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Petraja di Castello - Gondo

 

(La Petraia)

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    GONDO nel Val d’Arno sotto Firenze. – È un podere compreso nella R. Tenuta di Castello e della Petraja nel popolo di S. Michele a Castello, Comunità Giurisdizione Diocesi e Compartimento di Firenze.
    Fu eretto costà nel Gondo un edifizio corredato di nuove macine differenti dalle ordinarie con gran pressa idraulica che il Granduca LEOPOLDO II felicemente regnante ordinò, e fece venire appositamente da Londra, affinchè servisse di modello e di utile eccitamento da imitarsi dai ricchi possidenti di oliveti per la migliore manifattura dell’olio, oggetto di somma importanza per l’oleifera Toscana.

    PETRAJA DI CASTELLO nel Val d’Arno fiorentino. – Villa granducale con parco annesso alla sottostante R. Villa
    di Castello, nella parrocchia medesima di S. Michele a Castello, piviere di S. Stefano in Pane, Comunità Giurisdizione e circa 3 migl. a levante di Sesto, Diocesi e Compartimento di Firenze, da cui dista quasi 3 migl. a maestrale.
    Questa deliziosa Villa R. situata a cavaliere di quella più grandiosa di Castello trovasi ad una elevatezza di braccia 256 sopra il livello del mare Mediterraneo, calcolata dalla sommità del suo torrino. – Sorge sul lembo di una collina, alla quale il Monte Morello serve di spalliera a difesa dei venti settentrionali, mentre dal lato di levante ha sotto di sè la ridente contrada di Careggi e Montughi, ed in seconda linea i popolati poggi della Lastra, di Fiesole e di Settignano. Vede al suo scirocco la bella Firenze, cui fanno corredo intorno intorno i colli di Arcetri, del Poggio Imperiale, di Bellosguardo e di Soffiano, e tra questi e quelli una popolatissima pianura percorsa dall’Arno, da Rovezzano a Signa, spaziando l’occhio da scirocco e ostro fra il Pian di Ripoli e Legnaja , mentre da libeccio a ponente le stanno davanti le ubertosissime campagne di Settimo, Gangalandi, Sesto, Campi,
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    Brezzi, Calenzano, Prato e Poggio a Cajano.
    È la Petraja un palazzo non molto grande con torre quadrata in mezzo, un dì posseduto dai Brunelleschi di Firenze, alcuni della cui famiglia (i figliuoli di Boccaccio Brunelleschi) nel 1364 seppero difendersi valorosamente dall’oste pisana e dalle compagnie di militi inglesi e tedeschi, penetrate fino costà, cosicché inutilmente per tre volte diedero assalto alla torrita villa della Petraja. – (M. VILLANI,
    Cronic. e AMMIR. Stor. fior. Lib. XI.)
    L’Ammirato riportando nelle sue Istorie cotesto fatto sembra persuaso, che la torre che oggi si vede nel palazzo della Petraja, rifatto dal Card. Ferdinando de’Medici e terzo Granduca della Toscana, fosse quella medesima che fu combattuta nel 1364 dall’esercito anglo-tedesco-pisano, lo che non armonizza coi documenti che citerò qui appresso.
    Essendo chè due anni innanzi cotesta impresa, mess. Pino del fu mess. Francesco Brunelleschi del popolo di S. Leo di Firenze, a tenore di un suo testamento, rogato nel dì 31 ottobre 1362, lasciò per legato la sua villa della Petraja con due torri annesse, alcune case ed un podere ai PP. Serviti di Firenze con l’obbligo di fondarvi una chiesa unitamente a un convento perché vi stesse una famiglia di 12 di quei religiosi; in mancanza di che chiamava a godere quel legato i capitani della compagnia di Orsanmichele.
    Accaduta poco dopo la morte di mess. Pino Brunelleschi, i PP. Serviti con atto del 15 dicembre dello stesso anno 1362 dichiararono di accettare la villa della Petraja, e di esser pronti a fondarvi ed installarvi un convento con 12 de’loro religiosi. Ma alle parole non furono corrispondenti i fatti, poiché quei religiosi non avendo preso possesso della villa, case e podere della Pietraja, la vedova di mess. Pino, donna Petruccia che fu figlia del conte Petruccio di Montemarti della diocesi di Orvieto, come
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    erede privilegiata per ragione delle sue doti, vendè a Gualterotto figlio emancipato di mess. Boccaccio Brunelleschi per fiorini 982, in rimborso delle sue doti la villa col podere della Petraja. Ciò apparisce da un lodo sotto dì 13 novembre del 1372 pronunziato dai capitani della compagnia d’Orsanmichele, legatarii da mess. Pino Brunelleschi sostituiti ai frati predetti in caso d’inosservanza. I quali in primo luogo decisero che la vendita de’beni della Petraja era nulla, riservato il diritto a Gualterotto Brunelleschi sugli altri beni dell’eredità del fu mess. Pino, come subentrato nelle ragioni dotali della vedova di lui. In secondo luogo, che invece del convento destinato dal testatore, si dovessero erogare fiorini 600 nella fabbrica di una chiesa o cappella alla Petraja sotto il titolo della B. V. Maria e di S. Fruttuoso; e che ogni rimanente della spesa dovesse essere a carico de’PP. Serviti; che la nuova chiesa si dovesse dire di mess. Pino dei Brunelleschi e de’Serviti, riservando facoltà al prenominato Boccaccio di farvi dipingere o scolpire le sue armi. In terzo lungo che ai PP. Serviti fosse dato il possesso di un podere che fu di mess. Pino annesso alla stessa villa della Petraja. In quarto luogo che i detti religiosi fossero obbligati a solennizzare ogn’anno in perpetuo nella nuova chiesa la festa della Madonna di settembre, e quella di S. Fruttuoso nel mese di novembre. In quinto luogo, che la villa medesima della Petraja dovesse continuare a tenersi e possedersi da Gualterotto di Boccaccio Brunelleschi, e dai suoi figli ed eredi con l’onere di pagare per una volta tanto ai capitani della compagnia di Orsanmichele fiorini 300 d’oro da distribuirsi ai poveri per rimedio dell’anima di mess. Pino Brunelleschi.
    Finalmente con altro istrumento del dì 30 dicembre 1372 per rogito di Luca del fu Bamboccio
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    not. e citt. fior. risulta che Fr. Stefano di Benuccio in quel giorno prese possesso dei detti beni in nome del convento de’Servi di Firenze. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte del convento della SS. Annunziata)
    Resta però a sapere come la stessa villa de’Brunelleschi nel secolo XV fosse passata in proprietà di Palla di Onofrio Strozzi e di Lorenzo suo figliuolo. Avvegnaché trovo mess. Lorenzo di Palla Strozzi nel 24 dicembre del 1438 nella sua villa della Petraja popolo di S. Michele a Castello, dove fu rogato un istrumento, col quale egli fece quietanza ed esonerò gli operai dell’opera di S.Jacopo di Pistoja dalla cauzione da essi data per la compra fatta da mess. Palla di Onofrio Strozzi di lui padre della tenuta
    di Ambra sotto il Poggio a Cajano per 1390 fiorini d’oro che egli acquistò dai fratelli Domizio e Jacopo figli del fu Pietro Cancellieri di Pistoja. Ma poscia quei beni essendo stati assicurati sui Luoghi di Monte in Firenze, il predetto Lorenzo di Palla Strozzi con quell’atto pubblico dichiarò liberi e assoluti gli operai dell’opera di S.Jacopo dalla precedente ipoteca.
    Sa la Petraja de’Brunelleschi, poi degli Strozzi, pervenisse nella casa de’Medici per effetto della confisca dei beni di Palla Strozzi fatta dalla Rep. Fior. dopo richiamato dall’esilio Cosimo
    Padre della Patria, o se fu ciò in conseguenza della ribellione tentata da Filippo Strozzi contro il governo di Cosimo de’Medici, ciò sarebbe un soggetto di ricerca storica che si allontanerebbe di troppo dal piano del mio lavoro.
    Certo è che la Petraja fu riedificata dal Buontalenti ed abbellita di pitture dal Franceschini detto il Volterrano per cura massimamente del Granduca Ferdinando I; il quale concedè un libero uso della medesima a Scipione Ammirato generosamente provvisto per scrivere costà la Storia fiorentina, mentrie 40 anni prima
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    Benedetto Varchi, nella villetta pure Medicea della Topaja, prossima ed un poco più elevata di questa della Petraja, aveva disteso la parte storica dell’ultimo importantissimo periodo della repubblica fiorentina.

Localizzazione
ID: 4633
N. scheda: 38930
Volume: 2; 4
Pagina: 466; 138 - 140
Riferimenti: 13690
Toponimo IGM: La Petraia
Comune: FIRENZE
Provincia: FI
Quadrante IGM: 106-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1679923, 4854265
WGS 1984: 11.23821, 43.82112
UTM (32N): 679986, 4854440
Denominazione: Petraja di Castello - Gondo
Popolo: S. Michele a Castello
Piviere: S. Stefano in Pane
Comunità: Sesto
Giurisdizione: Sesto
Diocesi: Firenze
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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