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Dizionario Geografico Fisico
e Storico della Toscana

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Bocca di Magra - Foce di Magra - Magra - Valle della Magra

 

(Bocca di Magra - Fiume Magra)

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    BOCCA DI MAGRA. Scalo e ricovero opportuno ai piccoli navigli, allorché i venti contrarj e le traversie impediscono loro di potere superare il vicino promontorio del Corvo per entrare nel Golfo della Spezia. – Vedere MAGRA Fiume.

    FOCE e FOCI. – Titolo generico che serve a segnalare varie località, sebbene sotto un doppio aspetto: di
    sbocco, cioè, o varco da una in altra vallecola, appellato Foce e talvolta Colla, (Colle de’Francesi); oppure, viene usato ad esprimere la Foce o Bocca di un fiume o fiumana, sia direttamente in mare, sia confluente in altro fiume. Al secondo significato riferiscono i primi tre luoghi seguenti; gli altri successivi spettano al primo caso.

    FOCE o BOCCA DI MAGRA. – Da questa Foce prese il distintivo il mon. degli Agostiniani Romitani di S. Croce
    ad fauces Macrae, noto specialmente per una lettera dedicatoria, attribuita al priore di quel convento (Fr. Ilario) e diretta a Uguccione della Faggiuola, per commissione (a detta dell’autore) datagli verbalmente da Dante Alighieri, nell’atto che gli consegnò la prima cantica della divina Commedia per spedirla al Faggiuolano. – Vedere TROJA, Veltro allegorico.

    MAGRA fiume (Macra). – Questa grossa e precipitosa fiumana, che dà il suo nome alla Val di Magra, raccoglie le prime fonti fra le balze meridionali del Monte Lungo e quelle occidentali del Mont’Orsajo, due sproni dell’Appennino della Cisa; ad una elevatezza di 1420 braccia sopra al livello del mare Mediterraneo.
    La Magra, dopo la discesa di circa 8 miglia toscane lungo la vallecola di Val d’Antena, riceve poco sopra la città di Pontremoli dal lato di mastr. il torrente Magriola, finchè dentro la suddetta città, non più
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    che a 420 br. sopra il livello del mare alla Magra si marita il grosso torrente Verde dopo avere ciascuno di essi passato sotto due ponti separatemente e quindi insieme unitisi innanzi di entrare nel subborgo meridionale dell’Annunziata.
    Poco dopo dal lato destro del fiume precipita dal monte di Zeri ad accrescere tributo alla Magra il torrente
    Gordana, e più sotto il Teglia, cui sbocca dirimpetto il Caprio provenienti dai contrafforti occidentali del mont’Orsajo. Fatta ricca da cotesti copiosi tributi la Magra dirige il cammino da maestr. a libeccio e si spaglia in largo letto fra le ultime branche dei colli di Filattiera situati dirimpetto a quelli di Mulazzo che sono alla destra della Magra, finchè strada facendo accoglie a sinistra nell’ex feudo di Villafranca il torrente Monia, poi il Bagnone, quindi nel piano di Terrarossa il Civilia, il Tavarone e sotto il castel di Aulla l’Aulella; mentre a destra scendono a vuotarsi nella Magra il Mangiola nei confini dell’ex feudo di Mulazzo, il Geriola nel territorio di Groppoli, il Canosiglia passato Lusuolo; l’Osca sotto Barbarasco, il Penolo e il Cisolagna di sopra e di sotto al paese di Riccò, finchè dalla parte di ponente viene la fiumana di Vara, la quale scende dall’Appennino delle Cento Croci per accoppiarsi alla Magra sotto il castello di Albiano.
    A quest’ultima confluenza il fiume maggiore sprigionato dai contrafforti, che fino costà lo tenevano serrato in una profonda angusta gola, non trova da Albiano sino al mare più barriera da superare, donde libero senza argini spaglia le sue acque in un larghissimo letto fra Vezzano e Sarzana, ricevendo a sinistra la
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    Giara o torrente di Carcandola, di sotto al quale la Magra si va accostando alle falde del monte Caprione, ossia del promontorio del Corvo, per vuotarsi dopo il cammino di circa 34 miglia nel mare toscano.
    L’impetuoso corso di questo fiume serve di ostacolo principale alla costruzione di uno stabile ponte che tutto il mondo reclama per attraversarlo nella sua ultima, più bella e più popolata sezione. Di un solo ponte di angusta carreggiata e di archi di grandezza e altezza fra loro diversi restano tuttora pochi avanzi in mezzo all’alveo del fiume fra Caprigliola e Albiano; vale a dire alla base degli ultimi sproni che, dal lato di ponente scendono dai contrafforti orientali del monte
    Corneviglio, e dalla parte di levante da sproni occidentali dell’Alpe Apuana di Carrara.
    Il materiale e il modo di costruzione di quel ponte diruto indica per sè solo essere opera de’bassi tempi e con bassi mezzi eseguita per comodo di vie vicinali fra i comuni situati nelle due opposte ripe, non mai ponte romano, nè che abbia potuto servire di comunicazione ad alcuna strada regia o consolare, siccome da taluno fu gratuitamente congetturato.
    A chi avesse desiderio di sapere i nomi e l’andamento di tutti gl’influenti della Magra, dei monti e dei poggi che circoscrivono la sua valle, potrà soddisfarsi mercè del Calendario lunese per gli anni 1834, 1835 e 1836, compilato dall’egregio Avv. Girolamo Gargiolli di Fivizzano, alla quale opera spesse volte mi è giovato ricorrerre per attingere notizie corografiche agrarie e statistiche della Lunigiana.
    La
    Val di Magra, sebbene abbia i suoi limti naturali nei monti che la circondano, pure suole essa comunemente suddividersi dalla Val di Vara sua tributaria, Cosicchè sospendendo per ora la descrizione di quest’ultima vallata, dirò col prelodato Gargiolli, che la Val di Magra propriamente
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    detta, ossia il χοριον Macra di Strabone, a partire dalla foce di quel fiume.

    che per cammin corto
    Lo Genovese parte dal Toscano,

    viene circoscritta a ostro dal mare di Luni e dal monte Caprione che la divide dal golfo della Spezia; e di là distendendosi lo stesso monte sino all’imboccatura della Vara si propaga per una continuazione di ubertosi colli, i quali prendono il nome dai popolati castelli di Trebiano, d’Arcola e di Vezzano.
    Sul poggio di Bolano incomincia la criniera che dal monte
    Cavallaro innoltrandosi da scirocco a maestr. per il Corneviglio, il Cipollaro e Monte Rotondo và a riunirsi con la giogana maggiore dell’Appennino sulla cresta che appellasi Pelata di Zeri fino al monte Gottaro; in guisa che dalle piagge orientali dei suindicati monti scolano le acque nella Magra, mentre versano nella Vara quelle che scendono dal fianco occidentale.
    Sulla
    Pelata, piegando la giogana dell’Appennino da maestro a grecale, incontra il monte Molinatico, cui sottentra e si accoda la Pelata di Monte Lungo, poi la Cisa; la quale criniera, formando costà una foce, offre in ogni stagione il più facile passaggio per l’antica strada Romea, ossia pontremolese, attualmente fatta regia e carrozzabile onde mettere in comunicazione più diretta la Lunigiana con l’alta Lombardia.
    Varcata la
    Cisa, l’andamento dell’Appennino nel giro superiore di questa valle piega costantemente verso scirocco e prende i nomi di Monte Vallorio, di Groppo del Vescovo, di Spigone, del Cindrello, Borgognone, Tavola e di Monte Lamone, il qual ultimo si congiunge al ripidissomo Orsajo, e questo all’Arpicello e allo Strinato.
    Dallo
    Strinato continua per l’Alpe di Varano, ossia di
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    Linari, cui succede la foce del Rigoso, al di là della quale torna l’Appennino ad innalzarsi più che mai nella nuda giogana dell’Alpe di Camporaghena, lungo la cui criniera incontrasi il risalto chiamato la Teschia de’Corvi, quindi la sommità più prominente, che dicesi Monte Acuto.
    Declinando verso scirocco il monte forma la foce di Sassalbo o del Cerreto de’Monti, a traverso della quale è stata aperta la nuova via militare che da Reggio di Lombardia varca costà l’Appennino per scendere a Fivizzano, quindi per Fosdinovo a Sarzana.
    Dal varco del
    Cerreto risale il fianco del Monte Forame, lungo il quale dirigesi verso la sommità dell’Alpe di Mommio, di cui forma l’ultima punta la così detta Grotta della Monaca, ch’è pure la cresta estrema dell’Appennino di Val di Magra. Avvegnachè di costà voltando da scirocco verso ostro libeccio il Mommio si avvalla per la costa del Mondolo, di cui può dirsi lo sprone più meridionale il Tea. Quest’ultimo stende una sua propagine sino alla base settentrionale del ripidissimo e altissimo monte Pisanino, che è il colosso dell’Alpe Apuana. In cotesto varco è tracciata la via mulattiera che dopo venti secoli serve tuttora di pessima comunicazione tra la Lunigiana e la Garfagnana, lungo il malagevole varco descritto da T. Livio fra la Valle del Serchio e quella della Magra.
    Continuando il perimetro di questa valle, di fronte a ostro emerge un altro sistema montuoso nell’Alpe Apuana, sistema che può dirsi intieramente staccato dalla catena superiore dell’Appennino, siccome dall’Appennnio l’Alpe Apuana diverge per l’andamento, per l’indole e struttura del terreno massiccio che la ricuopre.
    Il
    Pisanino è non solo il più elevato fra tutti i monti
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    della Garfagnana e della Lunigiana, ma stà quasi nel centro del gruppo della Pania; ed è il primo che dal lato di libeccio si presenta davanti al viaggiatore che dalla valle superiore del Serchio passa in Val di Magra.
    Dalle frastagliate creste del monte
    Pisanino progredendo nella direzione da levante a ponente conseguitano le nude punte del Pizzo d’Uccello, e quindi del marmoreo Monte Sagro di Carrara, cui si attaccano i poggi della Spolverina e di là declinando verso quelli di Castelpoggio, di Ortonovo e di Nicola essi a mano a mano si perdono nell’angusta pianura di Luni non molto lungi dalla foce di Magra e dal sopra rammentato promontorio del Corvo, o del Monte Caprione.
    In cotesto giro di circa 150 migl. toscane che servono di limite alla Val di Magra, non è compresa quella a lei subalterna della Vara, nè lo sono le adiacenti vallecole dell’
    Avenza, e del Frigido; la prima delle quali occupa una superficie non minore di miglia 350 toscane, presentando a un di presso la figura di un poligono, e le altre due una superficie di circa 56 miglia toscane quadrate.
    Che però se alla testè descritta valle si aggiunga la Val di Vara, ossia la
    contrada appellata di Varese, come quella che alla Magra appartiene per esser di lei tributaria, in tal caso il giro dei monti aumenta di circa la metà. – Avvegnachè la Vara nasce dal monte presso le Cento Croci, e di lassù scendendo nella direzione da settentrione a libeccio bagna il fianco occidentale del Monte Rotondo, e una parte de’sproni che stendendosi dal Monte Gottaro nella direzione della foce, o sia
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    varco del Bracco e di Borghetto, due poggi che chiudono la valle dal lato occidentale, mentre la circoscrivono dal lato di libeccio e di ostro quelli che stanno alle spalle della città di Spezia e del castello di Arcola sino alla sua confluenza in Magra. – Possono riguardarsi come contrafforti dell’Appennino delle Cento Croci il Monte Rotondo e il Corneviglio, i quali scendono fino al Cavallaro e al poggio di Bolano per chiudere con quest’ultimo dal lato grecale e di levante la valle subalterna della Vara.
    La Magra e la Vara, e generalmente tutti i loro più grossi influenti portano limpide e freschissime acque, per modo che essi abbondano di trote e di anguille delicatissime, oltre i pesci comuni agli altri fiumi. Arroge che nella parte estrema della valle tra la confluenza della vara e la bocca di Magra non manca qualche specie di pesce di mare, che a certe stagioni, come i mugggini, i ragni, ecc., dal pelago rimontano il fiume per cinque in sei miglia di cammino.
    Dal quadro delle altezze delle creste montuose che circoscrivono la Val di Magra si può dire, che i monti più elevati dell’Appennino toscano sono alle spalle oppure di fronte a questa valle, come lo dimostrano le altezze assolute delle seguneti montuosità.

    ALTEZZE DEI MONTI DELL’APPENNINO DI VAL DI MAGRA SOPRA IL LIVELLO DEL MARE MEDITERRANEO

    La cima di Camperaghena è a Braccia 3424,7
    La cima dell’Alpe di
    Mommio è a Braccia 3282,1
    La cima del
    Mont’Orsajo è a Braccia 3166,2
    La cima del
    Monte Gottaro è a Braccia 2805,2
    La cima del
    Monte Molinatico è a Braccia 2651,3
    La cima del
    Monte Rotondo è a Braccia 1984,7
    La cima della
    Cisa
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    è a Braccia 1783,3
    La cima di Monte Lungo è a Braccia 1442,0

    ALTEZZE DELL’ALPE APUANA CHE ACQUAPENDE IN VAL DI MAGRA SOPRA IL LIVELLO DEL MARE MEDITERRANEO
    La cima del Pizzo d’Uccello è a Braccia 3212,0
    La cima del
    Monte della Tambura è a Braccia 3203,1
    La cima del
    Monte Sagro è a Braccia ignota

    Dentro il descritto perimetro della Val di Magra e di Val di Vara sono compresi tre vicariati del terriotrio disunito del Granducato di Toscana; cioè, Pontremoli, Fivizzano e Bagnone, dai quali dipendono per la guiurisdizione politica undici comunità, che tutte insieme cuoprono una superficie di 198,475 quadrati agrarj, pari a miglia 247 quadre con una popolazione poco più poco meno di 43,000 abitanti.
    Spettano al Ducato di Modena dieci comunità sotto un governatore delegato, le quali occupano una superficie finora ignota con una popolazione di circa 20,000 abitanti.
    Non si conosce tampoco precisamente l’estensione territoriale delle comunità spettanti alla provincia di Levante del Regno Sardo, che trovansi situate dentro il perimetro preaccennato.
    Imperrochè dei sei
    mandamenti, o giurisdizioni civili, di cui si compone la provincia di Levante, due di essi, cioè, il mandamento di Sarzana composto di 5, e Vezzano di 3 comunità, sono intieramente compresi nella Val di Magra, mentre altri 3 mandamenti; cioè, quello di Lerici, della Spezia e di Levante, astrazione fatta dal seno marittimo che circonda il golfo della Spezia, mandano in Val di Magra e in Val di Vara, ciascuno di essi due comunità, e tre comunità vi entrano dipendenti dal mandamento di Godano; in tutte 17 comunità con circa 37,000 abitanti.
    Non starò a dire che inoltre entra in Val di Magra dalla parte orientale una porzione della Comunità lucchese di Minucciano, per una popolazione di circa 1000 abitanti.
    In conclusione la superficie della Val
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    di Magra dentro i limiti di sopra tracciati offre la seguente ripartizione:

    Comunità del Granducato di Toscana N° 11, Abitanti 43,000
    Comunità del Regno Sardo N° 17, Abitanti 37,000
    Comunià del Ducato di Modena N° 10, Abitanti 20,000
    Comunità del Ducato di Lucca,porzione di una Comunità per Abitanti 1,000

    TOTALE
    Abitanti 101,000

    Rapporto al clima, alle produzioni naturali, agrarie, industriali, ecc. di questa istessa contrada, invio il lettore agli articoli delle respettive comunità spettanti alla Val di Magra e sue adiacenze.

    VALLE DELLA MAGRA. – Includo nella Valle della Magra tutto il territorio compreso nella Lunigiana, che, a partire da settentrione, arriva sul giogo dell’Appennino della Cisa, e dal lato di levante dal collo del
    Monte Tea, propagine meridionale dell’Alpe di Mommio, a settentrione da Monte Pisanino dell’Alpe Apuana, e dalla parte di ponente libeccio dai contrafforti che scendono dal Monte Gottaro dal Monte Rotondo per Godano, e Malborghetto, dove ha origine la fiumana della Vara, sino al promontorio occidentale del Golfo della Spezia e di là lungo il mare sino alle Cale della Versilia.
    In questa stessa Valle pertanto comprendo, oltre le acque che scolano direttamente o indirettamente nella Magra, tutte le vallecole che per breve tragitto scendono in mare dai fianchi meridionali dell’Alpe Apuana. Tali sono quelle della vallecola di Ortonovo mediante il torrente
    Parmignola, l’altra di Avenza o del Carrione di Carrara, la vallecola del Frigido di Massa Ducale, quella di Montignoso, e l’altra della Versilia, la cui fiumana costituiva anticamente il confine orientale della Lunigiana.
    Già all’
    Articolo SPEZIA fu indicata la popolazione di 50390 abitanti della Lunigiana Sarda, presa nell’anno 1832 e composta di 23 Comunità sotto sei Mandamenti, ai
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    quali popoli sono da aggiungerne tre altri (Carro, e due Carrodani) soettanti alla stessa Valle ed allo stesso Regno Sardo, i quali nell’anno 1832 contavano insieme 1291 abitanti.
    Ho indicato la sola popolazione della Lunigiana Sarda, tostochè non conosco qual sia la sua superficie territoriale. Lo stesso debbo dire delle Comunità della Lunigiana Estense, se da queste si vogliano escludere le due Comunità del Ducato di Massa Ducale, che contano un catasto.
    Riepilogando pertanto nel seguente
    Prospetto il numero delle Comunità comprese nella Valle della Magra con la loro popolazione, indico quella dell’anno 1832 per le Comunità del Regno Sardo e del Ducato di Modena e per due del Ducato di Lucca, comprese in tutto o in parte nella Val di Magra.
    In quanto alle Comunità del territorio disunito del Granducato, tanto della
    Lunigiana, come della Versilia è indicata la loro respettiva superficie territoriale e col numero degli abitanti alle solite due epoche del 1833 e 1844.
    PROSPETTO della SUPERFICIE TERRITORIALE e della POPOLAZIONE della VALLE DELLA MAGRA, VALLONI e VALLECOLE CONTIGUE negli anni 1833 e 1844 per le Comunità del GRANDUCATO, e nel 1832 per tutte le altre

    1. nome del Capoluogo della Comunità: n° 23 Comunità del Regno Sardo indicate all’Articolo SPEZIA, compresi i tre popoli stati ivi tralasciati
    superficie territoriale in quadrati agrari:
    ignota
    abitanti nel 1832: n° 51681
    2. nome del Capoluogo della Comunità: Montignoso, nel Ducato di Lucca
    superficie territoriale in quadrati agrari:
    ignota
    abitanti nel 1832: n° 1378
    3. nome del Capoluogo della Comunità: Minucciano, nel Ducato di Lucca (per 2/3 circa)
    superficie territoriale in quadrati agrari:
    ignota
    abitanti nel 1832: n° 1388
    4. nome del Capoluogo della Comunità: Massa Ducale, nel Ducato di Modena
    superficie territoriale in quadrati
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    agrari: circa 27 miglia geogr.
    abitanti nel 1832: n° 11592
    5. nome del Capoluogo della Comunità: Carrara, nel Ducato di Modena
    superficie territoriale in quadrati agrari:
    circa 20 miglia e 1/3 geogr.
    abitanti nel 1832: n° 11517
    6. nome del Capoluogo della Comunità: Aulla, nel Ducato di Modena
    superficie territoriale in quadrati agrari:
    ignota
    abitanti nel 1832: n° 4086
    7. nome del Capoluogo della Comunità: Fosdinovo, nel Ducato di Modena
    superficie territoriale in quadrati agrari:
    ignota
    abitanti nel 1832: n° 4308
    8. nome del Capoluogo della Comunità: Filetto e Villa Franca, nel Ducato di Modena
    superficie territoriale in quadrati agrari:
    ignota
    abitanti nel 1832: n° 3212
    9. nome del Capoluogo della Comunità: Mulazzo, nel Ducato di Modena
    superficie territoriale in quadrati agrari:
    ignota
    abitanti nel 1832: n° 2532
    10. nome del Capoluogo della Comunità: Rocchetta di Vara, nel Ducato di Modena
    superficie territoriale in quadrati agrari:
    ignota
    abitanti nel 1832: n° 693
    11. nome del Capoluogo della Comunità: Tresana e Giovagallo, nel Ducato di Modena
    superficie territoriale in quadrati agrari:
    ignota
    abitanti nel 1832: n° 3151

    - TOTALE abitanti nel 1832: n° 95538

    Seguono le Comunità del Territorio disunito del GRANDUCATO ivi comprese

    1. nome del Capoluogo della Comunità: Albiano
    superficie territoriale in quadrati agrari: 3520,67
    abitanti nel 1833: n° 1051
    abitanti nel 1844: n° 1189
    2. nome del Capoluogo della Comunità: Bagnone
    superficie territoriale in quadrati agrari: 18239,88
    abitanti nel 1833: n° 5617
    abitanti nel 1844: n° 4805
    3. nome del Capoluogo della Comunità: Calice
    superficie territoriale in quadrati agrari: 12326,67
    abitanti nel 1833: n° 2732
    abitanti nel 1844: n° 3000
    4. nome del Capoluogo della Comunità: Caprio
    superficie territoriale in quadrati agrari: 5492,47
    abitanti nel 1833: n° 1155
    abitanti nel 1844: n° 1281
    5. nome del Capoluogo della Comunità: Casola
    superficie territoriale in quadrati agrari: 12611,56
    abitanti nel 1833: n° 2477
    abitanti nel 1844: n° 2573
    6. nome del Capoluogo della Comunità: Filattiera
    superficie territoriale in quadrati agrari: 4260,64
    abitanti nel 1833: n° 835
    abitanti nel
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    1844: n° 842
    7. nome del Capoluogo della Comunità: Fivizzano
    superficie territoriale in quadrati agrari: 66575,62
    abitanti nel 1833: n° 12672
    abitanti nel 1844: n° 13679
    8. nome del Capoluogo della Comunità: Groppoli
    superficie territoriale in quadrati agrari: 2580,37
    abitanti nel 1833: n° 712
    abitanti nel 1844: n° 727
    9. nome del Capoluogo della Comunità: PIETRASANTA, città
    superficie territoriale in quadrati agrari: 14509,00
    abitanti nel 1833: n° 7772
    abitanti nel 1844: n° 8893
    10. nome del Capoluogo della Comunità: PONTREMOLI, città
    superficie territoriale in quadrati agrari: 41263,62
    abitanti nel 1833: n° 9239
    abitanti nel 1844: n° 10165
    11. nome del Capoluogo della Comunità: Seravezza
    superficie territoriale in quadrati agrari: 11619,64
    abitanti nel 1833: n° 6027
    abitanti nel 1844: n° 6718
    12. nome del Capoluogo della Comunità: Stazzema
    superficie territoriale in quadrati agrari: 22400,40
    abitanti nel 1833: n° 5513
    abitanti nel 1844: n° 6116
    13. nome del Capoluogo della Comunità: Terra Rossa
    superficie territoriale in quadrati agrari: 5798,12
    abitanti nel 1833: n° 406
    abitanti nel 1844: n° 1750
    14. nome del Capoluogo della Comunità: Zeri
    superficie territoriale in quadrati agrari: 33446,66
    abitanti nel 1833: n° 4068
    abitanti nel 1844: n° 4628

    - TOTALE superficie territoriale in quadrati agrari: 266145,35
    - TOTALE abitanti nel 1833: n° 60277
    - TOTALE abitanti nel 1844: n° 66366

    RECAPITOLAZIONE

    - Valloni e Vallecole contigue alla Val di Magra spettanti al Regno Sardo
    Abitanti nel 1832: n° 51681
    - Valloni e Vallecole spettanti al Ducato di Lucca
    Abitanti nel 1832: n° 2766
    - Valloni e Vallecole comprese negli Stati Estansi
    Abitanti nel 1832: n° 41091
    - Valloni e Vallecole nel Territorio disunito del Granducato
    Abitanti nel 1833: n° 60277

    - TOTALE abitanti: n° 155815

    Dalla presente Ricapitolazione delle Comunità comprese nella Lunigiana, calcolando per ora la superficie territoriale spettante al Granducato, apparisce, che in 266145,35 quadrati, equivalenti a circa 331 e 3/8, dove nel 1833 abitavano 60277 individui, a proporzione di quasi 182 persone per ogni miglio quadrato, mentre nel 1844 essendo la popolazione aumentata di 6089 abitanti, viene a corrispondere quasi a 200 persone per ogni miglio quadrato toscano.
Localizzazione
ID: 559
N. scheda: 6910
Volume: 1; 2; 3; 5
Pagina: 331; 310; 22 - 25; 653 - 655
Riferimenti:
Toponimo IGM: Bocca di Magra - Fiume Magra
Comune: AMEGLIA
Provincia: SP
Quadrante IGM: 096-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1578980, 4877567
WGS 1984: 9.98671, 44.04858
UTM (32N): 579044, 4877741
Denominazione: Bocca di Magra - Foce di Magra - Magra - Valle della Magra
Popolo:
Piviere:
Comunità: Ameglia
Giurisdizione: Lerici
Diocesi: Luni - Sarzana
Compartimento: x
Stato: Regno Sardo
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