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S. Pancrazio a Cavriglia

 

(S. Pancrazio)

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    PANCRAZIO (S.) a CAVRIGLIA nel Val d’Arno superiore. – Pieve antica dove fu un castelletto da lungo tempo ridotto a uso di villa padronale nella Comunità e circa miglia toscane 1 e 1/2 a ponente di Caviglia, Giurisdizione di San Giovanni del Val d’Arno, Diocesi di Fiesole, Compartimento di Siena.
    Risiede in Piaggia sotto la cresta dei monti che separano il Chianti dal Val d’Arno superiore, alle sorgenti del borro di
    Cerboli, tributario del torrente Cervia in cui entra tre miglia toscane al di sotto di S. Pancrazio.
    Non dirò se a questa pieve di S. Pancrazio debba riferire il diploma apografo di Carlo Magno alla badia di Nonantola: dirò bensì che essa la si ritrova rammentata fino dall’aprile 1038 in un contratto di vendita di beni posti nei pivieri di S. Giovanni (
    Cavriglia), di S. Pancrazio, di S. Marcellino (in Chianti) e di S. Pietro a Venano (Gajole).
    Che il luogo dov’è la suddetta pieve un dì si appellasse
    Vertine, lo dà a conoscere un altro istrumento della stessa provenienza del 30 gennajo 1053, in cui ritratta di una donazione che fece Alberto del fu Rodolfo, chiamato Gotulo di tutte le sue case, vigne e terreni situati nei pivieri di S. Giovanni a Caviglia e di S. Pancrazio a Vertine. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte della Badia di Coltibuono.)
    Fra le membrane appartenute alla badia di Passignano ora nello stesso
    Archivio Diplomatico avvenne una del dì 8 gennajo 1282 contenente una lettera del vicario vescovile di Fiesole presentata da don Ruggirei pievano dell’Impruneta e sedicente pievano di S. Pancrazio al giudice della curia del Sesto della Porta di S. Piero per il podestà di Firenze, affinché sotto pena di scomunica egli
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    revocasse qualunque precetto o staggiamento stato fatto ad istanza di mess. Viviano della Cazza pievano di S. Pancrazio e priore della chiesa di S. Bartolommeo a Scampato contro gli uomini e comuni della Vacchereccia, di Castelnuovo, di Colle e di Albola per cagione della pieve più volte nominata.
    Cotesto chiesa battesimale è stata per molti secoli di giuspadronato della casa magnatizia Gherardini del ramo de’signori da Monte Corboli, siccome apparisce dai ricordi MSS. del secolo XVI che lasciò alla sua famiglia Niccolò di Francesco Gherardini che ne fu pievano. Avvegnacchè nel 1471 era stato pievano della chiesa medesima mess. Giovanni di Lorenzo di Ugolino di Naldo di Lotteringo Gherardini, cui succeda nel 1487 mess. Roberto di Niccolò di Piero di Antonio di Ugolino Gherardini. Per la morte di questo pievano nel 1524 ne ebbe l’investitura mess. Lorenzo di Galeotto de’Medici alla cui morte (anno 1568) succeda l’autore dei citati ricordi di casa Gherardini, quello stesso che fatto poi nel 1585 canonico della Metropolitana fiorentina, rinunziò la detta pieve a titolo di permuta ad altro individuo della stessa stirpe, Jacopo di Vincenzio Gherardini. Mancato quest’ultimo terminano i suddetti ricordi col pievano di S. Pancrazio mess. Francesco del fu Carlo di Francesco Gherardini, il quale prese l’investitura di cotesto chiesa nell’agosto dell’anno 1586.
    Dai Gherardini il padronato della pieve di S. Pancrazio nel secolo XVIII passò nella Sig. Margherita Lenoni entrata in casa Strozzi e poi maritata a un nobile Nuti, dai di cui eredi essa viene attualmente conferita.
    All’epoca del catalogo del 1299 delle chiese della diocesi di Fiesole la pieve di S. Pancrazio aveva per suffraganee le seguenti parrocchiali: 1. S. Salvatore di
    Vacchereccia, esistente , 2. S. Michele alle Gole, ovvero al Colle, aggregata alla seguente; 3. S.
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    Pietro a Massa, esistente; 4. S. Donato di Castelnuovo, esistente; 5. S. Andrea di Montermino, distrutta.
    La chiesa di S. Pancrazio è di dimensione mediocre, ed ha tre altari con tribuna e cantoria. Essa è stata arricchita di arredi sacri e restaurata insieme colla sagrestia e canonica del pievano Cammillo Sacchetti sul principio del secolo attuale.
    La torre quadrata che serve di campanile annesso alla pieve, e che ha servito ancora di fortilizio, fu mozza, e soprappostavi un’altra torre di minor diametro con tre campani, una delle quali risale probabilmente al tempo del pievano Ansaldo che fece edificare cotesto torre, nell’aprile dell’anno 1147, siccome apparisce dalla iscrizione sull’architrave della porta d’ingresso. – Assai più pregevole era la campana maggiore perché fusa dal celebre Andrea del Verrocchio per la badia di Montescalari, la quale fu comprata nel 1808 dal pievano Sacchetti che ebbe il dispiacere pochi anni dopo di sentirla rotta, e quindi la malaugurata bramosia di rifonderla per averne una di nessun pregio e di più piccola dimensione. –
    Vedere ABAZIA DI MONTESCALARI.
    Il popolo della pieve di S. Pancrazio a Caviglia nel Val d’Arno di Sopra, nel 1833 contava 302 abitanti.
Localizzazione
ID: 4520
N. scheda: 37570
Volume: 4
Pagina: 46 - 47
Riferimenti:
Toponimo IGM: S. Pancrazio
Comune: CAVRIGLIA
Provincia: AR
Quadrante IGM: 114-4
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1698258, 4822445
WGS 1984: 11.45432, 43.53018
UTM (32N): 698322, 4822619
Denominazione: S. Pancrazio a Cavriglia
Popolo: S. Pancrazio a S. Pancrazio a Cavriglia
Piviere: S. Pancrazio a S. Pancrazio a Cavriglia
Comunità: (Montegonzi) Cavriglia
Giurisdizione: S. Giovanni Val d'Arno
Diocesi: Fiesole
Compartimento: Siena
Stato: Granducato di Toscana
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