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BASTIA in Val di Magra. Castello che fu sede feudale di un ramo dei marchesi Malaspina con chiesa parrocchiale (S. Giacomo) nel distretto di Licciana, Giurisdizione e circa 6 miglia toscane a greco dell’Aulla, Diocesi di Massa Ducale, già di Sarzana, Ducato di Modena.
Risiede sulla cresta di un contrafforte dell’Alpe di Camporaghena, a cavaliere del torrente Tavarone, che gli scorre sotto dal lato occidentale, difeso dall’arte e dalla natura per il suo malagevole accesso, in mezzo a folte e grandiose piante di castagno.
Appartenne per lunga età ai Malaspina di Villafranca discendenti da Federigo figlio dell’antico Corrado rammentato dall’Alighieri. – Toccò in sorte a Giovanni Spinetta nella divisa del paterno retaggio, fatta nel 1481 col fratello Tommaso marchese di Villafranca, confermatogli in feudo da Carlo V, nel 1523, insieme con i castelli di Licciana, di Suvero Podenzana e Terrarossa. Fioramonte, uno dei figli di Giovanni Spinetta continuò la linea dei marchesi di Bastìa e di Terrarossa. Questi fu padre di quel Fabrizio che, nel 1617, vendè il suo feudo di Terrarossa al Gran Duca Cosimo II, mentre la Bastìa fu conseguita da Ippolito altro figlio di Fioramonte. Fu esso che ottenne, nel 1631, dall’imperatore Ferdinado II l’investitura dello stesso marchesato per se e sua successione, estinta nel 1783.
Per effetto di ciò il feudo della Bastìa ritornò nei march. del Ponte e di Licciana, che lo perderono nelle vicende politiche dell’invasione francese; dopo di che, alla pace generale del 1814, questo al pari degli altri feudi dei Malaspina fu incorporato al dominio del Duca di Modena. (GERINI, Mem. Stor. di Lunigiana.)
La Bastìa conta 195 abitanti.

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Bastia

(Bastia)

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