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VINCA in Val di Magra. – Castello con chiesa parrocchiale (S. Andrea) nella Comunità Giurisdizione e circa 8 miglia toscane a ostro di Fivazzano, Diocesi di Pontremoli, già di Luni Sarzana, Compartimento di Pisa.
E’ questo uno de’ paesi più alti del territorio fivizzanese, mentre Vinca risiede sul fianco settentrionale, alquanto sotto la cima del marmoreo Monte Sagro, sopra le sorgenti del lucido, appellato di Vinca a distinzione del Lucido d’Equi che scende più a levante dall’ alpe apuana, detta il Pizzo di Uccello.
All’Articolo FORNO nella vallecola del frigido (Vol. II pag. 327) rammentai una lettera del 7 marzo 1511 (stile fior.) scritta da Niccolò Macchiavelli in qualità di segretario del gonfaloniere perpetuo Piero Soderini al commissario della Repubblica Fiorentina in Castiglion del Terziere, rispetto ai confini contesi fra i villici del Forno spettanti ai Marchesi di Massa e quelli di Vinca soggetti alla Repubblica Fiorentina. I quali popoli fino d’allora contrastavano per causa di pasture una porzione di quella montagna specificata sotto il vocabolo di Alpe Rotaja.
All’Articolo poi FIVIZZANO Comunità (ivi Vol. II pag. 307) rammentai i prugnoli di Vinca, nelle cui montuose praterie nascono copiose e fragranti prugnolaje che quel comunello suole annualmente mandare all’incanto.
Rispetto alla storia politica di Vinca dopo il mille, può dirsi, che cotesto paese insieme con quelli vicini di Equi e di Monzone appartennero ai Marchesi Malaspina di Fivizzano, dei quali formarono una seconda diramazione i marchesi dell’Aquila, di Vinca ecc.
Infatti era compreso nel tronco principale di quel marchese Isnardo figlio del Marchese Obicino di Guglielmo, Marchese di Fivazzano e paesi annessi, il quale alla sua morte (1271) lasciò i feudi di Fosdinovo
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e Fivazzano a Gabriello uno dei suoi figli, che poi nel 1275 divise la signoria predetta col di lui zio marchese Alberto e con i suoi cugini, ragione per cui egli divenne signore dei castelli di Fosdinovo, di Fivazzano, Gragnola, Vinca, Equi, Tenerano, Monzone, ecc.
Fra i figliuoli del Marchese Gabbriello, che morì nel 1289, furonvi il celebre Spinetta emulo di Castruccio, Isnardo II ed Azzolino. dagli ultimi due si propagò la discendenza de’ marchesi di Fivazzano e di quelli di Fosdinovo. Dal Marchese Azzolino discesero i due nipoti Spinetta II duca di Gravina e Leonardo, i quali nel 1393 suddivisero di nuovo i loro feudi in guisa che Leonardo divenne Marchese di Gragnola, ed il primo di Fosdinovo.
All’Articolo CAPODIMONTE fu indicato cotesto Leonardo Marchese di Gragnola ecc. allorché nel 1418 perdette contemporameamente Capodimonte, Vinca, Cassiana, Aquila, Ajola, e Sercognano nella Lunigiana per sollevazione di quelle popolazioni, che dietro le loro istanze furono accolte sotto la protezione e dominio della Repubblica fiorentina.
La qual cosa ebbe effetto mediante una provvisione della Signoria del 13 ottobre 1419, allora quando fu ordinato, che rispetto all’annua offerta del palio da inviarsi dal Comune di Vinca, questo dovesse essere del valore di fiorini venti d’oro, sebbene in seguito fosse ridotto alla metà.
Infine nell’ Arch. delle Riformagioni di Firenze conservasi una relazione fatta al governo granducale sotto li 8 novembre del 1566 da Francesco Vinta rispetto alla tassa assegnata al Comune di Vinca per la repartizione delle spesa generali del capitanato di Castiglione del Terzere in Lunigiana, in cui allora Vinca era compreso.
In quanto poi ai confini territoriali dell’antica Comunità di Vinca a contatto con i territorj di Massa e di Carrara, oltre la lettera del segretario fiorentino del 1511, avvenne
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un’altra del 22 maggio 1494 scritta a nome della repubblica Fiorentina al capitano di Pietrasanta.
La parrocchia di S. Andrea a Vinca nel 1833 noverava 438 abitanti.

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