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Mulino del Palazzo

 

(Mulino del Palazzo)

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    PALAZZO (MULINO DEL) nella Val di Merse. – Casale cui dà il vocabolo un antico mulino della Repubblica sanese, ora del Marchese Bichi-Ruspoli, nel popolo di S. Bartolommeo d’Orgia, Comunità Giurisdizione e circa 5 miglia toscane a ostro scirocco di Sovicille, Diocesi e Compartimento di Siena.
    È uno dei più antichi e più grandiosi mulini dello Stato sanese, fatto edificare nel 1246 per conto della Repubblica
    al tempo di Gualtieri da Calcinaja podestà di Siena.
    Debbo questa al pari di molte altre notizie relative ai luoghi del territorio sanese al generoso ed erudito Ettore Romagnoli, di cui molti che lo stimavano sentiranno per lungo tempo rammarico di averlo già da tre anni perduto.
    Arroge a lode sua una lettera direttami da Siena li 25 luglio 1836, con la quale mi dava contezza di cotesta fabbrica imponente, sebbene malmenata, del
    Mulino del Palazzo. Essa è costruita di pietre non bene squadrate con impostatura degli archi per dov’esce l’acqua della gora a sesto acuto, ma posteriormente quegli archi stati tagliati e ricostruiti a sesto intero braccia 2 e 1/2 più alti per cagione del rialzamento del letto del fiume e dell’adiacente pianura. Il merito però maggiore del Romagnoli su questo rapporto fu quello di essere egli pervenuto con l’ajuto dei libri de’camarlinghi della Signoria di Siena a deciferare l’iscrizione tuttora esistente sulla porta del Mulino del Palazzo scolpita a grandi caratteri, e da niuno stata intesa finora, come quella che addiviene un documento rarissimo, e forse unico nel suo genere, perché scritto in lingua nostra volgare; lingua non mai, almeno nelle cose pubbliche in Italia, usata innanzi la metà del secolo XIII, non facendo caso dell’iscrizione latino italiana del sarcofago nel Camposanto di Pisa, scolpita nel secolo XI. Ecco la copia dell’iscrizione al Mulino del Palazzo:

    MCCXLVI.
    Al
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    tempo de Gualcieri da Calcinaja Podestà Guido Striga Ranieri Lodi.
    Orlandino de Casuccia feice.

    Infatti nel 1246 era podestà in Siena Gualtieri degli Upezzinghi da Calcinaja che abitò il palazzo Bandinelli Paperoni della famiglia del Pontefice Alessandro III, ora distrutto. È quel Gualtieri da Calcinaja stato pure potestà a San Gimignano nel 1221, e che nel 1243 trovavasi ad esercitare lo stesso uffizio in Arezzo. – Vedere CALCINAJA nel Val d’Arno pisano.
    Rispetto agli altri tre personaggi in quella iscrizione rammentati, cioè, Guido di
    Striga, Ranieri Lodi e Orlandino da Casuccia, il Romagnoli scoprì che i primi due erano allora operaj de’mulini del Comune di Siena, mentre il terzo fu capo maestro di quello e di altri edifizj pubblici dello Stato lungo il fiume Merse.
    Il Volume VIII della classe B de’camarlinghi nell’Archivio Diplomatico di Siena indica diversi pagamenti fatti nel 1246, non solamente ai suddetti operai, ma ancora al capo maestro che murò cotesto grandioso
    Mulino del Palazzo. Fra i quali pagamenti il Romagnoli in quella lettera ne indicava uno di denari sborsati a maestro Orlandino de Chazuccia, quos eidem debebant (i Signori Nove) ex imposita facta a dicto Gualtiero de Calcinaja Potestate Senarum in aedificandos et costruendos pro Comuni in flumine Mersis, etc.
    I contorni del
    Mulino del Palazzo fino da quella età erano selvosi; avvegnaché nel 1248 i Signori Nove deputarono due cittadini distinti, cioè, Pelacane de’Tolomei e Provenzano Salvani, a visitare le macchie nelle vicinanze del Mulino del Palazzo e farle ridurre praticabili mediante stradelle, perché l’Imperatore Federigo II, trovandosi in Siena con Federigo re d’Antiochia suo figlio, voleva andare a caccia in quelle parti. – (ARCH. DIPL. SAN. Vol. del 1248 del Gran Consiglio.)
    Finalmente a
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    questo Mulino del Palazzo riferisce un istrumento del 5 settembre 1375 rogato in Siena, relativo ad una permuta di beni, fra i quali si dichiara appartenere alla badia di S. Eugenio presso Siena, ora detta il Monistero, un mulino posto sul fiume Merse, volgarmente appellato il Mulin del Palazzo nella curia di Orgia contado di Siena, compresovi il palazzo dello stesso mulino, e altre case annesse; più un altro mulino sullo stesso fiume Merse nella curia di Frontignano, volgarmente appellato il Mulin della Petriera ec. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte del Convento degli Agostiniani di Monticiano).

    PALAZZO (MULINO DEL) in Val di Merse. – Dove si riporta l’iscrizione del 1246 al tempo di Gualtieri da Calcinala podestà di quella Repubblica, si aggiunga la notizia trovala nell’
    Arch. Dipl. Sanese (Kaleffo dell’Assunta) contenente una provvisione del 14 novembre 1246, in rigore della quale Gualtieri da Calcinaja potestà di Siena in nome di quella Repubblica: vendé il padule di Canneto presso la Badia all’Isola con le terre intorno, il tutto pervenuto in detto anno in potere del Comunità di Siena. La qual vendita fu eseguita (dice il documento) «ad oggetto di soddisfare il debito che aveva quella Repubblica per le spese fatte al Mulino del pubblico posto sul fiume Merse.» – Vedere PETROJO SULLA MERSE.
Localizzazione
ID: 4498
N. scheda: 37310
Volume: 4; 6S
Pagina: 34 - 35; 174
Riferimenti:
Toponimo IGM: Mulino del Palazzo
Comune: SOVICILLE
Provincia: SI
Quadrante IGM: 120-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1683985, 4787323
WGS 1984: 11.26602, 43.21783
UTM (32N): 684048, 4787497
Denominazione: Mulino del Palazzo
Popolo: S. Bartolommeo d'Orgia
Piviere:
Comunità: Sovicille
Giurisdizione: Sovicille
Diocesi: Siena
Compartimento: Siena
Stato: Granducato di Toscana
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