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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Petrojo

 

(Petroio)

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    PETROJO in Val d'Orcia. – Castello con chiesa plebana (SS. Pietro e Giorgio) nella Comunità e quasi 5 miglia toscane a ostro scirocco di Trequanda, Giurisdizione di Asinalunga, Diocesi di Pienza, già di Arezzo, Compartimento di Siena.
    Risiede sulla sommità di un Poggio di figura conica formato di una roccia calcare cavernosa, facente parte di quelli che separano la Val di Chiana dalla Val d’Ombrone sanese e da quella dell’Orcia, fra le scaturigini settentrionali del torrente
    Trove tributario del fiumicello Asso.
    Nella parte più eminente fra le diroccate mura castellane di Petrojo si alza una torre dov’era la casa del giusdicente, che fino dal 1271 la Rep. sanese aveva decretato si tenesse in Petrojo.
    Comecché questo castello fosse uno dei tanti che possederono nel contado di Siena i limiti della Berardenga e della Scialenga, e fosse confermato loro dagl'Imperatore Arrigo VI, Ottone IV, Federigo II e Carlo IV, pure il Castello di Petrojo sino dal 1175 era sottomesso al Comune di Siena.
    La chiesa antica de'SS. Pietro e Giorgio a Petrojo, già succursale della pieve di S. Stefano di Acennano, ora a Castel Muzzi, nei primi secoli dopo il mille era priorato dei monaci Vallombrosani soggetto alla badia di S. Andrea dell'Ardenga, e questo e quello all'abate di Coltibuono. Non so pertanto come i dotti annalisti Camaldolensi fidandosi del Gigli, credessero che la chiesa di S. Pietro a Petrojo fosse un'abbadia dei monaci Benedettini, dai quali passò nei Camaldolensi insieme con il Mon. di S, Maria a Sicille. Alle quali due chiese appella una bolla dell’11 novembre 1180 diretta dal Pont. Alessandro III a Pepone e ai suoi fratelli monaci della badia di S. Maria di Sicille, cui confermò
    locum in quo praefatum monasterium situm est, ecclesiam S. Petri in Petrorio. ecclesiam S. Andreae etc. – Vedere ABBAZIA
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    dell’ARDENGA e BADIA di SICILLE.
    Infatti toglie ogni dubbiezza un istrumento del 24 giugno 1311, scritto nella chiesa del monastero di Petrojo, in cui si rogò un atto di obbedienza prestata da Ranieri priore e da D. Guido monaco del Mon. di S. Pietro a Petrojo dell'ordine Vallombrosano a D. Bernardo abate della badia di S. Andrea dell’Ardenga dello stesso ordine nella Diocesi di Siena, alla qual badia il monastero di Petrojo ivi si dichiara sottoposto. – (Arch. Dipl. Fior.
    Carte della Badia di Ripoli.)
    In quanto poi all’obbedienza che per parte loro fino dal secolo XIII facevano i monaci e l'abate dell'abazia di S. Andrea dell’Ardenga all'abate di Coltibuono, potrei citare molti documenti originali di quest'ultima badia, ora nell'Arch. Dipl. Fior. fra i quali mi limiterò ad un atto di sottomissione del 1248, e a due rendimenti di conti del 27 agosto e 27 settembre 1275 fatti dal camarlingo della badia dell'Ardenga all’abate di Coltibuono.
    Vero è che nell'Arch.
    Dipl. di Siena (Kaleffo nero n. 133 a c. 72) sotto 1'anno 1353 è registrato un concordato fra il Com. di Siena e quello di Montepulciano, nel quale si dice, che i Sanesi non debbono intromettersi negli affari dell'Abbadia di Petrojo per essere giurisdizione di Montepulciano. Peraltro il titolo di abazia dato alla canonica di S. Pietro a Petrojo era abusivo ai pari di quello di altre chiese dipendenti da monasteri, i di cui superiori solevano inviare al governo di esse un monaco col titolo di priore loro rappresentante. – Infatti in altro libro del testé citato Arch. Dipl., al Kaleffo rosso n.14 a c. 14, sotto l’anno 1358 fu registrato un lodo emanato dal Vesc.Torcello, che diceva doversi demolire il cassero stato edificato dai Perugini in Petrojo sulle abitazioni di, quel Mon. di S.
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    Pietro, e doversi restituire all'antico stato quella chiesa, la quale era stata riunita alla badia di S. Maria di Sicille dal Pont. Alessandro III insieme all’altra chiesa di S. Andrea con bolla concistoriale del dì 11 novembre dell'anno 1180. – Arroge che allora portava il titolo di S. Andrea un piccolo spedale esistito in Petrojo e rammentato in una rubrica dello statuto di Siena del 1349, che ordina di fare un'elemosina allo spedale di Petrojo. Anche lo statuto sanese del 1360 assegna mezzo stajo di sale per bocca egli individui dello spedale di S. Andrea a Petrojo.
    Nei tempi posteriori questo Castello fu dominato dalla famiglia Salimbeni di Siena; attualmente la prosapia Bandini.Piccolomini vi possiede una tenuta con casa da fattoria posta in Petrojo alto presso la torre. Contigua alla qual casa vedesi la meschina abitazione dove nacque Bartolommeo Carosi, detto il
    Brandano, celebre azzardatore di profezie, in specie sulla sorte di Siena dove morì li 14 magg. 1551, e di cui scrisse la vita il cav. Antonio Pecci, pubblicata nel 1746 in detta città.
    Rispetto alla natura del suolo di Petrojo, esistono attorno al poggio di solido calcare cavernoso delle crete argilloso-siliceo ocracee, delle quali giovansi gli abitanti per fabbricare orci, vasi da cucina, e simili altri lavori di terraglia ordinaria che vendono nei paesi circonvicini.
    Lungo il fosso detto le
    Zolforate conservansi alcune rovine di un edifizio servito per la fabbrica del vetriolo verde (solfato di ferro) la cui confezione operatasi mediante la salificazione spontanea dei solfuri di ferro contenuti nelle terre bolari di sopra accennate; ed è quella fabbrica di vetriolo a Petrojo che rammentò il Mercati nella sua Metalloteca Vaticana. – Vedere TREQUANDA Comunità.
    Lo statutello di Petrojo fatto sotto il pontificato di Paolo IV rammenta la festa dei SS. Pietro e
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    Giorgio patroni del popolo e titolari della parrocchia di Petrojo.
    Nel registro delle chiese della diocesi aretina del secolo XIV se ne trovano due in quanto Cast. di Petrojo, cioé, una dedicata a S. Giorgio e l'altra a S. Pietro, entrambe sotto il piviere di S Stefano d'Acennano; lo che indicherebbe la loro riunione accaduta dopo il sec. XIV. – Infatti nel quadro del primo altare della chiesa di S Pietro a Petrojo è dipinto un S. Giorgio. Vi si ammira pure una tavola rappresentante la Nostra Donna e S. Domenico, opera del ch. pittore sanese Cav. Francesco Vanni.
    La parrocchia di S. Pietro a Petrojo nel 1833 contava 437 abitanti.
Localizzazione
ID: 4663
N. scheda: 39280
Volume: 4
Pagina: 155 - 156, 202
Riferimenti:
Toponimo IGM: Petroio
Comune: TREQUANDA
Provincia: SI
Quadrante IGM: 121-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1718655, 4780013
WGS 1984: 11.68957, 43.14283
UTM (32N): 718719, 4780187
Denominazione: Petrojo
Popolo: SS. Pietro e Giorgio a Petrojo
Piviere: SS. Pietro e Giorgio a Petrojo
Comunità: Trequanda
Giurisdizione: Asinalunga
Diocesi: (Arezzo) Pienza
Compartimento: Siena
Stato: Granducato di Toscana
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