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e Storico della Toscana

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Calcinaja - Cilecchio Vecchio e Nuovo

 

(Calcinaia - Fosso del Cilecchio (a O))

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    CALCINAJA nel Val d’Arno pisano. Grosso Borgo ben fabbricato, capoluogo di Comunità, e di antico piviere, nella giurisdizione civile di Vico Pisano, da cui è quasi 3 miglia toscane a scirocco nel Vicariato e 2 miglia a maestro di Pontedera, Diocesi e Compartimento di Pisa, che è 12 miglia toscane a occidente. Risiede in un basso fondo presso l’argine destro dell’Arno, attraversato dalla strada provinciale che da Pisa guida per Bientina a Lucca, nella Val di Nievole e alle Terre del Val d’Arno inferiore, nel grado 28° 17’ di longitudine 43° 41’ 2” di latitudine.
    Il nome di
    Calcinaja è originato probabilmente dalle fornaci di terraglia, arte che fu suggerita agli abitanti dall’indole del terreno e dalla vicinanza dei boschi. Prima del mille lo stesso paese veniva designato sotto il vocabolo di Vico Vitri, forse dalla vetrificazione delle sue stoviglie. – Tale a noi parve ravvisarlo in un istrumento del 15 ottobre 975, col quale il vescovo Alberico di Pisa diede in enfiteusi ai due figli maschi del marchese Oberto, conte del palazzo di Ottone I, la chiesa plebana di S. Giovanni Batista e S. Pietro a Vico Vitri con tutti i possessi e cappelle ad essa soggette. Le quali cappelle ivi si dichiarano poste nelle ville di Rabida, di Montecchio, Scandiccio, Bientina, Flexo, Anghio, Almezzano, Trechese, o Tredici, Alfiano, ec. luoghi tutti già dipendenti dalla pieve di Calcinaja, siccome lo dà a conoscere una bolla di Celestino III spedita li 13 di novembre 1193 al pievano di Calcinaja, e lo confermano gli antichi cataloghi delle chiese della Diocesi pisana.
    Gli acquistati diritti su Calcinaja, nei secoli posteriori al mille pervennero dai discendenti del marchese Oberto
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    nei conti Cadolingi di Fucecchio e nei loro eredi, gli Upezzinghi di Pisa. Fra gli ultimi di questi dinasti è più noto quel Gualtieri di Calcinaja stato Potestà di S. Gimignano, nel 1221, e di Arezzo, nel 1243. Un altro Gualtieri Upezzinghi è rammentato nelle cronache pisane sotto gli anni 1284 e 1285, quando per opera del conte Ugolino della Gherardesca, il Comune di Pisa stipulò un trattato di amicizia con gli Upezzinghi, ai quali confermò i castelli e villaggi che già da gran tempo essi possedevano in Val d’Era e nel Val d’Arno pisano, fra i quali il distretto e uomini di Calcinaja. Fu quel Gualtieri stesso che poco dopo la morte del conte Ugolino accolse un presidio di Fiorentini, e di Lucchesi in Calcinaja, dove egli perdè la vita, nel 1290, in occasione di una scalata notturna fatta dall’esercito pisano sotto il comando del conte Guido di Montefeltro.(TRONCI, Annal. pis.)
    Non ostante il preindicato trattato, la giurisdizione civile e l’alto dominio di Calcinaja a quella stessa epoca apparteneva alla città di Pisa, siccome si deduce da una deliberazione di quegli Anziani del 1280 (stile pisano), con la quale fu autorizzato l’arcivescovo pisano di poter riscuotere un pedaggio in Calcinaja in luogo di quello che solevano esigere i suoi predecessori alla catena di Castel del Bosco. –
    Vedere BOSCO (CASTEL del).
    Ma più d’ogn’altro lo prova lo Statuto pisano del 1284, dove si destina Calcinaja per residenza di un capitano della Repubblica e di un notaro, mentre fu ingiunto agli uomini del piviere di Calcinaja l’ordine di recarsi ad abitare nel castello dentro il termine di tre mesi.
    Dal citato trattato di amicizia fra gli Upezzinghi e la Repubblica di Pisa, dall’istoria della conquista di Pontedera fatta nel 1291 dai Pisani, quando la ritolsero all’esercito Fiorentino, si comprende
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    che un ramo, se non tutto il fiume Arno, correva nella pianura a settentrione di Calcinaja, per modo che questo castello rimaneva allora nella ripa sinistra anziché nella destra, siccome da gran tempo ritrovasi, dello stesso fiume.
    La conferma maggiore di ciò la fornisce una lettera scritta nel 1326 dall’arcivescovo pisano Simone Saltarelli al rettore della chiesa di Bientina, allora suffraganea della pieve di Calcinaja, con la quale concede facoltà al parroco di Bientina di alzare nella sua chiesa il fonte battesimale per ragione che l’Arno fluente tra la pieve di Calcinaja e Bientina impediva e rendeva pericoloso ai suoi parrocchiani il passaggio del fiume, specialmente nella stagione delle piogge.(MATTHAEI,
    Hist. Eccl. Pis.)
    Infatti esiste tuttora fra S. Colomba e Calcinaja l’antico alveo del fiume sotto nome di via di
    Arno vecchio.
    In conseguenza dei documenti testè citati, la brusca voltata che fa l’Arno davanti alla Collina di Montecalvoli, dove cambia direzione da maestro a libeccio, non potrebbe essere più antica del secolo XIV inoltrato. Essendochè il nuovo letto dell’Arno in progresso di tempo fu colmato al punto di superare il livello della pianura di Calcinaja, si è dovuto ricorrere alla costruzione di un alto e lungo contr’argine per riparare dalle alluvioni quella campagna e lo stesso Borgo.
    Il piviere di Calcinaja, innanzi l’erezione dei battisteri di Pontedera e di Bientina, comprendeva i seguenti luoghi e parrocchie: 1. Canonica de’SS. Jacopo e Filippo di
    Pontedera; 2. S. Martino di Pontedera; 3. SS. Jacopo e Cristofano di Rapida; 4. S. Lorenzo di Rapida; 5. S. Andrea di Alfiano; 6. S. Maria e S. Michele a Montecchio; 7. S. Leonardo di Cerbaja; 8. S. Prospero di Bientina; 9. S. Pietro alla Corte di Bientina;
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    10. S. Giusto di Bientina; 11. S. Andrea alla Sala; 12. S. Michele al Mezzano; 14. S. Frediano a Tredici, o a Trechese; 15. S. Tommaso a Travalda; 16. S. Lorenzo d’Anghio; 17. S. Michele a Pianessole; 18. S. Stefano de’Puntoni; 19. S. Quirico a Calcinaja; 20. S. Giorgio a Calcinaja.
    La maggior parte delle nominate ville e chiese, ad eccezione di Pontedera, di Bientina, e di Montecchio, sono distrutte, o cambiarono di nome.
    Attualmente il piviere di Calcinaja si riduce alla chiesa plebana riedificata in più vasta forma nella fine del secolo XVIII, dopo che la parrocchia di Montecchio fu aggregata alla sua matrice, e una gran porzione del popolo di S. Andrea alle
    Fornacette (forse S. Andrea di Alfiano) fu staccata dall’antico plebanato.
    Comunità di Calcinaja
    . Il territorio comunitativo di Calcinaja è situato, parte alla destra, e parte alla sinistra dell’Arno, fra Bientina, Montecalvoli, Pontedera, le Fornacette, S. Giovanni alla Vena e Vico Pisano.
    Esso abbraccia una superficie di 4139 quadrati (miglia quattro e tre quarti toscane), 334 dei quali quadrati sono presi dai corsi di acqua e dalle pubbliche vie.
    Si trovano a vivere nella stessa superficie 2735 abitanti, a ragione di 575 per ogni miglio quadrato.
    Confina con 5 Comunità. Dal lato destro dell’Arno, a partire, dirimpetto alle Fornacette, dalle cateratte del fosso
    Giuntino, il territorio di Calcinaja ha di fronte la Comunità di Vico Pisano, con la quale per la via di Cesano entra nel fosso Cilecchio, che rimonta nella direzione di libeccio a settentrione-grecale sino alla cateratta di Tabò, dove subentra la Comunità di Bientina; e di conserva con essa ripiega nell’opposta direzione
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    da maestro-settentrione a scirocco sino alla strada della Conca e all’Arno vecchio, fra S. Colomba e Calcinaja. Costà si rivolge a ostro per la via della Fratta, trovando a questo punto la Comunità di Montecalvoli. Con la quale per l’Usciana entra nell’Arno. Il qual fiume serve di confine alla Comunità di Pontedera con quella di Calcinaja sino alla bocca dell’Era, dove il territorio di quest’ultima oltrepassa nella ripa sinistra dell’Arno lungo la strada Regia postale di Pisa, che serve di demarcazione alle due Comunità sino al Fosso vecchio; lungo il quale si avanza a ostro della predetta strada Regia per la via del Capannone, e di là entra in quella di Maremma. Costà forma un angolo acuto per rivolgersi da ostro a maestro per il rio di Rotina sino alla posta delle Fornacette, dove tocca la Comunità di Cascina per il breve tragitto dalla strada Regia pisana alla ripa d’Arno.
    Presso la sponda sinistra del fiume ripiega nuovamente a levante tornando alquanto dentro terra sino a che, giunto alla
    strada nuova di Calcinaja, s’inoltra nuovamente verso l’Arno che attraversa, e lo riscende nell’opposta ripa per andare incontro alla foce del fosso del Giuntino, dove ritrova a confine la Comunità di Vico Pisano.
    Varj corpi di acqua percorrono la pianura di Calcinaja. Il fiume maggiore in questa breve traversa fa un serpeggiante giro di cinque e più miglia mentre non sono che tre miglia, in linea retta. I fossi di scolo che sboccano sul confine o dentro il territorio di questa Comunità sono, a levante l’Usciana, a ponente il Giuntino, nel centro il Cilecchio.
    Fra le strade rotabili, oltre le due Regie postali, la pisana alla sinistra, e la pistojese alla destra dell’Arno, avvi la via
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    nuova che staccasi dalla pisana, passa l’Arno davanti al capoluogo, e di là si dirige a Vico Pisano, a Bientina, a Pescia, e a Lucca. Sono pure fra le comunitative rotabili le vie di Montecchio, del Marucco ec.
    Situato fra l’Arno e gli emissari dei paduli di Bientina e di Fucecchio, si può facilmente arguire, quale sia la natura del suolo che cuopre la superficie territoriale di questo
    paese basso, costretto a dovere essere contornato e difeso da dighe e da numerosi altissimi argini, affinchè non divenga preda delle acque, dalle quali fu più volte inondata questa, mi sia permesso il dirlo, piccola Olanda mediterranea.
    Comecchè da un canto la natura minacciava ad ogni istante di affogare gli abitanti di questo basso fondo, l’arte sospinta dalla necessità suggerì la maniera, non solamente di riparare a tali disastri, ma ancora di trarre profitto dalle pericolose alluvioni. Così addivenne, che il popolo di Calcinaja in proporzione della ristrettezza e posizione territoriale ha saputo cavare tale vantaggioso partito, che non vi ha forse in tutta la Toscana alcun altro contado, che possa numerare al pari di questo una popolazione permanente di 575 abitanti per ogni miglio quadrato.
    L’industria del paese è quella primigenia delle fornaci di terraglie, da cui ebbe origine e nome il vico di
    Vetro, poi castello, ora esteso borgo di Calcinaja.
    Il castello medesimo sotto la Repubblica Pisana fu capoluogo di capitanato, che i Fiorentini tolsero di là per punizione forse di avere osato i Calcinajesi ribellarsi, e far loro resistenza nell’ultima guerra di Pisa.
    Da quel tempo in poi il capitano, ora Vicario regio, fu traslocato in Pontedera, da cui la Comunità di Calcinaja dipende per gli atti civili, criminali e di polizia, e dove risiede pure l’ufizio dell’Esazione del Registro e l’Ingegnere di Circondario, mentre
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    la sua Cancelleria comunitativa è a Vico Pisano, la Conservazione delle Ipoteche e la Ruota in Pisa.
    La Comunità di Calcinaja mantiene un medico, un chirurgo, e un maestro di erudimenti elementari.
    Calcinaja non ha mercati settimanali, essendo troppo vicina la Terra di Pontedera, alla quale ogni venerdì concorre gran parte degli abitanti di quella Valle.
    Avvi bensì in Calcinaja una fiera, nel dì 10 agosto, destinata specialmente allo smercio delle numerose sue terraglie.

    POPOLAZIONE della Comunità di CALCINAJA a tre epoche diverse

    Popolazione dell'anno 1551

    - nome del luogo: CALCINAJA, titolo della chiesa: S. Giovanni Batista (Pieve), abitanti n° 415
    - nome del luogo: Montecchio, titolo della chiesa: S. Michele alla Grancia de'Certosini (Cura),
    abitanti n° 98
    - nome del luogo: Pozzale delle Fornacette, titolo della chiesa: S. Andrea (Cura),
    abitanti n° 44
    - Totale
    abitanti nell'anno 1551: n° 557

    Popolazione dell'anno 1745

    - nome del luogo: CALCINAJA, titolo della chiesa: S. Giovanni Batista (Pieve), abitanti n° 926
    - nome del luogo: Montecchio, titolo della chiesa: S. Michele alla Grancia de'Certosini (ora annesso a Calcinaja),
    abitanti n° 216
    - nome del luogo: Pozzale (separatamente da Gello suo annesso), titolo della chiesa: S. Andrea (Cura),
    abitanti n° 120
    - Totale
    abitanti nell'anno 1745: n° 1262

    Popolazione dell'anno 1833

    - nome del luogo: CALCINAJA e i suoi annessi, titolo della chiesa: S. Giovanni Batista (Pieve), abitanti n° 2437
    - nome del luogo: Pozzale delle Fornacette (perciò che spetta alla Comunità di Calcinaja), titolo della chiesa: S. Andrea (Cura),
    abitanti n° 298
    - Totale
    abitanti nell'anno 1833: n° 2735

    CALCINAJA nel Val d'Arno pisano. – Si aggiunga. – Della grandiosa strada aggerata in continuazione della provinciale Vicarese costruita nell'anno corrente 1845 fra il colle di Montecchio e quello di S. Giovanni alla Vena,
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    onde mettere al coperto da qualunque alluvione dalle straordinarie escrescenze del vicino fiume Arno la sottostante pianura di Calcinaja, di Bientina e di Vico Pisano, si farà parola all'Articolo VICO PISANO DEL SUPPLEMENTO.
    Qui solo aggiungerò che la Comunità di Calcinala neli'anno 1833 contava con P annesso di Pozzale Abit. 2735 e nel 1845 aveva 3222 individui.

    CILECCHIO VECCHIO E NUOVO nel Val d'Arno pisano. – Sono due fossi di scolo che percorrono fino all' Arno fra
    Vico Pisano e Colcinaja. Rammentano il Cilecchio vecchio molte carte pisane, e persine i diplomi e convenzioni concluse fra i Pisani e gli Upezzinghi. – Vedere CALCINAJA
    Costì sulla foce del
    Cilecchio vecchio in Arno nel 1496 fu costruito nel fiume un ponte militare di barche per passarvi l'esercito tedesco con l’Imperatore Massimiliano I reduce dall’impresa impresa di Livorno. – (GUICCIARDINI, Istor. D’ Italia.)
Localizzazione
ID: 728
N. scheda: 9070
Volume: 1; 6S
Pagina: 386 - 389; 38, 75
Riferimenti: 32870
Toponimo IGM: Calcinaia - Fosso del Cilecchio (a O)
Comune: CALCINAIA
Provincia: PI
Quadrante IGM: 105-3
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1630122, 4838051
WGS 1984: 10.61528, 43.68564
UTM (32N): 630186, 4838226
Denominazione: Calcinaja - Cilecchio Vecchio e Nuovo
Popolo: S. Giovanni Battista a Calcinaja (con annesso S. Michele alla Grancia)
Piviere: S. Giovanni Battista a Calcinaja (con annesso S. Michele alla Grancia)
Comunità: Calcinaja
Giurisdizione: Vico Pisano
Diocesi: Pisa
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana
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