REPETTI ON-LINE

Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

cerca... .

Trappola

 

(Trappola)

  •   pag. 1 di 4
    TRAPPOLA nel Val d’Arno superiore. – Castello torrito con chiesa parrocchiale (S. Maria e S. Jacopo) nel piviere, Comunità e circa due miglia toscane a settentrione grecale di Loro, Giurisdizione di Terranuova, Diocesi e Compartimento di Arezzo.
    Risiede sul fianco meridionale del monte di Pratonagno circa due miglia toscane innanzi di arrivare al suo vertice, sotto la distrutta
    Rocca Guicciarda, fra la confluenza di due corsi d’acqua, che davanti al paese di Loro si uniscono al Cioffena.
    Tanto il castel della Trappola, come la Rocca Guicciarda furono per lungo tempo posseduti con titolo di feudo dai nobili Ricasoli, i quali portano tuttora nel loro blasone scolèito il turrito castello della Trappola.
    All’Articolo ROCCA GUICCIARDA fu detto, che essa per lungo tempo prese il distintivo che porta da un
    Guicciardo di Loro, i di cui figli nelle prime decadi del secolo XIII lasciarono ai conti Guidi di Modigliana fra le diverse corti e castelletti anche la Rocca Guicciarda sopra Loro.
    Per quanto sia credibile, non saprei peraltro asserire, se quel
    Guicciardo fosse stato uno de’consorti degli Ubertini, o de’Pazzi del Valdarno; dirò bensì, che il Castello della Trappola nel 1323 era posseduto dai Pazzi del Valdarno seguaci della parte ghibellina, allorchè i suoi abitanti si ribellarono da quei toparchi per darsi al Comune di Firenze, la cui Signoria spedì alla Trappola gente armata a custodia del castello.
    Mostarndosi però quel presidio negligente, fu questo improvvisamente assalito dalle genti de’Pazzi, i quali potettero occupare una delle sue porte; e quantunque i Fiorentini vi accorressero per riprendere la
    Trappola, tutto riuscì inutile, poiché ingrossatisi sempre più i nemici con l’ajuto degli Aretini convenne al presidio fiorentino abbandonare quel castello.
    Tanto asseriva lo storico contemporaneo Giovanni Villani ne’la sua Cronica (Lib. IX cap. 270.)
  •    pag. 2 di 4
    Dal qual attestato risulta, che il Castello della Trappola, dopo essere stato preso ai pazzi, nell’anno stesso 1323, dovè tornare in potere de’medesimi e degli Ubertini di Soffena loro consorti.
    Dalle notizie raccolte da un nobile studioso fiorentino sulle vicende del Castello della
    Trappola e dei suoi signori, le quali si accordano in gran parte con quelle esistenti nell’Arch. Delle Riformagioni di firenze, risulta, che fino dall’anno 1329 messere Bindaccio di Albertano dei Ricasoli comprò dai Pazzi la Rocca Guicciarda ed il poggio S.Clemente, ossia di Pratovalle, e successivamente per contratto del 31 marzo 1331 fra il predetto Ricasoli da una parte, e Aghinolfo di bettino grosso degli Ubertini, piuttostochè Aghinolfo de’conti Guidi, dall’altra parte il castello della trappola e quello di Lanciolina con i loro distretti e giurisdizioni, restarono alla famoglia Ricasoli. Sennonchè il Castello della Trappola fino dall’ottobre del 1324 era caduto in potere della Repubblica Fiorentina, siccome rilevasi dal testè citato scrittore contemporaneo Giovanni Villani al Lib. IX cap.caitolo 272 della sua Cronica. Dondechè resulterebbe, che nel 1329 la Rocca Guicciarda apparteneva ai Pazzi, ed il castel della Trappola agli Ubertini, dai quali passò nei conti Guidi di Romena, per retaggio provenuto da una donna degli Ubertini maritata ad Alessandro conte di Romena. – Vedere LANCIOLINA.
    Molte altre notizie relative alle vicende del Castello della
    Trappola e de’suoi dinasti possono aversi da una relazione di messere Francesco Vinta fatta nel 30 marzo del 1562 alla Pratica segreta, nella quqale trattasi diffusamente dell’origine e privilegj della famiglia Ricasoli desunti dalle pergamene che il Vinta ivi dice di avere esaminate.
    Può servire pertanto di schiarimento a tuttociò ed a quanto fu pubblicato da noi all’Art.
  •    pag. 3 di 4
    Lanciolina una sentenza del 18 maggio 1335 proferita dall’Esecutore degli ordini di giurisdizione del Comune di Firenze contro Bindaccio de’Ricasoli, nella quale sentenza si dichiara, che i castelli e corti della Trappola, di Rocca Guicciarda e loro annessi appartenevano con piena ragione al Comune di Firenze, come quelli che per l’avanti erano stati posseduti da Gerozzo di Agnolo di messere Guglielmo dePazzi ribelle, bandito e come tale condannato dal Comune, ecc. ecc.
    Ciò non ostante il dominio diretto del suddetto castello e rocca continuò a godersi dai Ricasoli, finchè per provvisione della Signoria di Firenze del 5 dicembre 1374 fu deliberato di ricuperare tutte le fortezze e giurisdizioni confinanti al dominio fiorentino. E fu allora che gli uomini del Castello della
    Trappola indipendentemente dai loro signori, per atto pubblico del 24 dicembre dello stesso anno 1374, spontaneamente si sottoposero alla Repubblica Fiorentina.
    Infatti la Signoria con successiva riformagione del 28 marzo 1375 deliberò, che in queste ed altre fortezze state riunite al dominio fiorentino con la provvisione del 5 dicembre 1374 vi fossero deputati dei castellani alla sua custodia.
    Che se la
    Rocca Guicciarda corrispondeva al Castello di Giogatorio, come dubitati all’Articolo Rocca Guicciarda, cotesto fortilizio sarebbe stato presidiato per conto del Comune di Firenze negli anni antecedenti 1351,52 e 55; non così l’altro Castello feudale della Trappola. Infatti i Ricasoli reclamarono tosto alla Repubblica conto le provvisioni del 5 dicembre 1374 e del 28 marzo 1375, tantopiù che Alberatccio di Bindaccio dè Ricasoli per i di lui meriti e per i servigj prestati era in favore della Repubblica Fioretina tostochè con decreto della Signoria del 2 marzo 1350 (stile comune) egli fu ascritto all’ordine cavalleresco, ed ammesso con tutti i suoi
  •   pag. 4 di 4
    discendenti al benefizio della popolarità.
    Con tuttociò dopo tale abilitazione i Ricasoli nel 1391 furono riposti di nuovo nella classe de’magnati fino a che, con provvisione del 14 ottobre 1478,
    Giovanni di Carlo Granello, Bettino di Antonio Galeotto, Pier Giovanni e Bindaccio fra di loro fratelli, e figli di Andrea de’Ricasoli del ramo Fibindacci, furono nuovamente dichiarati popolani e abilitati con i loro discendenti maschi a tutti gli uffizj, non escluso però il pagamento delle gravezze pubbliche alla regola degli altri cittadini, e ciò per aver essi valorosamente difeso dalle truppe del duca di Calabria i loro castelli di Brolio e Cacchiano nel Chianti. – Vedere l’Articolo BROLIO DEL CHIANTI.
    Ciò non ostante il Castello della
    Trappola, ad onta dei reclami de’Ricasoli, dopo il 1375 dovè restare in potere della Repubblica Fiorentina e poi del primo Duca di Firenze, quindi del Granduca Cosimo I, il quale con il diploma concedè nel 1564 con titolo di Baronia al senatore Giulio di Antonio Ricasoli la giurisdizione civile e criminale sopra il feudo granducale del castello e distretto della Trappola e di Rocca Guicciarda, feudo che si estinse dopo la metà del secolo XVIII al pari di tutti gli altri granducali.
    La parrocchia di S. Maria e S. Jacopo alla
    Trappola nel 1833 aveva 412 abitanti.
Localizzazione
ID: 4184
N. scheda: 51460
Volume: 5
Pagina: 579 - 581
Riferimenti:
Toponimo IGM: Trappola
Comune: LORO CIUFFENNA
Provincia: AR
Quadrante IGM: 114-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1713846, 4833020
WGS 1984: 11.6512, 43.621
UTM (32N): 713909, 4833195
Denominazione: Trappola
Popolo: S. Maria e S. Jacopo alla Trappola
Piviere: S. Maria a Loro
Comunità: Loro
Giurisdizione: Terranuova
Diocesi: Arezzo
Compartimento: Arezzo
Stato: Granducato di Toscana
  trova nel testo
 
  scarica scheda
  aggiungi note