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Marignolle (S. Maria)

 

(Marignolle - S. Maria)

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    MARIGNOLLE nel Val d’Arno fiorentino. – Contrada e collina suburbana, posta a libeccio di Firenze, con due chiese parrocchiali (S. Maria e S. Quirico a Marignolle) nel piviere di Giogoli, Comunità di Legnaja, Giurisdizione del Galluzzo, Diocesi e Compartimento di Firenze, la cui città trovasi circa due miglia a grecale della contea di Marignolle.
    È una deliziosa collina sparsa di case coloniche, di ville signorili, di amene coltivazioni, alla cui pendice occidentale scorre la Greve. Una di coteste ville apparteneva all’estinta famiglia de’
    Marignolli, che fu di grandissima autorità in Firenze e quasi sempre capo di fazione Guelfa, cosicchè essa dovè tutta uscire dalla patria dopo la disfatta di Montaperto (anno 1260). Per altro non corsero appena sei anni che la stirpe Marignolli alla testa del suo partito tornò a signoreggiare in Firenze, cui diede non pochi gonfalonieri di giustizia e priori d’arti.
    Fu la chiesa di S. Maria a Marignolle un asceterio di donne rammentato in alcune memorie del secolo XIII. Questo monastero, dice il Richa, era compreso nel popolo dei SS. Quirico e Giulitta a Marignolle, quando quelle recluse, nel febbrajo del 1289, passarono ad abitare in Firenze nel popolo di S. Lucia sul Prato, dopo aver fabbricato chiesa e chiostro sotto l’invocazione di S. Maria. Il terreno sul quale fu edificata la nuova clausura per le monache di Marignolle, apparteneva a una Gianfigliaccio del fu Rosso de’Gianfigliazzi, il quale probabilmente ebbe in permuta il luogo delle monache di Marignolle, che fu poi convertito nella villa Gianfigliazzi, acquistata di recente dal Marchese Gino Capponi. È quella stessa villa nella quale si fermò tre giorni il Pont. Leone X per dar tempo ai Fiorentini di compire i grandi preparativi al suo solenne ingresso.
    Non meno celebre è Marignolle per altra villa che fu de’Sacchetti, dove nel 1379 si macchinò
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    una congiura contro il governo di Firenze con l’intenzione di dare la città in mano del re Carlo da Durazzo, mentre le sue genti scendevano in Italia per cacciare da Napoli la regina Giovanna.
    Il capo della congiura fu Giannozzo Sacchetti uomo ipocrita, il quale giudicando l’occasione pronta alle novità, stimò potergli leggermente venir fatto di mutare stato. – Alle quali cose Giannozzo Sacchetti veniva anche stimolato da Benedetto Peruzzi, e da Lapo da Castiglionchio, che trovavansi banditi come ribelli della repubblica fiorentina. Dondechè il Sacchetti, dopo aver ragunati molti suoi amici a cena nella villa a Marignolle, palesò le lettere del re Carlo ai convitati, in cui si prometteva, previo lo sborso di 3000 fiorini, di rimettere in patria i complici fuorusciti.
    In questo mentre la Signoria essendo stata avvisata della congiura, e sentito il Sacchetti a Marignolle arrivato, commise al capitano del popolo che mandasse ad arrestarlo coi congiurati; lo che eseguito, e avuto dal Sacchetti mediante i tormenti, piena confessione di tutta la trama, ai 15 di ottobre dell’anno stesso 1379 gli fu mozzata la testa.
    Bonifazio Peruzzi, che doveva ancor egli per le leggi dell’offesa maestà morire, alle preghiere di molti cittadini fu liberato mediante lo sborso di 2000 fiorini d’oro. La stessa pena fu anche data a Donato Strada, a Piero Canigiani, a Guido della Foresta, e ad Antonio da Uzzano. Ma Benedetto Peruzzi, che aveva falsato il suggello del re Carlo da Durazzo, fu condannato in contumacia a morte, qualora in potere della repubblica fosse capitato. (AMMIRAT.
    Storie Fior. Lib. XIV).
    Fra le ville celebri di Marignolle, oltre la summentovata de’Sacchetti, havvi la testè rammentata de’Gianfigliazzi. Quest’ultima è situata presso la vecchia chiesa di S. Maria, ridotta attualmente a camposanto della nuova parrocchia, il cui giuspadronato nel principio del secolo XVIII passò nel marchese Piero Capponi.
    La
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    stessa famiglia Capponi fino dal secolo XVII aveva acquistato l’altra più grandiosa villa, detta ora dei Capponi, circondata da vasto prato, e giardino sostenuti da grandi muraglioni a barbacane, con sotterranee tinaje e grandiose cantine. Cotesta villa signorile fu edificata dai primi Granduchi di Toscana col disegno di Bernardo Buontalenti. – Essa insieme con molti poderi annessi fu assegnata a Don Antonio nato dalla Bianca Cappello e dal Granduca Francesco I innanzi che la sposasse. Il quale D. Antonio sarebbe stato legittimato se contava il vero una cartella di piombo citata dal canonico Moreni, la quale esisteva nella compagnia di S. Maria a Marignolle, chiesa che fu fondata da D. Antonio suddetto nell’anno 1599, e per la quale Alessandro Bronzino fece il quadro dell’altare, rappresentante la SS. Annunziata.
    La parrocchia di S. Maria a Marignolle nel 1833 noverava 216 abitanti.
    La parrocchia de’SS. Quirico e Giulitta a Marignolle nel 1833 aveva 198 abitanti.
Localizzazione
ID: 4746
N. scheda: 30101
Volume: 3
Pagina: 79 - 80
Riferimenti: 30100
Toponimo IGM: Marignolle - S. Maria
Comune: FIRENZE
Provincia: FI
Quadrante IGM: 106-2
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1678488, 4846477
WGS 1984: 11.21779, 43.7514
UTM (32N): 678552, 4846652
Denominazione: Marignolle (S. Maria)
Popolo: S. Maria a Marignolle
Piviere: S. Alessandro a Giogoli
Comunità: Legnaja
Giurisdizione: Galluzzo
Diocesi: Firenze
Compartimento: Firenze
Stato: Granducato di Toscana
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