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Camajore di Versilia - Abazia di Camajore (S. Pietro)

 

(Camaiore)

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    CAMAJORE di VERSILIA nella Marina lucchese. Grossa e florida terra murata nel vallone percorso dal torrente omonimo con insigne collegiata, (S. Maria Assunta) capoluogo di Comunità e di un Giusdicente, nella Diocesi e Ducato di Lucca.
    Risiede in pianura presso la base meridionale dell’Alpe Apuana, che diramasi dai Monti
    Gabbari e Pruno, alla confluenza dei torrenti Lombricese e di Nocchi, dove questi prendono il nome di Camajore, nel grado 27° 57’ 6” di longitudine e 43° 56’ di latitudine, 16 miglia toscane a maestro di Lucca, per la strada Regia, 14 per la provinciale, 20 miglia toscane a settentrione di Pisa, 11 miglia toscane a scirocco di Massa Ducale.
    Ha l’aspetto di una piccola città di forma rettangolare, circondata da torrite mura castellane e da antifossi, con strade regolari bene lastricate, e fiancheggiate da decenti abitazioni, alcune delle quali di bell’aspetto e di buona architettura, sulla strada provinciale che da Lucca per la Valle del Serchio rimonta il corso del torrente Freddana per varcare il poggio di Montemegno, e di là, attraversando la Valle e la Terra di Camajore, e va a congiungersi con la Regia postale di Genova al ponte di Sasso.
    La memoria più antica di Camajore comincia a conoscersi dopo la metà del secolo VIII, quando ivi presso esisteva un monastero che fu poi Badia di Benedettini sotto il titolo di S. Pietro a Camajore.
    Infatti, nel 760, Peredeo vescovo di Lucca, e nel 766 altro nobile Longobardo, donarono al monastero di S. Pietro in
    Campo Majore beni collocati sull’Alpe Apuana nei luoghi di Agello (Gello), e di Terrinca.
    Camajore prese forma di regolare borgata mentre era Potestà di Lucca Guiscardo Pietrasanta (anno 1255) durante il cui governo sorse contemporaneamente quasi con lo stesso disegno altra Terra della
    Versilia
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    , che dal Potestà medesimo ebbe, e tuttora conserva il nome.
    Era in quell’età un paese aperto a guisa di borgo; e come tale venne designato nella Cronaca di Guido da Corvaja all’anno 1271 (4 maggio), quando registrò il passaggio per la Versilia dei figli del re Carlo di Angiò, che albergarono nel
    Borgo di Camajore. (MURAT. R. Ital. Script. T. XXIV)
    Sottomessi dal Comune di Lucca i nobili di Montemagno, di Pedona, di Lombrici, di Montebello, di Gombitelli e di altri castelletti della Valle di Camajore, questo borgo crebbe di popolazione e di fabbricato al punto che gli Anziani di Lucca con pubblico decreto dei 27 di marzo 1374 ordinarono che Camajore fosse cinto di mura con bastioni, torri e fossi nel modo che oggi si vede: mentre con altra provvisione governativa del 17 ottobre 1476 gl’inquilini di Camajore per 5 anni da ogni dazio vennero sgravati.
    Nella guerra mossa nel 1429 dai Fiorentini contro Paolo Guinigi, una delle prime imprese fu quella di spogliare la città di Lucca del suo contado, per modo che Camajore con tutta la valle sino al lido del mare fu occupata e predata da messer Rinaldo degli Albizzi, nel tempo che l’altro Commissario fiorentino, Astorre Gianni, con violenza e crudeltà maggiore andava devastando il distretto di Pietrasanta e da Seravezza.
    L’anno successivo la stessa contrada ebbe a soffrire nuovi disastri, allorchè un numeroso esercito sceso dalla Lombardia col Piccinino passò dalla valle di Camajore per assalire alle spalle l’oste fiorentina accampata davanti a Lucca.
    Quell’istess’uomo (Rinaldo degli Albizzi) che nel 1429 maltrattò il paese di Camajore; quello, che nel 1434 suscitò feroci discordie cittadine in Firenze sua patria; quell’istesso, nel 1436, potè volgere l’animo del Duca di Milano contro la Signoria di Firenze per modo che fu riaccesa altra guerra, dalla quale risentì nuovi
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    danni Camajore, presa e ritolta, ora dai Milanesi, ora dai Fiorentini (anni 1436 e 1437), sino a che questi ultimi per accordo fatto, riconsegnarono ai Lucchesi nel 27 marzo del 1442 il castello di Camajore, con tutti quelli della sua Vicarìa, dalla quale dipendeva Viareggio con tutto il suo littorale.
    Una onorevole dimostrazione di patria carità fu quella data dai Camajoresi nel1531 agli Anziani di Lucca assediati da una truppa di sediziosi nel pubblico palazzo. A memoria della quale impresa la Repubblica fece innalzare in Camajore un arco trionfale in benemerenza di tanta fedeltà.
    Da quell’epoca fino a noi la Terra di Camajore restò costantemente sotto il dominio della sua Capitale, della quale seguì i destini sino alla nostra età.
    Comunità di Camajore. – Il territorio di questa Cominità, oltrechè abbraccia tutta la valle in cui risiede il capoluogo, ne oltrepassa i confini, tanto dal lato meridionale verso la marina lucchese, quanto dalla parte orientale verso la Valle del Serchio. Non si conosce ancora con precisione l’estensione della sua superficie quadrata, comecchè la sua maggiore lunghezza, da ponente a levante possa presso a poco valutarsi di circa 10 miglia toscane, e di 8 miglia toscane nella sua maggiore larghezza. Quest’ultima distanza trovasi sulla schiena de’monti che scendono dall’Alpe Apuana in Val di Serchio nella direzione di maestro a scirocco. Il tragitto più angusto è dalla parte del littorale, dove la Comunità di Camajore ha appena due miglia di larghezza.
    Questo territorio confina con cinque Comunità, tre delle quali spettanti al Ducato di Lucca, due al Granducato di Toscana, e una al Duca di Modena. A partire dalla marina lucchese, alla foce del torrente Camajore trovasi a contatto con la Comunità di Viareggio, con la quale si dirige da ponente a levante per i colli che separano il littorale dalla Valle di Camajore.
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    Di là varca nel vallone della Freddana, dove subentra a confine la Comunità di Lucca. Costà volgendosi a settentrione attraversa il valone della ripa sinistra del rio Contesora sino ai monti che fiancheggiano il lato settentrionale della Freddana, di dove cavalca nella contigua vallecola di Pedogna, che pure attraversa per dirigersi verso maestro per il monte Pruno sull’Alpe Apuana. A questo punto dopo circa 8 miglia di traversa lascia la Comunità di Lucca, e trova quella di Borgo a Mozzano, con la quale percorre un breve tragitto montuoso fra le sorgenti della Torrita Cava e del torrente Lombricese.
    Costà piegando verso ponente trovasi a confine col territorio Granducale, prima con la Comunità di Stazzema, con la quale fronteggia sul dorso dei monti
    Asinajo, Gabbari, e della Culla, poscia dirizzandosi per Val di Castello costeggia per il crine di quei monti a contatto con la Comunità di Pietrasanta, con la quale torna alla marina di Motrone per il fosso di Baccatoja.
    La qualità del terreno di questa Comunità appartiene a tre formazioni distinte; 1. la calcarea granosa massiva dal lato di settentrione-maestro, sui fianchi dei monti
    Asinajo, Gabbari, Pruno, diramati dall’Alpe Apuana; 2. l’arenaria, lo schisto-marnoso, e la calcarea stratiforme compatta nei monti che circondano da levante a scirocco la Valle di Camajore; 3. un terreno di alluvione nel grembo della Valle sino alla marina.
    Variano col clima i prodotti a seconda della esposizione ed elevatezza dei luoghi compresi in questa Comunità. Sulla schiena dei monti che servono di contrafforte orientale all’Alpe di Monte Gabbari e di Monte Pruno, è inutile tentare la cultura della vite e dell’ulivo, mentre appena può sostenersi fruttifero fra le gole di quei bastioni il
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    castagno, che sì bene alligna e prospera fra il grès antico là dove solcano i torrenti Pedogna, Freddana, Nocchi, e tanti minori rivi fra la Valle del Serchio e il littorale; ma l’ulivo è il tesoro di questa Valle, di cui ne ricuopre i fianchi, le piaggie e la stessa pianura. Gli uliveti dei poggi che guardano la marina sono fra tutti gli altri i più rigogliosi.
    La raccolta media di questa Comunità arriva a circa trentamila barili di olio spremuto e preparato in 30 frantoj.
    Il gelso si propaga ed aumenta con la cultura del filugello in questa al pari che nelle altre Comunità dello Stato Lucchese. La quale pianta è assai frequente nel grembo della Valle, e verso la marina, dove ai campi coltivati a cereali subentrano nell’anno stesso le seconde raccolte, mercè l’irrigazione dei campi e di copiosi concimi. Tale è in una parola la cura e l’industria di quei campagnoli, che non lasciano spazio benchè piccolo, non argine il più angusto, non viuzzo, che non sia fiancheggiato e coperto da qualche sorta di pianta erbosa o arborea. Il pioppo forma quasi per ogni dove duplice ala agli alvei dei torrenti, dei fossi, delle pubbliche vie: e numeroso bestiame vaccino si alimenta con pascoli artificiali. Cosicchè può dirsi, senza tema d’ingannarsi, che poche altre contrade retribuiscono ai sudori dell’agricoltore un prodotto superiore a quello che dà un terreno d’indole sterile anzichenò, com’è quello della Valle di Camajore, la cui popolazione va aumentando di tale passo, che da 8616 abitanti che contava nell’anno 1744, il numero era cresciuto nel 1820 a 11800, e nel 1832 sino a 13722 individui.
    La chiesa principale di Camajore è bella, ampia, sfogata, a tre navate con volte sostenute da sei arcate per parte, ornata di cupola e di spaziosa tribuna. Fu anticamente prioria dipendente dalla
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    pieve di S. Giovanni Battista posta nel subborgo di grecale-levante, la quale attualmente è ridotta a semplice cappellania curata.
    Nel 1260 non esisteva dentro al Borgo di Camajore altro che la parrocchia di S. Michele, ora pubblico oratorio.
    La chiesa maggiore sotto l’invocazione di S. Maria Assunta fu fondata nel 1278 ed eretta in Collegiata da Leone X nel 1515; da Pio VI aumentata sino al numero di 14 canonici e di 8 cappellani con una dignità (il Priore), cui fu accordato l’uso dei Pontificali.
    Meritano di essere osservati fra gli oggetti di arte alcune rozze sculture appartenenti al primo fonte battesimale di questa chiesa, consistente in una vasca di marmo bianco eseguita nell’anno 1387.
    Il quadro dell’altare maggiore è una buona pittura di Brandimarte. La SS. Annunziata nella cappella del Rosario è lavoro del valente Stefano Tofanelli lucchese.
    Dall’antica pieve di Camajore nel secolo XIII dipendevano 17 chiese fra le quali l’antica Badia di S. Pietro, due monasteri di donne, e due ospedali, cioè: 1. S. Michele del Borgo di
    Camajore; 2. Spedale di S. Lazzaro a Camajore; 3. S. Pietro alla Badia; 4. S. Pietro a Nocchi; 5. S. Michele a Gombitelli; 6. S. Bartolommeo, (ora S. Michele) al Castello di Montemagno; 7. Spedale di Montemagno, detto tuttora lo Spedaletto; 8. S. Martino a Bargecchia; 9. S. Lorenzo in Conca; 10. S. Michele a Corsanico; 11. SS. Andrea e Lorenzo a Pontemazzori; 12. S. Andrea a Mommio; 13. S. Jacopo a Pedona; 14. S. Barbera a Montecastrese, diroccata e annessa alla seguente; 15. S. Biagio a Lombrici; 16. Monache Benedettine di Gello sopra Lombrici; 17. Monache di Piscopana
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    Dipendono attualmente dalla collegiata di Camajore 14 succursali: 1. la Pieve si S. Giovanni Batista; 2. S. Stefano a
    Monteggiori; 3. S. Lucia di Vegghiatoja; 4. S. Biagio a Lombrici; 5. S. Rocco a Casoli; 6. S. Michele a Torcigliano; 7. S. Michele a Gombitelli; 8. S. Pietro a Nocchi; 9. S. Michele a Montemagno; 10. S. Lorenzo a Pontemazzori; 11. S Jacopo a Pedona; 12. S. Andrea a Mommio; 13. S. Michele a Corsanico; 14. S. Martino a Bargecchia.
    Nel subborgo occidentale di Camajore, dove già fu lo spedale di S. Lazzaro, esiste un convento di Francescani Riformati, con chiesa dedicata alla SS. Concezione.
    Sono in Camajore tre tintorie, e molti telai di panni lini, e stamigne. Vi si fanno tre fiere per anno, cioè, nella domenica di Passione, nel 29 giugno alla Badia di S. Pietro, e dal giorno 2 sino all’8 di novembre.
    Camajore ha un teatro, due pubbliche scuole elementari, un Magistrato Comunitativo con un Cancelliere, ed un Potestà. L’Ufizio del Registro, la Conservazione delle Ipoteche, i Tribunali; e gli altri Dicasteri sono in Lucca.
    Camajore fu patria di varj uomini distinti in dottrina, fra i quali lo storico Niccolao Donati monaco benedettino nel monastero di S. Eugenio presso Siena. – Esso fiorì nel secolo XVI.

    POPOLAZIONE della Comunità di CAMAJORE nel Ducato di Lucca a due epoche diverse.

    Popolazione dell'anno 1832

    - nome del luogo per Sezioni: Albiano e Casciana con Antigiana e Fibbiano, titolo della chiesa: S. Maria (Rettoria), diocesi: Lucca, abitanti n° 474
    - nome del luogo per Sezioni: CAMAJORE, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Collegiata), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 4661
    - nome del luogo per Sezioni:
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    Casoli, titolo della chiesa: S. Rocco (Rettoria), diocesi: Lucca, abitanti n° 739
    - nome del luogo per Sezioni: Fabbialla, titolo della chiesa: S. Pietro (Rettoria), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 286
    - nome del luogo per Sezioni: Gello e Vado, titolo della chiesa: SS. Ippolito e Cassiano (Rettoria), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 648
    - nome del luogo per Sezioni: Gombitelli e Puosi, titolo della chiesa: S. Michele (Cura), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 334
    - nome del luogo per Sezioni: Lombrici e Metato, titolo della chiesa: S. Biagio (Rettoria), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 111
    - nome del luogo per Sezioni: Migliano, titolo della chiesa: S. Martino (Rettoria), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 339
    - nome del luogo per Sezioni: Montebello e Greppolungo, titolo della chiesa: S. Stefano (Cura), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 321
    - nome del luogo per Sezioni: Montemagno e Ricetro, titolo della chiesa: S. Michele (Rettoria), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 404
    - nome del luogo per Sezioni: Monteggiori, titolo della chiesa: S. Stefano (Rettoria), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 356
    - nome del luogo per Sezioni: Nocchi, titolo della chiesa: S. Pietro (Rettoria), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 460
    - nome del luogo per Sezioni: Orbicciano, titolo della chiesa: SS. Giorgio e Lorenzo (Rettoria), diocesi:Lucca,
    abitanti n° 368
    - nome del luogo per Sezioni: Pascoso, titolo della chiesa: S. Rocco (Rettoria), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 787
    - nome del luogo per Sezioni: Pedona, titolo della chiesa: S. Jacopo (Rettoria), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 684
    - nome del luogo per Sezioni: Pieve fuori di Camajore, titolo della chiesa: S. Giovanni Batista (Pieve), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 1378
    - nome del luogo per Sezioni: Pontemazzori, titolo della chiesa: S. Lorenzo (Rettoria), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 280
    - nome del luogo
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    per Sezioni: S. Lorenzo Villa, titolo della chiesa: S. Lorenzo (Rettoria), diocesi: Lucca, abitanti n° 368
    - nome del luogo per Sezioni: Santa Lucia in Vegghiatoja, titolo della chiesa: S. Lucia (Cura), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 325
    - nome del luogo per Sezioni: San Rocco Villa, titolo della chiesa: S. Rocco (Rettoria), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 412
    - nome del luogo per Sezioni: Torcigliano di Camajore, titolo della chiesa: S. Michele (Rettoria), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 147
    - nome del luogo per Sezioni: Valpromaro, titolo della chiesa: S. Martino (Cura), diocesi: Lucca,
    abitanti n° 208
    - Totale
    abitanti n° 13722

    POPOLAZIONE della Comunità di CAMAJORE nell'anno 1744

    - Totale
    abitanti n° 8616
Localizzazione
ID: 756
N. scheda: 9350
Volume: 1
Pagina: 398 - 401
Riferimenti: 9351
Toponimo IGM: Camaiore
Comune: CAMAIORE
Provincia: LU
Quadrante IGM: 104-1
Coordinate (long., lat.)
Gauss Boaga: 1604716, 4865786
WGS 1984: 10.30557, 43.93931
UTM (32N): 604779, 4865960
Denominazione: Camajore di Versilia - Abazia di Camajore (S. Pietro)
Popolo: S. Maria Assunta a Camajore
Piviere: S. Maria Assunta a Camajore
Comunità: Camajore
Giurisdizione: Camajore
Diocesi: Lucca
Compartimento: x
Stato: Ducato di Lucca
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