) contiene copia di un privilegio dell’Imperatore Ottone IV, dato lì 27 agosto 1210 nella Badia di S. Salvadore sul Mont’Amiata, col quale concedeva in feudo al nobil uomo Spadacorta, ai di lui fratelli e nipoti i castelli di Torrita, della Ripa, di Bettolle, della Fratta, di Ciliano e di altri luoghi di quei contorni, i quali erano stati per l’innanzi conceduti in feudo al fu Conte Walfredo della Valle. – (ARCH. DIPL. SAN. Carta citata).
    All’
    Articolo BETTOLLE rammentai cotesto diploma sotto l’anno 1209, invece che fu scritto nell’agosto del 1210, epoca nella quale Ottone IV emanò altri privilegj a favore di quella Badia. – Vedere l’Articolo SIENA.
    Che però da cotesti privilegj dati da un Imperatore scomunicato ottenessero quei signori assai poco, lo dimostrano i fatti seguenti: avvegnachè fino dal 1202 il villaggio di Ciliano era stato bruciato dai Sanesi all’occasione della guerra contro i Montepulcianesi. (ARCH. DIPL. SAN.
  •    pag. 4 di 15
    Kaleffo dell’Assunta n.° 67); e che nel 1214 i signori di quel castelletto concederono al governo di Siena facoltà di erigere sopra il poggio di Ciliano una torre a difesa delle sue genti contro i Montepulcianesi (località citata)– Vedere CILIANO.
    Simili fatti darebbero quasi a credere che allora i Sanesi dubitassero della fede de’Toritesi, massimamente dopochè Carlo d’Angiò re di Sicilia, con privilegio spedito da Teano li 8 dicembre del 1268, aveva concesso a Donusdeo di Lotteringo de’Tolomei di Siena a titolo di feudeo nobile i castelli di Monte Follonico e di Monticchiello. – (ARCH. DIPL. SAN. T. IX
    delle Pergamene n.° 878).
    Comunque andasse la bisogna, fatto e, che dalla metà almeno del secolo XIII e nel susseguente la Terra di Torrita divenne il baluardo de’Sanesi in tutte le guerre che bene spesso si riaccesero fra essi ed i Montepulcianesi, come può rilevarsi dall’Opera dell’Abate De Angelis di già citata e dagli Articoli MONTE FOLLONICO, e MONTE PULCIANO in questo Dizionario.
    Nel 1251, il consiglio generale della Campana di Siena per deliberazione del 31 ottobre 1251 ordinò, che si fortificasse Torrita e vi si fabbricasse una porta, dove poco dopo (6 novembre) furono inviate a tale effetto quattro maestranze con l’ordine di dar la paga ai balestrieri che erano alla guardia di cotesta Terra.
    Anco nel 1270 dallo stesso consiglio della Campana fu deciso di rinviare a Torrita il potestà per invigilare che questa Terra ed i suoi abitanti si mantenessero fedeli alla Repubblica sanese.
    Per simili ed altri casi risulterebbe, che i Torritesi fossero stati Guelfi piuttosto che Ghibellini, giacchè, dopo la battaglia di Benevento che pose il regno in potere di Carlo d’Angiò, venne restituita a Torrita il su potestà. – Nè minore fu il timore ch’ebbero i Sanesi di perdere questo paese, allorchè
  •    pag. 5 di 15
    Tacco de’Pecorai, o de’Monaceschi della Fratta tentava d’insignorirsi di Torrita, siccome poco dopo, sebbene per breve tempo, cotesta Terra coll’ajuto de’Fiorentini cadde in potere di Deo di Guccio di Guelfo e di altri di lui fratelli della nobil famiglia Tolomei di Siena.
    Dondechè i Signori Nove per decreto del dicembre 1322 inviarono gente d’armi capitanate dal conte Ruggieri di Dovadola allora potestà di Siena per assediare Torrita, che dopo qualche mese di resistenza cadde in mano degli assedianti, i quali devastarono tutta la contrada, disfacendo le sue mura castellane. – (DEI,
    Cronic. Sanese).
    Che però le mura attuali debbano riportarsi, come si disse, ad un’epoca posteriore, e forse a quella del 1428, lo fa credere il fatto già indicato, cioè di essere state in detto anno rivedute in Siena le
    ragioni a Giovanni di Biagio operajo rispetto alla costruzione delle mura di Torrita. – (ARCH. DELLE RIFORMAGIONI DI SIENA Vol. VI de’Rendimenti di Conti, Classe B).
    Né quel lavoro poteva dirsi terminato nel 1428, poiché anche nel 1464 si continuavano a fabbricare in Torrita le mura castellane da maestro Saracino da Como. – (
    loc. cit. Classe C. Vol. CXIX.)
    Che più? Nel 1528 dal magistrato di Balia di Siena fu decretato che col disegno del celebre architetto Baldassarre Peruzzi si restaurassero le mura di Torrita. – (DE ANGELIS
    Opere cit.)
    Coteste mura sono di mattoni, state contornate da torri quadrate, 7 delle quali tuttora esistenti, e due demolite, oltre che le tre porte antiche, stantechè nell’anno 1836 ne fu aperta una quarta sotto la già
    Fraternita nella direzione della strada principale della Terra, la quale viene ora corredata all’estremità superiore del paese di un vasto piazzale per le fiere; ed a poca distanza di là stà forandosi
  •    pag. 6 di 15
    presentemente un pozzo artesiano, la di cui trivella ha scandagliato finora un terreno cretaceo conchigliare sino alla profondità di cento braccia.
    All’epoca pertanto del 1428 il popolo di Torrita doveva aver acquistato la buona grazia dei governanti di Siena. Avvegnachè, oltre quanto si dirà tra poco, ciò apparisce da una deliberazione presa dai Signori Nove nel 10 dicembre del 1425, che decretarono per Torrita un potestà di prima classe; al cui arrivo annuale i Torritesi a forma de’loro statuti solevano presentare il regalo di due paja di polli, due staja di biada, due quarti di vino, sedici pani, una soma di paglia e libbre sei di candele.
    Nel secolo decimoquarto era accaduto sotto il paese di Torrita (10 aprile 1358) un sanguinoso fatto d’armi fra le masnade perugine e quelle senesi, dove quest’ultime restarono sconfitte con guasto del paese e del contado.
    Ma più ancora i Torritesi risentirono i danni della guerra, negli anni 1363 e 1383 quando nei suoi contorni ebbero luogo due fiere battaglie date dalle truppe sanesi, la prima ad una compagnia di avventurieri, detta del
    Cappelletto, nella quale fu fatto prigioniero il loro comandante duca di Feltro e di Urbino, l’altra quando i Torritesi, sebbene coraggiosamente resistessero alle prime aggressione del capitano di ventura Baldino di Panicale, dovettero finalmente cedere a quelle masnade che saccheggiarono tutto il paese a guisa di avidi ladroni.
    In vista di tanta fedeltà, e dei danni dai Torritesi ricevuti, il Comune di Siena nel 28 maggio del 1419 deliberò di condonare loro tutti i debiti per gravezze e dazj non pagati, accordando ai medesimi varj privilegj ed esenzioni. – (DE ANGELIS,
    Opera cit.)
    Lo stesso
    De Angelis fu di parere che la chiesa di S. Flora ed il pretorio con la sua torre esistenti in Torrita potessero essere
  •    pag. 7 di 15
    opera della restaurazione di questa Terra, comecchè sulla facciata della chiesa medesima si legga l’anno 1430 della sua edificazione.
    All’
    Articolo GUARDAVALLE DI TORRITA fu detto, che cotesto luogo, di cui attualmente è restato il vocabolo a pochi poderi, aveva una chiesa parrocchiale sotto l’invocazione di S. Stefano, stata riunita fino dal 1473 alla chiesa plebana de’Santi Costanzo e Martino a Torrita. Dissi ancora che da questo stesso vico di Guardavalle prese il casato una nobile famiglia di Torrita, alla quale appella un istrumento del settembre 1327 ed una riformagione della Repubblica di Siena dell’agosto 1444.
    Il più volte citato
    De Angelis aggiunse, che i Torritesi nel principio del secolo XVI intrapresero a rendere più decente la loro patria, sia con l’ingrandimento di fabbriche particolari, sia con la fondazione di ospizj, di fraternite e di chiese, finchè nel 1553 conquistata dalle armi austro-ispano-medicee Torrita con il suo territorio fu riunito nel 1557 alla corona di Cosimo I, ed in seguito ai Granduchi di Toscana suoi successori, cui i Torritesi restarono costantemente fedeli.
    Chiese e stabilimenti pubblici di Torrita. – Torrita attualmente ha una sola chiesa parrocchiale, cioè, la pieve de’Santi Costanzo e Martino, riedificata sulla fine del secolo passato. L’antica esisteva fuori del paese in luogo denominato la pieve vecchia, comecchè più tardi quella pieve venisse dedicata alla Madonna dell’Ulivo. Essa era arcipretura quando nel 1648 fu innalzata a collegiata in concorrenza con l’altra delle Sante Flora e Lucilla; ad entrambe le quali è comune il capitolo, composto di nove canonici con 5 dignità, Arciprete, Preposto, Primicero, Arcidiacono e Tesoriere. – La pieve dentro al paese fu più volte restaurata e ingrandita, siccome può congetturarsi dalle iscrizioni ivi esistenti.
    In quella dell Sante Flora e Lucilla, fondata in più piccola
  •    pag. 8 di 15
    dimensione nel secolo XIV, furono innestati dei restauri nel secolo XVII.
    Havvì costì un altare di S. Antonio, dove si ammira una tavola dipinta nel secolo XIV, e vi sì conserva in marmo scolpita nell’anno 1444 l’arme della famiglia pecorai, dalla quale discendeva al parere di alcuni il famoso Ghino di Tacco.
    Esistono dentro Torrita altre due chiese, S. Croce e la Santissima Annunziata, nell’ultima delle quali è da vedersi un quadro del Vanni rappresentante l’Annunziazione.
    Lo spedale di Torrita istituito per i pellegrini, aveva nel secolo XIV un’amministrazione separata da quella di una pia congrega secolare denominata la
    Fraternita, cui esso con i suoi beni nel 1611 fu riunito. Annessa a questa fabbrica vi è la scuola comunitativa, che nei tempi andati estendeva i suoi insegnamenti anche alle belle lettere. Tuttociò diede motivo, dice il De Angelis, ad innalzare in Torrita dopo la metà del secolo XVIII un teatro, stato restaurato nell’anno 1824. Anche costì fu eretta una delle solite accademie letterarie che prese per nome ed emblema quello che tuttora conserva di Oscuri.
    Ma la cosa che fa molto onore a questa Terra è quella di essere stata la patria di Fra Giacomo da Torrita, primo ristoratore dell’arte musivaria in Italia, e autore dei mosaici fatti nel 1225 nella tribuna di S. Giovanni in Firenze, e più tardi in Roma.
    Non meno noto nella storia militare è quel Ghino di Tacco da Torrita creduta della famiglia Pecorai, o come altri vogliono della casa Monaceschi, il quale Ghino fornì argomento al Boccaccio per una delle sue cento Novelle.
    Finalmente Torrita ha dato molte famiglie nobili, fra le quali le già citate dei Pecorai e de’Guardavalli.

    MOVIMENTO della Popolazione della TERRA DI TORRITA a cinque epoche diverse, divisa per famiglie.

    ANNO 1640: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -,
  •    pag. 9 di 15
    femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 174; totale della popolazione 1735.
    ANNO 1745: Impuberi maschi 311; femmine 281; adulti maschi 338, femmine 355; coniugati dei due sessi 670; ecclesiastici dei due sessi 23; numero delle famiglie 348; totale della popolazione 1978.
    ANNO 1833: Impuberi maschi 418; femmine 364; adulti maschi 447, femmine 414; coniugati dei due sessi 928; ecclesiastici dei due sessi 23; numero delle famiglie 461; totale della popolazione 2594.
    ANNO 1840 (*): Impuberi maschi 510; femmine 462; adulti maschi 473, femmine 412; coniugati dei due sessi 950; ecclesiastici dei due sessi 17; numero delle famiglie 515; totale della popolazione 2824.
    ANNO 1843 (*): Impuberi maschi 458; femmine 418; adulti maschi 485, femmine 442; coniugati dei due sessi 948; ecclesiastici dei due sessi 19; numero delle famiglie 512; totale della popolazione 2770.

    N.B. (*)
    Le frazioni degli abitanti della parrocchia di Torrita che negli anni 1840 e 1843 escivano fuori di Comunità non si sono contemplate.

    Comunità di Torrita
    . – Il territorio di questa Comunità occupa una superficie di 16540 quadr. 462 dei quali spettano a corsi d’acqua ed a pubbliche strade.
    Nel 1833 vi si trovava una popolazione di 3731 abitanti a proporzione di 186 persone per ogni miglio quadrato di territorio soggetto all’imposta fondiaria.
    Confina con cinque Comunità del Granducato, 4 delle quali alla sinistra del Canal Maestro, e una alla sua destra. – È quest’ultima la Comunità di Cortona, con la quale l’altra di Torrita fronteggia dirimpetto a grecale per mezzo miglio mediante il
    Canal Maestra della Chiana, a partire dalla confluenza del torrente Fuga dirimpetto al rio delle Chianacce fino allo sbocco del fosso Tonante. Costà lascia il Canal Maestro per rivolgersi a settentrione difronte al territorio comunitativo
  •    pag. 10 di 15
    di Asinalunga, con il quale questo di Torrita cammina di conserva, da prima mediante il corso retrogrado del fosso Tornante, quindi per la via comunale detta del Restone, e di là andando incontro alla corrente del fosso Fratta, sul quale attraversano la via provinciale Lauretana dirimpetto ai poderi di Guardavalle. Infine lasciano a levante il fosso predetto per entrare nella strada Lauretana e dirigersi a ponente-maestrale nel fosso della Doccia di Amorosa che rimontano verso la sommità de’poggi, la cui faccia meridionale acquapende nel Val d’Asso. Strada facendo il territorio di Torrita trova di fronte a maestrale la Comunità di Trequanda, con la quale continua a percorrere verso le sorgenti della Doccia prenominata per arrivare presso quelle del torrente Trove sulla strada comunale che da Trequanda conduce a Monte Follonico.
    Di costì per termini artificiali dirimpettoa ponente percorrone insieme il crinale de’poggi che dividonole due valli finchè alla
    Casanuova sottentra a confine il territorio della Comunità di Pienza, con la quale l’altra di Torrita fronteggia nella direzione da libeccio a grecale mediante termini artificiali per arrivare sulla via rotabile di Montepulciano. Lungo il corso di quest’ultima via continuano i territorj delle prenominate Comunità fino al fosso della Buca, dove viene a confine quello della Comunità di Montepulciano, con cui l’altro di Torrita confina per lungo tragitto, da primo mediante il fosso de’Grilloni, tributario il più alto del torrente Salarco, poscia mediante il Salarco stesso che lasciano fuori per entrare alla sua sinistra nel botro del Pian dell’Olmo, donde scendono nel fosso delle Balze. Quindi passando fra piagge cretose nella direzione settentrionale, tagliano la strada provinciale Laurentana che
  •    pag. 11 di 15
    viene da Guardavalle e da Torrita, fino a che voltando alquanto direzione a grecale passano verso il podere del Confine attraversando la pianura lungo i torrenti Foenna e Fuga. Finalmente i due territorj rasentando la ripa destra del torrente Fuga arrivano sul Canal Maestro della Chiana dirimpetto alla Comunità di Cortona. Due strade provinciali attraversano il territorio di Torrita, cioè quella Longitudinale, o Cassia, che guida da Chiusi ad Arezzo passando a piè del poggio di Torrita, e l’altra detta Laurentana che da Siena per Asciano e Asinalunga sbocca nello Stato Pontificio presso Valiano dopo essere passata dalla Terra di Torrita. – Sono poi comunitative e rotabili le strade che da Montepulciano e da Pienza per Monte Follonico conducono a Torrita.
    Fra i corsi maggiori di acqua che percorrono o che rasentano il territorio di questa Comunità, oltre il
    Canal Maestro ed il torrente Salarco, i quali ne lambiscono i confini, uno a grecale l’altro a scirocco, si contano il Foena e la Fuga che il conte Fossombroni paragonò a quelli dell’Affrica che portano arene d’oro, per avere ridotto quei luoghi palustri a terre coltivabili. Rispetto al palude che nei secoli trapassati esisteva nella pianura di Torrita fra il Canal Maestro ed il corso della Foena, esso da qualche tempo fu convertito in fertili poderi, gran parte de’quali spettano alla fattoria della Corona detta dell’Abbadia. – Vedere Carte Idrauliche sullo stato antico e moderno della Val di Chiana del Cavalier Alessandro Manetti. (Firenze 1823.)
    Fra i molti fossi che raccolgono le acque del piano inferiore di Torrita, il più singolare di tutti è quello della
    Fuga,
  •    pag. 12 di 15
    che riceve le acque della Doccia dell’Amorosa, del Soraggiolo che v’influisce all’Abbadia, e del Corniolo, il quale scende da Torrita e che nel 1800 cessò di versare nella Foenna perché destinato a colmare, come ha fatto, la pianura Torritese.
    Fra le maggiori montuosità comprese in cotesto territorio havvi quella di
    Monte Follonico che presa al convento de’minori Osservanti può essere un cento di braccia circa inferiore al livello di Montepulciano. La qual città fu riscontrata dal Professor Padre Giovanni Inghirami dalla sommità della torre del palazzo pubblico ascendere a 1076 braccia sopra il livello del mare.
    Il Professor Giulj poi nella sua
    Statistica agraria della Val di Chiana indicò per approssimazione la Terra di Torrita a 500 braccia sopra il mare.
    Rispetto all’indole del suolo che cuopre il territorio di questa Comunità, oltre quanto fu indicato per la parte montuosa all’
    Articolo MONTE FOLLONICO, Volume III pagina 394, aggiungerò le osservazioni fatte del Professor Giulj nell’Opera testè rammentata, dove disse, che 300 braccia al di sopra di Torrita comparicono da primo gli strati di calce carbonata compatta (alberese) in quella parte del Monte Follonico ch’è situata fra mezzo giorno e ponente, cui ssovrappongono strati di marmo ordinario grigio, sui quali è fabbricato il paese di Monte Follonico. – La parte montuosa e coltivabile di questa Comunità (seguita a osservare lo stesso A.) sarebbe formata nelle sue maggiori elevatezze di calce carbonata pietrosa, ma decomposta dalle meteore.
    Molte colline sono di struttura simile a quella delle pendici di Montepulciano, ma i colli che circondano il capoluogo, ed in ispecie quelli che stendono la loro base verso il
    Canal Maestro sono assai fertili, siccome fertilissima è la maggior parte della pianura
  •    pag. 13 di 15
    di Torrita, coperta da un terreno recentissimo di trasporto.
    Rispetto al
    lignite da noi accennato nei contorni di Monte Follonico, aggiunge il Professor Giulj, che che quello del fossatello d’Orbigliano presso alla sua confluenza nel torrente Trove si trova in strati alti anco quattro braccia.
    Col regolamento governativo del 2 giugno 1777 la Comunità di Torrita fu formata dai popoli di Torrita, di Monte Follonico e di Ciliano, l’ultimo de’quali costituiva una piccola Comunità unita al comunello di Guardavalle.
    In quanto all’arti e manifatture, oltre la fabbrica di vetri a Monte Follonico, si contano in Torrita due buone fabbriche di cappelli di feltro e tre tintorie, una filanda di seta e vari frantoj da olio.
    In Torrita si tiene un piccolomercato settimanale nel giorno di sabato in un piazzale ridotto attualmente a locale per il giuoco del pallone.
    Vi hanno luogo pure quattro fiere annue, le quali cadono nel 17 gennajo, nel secondo martedì di maggio, nel 6 agosto nel primo mercoledì di settembre.
    Con la legge del 2 agosto 1838 fu soppresso il potestà di Torrita, e riunita la sua giurisdizione al vicario di Asinalunga, dove è la cancelleria Comunitativa. L’ingegnere di circondario risiede in Fojano, l’uffizio di esazione del Registro, la conservazione dell’Ipoteche ed il tribunale di Parma istanza sono in Montepulciano.

    QUADRO della Popolazione della COMUNITAdi TORRITA a cinque epoche diverse.

    - nome del luogo: Ciliano, titolo della chiesa: S. Lorenzo (Cura), diocesi cui appartiene: Pienza (già Arezzo), abitanti anno 1640 n° 94, abitanti anno 1745 n° 173, abitanti anno 1833 n° 215, abitanti anno 1840 n° 208, abitanti anno 1843 n° 202
    - nome del luogo: Monte Follonico, titolo della chiesa: S. Leonardo (Pieve), diocesi cui appartiene: Pienza (già Arezzo), abitanti anno 1640 n° 848 (con S. Valentino e S. Bartolommeo), abitanti anno 1745 n°
  •    pag. 14 di 15
    300, abitanti anno 1833 n° 476, abitanti anno 1840 n° 831, abitanti anno 1843 n° 798
    - nome del luogo: Monte Follonico, titolo della chiesa: S. Valentino (Pieve), diocesi cui appartiene: Pienza (già Arezzo), abitanti anno 1640 n° 848 (con S. Leonardo e S. Bartolommeo), abitanti anno 1745 n° 103, abitanti anno 1833 n° 134, abitanti anno 1840 n° 163, abitanti anno 1843 n° 159
    - nome del luogo: Monte Follonico, titolo della chiesa: S. Bartolommeo (Pieve), diocesi cui appartiene: Pienza (già Arezzo), abitanti anno 1640 n° 848 (con S. Leonardo e S. Valentino), abitanti anno 1745 n° 302, abitanti anno 1833 n° 312, abitanti anno 1840 n° -, abitanti anno 1843 n° -
    - nome del luogo: TORRITA(*), titolo della chiesa: SS. Martino e Costanza (Arcipretura e Collegiata), diocesi cui appartiene: Pienza (già Arezzo), abitanti anno 1640 n° 1735, abitanti anno 1745 n° 1978, abitanti anno 1833 n° 2594, abitanti anno 1840 n° 3048, abitanti anno 1843 n° 3011

    - Totale abitanti anno 1551: n° 2677
    - Totale abitanti anno 1745: n° 2856
    - Totale abitanti anno 1833: n° 3731
    - Totale abitanti anno 1840: n° 4250
    - Totale abitanti anno 1843: n° 4170

    N.B.
    Nelle ultime due epoche dalla parrocchia di Torrita contrassegnata con l’asterisco (*) entravano nella vicina Comunità

    - anno 1840: abitanti n° 224
    - anno 1843: abitanti n° 231

    -
    RESTANO abitanti anno 1840: n° 4026
    -
    RESTANO abitanti anno 1843: n° 3939

    TORRITA sotto Monte Follonico in Val di Chiana. – In fine si aggiunga. – Con sovrano motuproprio del 5 dicembre 1845 la Comunità di
    Torrita insieme con quella di Asinalunga e la loro Cancelleria, sono state staccate dal Compartimento di Arezzo per far parte dal 1 gennajo successivo 1846 del Comprtimento di Siena. – Vedere anche MONTE FOLLONICO nel SUPPLEMENTO.
    Nel
  •   pag. 15 di 15
    1845 la parrocchia di Torrita contava nella Comunità omonima 2866 Abitanti ed una frazione di 236 individui per l’annesso della Fratta entrava nella Comunità di Asinalunga. – TOTALE Abitanti 3102.
    Nel 1833 la popolazione della Comunità di Torrita noverava 3731 Abitanti e nel 1845 ne contava 4069, cioè:

    Cillano,
    Abitanti N.° 205
    Monte Follonico, S. Leonardo,
    Abitanti N.° 829
    Monte Follonico
    , S. Valentino, Abitanti N.° 158
    TORRITA (
    la maggior parte), Abitanti N.° 2866

    Annessi

    Palazzo Massaini; dalla Comunità di Pienza, Abitanti N.° 11
    TOTALE
    Abitanti N.° 4069
Localizzazione
ID: 4174
N. scheda: 51330
Volume: 5; 6S
Pagina: 549 - 554; 244
Riferimenti:
Toponimo IGM: Torrita di Siena
Comune: TORRITA DI SIENA
Provincia: SI
Quadrante IGM: 121-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1725391, 4783109
WGS 1984: 11.77356, 43.1687
UTM (32N): 725454, 4783283
Denominazione: Torrita, Turrita (sotto Monte Follonico)
Popolo: SS. Martino e Costanzo a Torrita
Piviere: SS. Martino e Costanzo a Torrita
Comunità: Torrita
Giurisdizione: Asinalunga
Diocesi: (Arezzo) Pienza
Compartimento: Arezzo
Stato: Granducato di Toscana
  trova nel testo
 
  scarica scheda
  aggiungi note