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Calice, Calese - Castello di Calice

 

(Calice al Cornoviglio)

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    CASTELLO DI CALICE in Val di Magra. Castello e borgata che dà il titolo alla parrocchia di S. Maria Lauretana, nella Comunità e Giurisdizione di Calice, Diocesi di Pontremoli, già di Luni-Sarzana, Compartimento di Pisa.
    Risiede sul fianco meridionale del monte Corneviglio oltre Magra. Era il castello di Calice dei marchesi Malaspina, dai quali l’ebbero i vescovi di Luni sino dal secolo XIII. Uno di questi prelati lo alienò alla famiglia Fiesco de’conti di Lavagna, cui fu tolto per ribellione e dato in feudo ai Doria di Genova, che nel 1770 venderono al G. D. di Toscana insieme con le ville subiacenti il
    Castello di Calice e suo territorio. Fu ridotto a palazzo dai feudatari, poi a pretorio dal governo attuale. Vedere CALICE.
    La parrocchia del
    Castello di Calice ha 264 abitanti.

    CALICE, già CALESE. Castello e borgata in Val di Vara, capoluogo di Comunità e di Potesteria, nella Diocesi di Pontremoli, già di Sarzana, Compartimento di Pisa.
    Risiede sul fianco meridionale del monte
    Corneviglio lungo il torrente Usurana tributario del fiume Vara, nel grado 27° 29’ 7” di longitudine, 44° 14’ 5” di latitudine, 12 miglia toscane a maestro di Sarzana, altrettanto a libeccio di Pontremoli, e 10 a settentrione della Spezia.
    La più antica memoria del castello di Calice, sotto il nome di
    Calese, mi parve vederla nell’atto di fondazione del monastero di Castiglione presso Borgo S. Donnino, rogato li 10 giugno 1033, allorchè il marchese Adalberto, pronipote del marchese Oberto conte del palazzo, destinò a quel monastero, fra le varie possessioni di Lunigiana, quanto gli apparteneva in Calese, Valerano, Arcola, Giovagallo, Filattiera ec. – Il feudo di Calice, e quello contiguo di Madrignano nel principio del secolo XIII furono per la loro
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    parte alienati dai marchesi Estensi a favore dei loro consorti marchesi Malaspina, siccome apparisce dal Lodo del maggio 1202, allorchè questi ultimi dinasti diedero ad enfiteusi quei castelli al Vescovo di Luni. In tale occasione, fra i visconti e valvassori di Lunigiana intervenuti al Lodo sunnominato ad oggetto di giurare fedeltà al vescovo, furono chiamati anche i Signori di Giovagallo, di Calese e di Madrignano. Quest’ultimo castello, compreso nel distretto di Calice, venne confermato agli Estensi da Arrigo IV con privilegio concesso nel 1077 a Ugo e Folco, figli del marchese Azzo. Finalmente il distretto di Calice, o Calese, trovasi designato nella descrizione dei confini dell’antica diocesi di Luni, fatta nel 1202 in occasione del Lodo sopraindicato. (MURAT. Ant. Estens.)
    Nel 1252 Guglielmo Malaspina vescovo di Luni coll’annuenza del pontefice Innocenzo IV dei conti del Fiesco alienò a favore di Niccolò Fiesco conte di Lavagna, fra gli altri feudi dei Malaspina, anche quelli di Calice e di Veppo.
    Dopo la congiura di Giovanni Luigi Fiesco, i feudi di Calice e di Veppo furono dati ai Doria di Genova, e ad essi ritolti per delitto di Stato dal Fisco Imperiale, che ne diede l’investitura ai marchesi di Mulazzo. Questi ultimi li alienarono solennemente nel 1770, epoca in cui il paese di Calice e quello di Veppo con il loro distretto furono riuniti al territorio del Granducato per compra fatta dal suo Sovrano LEOPOLDO I.
    Comunità di Calice. – È composta di due distretti che costituivano due marchesati, di Veppo cioè, e di Calice. La loro superficie territoriale abbraccia 12821 quadrati, compresi 617 quadrati occupati da pubbliche vie, dai letti dei fiumi, torrenti, fossi e altri corsi d’acqua.
    Vi si trova una popolazione di 2732 abitanti a ragione di 180 individui per ogni miglio
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    quadrato di suolo imponibile.
    Il distretto di Calice è situato tutto oltre-Magra. Esso quasi per ogni intorno è circondato dagli Exfeudi di Lunigiana, o dalla Provincia di Levante del Regno Sardo, meno in due punti, verso settentrione e grecale-levante, dove per angusta foce trovasi a confine con le Comunità di Groppoli e di Zeri spettanti al Granducato.
    A ostro, per quasi due miglia confina con il Mandamento della Spezia mediante il fiume Vara, dalla confluenza cioè del torrente
    Usurana, sino a quella del fosso . Il qual fosso rimonta per circa un miglio, dopo essersi voltato da ostro a levante-scirocco. Di là, proseguendo per termini artificiali, sale alle spalle dell’exfeudo di Giovagallo sino alla pendice orientale del monte Corneviglio, dove per il tragitto di un quarto di miglio rasenta il territorio spettante alla Comunità granducale di Groppoli. Oltrepassata questa Comunità tocca l’exfeudo di Mulazzo, col quale per termini artificiali dal lato di greco fronteggia per 2 miglia. Giunto sul dorso del monte testè indicato, trova verso settentrione e si accompagna per mezzo miglio con la Comunità Granducale di Zeri. Da quella sommità, dirizzandosi a maestro, ha di fronte l’exfeudo di Suvero, col quale, dopo avere attraversato il torrente Tufo, ripiega a ponente e ben tosto a libeccio per andare incontro al torrente Usurana e riscendere lungh’esso nel fiume Vara.
    Il territorio Comunitativo di Calice è nella massima parte montuoso e scosceso, senza strade rotabili, interrotto e solcato da profondi valloni e da precipitosi torrenti: il maggiore dei quali è quello dell’
    Usurana. Scende esso dal fianco meridionale del monte Corneviglio, passa sotto il castello di Calice un miglio innanzi di arrivare al confine con l’exfeudo di Suvero, donde si stende nella pianura ghiajosa del fiume Vara.
    Il punto più elevato di
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    questo territorio è la cima del monte Corneviglio, la quale si alza 1992 braccia sopra il livello del Mediterraneo.
    La struttura e indole del suolo di questa Comunità appartiene nella massima parte alle tre rocce stratiformi predominanti nell’Appennino Toscano. Dissi nella massima parte, stantechè dal lato occidentale, nel vallone del torrente
    Tufo il suolo cambia d’indole e di aspetto, mentre si riscontrano costà molte scogliere formate di rocce spettanti alla serpentina diallagica, al gabbro e al diaspro comune attraversato da vene di spato calcareo e da filoni metalliferi.
    Le produzioni territoriali di Calice consistono, nella parte superiore del distretto, in selve di castagni, in macchie e in seminagioni di cereali, fra i quali abbonda la segale, il grano farro (
    Tritycum Spelda), antica raccolta degli Appennigeni. Nella parte inferiore, e lungo i canali si coltivano a preferenza le piante di viti e ulivi, fra i quali si semina il panico, il mais e la canapa.
    Le pasture naturali delle così dette
    Alpi, sono pur esse di qualche risorsa per il minuto bestiame che gli abitanti riconducono nella calda stagione dalla Maremma.
    Il territorio di Calice comprende varj castelletti e ville, oltre i due castelli di Veppo e di Calice. Il più popolato di tutti è quello di Madrignano, composto delle ville di
    Usurana, Valdonica, Provedasco, Tranci sopra e sotto, e Pegni. Sono secondi per ordine di popolazione i castelli di Veppo e di Calice. Nella rocca, già palazzo dei marchesi di Calice, risiede attualmente il Potestà. Il villaggio di Borsèda abbraccia nel suo popolo le ville di Doboduse e di Forno; la parrocchia della villa S. Maria a Calice si estende alle ville di Molunghi, Nasso, Campi, Vecchieda e Villa grossa. Altronde fanno parte di
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    quella del castello di Calice le ville di Ferdana, Rovegina, Terrogiana.
    La parrocchia di Veppo comprende anche gli abitanti della villa di
    Montale.
    In Calice hanno luogo due fiere per anno, le quali cadono li 7 agosto, e 20 novembre.
    Vi risiede un Potestà di terza classe sotto la giurisdizione criminale del Commissario Regio di Pontremoli, dal quale dipende anche nei rapporti di Buon Governo e polizia. Ha giurisdizione sulla sola Comunità di Calice, la quale ha la Cancelleria, l’ufizio dell’Esazione del Registro, e la conservazione delle Ipoteche in Pontremoli. La Ruota è in Pisa.

    POPOLAZIONE della Comunità di CALICE dell'anno 1833 (a)

    - nome del luogo: Borsèda, titolo della chiesa: S. Giovanni Evangelista, diocesi: Pontremoli già Sarzana,
    abitanti n° 281
    - nome del luogo: CALICE Castello, titolo della chiesa: S. Maria Lauretana, diocesi: Pontremoli già Sarzana,
    abitanti n° 264
    - nome del luogo: CALICE Villa, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Pieve), diocesi: Pontremoli già Sarzana,
    abitanti n° 692
    - nome del luogo: Madrignano, titolo della chiesa: SS. Niccolò e Margherita (Pieve), diocesi: Pontremoli già Sarzana,
    abitanti n° 1044
    - nome del luogo: Veppo, titolo della chiesa: S. Mihcele (Pieve), diocesi: Pontremoli già Sarzana,
    abitanti n° 451
    -Totale
    abitanti n° 2732

    (a)
    Non si conosce la popolazione del 1551, né quella del 1745, essendochè CALICE fu incorporato al Granducato in epoca, come si disse, posteriore.

    CALICE nella Val di Magra. – Infine. Il tribunale di Prima istanza è in Pontremoli.
    Nel 1833 la Comunità di Calice noverava 2732 individui e nel 1845 ne contava 2959, come appresso, cioè:

    Borseda,
    Abitanti N.° 306
    Calice (Villaggio),
    Abitanti N.° 733
    Castel di Calice,
    Abitanti N.° 292
    Madrignano,
    Abitanti N.° 1130
    Veppo,
    Abitanti N.°
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    498
    Totale,
    Abitanti N.° 2959
Localizzazione
ID: 740
N. scheda: 9190
Volume: 1; 6S
Pagina: 394 - 395, 562; 38 - 39
Riferimenti: 9191, 31680
Toponimo IGM: Calice al Cornoviglio
Comune: CALICE AL CORNOVIGLIO
Provincia: SP
Quadrante IGM: 095-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1566477, 4899332
WGS 1984: 9.8334, 44.24576
UTM (32N): 566540, 4899507
Denominazione: Calice, Calese - Castello di Calice
Popolo: S. Maria Lauretana al Castello
Piviere: S. Maria Assunta alla Villa di Calice
Comunità: Calice
Giurisdizione: Calice
Diocesi: (Luni - Sarzana) Pontremoli
Compartimento: Pisa
Stato: Granducato di Toscana
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