Repetti on-line

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VIGNALE, VIGNE, VIGNALI, E VIGNOLA. – Sono nomignoli che al pari di Cerreto, Querceto, Meleto, Farneto, ecc. restarono a varie contrade dove quelle piante di buon ora allignarono, e per del tempo continuarono a investirne il suolo.
Noi segnaleremo qui i luoghi di Vignale più singolari nella Toscana, cioè, il Vignale di Agazzi presso Arezzo; il Vignale di Montajone; quello di Maremma; il Vignale ed il Vignola nella Valle del Serchio; quelli di Bibbiena nel Casentino e di Santa Croce nel Val d’Arno inferiore ecc.

VIGNALE DI MAREMMA fra la Val di Cornia e la Val di Pecora. – Tenuta con castellare, denominato Vignale Vecchio, dove fu una chiesa plebana (S. Vito) da lunga mano diruta e riunita alla pieve di S. Andrea a Valli, ora di S. Leopoldo a Follonica, nella Comunità Giurisdizione Diocesi e circa 9 miglia a ostro-libeccio di Massa Marittima, Compartimento di Grosseto.
Fra le memorie superstiti di questo Vignale fu pubblicato di corto nelle MEMOR. LUCCH. (Vol. V P. III) un istrumento del 17 novembre 980, allorquando Guido vescovo di Lucca trovandosi costà nei beni della sua mensa, in loco et finibus Cornino ubi dicitur Viniale, allivellò molti effetti della pieve Sovigliana al conte Ildebrando figlio del fu conte Gherardo.
Uno degli atti relativi parimente a cotesto Vignale fu pubblicato dal Muratori nel Vol. III delle sue Ant. del Medio Evo. Esso fu rogato in Pisa li 19 giugno del 1439, (a stile comune) all’occasione che il conte Ildebrando figlio di altro Conte Ildebrando alienò la metà de’ beni che egli per eredità paterna e materna possedeva in Vignale. – Anche nel privilegio concesso nel
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maggio del 1221 dall’Imperatore Federigo II al Conte Ildebrando di Soana, sono nominati fra i feudatarii di quel conte un Gherardo di Vignale, ed un Gualfredo suo fratello.
Cotesti nomi ci richiamano all’istrumento dell’1109 citato agli Articoli SCOPETO in Val d’Evola e VIGNALE DI MONTAJONE, atto a scuoprirci in quel Gherardo di Vignale ed in quel Gualfredo due individui della illustre famiglia della Gherardesca.
Arroge a ciò un istrumento inedito dell’Arch. Dipl. Fior. proveniente dal convento di Nicosia in Calci. E’ un rogito scritto in Pisa, nel 18 maggio del 1369, col quale donna Bernarda del fu Tedice conte di Donoratico e vedova di Tinaccio della Rocca aveva preso a mutuo fino al 16 giugno 1366 (a stile comune) fiorini cento da Gherardo del fu ser Baldo da S. Cassiano a Settimo col patto che, non restituendo il capitale, dopo un anno il creditore potesse oppignorare alla debitrice, per ritenere in caso d’insolvibilità le due terze parti di un possesso valutato fiorini 200, situato nel Comune del Castel S. Lorenzo, in luogo appellato Casa Lappi. La qual tenuta di Casa Lappi allora confinava a 1°. con il territorio comunitativo di Suvereto; a 2°. con il Comune di Campiglia (nel quale attualmente Casa Lappi è compreso); a 3°.con il Comune di Vignale (cui spetta il popolo di Valli e Follonica); e dal 4°. lato con il territorio del Comune di Montone.
Anche all’Articolo SCARLINO (PADULE DI) fu citato il Breve o Statuto pisano del 1285, appellato del conte Ugolino, nel quale si rammenta il Comune di Vignale di Maremma, per il cui territorio passava un’antica Via (forse l’
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Emilia o Aurelia Nuova.)
Con sentenza poi del 18 maggio 1369 (a stile pisano) il possesso di Casa Lappi, stato oppignorato, o ipotecato, da donna Bernarda de’conti di Donoratico, fu aggiudicato al conte Gherardo creditore per rimborso del non restituito capitale di fiorini cento, e dei frutti scaduti. – Vedere CASA LAPPI, LORENZO (CASTEL SAN) e ROCCA A PALMENTO.
Questo documento archetipo basterà per se solo a distruggere tutto il fatto riportato da Tronci nei suoi Annali pisani sotto l’anno 1359 (stile comune) e accresciuto di un favoloso racconto dal P. Cesaretti nella sua Istoria di Piombino (T. I pag. 85 e segg.) tosto che Vignale Vecchio esisteva anche nel 1368, quando mantenevasi capoluogo di una Comunità, della quale faceva parte non solo la sua pieve di S. Giovanni e S. Vito, ma ancora la cura di S. Andrea a Valli e la contrada di Follonica.
All’Articolo MASSA MARITTIMA (DIOCESI DI) rammentai un istrumento del 25 marzo 1125, nel quale fu fatta menzione di una pieve e Castello di Valle Aspra situato nel territorio Populoniese, dalla qual pieve probabilmente prese il nome una delle porte attuali della città di Massa Marittima.
Presentemente di cotesto Vignale porta il titolo una vasta tenuta della nobil famiglia Franceschini di Pisa che ha la casa di fattoria circa tre miglia a libeccio del castello distrutto di Vignale Vecchio, ben diverso dal luogo di Franciano esistente 8 miglia toscane a ponente della Pievaccia di Vignale, dalla quale la fattoria di Vignale Nuovo trovasi quasi 5 miglia toscane lontana.
Lungo la strada Regia Emilia, la quale passa in mezzo alla tenuta di Vignale, ed a breve distanza dalla
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casa di fattoria, nel rifare più grandiosa quella via, verso il 1832, furono scoperti molti avanzi di fabbricato distribuito in diverse piccole camere, tutte impiantite a mosaico di marmi bianchi, rossi e di altri colori variamente disegnati, talchè alcuno dubitò che quell’edifizio avesse servito ad uso di bagni, derivati forse da una qualche polla smarrita di acqua termale che scaturiva ivi presso. – Vedere FOLLONICA e VALLI DI FOLLONICA.

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Vignale di Maremma - Vignale Vecchio

(Vignale Vecchio - Poggio Castello)

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