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Brolio

 

(Castello di Brolio)

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    BROLIO del CHIANTI (Broilum et Brolium) in Val d’Arbia. Castello forte dei Ricasoli che racchiude il palazzo del suo signore con altre fabbriche, nella parrocchia di S. Regolo a Brolio, Comunità e 5 miglia toscane a ostro-scirocco di Gajole, Giurisdizione di Radda, Diocesi di Arezzo, Compartimento di Siena.
    Risiede sul dorso di un poggio che staccasi da uno sprone occidentale dei monti del Chianti alto fra
    Monte Fienali e Monte Luco Berardenga, fiancheggiato dai torrenti Malena e Dudda tributarj dell’Arbia; in una elevatezza di 950 braccia sopra il livello del Mediterraneo.
    Questo castello ci richiama col suo nome oltramontano a un’epoca anteriore al mille, quando designavasi per
    Broilo, o Brolio una tenuta selvosa con un recinto ridotto a domestico, e in mezzo a questo il castello per l’abitazione del suo signore.
    I nomi che conserva tuttora la contrada intorno a
    Brolio, come sono quelli di Gajole, di Monte Luco, di Avane e Avenano, ec. stanno a far prova dell’antico stato selvosa del Chianti, quasi bandita riservata alla caccia dei conti senesi di origine salica, primi proprietarj conosciuti di Avenano, di Monte Luco e di Brolio.
    A partire dal secolo X trovasi signore del castello di Brolio e del suo distretto il marchese Bonifazio figlio del conte Alberto, il quale nel 1009 donò alla Badia di Firenze, fra altre sue corti quella di
    Brolio insieme col padronato della chiesa parrocchia di S. Regolo; donazione che fu poi confermata alla stessa badia di Arrigo II, nel 1012 e da Arrigo IV, nel 1074.
    In seguito il territorio e castello di Brolio divenne, e si conserva tuttora, patrimonio dell’illustre famiglia fiorentina de’Ricasoli da Cacchiano. – Il
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    primo atto pubblico rogato da questi dinasti nella loro corte di Brolio porta la data del 1141 di febbrajo; in forza del quale istrumento Rodolfino di Rolando con Renuccino di lui figlio cederono alcun terreni alla badia di Coltibuono.
    I nobili da Ricasoli, da Cacchiano e da Brolio, come seguaci della parte guelfa di Firenze, furono compresi nella sentenza di condanna emanata da Arrigo VII li 23 febbrajo 1313 dal suo campo nel Poggio Imperiale sopra Poggibonsi: mentre 40 anni dopo Feo di Zacchea e Ciolo di Cenno signori di Brolio, Bindo del fu Arrigo con altri consorti de’Ricasoli seguivano l’opposto partito, essendosi fatti seguaci dell’Arcivescovo Giovanni Visconti di Milano: e come tali vennero contemplati nella pace di Sarzana nel 1353.
    All’epoca pertanto di tali ostilità dubito che rimontare possa la prima costruzione del castello di Brolio, molto innanzi cioè che venisse ridotto a fortilizio regolatore nel modo che oggi si vede.
    È un pentagono di solidissime mura alte 24 braccia con bastioni e cammini coperti, provvisti a ciascuno degli angoli di bocche e di feritoje per spingarde e altri projettili. Il palazzo del Barone, il giardino, la cappella, gli edifizj e i vasti annessi della tenuta di Brolio, un’alta torre quadrata, (l’antico cassero rammentato nelle istorie fiorentine) il prato intorno agli spalti, tutto è compreso dentro il recinto del castello.
    Prima che questo fortilizio fosse ridotto nel modo testé accennato, nel 1252 fu assalito e preso dai Senesi; nel medesimo con simulata fede poté nel 1434 penetrare Antonio Petrucci di Siena, che i Ricasoli suoi ospiti vi tenne prigioni fino a che la Signoria d Firenze inviò costà Neri Capponi con una mano d’armati, e costrinse ben presto il Petrucci a rendere il castello di Brolio ai Ricasoli della Repubblica di Firenze raccomandati.
    Nel 1452 gli Aragonesi posero il campo intorno a Brolio e
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    a Cacchiano, ch’erano entrambe ville ridotte in guisa di fortezze, per cui non poterono in conto alcuno espugnarle. Riescì bensì, nel 1478, ad altra oste di avere l’uno e l’altro castello dopo pochi giorni di assedio e molti colpi di bombarde. (AMMIR. Istor. fior.)
    Gli ultimi e forse i più grandiosi restauri del castello di Brolio ci richiamano ai tempi di Cosimo I, che riguardò questa rocca come punto importante di frontiera fra i Senesi e i Fiorentini, siccome lo fu sino dal 1176, quando il territorio di Brolio e di altri luoghi del Chianti alto vennero riuniti al distretto fiorentino.
    Le coltivazioni, che vanno ognor più aumentando per le intelligenti premure dell’attuale Barone, hanno convertito le selvose piagge di Brolio in un anfiteatro pittoresco per varietà, copia e bontà di prodotti agrarj, fra i quali per squisitezza sono famosi i vini.
    La borgata di Brolio con la chiesa parrocchia di S. Regolo è situata mezzo miglio a libeccio del castello già discorso.
    La parrocchia di S. Regolo a Brolio conta 322 abitanti.
Localizzazione
ID: 639
N. scheda: 7730
Volume: 1
Pagina: 362 - 363
Riferimenti: 32780
Toponimo IGM: Castello di Brolio
Comune: GAIOLE IN CHIANTI
Provincia: SI
Quadrante IGM: 114-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1699469, 4809671
WGS 1984: 11.46461, 43.41495
UTM (32N): 699532, 4809846
Denominazione: Brolio
Popolo: S. Regolo a Brolio
Piviere: (S. Marcellino in Avane) S. Felice in Avane, in Pincis, in Brolio
Comunità: Gajole
Giurisdizione: Radda
Diocesi: Arezzo
Compartimento: Siena
Stato: Granducato di Toscana
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